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26 Agosto 2022
11:08

Il rapporto tra il cane e l’uomo, su Kodami gli articoli per comprendere la specie con cui ci siamo co evoluti

Quarantamila anni di relazione tra uomo e cane: semplicemente co evoluzione. Su Kodami raccontiamo e spieghiamo in tantissimi articoli il mondo dalla prospettiva del cane. Una guida per conoscerlo sempre più a fondo con i link ad alcuni degli articoli più importanti che abbiamo pubblicato.

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Accanto o a pochi passi, perennemente in sintonia con gli umani e senza mai dimenticare da parte loro l'importanza della relazione a cui danno un valore che determina spesso, troppe volte, la loro stessa esistenza. Su Kodami abbiamo sin dai primi giorni voluto puntare su un'informazione che riuscisse a descrivere nel modo più accurato possibile chi è questo essere vivente che dalla notte dei tempi passeggia nel mondo insieme a noi.

I cani hanno stretto un patto tra di loro, probabilmente, ancora prima che con noi umani. Se lo sono trasmesso di generazione in generazione e attraverso il dna: comprendere il nostro comportamento, adeguarsi e anche affidarsi a un'altra specie tanto da arrivare a dipendere – nella maggior parte dei casi ma senza dimenticare che ogni individuo è un soggetto a sé – da quest'ultima.

Un libro importantissimo nello studio dell'etologia canina si chiama "Dogs" (2001, titolo originale: "DOGS: A Startling New Understanding of Canine Origin, Behavior, and Evolution"). Lo hanno scritto i biologi Lorna e Raymond Coppinger che ci hanno spiegato che la teoria della domesticazione andava rivista.

Ancora oggi ci piace pensare che i motivi per i quali il cane si è legato all'uomo riguardino scelte "sentimentali" ma lo studio dell'etologia canina, che si è sviluppato sempre di più dalla seconda metà del secolo scorso, ci ha dimostrato che possiamo parlare di una vera e propria co evoluzione tra la nostra specie e quella canina e che questi animali hanno avuto la capacità, a differenza di altri, di fare una scelta di convenienza, legata alla sopravvivenza: stare con noi gli è servito ma per farlo hanno "lavorato" a lungo per raffinare le loro capacità, appunto, di comprensione di noi bipedi che riteniamo di dominare il mondo.

A chi ama e rispetta i cani, una teoria dimostrata poi da studi scientifici interessantissimi (basti pensare alle varie ricerche che dimostrano l'eccezionalità dei cani anche randagi di comprendere i segnali del nostro corpo) dovrebbe ancora di più far aumentare la stima nei confronti del cane che vive con noi e di tutti i suoi conspecifici: l'intelligenza di animali unici che hanno fatto della relazione una ragione di vita e di sopravvivenza.

Ma i cani non sono tutti alla ricerca di un compagno umano, sia chiaro. Mentre si studiano ancora le loro incredibili capacità cognitive e si apre il vaso di Pandora delle loro emozioni (entrambe finalmente accettate dalla comunità scientifica) ancora non si riesce del tutto a livello culturale-popolare ad accettare che non necessariamente un cane debba avere un umano di riferimento "fisso". Non dimentichiamolo: la maggioranza assoluta dei cani vive in libertà nel mondo, priva di una famiglia umana stabile. Come gli stessi Coppinger del resto spiegavano nel loro libro, i cani originali non sono certo quelli di razza ma quelli che ancora oggi possono essere definiti "cani da villaggio" o, più semplicemente, i meticci che tutt'ora condividono i territori del Pianeta con le comunità umane.

I dati che si continuano a riferire da anni sull'effettivo numero della popolazione canina nel mondo si riducono in un semplicistico 80% di animali liberi versus il 20% di cani di famiglia. Questi numeri sono obsoleti e non c'è ancora oggi la possibilità di verificarli con cura (non esiste un censimento nazionale valido in nessun Paese, figuriamoci se si può fare una stima certa a livello mondiale) ma continuano però a contenere una verità intrinseca e a dare la misura del valore di una specie unica e speciale che ha diritto a vivere insieme a  noi indipendentemente dallo stare fissi in una dimora. Questo dato, dunque, è molto importante da conoscere per chi ritiene che "il cane" sia solo il "pet".

La giornata mondiale del cane, ad esempio, è nata in onore di un'adozione in canile e per ricordare a tutti l'importanza proprio di andare ad aprire quelle gabbie in cui abbiamo segregato animali che con noi vivono serenamente. Ecco allora che vogliamo proporvi una navigazione speciale su Kodami. Perché ci rendiamo conto che gli articoli che abbiamo pubblicato su questa specie sono davvero tantissimi e vorremmo qui fornire qualche "chicca" per conoscere meglio la specie in quanto tale fino al comprendere insieme, meglio, il cane che vive con noi.

Buona navigazione, dunque, e soprattutto buona vita con il vostro compagno. Fedele, certo, ma ricordiamoci anche altri importanti aggettivi da attribuirgli: intelligente, empatico, sensibile, curioso… Insomma, un individuo con la sua storia, le sue motivazioni, ovvero i sui desideri e i suoi bisogni.

1. La nascita del rapporto tra uomini e cani, storia di una lunga amicizia

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Iniziamo il nostro viaggio alla ricerca di una possibile risposta sul perché molti di noi vivono con un cane. Ogni domanda è un passo nella storia e il condividere la vita con un cane inizia moltissimo tempo fa. Sulle ali delle ipotesi, nel bel mezzo di un fermento di opinioni, teorie e deduzioni che via via mutano sull’onda di nuove scoperte, una sola certezza: non vi è nulla di certo

Ad un certo punto della nostra storia abbiamo incontrato una particolare sottospecie di lupo che aveva in sé delle caratteristiche molto peculiari. Tra queste la dote che lo rendeva particolarmente disponibile alla socializzazione con altre specie animali. E, per qualche ragione, scelse soprattutto la nostra specie, diventando così il cane che oggi conosciamo

Il cane è ormai considerato a tutti gli effetti un membro della famiglia e un compagno di vita. Ma quando c’è stato l’incontro tra le due specie che ha permesso la creazione della stretta relazione che condividiamo con loro? E qual è l’antenato selvatico da cui deriva il cane? La domesticazione è avvenuta una sola volta o più volte in posti diversi? Un breve resoconto delle ultime ricerche scientifiche a riguardo.

La lunga storia evolutiva che ha trasformato i lupi in cani è ancora tutta da scoprire. Tutte le oltre 400 razze riconosciute oggi derivano però dal lupo grigio, e sono state rappresentate in in una bellissima infografica realizzata dall’artista Alice Bouchardon.

L’uomo ha influito pesantemente sulla selezione delle razze canine, ma hanno avuto grande importanza anche altri fattori come geografici, climatici e, in generale, dell’ambiente.

L’amicizia tra cani e umani ha origini antiche ed è nata spontaneamente quando i lupi si sono avvicinati alla nostra specie alla ricerca di risorse alimentari con un minor dispendio di energia. Questo millenario rapporto continua fino ai giorni nostri e la relazione è diventata sempre più solida.

Paola Valsecchi: «Uomini e cani: un contagio emotivo che dura da 40 mila anni»

2. Così i cani hanno imparato a conoscerci, le loro capacità cognitive

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Come è possibile che i cani ci capiscano quando parliamo con loro? Imparano il significato delle parole proprio come facciamo noi: attribuendo al suono una particolare rappresentazione mentale, attraverso un percorso d’esperienza.

A soli due mesi i cuccioli sono geneticamente interessati agli esseri umani. Lo studio, del 2021, mette in luce le capacità cognitive dei cani in funzione di una co evoluzione con gli uomini che mette in luce ancora di più l’importanza di una relazione iniziata 40 mila anni fa

Alcune varianti genetiche sono associate alle differenti performance espresse da cani di varie razze nello svolgimento di test che richiedono l’interazione sociale con l’uomo.

Quando i cani emettono i segnali calmanti lo fanno per comunicare con noi, oppure è una mera manifestazione del proprio stato emozionale? Uno studio dell’Università di Parma cerca una risposta a questa domanda e per farlo ha bisogno di cani che partecipino ai test

I cani piangono di gioia e i loro compagni umani riconoscono questo sentimento e la sua manifestazione, una ricerca che rafforza ancor di più il legame fra gli esseri umani e questi fantastici animali.

Il cane impara un vocabolario di 89 parole umane, con i più “secchioni” che generalmente arrivano fino a 200. La metà dei termini sono semplicemente comandi (come ‘seduto’), ma ci sono anche altre parole più generiche, come ‘aspetta’. In sostanza, un cane riesce a comprendere l’equivalente di un vocabolario appreso da un umano di due anni. A dirlo è uno studio realizzato dai ricercatori della Dalhousie University e che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Applied Animal Behaviour Science.

Uno studio pubblicato recentemente su iScience ha sottoposto 39 cani a un test, dimostrando che questi mostrano una preferenza comportamentale verso gli stimoli sociali umani, come il viso del proprio compagno, che funge anche da “ricompensa aggiuntiva” al premio in cibo. Sono necessari però ulteriori studi.

Secondo una ricerca condotta da un gruppo di studiosi del dipartimento di scienze veterinarie dell’Università di Pisa, il rapporto che si instaura tra cani ed esseri umani di riferimento sarebbe simile a quello tra figli e genitori. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Animals-Mdpi.

Proprio come noi umani anche i cani possono essere più dotati di altri nell’apprendere comandi e nel memorizzare nomi di oggetti. La Genius Dog Challenge dell’università Eötvös Loránd di Budapest studia proprio questi cani “geniali” e le loro abilità. Del progetto e delle straordinarie capacità di questi cani ne abbiamo parlato con Andrea Sommese, ricercatore presso ELTE University di Budapest.

Quando due cani vivono insieme e uno dei due muore, quello che sopravvive prova dolore e sofferenza paragonabile al lutto. «I cambiamenti nel comportamento e nelle emozioni del cane sono compatibili con ciò che tutti definirebbero come lutto» spiega Federica Pirrone etologa e coordinatrice dello studio condotto dall’Università di Milano.

Uno studio pubblicato su Scientific Reports dimostra che i cani riescono a distinguere le azioni intenzionali da quelle non intenzionali, anche quando i risultati dell’azione sono gli stessi. I ricercatori hanno sottoposto 51 cani al paradigma “Riluttante vs. Incapace”, che si svolge in tre condizioni diverse: una intenzionale e due non intenzionali.

Un nuovo studio, pubblicato su Royal Society Open Science e condotto dai ricercatori dell’Università Eötvös Loránd di Budapest, in Ungheria, ha dato nuovi importanti indizi sulla capacità di apprendimento delle parole dei cani: sei Border Collie sono riusciti a imparare ben 12 nomi di nuovi oggetti a settimana e a ricordarli anche dopo due mesi

I cani sono in grado di capire se stanno ascoltando una lingua diversa da quella a cui sono abituati. Lo ha scoperto un team di ricercatori della Eötvös Loránd University di Budapest, che ha fatto ascoltare ai cani registrazioni tratte da “Il piccolo principe

I cani reagiscono con stupore ad eventi che non rispettano le leggi della fisica: è questa la conclusione di un team di ricerca austriaco che ha indagato la causalità per contatto in quattordici cani.

Molti sono convinti del fatto che i loro cani siano in grado di percepire con anticipo quando un familiare sta per tornare a casa. Ma è vero? E come ci riescono?

Alle volte un cane e una persona proprio non riescono a tollerarsi. Ma è corretto parlare di odio? Può effettivamente accadere che il nostro cane ci odi, e per quale motivo?

Un’annosa questione pare essere quella che spinge le persone a chiedersi come i cani scelgano la persona preferita in famiglia, e come si faccia a diventare il soggetto delle loro attenzioni particolari. Che i cani abbiano le loro preferenze è indubbio, e spesso la cosa è evidente anche ad un occhio inesperto. È curioso riflettere su come questo ci faccia sentire, a livello emotivo ed affettivo, soprattutto quando pensiamo di non essere noi sul podio delle preferenze.

Gli effetti della nostra voce sul cervello dei cani con cui viviamo sono paragonabili a quelli innescati dalla relazione tra madre e figlio. Sono questi i risultati di un nuovo studio sulla risposta neurale e sull’attività cerebrale del cane quando ascolta la voce del proprio pet mate oppure di un estraneo.

Marc Bekoff: «Empatia e compassione: così ho compreso che gli animali provano emozioni»

3. Chi è il cane? Conoscere la sua personalità per comprenderlo fino in fondo

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Le motivazioni del cane racchiudono i suoi bisogni e desideri che dipendono dalla razza ma anche dalla sua individualità. Conoscere quali sono è importante per la loro felicità e per capire i loro comportamenti.

Uno studio pubblicato sulla rivista Science mette in discussione tutti i pregiudizi e gli stereotipi legati alla razza come fattore in grado di prevedere il carattere e il temperamento di un cane.

La scienza ha legittimato il termine “personalità” per i mammiferi, un passo davvero importante per riconoscere agli animali la loro individualità. Motivazioni, emozioni, arousal, componenti cognitive, resilienza e coesione del sé: ecco quali sono le componenti della personalità.

Ogni cane è diverso dagli altri in quanto possiede una propria personalità. Una parte di questa è ereditata dai propri genitori ma sono soprattutto le esperienze che affronterà a determinare il suo carattere. Le razze sono state create dall’uomo ed è importante capire il perché: l’unico modo per conoscere davvero chi è il nostro cane è tenere a mente queste informazioni e lasciarlo libero di esprimere.

Su Kodami trovate Che Razza di Storia, il format video in cui l’istruttore cinofilo Luca Spennacchio ci spiega, puntata dopo puntata, che «avere un cane non può essere uno sfizio, una moda, un gioco» e ci aiuta a comprendere quali sono gli elementi fondamentali per iniziare una relazione su basi solide perché diventi l’avventura più bella della vita. Siamo partiti con una razze più discusse e più vituperate, tanto da essere i cani più presenti nei canili, i Pitbull e poi abbiamo parlato anche del Pastore Tedesco, del Golden Retrivier, del Beagle e di molte altre razze.

L’empatia è la base per una relazione consapevole e rispettosa. Cerchiamo dunque di capire meglio prima cosa si intende col termine empatia e poi come essa può riguardare il rapporto coi nostri cani.

Perché il cane ci osserva e cerca il contatto visivo? E perché gratta il divano? Queste sono alcune delle domande a cui l’educatore e istruttore cinofilo Luca Spennacchio ha risposto nella decima puntata di WhatTheFaq, il format video in cui il comitato scientifico di Kodami risponde alle domande che i lettori fanno attraverso la nostra pagina Facebook. Continuate a scriverci e, per ora, scoprite alcune dritte sul comportamento dei cani.

Quando un incontro tra coppie di cani e umani viene mal gestito o anche solo frainteso, è facile perdere le staffe. Eppure basterebbe evitare di dare consigli non richiesti e sforzarsi di mantenere la calma per gestire meglio situazioni come queste. Massimo Troisi, ad esempio, l'attore napoletano dall'animo sensibile, era capace sempre di raccontare storie di vita vissuta con ironia, semplicità e grande efficacia. Durante un’intervista si trova a rispondere a delle domande sul rapporto con il suo cane, lasciandoci un messaggio chiaro e immediato sull’importanza di rispettare il nostro compagno di vita nell’espressione della sua individualità.

Quando vi avvicinate a un cane che non conoscete è buona educazione chiedere prima alla persona che è con lui se potete accarezzarlo. Un comportamento che mette in evidenza il rispetto nei confronti del cane in quanto tale e aiuta anche nella relazione tra esseri umani

Si pensa che i cani siano disposti a sopportare tutto, ma anche loro provano fastidio. Dai parassiti ai corteggiamenti estenuanti, ecco alcune cose che infastidiscono i nostri cani e come possiamo aiutarli.

I cani sanno trovare strategie fantasiose per attirare le nostre attenzioni. Se in alcuni casi scelgono l’abbaio, in altre situazioni potrebbero invece sedersi a terra e fissarci.

Le stereotipie sono più diffuse tra i cani appartenenti ad alcune specifiche razze, ma anche tra chi fa poco movimento e chi vive in famiglie numerose o alla prima esperienza di convivenza con questa specie.

Cosa rende il vostro cane felice? Quali sono le cose che ama fare? Fermatevi un attimo a pensare prima di rispondere e nella vostra mente ecco che comparirà quel momento di gioia pura in cui il cane che vi è accanto “sorriderà” nei vostri pensieri e vi spingerà a fare con lui ciò che ama, rendendo felici anche voi.

A volte i cani sembrano spaventati senza motivo, almeno apparentemente. Vediamo come capire cosa li intimorisce e come aiutarli a non avere più paura.

Non è facile capire se un cane è triste. I sintomi possono essere diversi: sonnolenza, stanchezza, disinteresse per le attività quotidiane. Vediamo come comprendere il suo stato d’animo e come aiutarlo.

I cani comunicano tra loro attraverso le vocalizzazioni, l’olfatto e la postura, ma c’è anche un altro aspetto da considerare: il nostro comportamento, che influisce su come lui si relazionerà con gli altri.

Attraverso le posizioni della coda, il cane esprime tutte le sue emozioni di base. Vediamo quali possono essere i significati di questi movimenti.

Studiare l’approccio pessimista o ottimista con cui gli animali affrontano il mondo permette di ottenere maggiori informazioni riguardo il loro stato emozionale e quindi anche favorire il loro benessere.

Lo stress nel cane può avere cause molto diverse e occorre saper leggere i segnali e i suoi comportamenti. Analizziamoli per capire come agire e come aiutarlo.

Approcciarsi ad un cane sconosciuto non è sempre un’azione banale. Molti di loro infatti, sono più attenti di quanto crediamo ad ogni nostro dettaglio. Vediamo quali sono i comportamenti da tenere e quelli invece da evitare.

Può accadere che i cani non scodinzolino, più o meno improvvisamente. A cosa è dovuto questo comportamento e come dobbiamo comportarci?

“Il cane è dominante perché mi monta”. La diffusa credenza della monta da dominanza è un malinteso che rischia di creare problemi nella relazione con i nostri cani. Vediamo perché e come comportarci se accade anche a noi.

Un cane che scodinzola quando vede il suo umano tornare da lui è una scena molto comune. Ma perché i cani muovono la coda e cosa vogliono comunicarci?

Anche il nostro cane può provare emozioni e sentimenti negativi paragonabili all’essere arrabbiato. L’umore negativo può essere causato da diversi fattori, ma scopriamo quindi come capire e soprattutto cosa fare e non fare quando il cane è arrabbiato.

Noi umani siamo abituati a comunicare soprattutto usando le parole, ma nella relazione con i cani abbiamo in realtà tanti strumenti a disposizione, basta solo conoscerli e imparare come usarli. I nostri cani ci osservano per tutta la vita e quindi riconoscono le nostre emozioni anche quando non apriamo bocca. Vediamo insieme come fanno.

L’approccio cognitivo prende nome dal termine latino cognosco (conoscere). Secondo questo approccio, a determinare il comportamento del cane (e di ogni animale) sono le conoscenze che possiede del mondo e di sé stesso. E queste, a loro volta, sono costruite in base all’esperienza e grazie a diverse capacità in possesso di ogni individuo. Cardine di questo tipo di approccio, dunque, non sono più i concetti di premio e punizione, ma quello di esperienza.

La relazione con un cane è un percorso che decidiamo di fare insieme: le criticità e le differenze che ne emergono sono uno strumento di crescita per entrambi. Empatia e comprensione dell’altro sono elementi necessari per una relazione sana che può portare ad un grande arricchimento sia per l’uomo che per il cane.

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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