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13 Settembre 2021
11:05

Educazione del cane: cos’è l’approccio cognitivo?

L'approccio cognitivo prende nome dal termine latino cognosco (conoscere). Secondo questo approccio, a determinare il comportamento del cane (e di ogni animale) sono le conoscenze che possiede del mondo e di sé stesso. E queste, a loro volta, sono costruite in base all’esperienza e grazie a diverse capacità in possesso di ogni individuo. Cardine di questo tipo di approccio, dunque, non sono più i concetti di premio e punizione, ma quello di esperienza.

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L'approccio cognitivo è un modo di avvicinarsi al comportamento del cane e, in generale animale, ispirato dalle più recenti teorie espresse dalle scienze del comportamento. In particolare esso intende guardare ai processi di acquisizione delle conoscenze e al loro utilizzo per guidare l'agire quotidiano in ogni circostanza. Tra i concetti più importanti su cui si basa vi sono sicuramente quelli di mente e ragionamento.

Si pensa in genere che tra l’intelligenza dei cani e quella degli umani vi siano differenze incommensurabili e che fare paragoni o parallelismi sia qualcosa non soltanto sbagliato, ma addirittura fuori luogo. Si ritiene che certi processi complessi siano solo dell’uomo e che per i cani debbano essere utilizzati metri di valutazione diversi e più semplici.

La convinzione più comune è che il ragionamento dei nostri amici avvenga esclusivamente per “associazioni” attraverso premi o punizioni. In pratica non si riconosce loro una vera e propria capacità di ragionare ed elaborare, ma solo delle risposte meccaniche: se un certo comportamento è seguito da una ricompensa esso verrà ripetuto; se invece viene associato ad una conseguenza negativa verrà abbandonato.

La teoria behaviorista o comportamentista

Ciò che non tutti sanno è che questa teoria (definita behaviorista o comportamentista), sebbene studiata a partire da animali come i topi o i piccioni, nasceva invece proprio per spiegare il comportamento umano e che si diffuse, a partire dai laboratori di psicologia, con l’intento ambizioso di spiegare i nostri meccanismi di apprendimento.

Un’altra cosa che non tutti conoscono è che se fu possibile superare questa concezione e arrivare a indagare più in profondità la complessità della mente umana anche questo fu grazie a studi su animali. Tali studi infatti ci mostrarono l’esistenza di complessi processi di apprendimento ed elaborazione che, sebbene diversi da specie a specie, sono tuttavia comuni a tutti. In pratica gli studi sugli animali hanno dimostrato che in moltissime circostanze non vi è una sostanziale differenza tra l’intelligenza umana e quella del cane, ma solo diversi modi e diversi campi in cui questa si esprime, in base alle particolari caratteristiche di ognuno e in funzione di un medesimo obbiettivo: la sopravvivenza.

Questa consapevolezza è alla base di quel che si definisce “approccio cognitivo”, che trae il suo nome dal termine latino cognosco (conoscere). Secondo questo approccio a determinare il comportamento del cane (e di ogni animale) sono le conoscenze che possiede del mondo e di sé stesso. E queste, a loro volta, sono costruite in base all’esperienza e grazie a diverse capacità in possesso di ogni individuo.

Cardine di questo tipo di approccio, dunque, non sono più i concetti di premio e punizione, ma quello di esperienza. È attraverso le esperienze che tutte le componenti mentali possono entrare in gioco. Ed è attraverso le esperienze che la mente del cane viene stimolata nel creare e modificare le proprie conoscenze, ovvero le proprie rappresentazioni del mondo.

Cos’è l’educazione del cane secondo l'approccio cognitivo

Educazione dunque, secondo l’approccio cognitivo, non significa soltanto premiare o punire questo o quel comportamento affinché venga ripetuto o meno, ma fare in modo che il cane possa formarsi delle rappresentazioni complesse della realtà – delle conoscenze appunto – che siano strumenti per orientare il proprio comportamento, per adattarsi con successo al proprio contesto di vita e per raggiungere uno stato di benessere.

Centrale sarà dunque non soltanto conoscere le caratteristiche tipiche della specie cane, ma anche quelle capacità e quei processi attraverso cui i nostri amici interpretano la realtà, imparano nuove cose e prendono decisioni.

Le operazioni mentali o “funzioni logiche”

Un primo modo in cui un cane arricchisce le sue conoscenze è quello di confrontare tra loro i dati della realtà, oppure le esperienze nuove con altre passate, compiendo alcune operazioni di base. Per esempio potrebbe comprendere che la pallina che ha visto oggi è uguale a quella di ieri e così capire che tutte le palline hanno caratteristiche simili, che sono oggetti che si possono lanciare e inseguire, o che si possono trasportare in bocca. Allo stesso tempo però potrebbe notare che ci sono anche differenze, che alcune "suonano", o sono più dure o più grandi. E così potrebbe effettuare delle scelte e manifestare preferenze.

Allo stesso modo il nostro amico impara che tutti i cani hanno caratteristiche simili e che sono diversi dagli umani o dai gatti. Ma anche in questo caso potrà capire che non tutti i cani sono uguali tra loro e dunque costruire rapporti diversi con soggetti diversi, andare d’accordo con alcuni e non con altri; oppure che c’è un umano particolare che sarà il suo compagno, altri amici e altri ancora sconosciuti; o che il gatto di casa può essere amico mentre gli altri no…

Queste operazioni sono le basi del ragionamento e tra loro possiamo annoverare il distinguere e il paragonare, il concentrarsi su un aspetto particolare o il guardare le caratteristiche comuni… e tutti i giorni i nostri cani ci dimostrano di essere perfettamente in grado di padroneggiarle.

La capacità di imitare

Un’altra importantissima capacità è quella di osservare. In molti casi i comportamenti di un cane sono suscitati dall’esempio di altri. Per esempio la mamma o altri membri del gruppo possono fungere da modelli per capire come affrontare diverse situazioni. La capacità di imitare ci da conto non soltanto del fatto che i cani osservano attentamente ciò che accade e come gli altri affrontano le diverse situazioni, ma anche che sono capaci di accreditare gli altri ed imparare da loro.

Questo può essere estremamente positivo quando saranno affiancati da modelli competenti, ma potrebbe portare anche a dei problemi quando chi dovrebbe guidarli ha già delle difficoltà, che potrebbero essere apprese e dunque riproposte.

L’intuizione o “insight”

Quando si trovano davanti ad un problema i nostri amici spesso proveranno diverse soluzioni. Tuttavia i loro tentativi non saranno mai del tutto casuali. A volte riusciranno nel loro intento, altre volte no, ma sempre le prove saranno orientate da una certa logica e in vista di un preciso obbiettivo. L’insight è proprio questo, ossia la capacità di valutare gli elementi di un problema per proporre una soluzione adeguata. Se ad esempio un cane vuol raggiungere qualcosa al di là di una rete potrebbe decidere di scavare alla base o provare a scavalcare; oppure potrebbe guardarsi intorno per capire se può aggirare l’ostacolo. In ogni caso qualunque strategia sarà sempre caratterizzata dal riconoscere un problema, valutarne gli elementi e provare una soluzione appropriata.

La memoria

In questo può aiutare l’aver vissuto in passato esperienze più o meno simili, o l’aver già sperimentato diverse strategie. Le soluzioni che in passato si sono rivelate efficaci potranno infatti essere riproposte o adattate a situazioni future e dunque essere usate come metri di paragone. Questo ci fa comprendere l’importanza della memoria. Il fatto che comportamenti simili vengano ripetuti in situazioni diverse non può che confermarci quanto essa sia importante anche per i nostri amici.

Un banale esempio è quello del mettersi a sedere. I cani imparano in tante situazioni che questo comportamento ci piace molto e che, attraverso di esso, è possibile accedere a diverse risorse. Imparano così a impiegarlo e il “seduto” può diventare una tra le prime alternative che attueranno per ottenere da noi qualcosa, come del cibo da tavola, la loro ciotola, un premietto un gioco o anche che apriamo la porta per poter uscire.

Tuttavia la memoria non va considerata come fosse un grande magazzino in cui i ricordi sono riposti e contenuti. Essa è invece una capacità, quella di riportare all’attenzione i particolari di esperienze vissute. Tanto più sarà esercitata tanto più precisi e particolareggiati saranno i ricordi.

La memoria infine si divide tra memoria a lungo termine (che riguarda sé stessi o episodi vissuti in passato) e memoria operativa (che consiste nel tener presenti particolari utili in ciò che si sta facendo in un certo momento).

Maggiore sarà dunque il numero delle esperienze maggiore la probabilità che il loro ricordo sia dettagliato e possa tornar utile per affrontare il presente.

Attenzione e concentrazione

E tuttavia davanti a un problema non sarà soltanto sufficiente aver fatto diverse esperienze, ma bisognerà essere in possesso di due importanti capacità: quella di rivolgersi verso singole cose o particolari, ossia ciò che si definisce capacità di attenzione; quella di mobilitare tutte le proprie risorse di ragionamento, ovvero la capacità di concentrarsi.

Queste capacità sono fondamentali davanti a situazioni complesse perché consentono da un lato di mantenere alta la soglia di interesse e dall’altro di non attuare comportamenti impulsivi. In un percorso educativo, dunque, saranno fattori da considerare attentamente e da favorire per stimolare la riflessività. Si è inoltre notato che attenzione e concentrazione sono massime nei soggetti calmi, mentre si abbassano nelle situazioni di grande eccitazione. Ecco perché, soprattutto di fronte a situazioni problematiche, è sempre meglio favorire la calma ed evitare comportamenti che rischiano di sovraeccitare il nostro amico.

La realtà è un fenomeno complesso, ma il tuo cane è intelligente

In definitiva l’approccio cognitivo non soltanto ci spiega la grande complessità della mente dei nostri cani, ma anche la loro incredibile flessibilità. Ci spiega come sia possibile che abbiano imparato a vivere in situazioni estremamente complesse ed anche la ricchezza del loro mondo interiore.

Ma la lezione più importante del modello cognitivo è data dal presumere che i comportamenti dei nostri amici dipendono dalla loro profonda intelligenza e non semplicemente da premi e punizioni ricevuti per comportamenti attuati in modo casuale.

Il modello cognitivo ci dice che non è il controllo ciò cui dobbiamo aspirare, ma la capacità del cane di comprendere il mondo e di effettuare le scelte più appropriate, perché è consapevole della realtà, delle proprie capacità e che ogni situazione richiede di essere affrontata.

Il modello cognitivo ci insegna una grande lezione: credi nel tuo cane e nelle sue capacità! Impegnati perché possa migliorarle e acquisirne di nuove!

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Francesco Cerquetti
Esperto in etologia applicata e benessere animale
Laureato in Filosofia a partire dal 2005 ho cominciato ad appassionarmi di cinofilia approcciando il mondo dei canili. Ho conseguito il Master in Etologia Applicata e Benessere animale, il titolo di Educatore Cinofilo e negli IAA.
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