7 Gennaio 2022
15:27

I cani riconoscono le lingue diverse (e i discorsi senza senso)

I cani sono in grado di capire se stanno ascoltando una lingua diversa da quella a cui sono abituati. Lo ha scoperto un team di ricercatori della Eötvös Loránd University di Budapest, che ha fatto ascoltare ai cani registrazioni tratte da "Il piccolo principe"

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I nostri cani sono costantemente bombardati da un flusso continuo di parole e discorsi, tuttavia solo di recente stiamo iniziando a comprendere davvero in che modo il loro cervello percepisce, elabora e codifica il linguaggio umano ma grazie a un nuovo studio, appena pubblicato su NeuroImage, ora sappiamo che sono persino in grado di distinguere le diverse lingue e i discorsi senza senso composti da parole a caso.

«È la prima volta che viene visualizzata una diversità nell'attività cerebrale in risposta a diversi linguaggi di un animale non-umano», commenta Andrea Sommese, ricercatore esperto nella comunicazione cane-uomo e collega di dipartimento degli autori della ricerca.

Tutto nasce da un'idea di Laura V. Cuaya, ricercatrice del Dipartimento di Etologia della Eötvös Loránd University e prima autrice dello studio. Quando lei e il suo Border Collie Kun-kun si sono trasferiti dal Messico all'Ungheria si è chiesta se il suo compagno canino si sarebbe accorto che la gente di Budapest parlava una lingua diversa da quella a cui era abituato.

Insieme ai suoi colleghi ha così addestrato Kun-kun e altri 17 cani a restare immobili in uno scanner cerebrale per analizzare le risposte del loro cervello e scoprire se e come i cani reagiscono a una nuova lingua.

La storia di Kun-kun nel fiabesco videoabstract della ricerca

L'esperimento ascoltando… Il piccolo principe

Due dei 18 cani provenivano da famiglie in cui si parlava solamente spagnolo, mentre gli altri 16 erano invece abituati esclusivamente ad ascoltare la lingua ungherese. Tutti i cani hanno ascoltato alcuni estratti de Il piccolo principe (sì, proprio il racconto più famoso e apprezzato di Antoine de Saint-Exupéry) sia in spagnolo che in ungherese e nel frattempo i ricercatori analizzavano le loro attività cerebrali attraverso la risonanza magnetica funzionale (fMRI). Hanno inoltre fatto ascoltare ai cani registrazioni completamente "innaturali" della stessa storia con parole rimescolate, tagliate e prive di senso compiuto.

Analizzando le attività cerebrali dei cani i ricercatori hanno scoperto che le risposte del cervello all'interno della corteccia uditiva primaria erano diverse quando i cani ascoltavano un discorso compiuto oppure frasi con parole storpiate. Questo suggerisce che i nostri compagni animali sono effettivamente in grado di distinguere i discorsi con parole reali da quelle senza senso ma che rispettano le regole fonetiche, a prescindere dalla lingua parlata.

Di recente un altro studio aveva già dimostrato che i cani sono in grado di estrapolare le parole da un discorso ma questa nuova ricerca ha permesso di dimostrare che sono anche in grado anche di distinguere una nuova lingua.

«Così come ci sono aree specifiche nella corteccia che rispondono meglio a stimoli visivi familiari nel rapporto uomo-cane per quanto riguarda la vista, lo stesso accade per stimoli auditivi. Il cervello del cane è quindi in grado di discriminare fra due lingue», aggiunge Sommese, che aveva già raccontato a Kodami le capacità dei "cani geniali" scoperte alla ELTE University.

I cani geniali della Genius Dog Challenge

Il cervello reagisce diversamente a una nuova lingua

Confrontato infatti i modelli di attività cerebrale ottenuti quando i cani ascoltavano le registrazioni nelle due lingue differenti, i ricercatori hanno osservando che la risposte neurali erano localizzate all'interno di una regione diversa, la corteccia uditiva secondaria, quando a parlare era la lingua con cui avevano meno familiarità.

Ogni lingua ha infatti delle sue regole precise e secondo gli scienziati i cani sono in grado di percepirle e assimilarle riconoscendo in qualche modo quando queste cambiano. Si tratta della prima volta in assoluto che viene dimostrata questa capacità in un cervello non umano.

Gli autori hanno inoltre osservato che queste capacità erano più accentuate nei cani più anziani e in quelli col muso lungo. Suggerendo quindi una certa variabilità legata alle razze e all'esperienza per quanto riguarda il riconoscimento linguistico: più tempo passano con noi e più a fondo comprendono il nostro linguaggio.

«Sembra che i cani con un indice cefalico più alto (quelli con il musone lungo, tipo levrieri) abbiano un vantaggio quando si tratta di processare stimoli auditivi. Curiosamente, i cani con un indice cefalico basso, invece, sono più bravi a processare indizi visivi – spiega Sommese, che poi conclude – i cani più anziani presentano un vantaggio nel processare il linguaggio probabilmente dovuto ad un'esposizione più lunga all'ambiente umano».

Non è ancora chiaro se queste capacità siano esclusive dei cani o presenti in altre specie. Non sappiamo nemmeno se le decine di migliaia di anni di domesticazione abbiano reso in qualche modo il migliore amico dell'uomo più predisposto all'ascolto del linguaggio umano. Solo ulteriori studi potranno confermare o smentire queste ipotesi ma da adesso sappiamo che non siamo gli unici animali in grado di riconoscere lingue diverse.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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