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17 Aprile 2022
9:00

Quando i cani si infastidiscono: come riconoscerlo e cosa fare

Si pensa che i cani siano disposti a sopportare tutto, ma anche loro provano fastidio. Dai parassiti ai corteggiamenti estenuanti, ecco alcune cose che infastidiscono i nostri cani e come possiamo aiutarli.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Ebbene si, anche i cani si infastidiscono! Al contrario di quanto si sia portati a pensare il cane non è disposto a sopportare tutto pur di essere amato. È insito nella condizione di ogni essere sociale provare quotidianamente fastidi che spesso derivano dalla convivenza con gli altri. I fastidi si presentano nella vita di un cane in varie forme e su più dimensioni: quella intraspecifica, in cui si relaziona con gli altri cani, quella eterospecifica, nella quale ha a che fare con le persone e quella ambientale, nella quale è inevitabilmente immerso, da un punto di vista climatico, olfattivo, acustico, architettonico ed urbanistico.

Fastidio verso insetti e parassiti

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Un cane palesemente infastidito

Mai termine più opportuno di fastidio è capace di descrivere l’irritazione fisica e mentale provocata dalla presenza di insetti e parassiti. Il cane, in alcuni periodi dell’anno, è tediato dalle pulci, a tal punto che l’azione del grattarsi con la zampa sul collo è diventata una stereotipia di specie. Un comportamento generalizzato ed usato da tutti i cani per manifestare un ampio spettro di stati di disagio. Il fastidio, provocato dalla presenza molesta degli insetti, può portare ad un logoramento mentale del soggetto e provocarne l’insorgenza di comportamenti “bizzari”, come il nascondersi in luoghi insoliti e reconditi della casa. Oggi, grazie alla ricerca veterinaria, si trovano sul mercato efficaci prodotti antiparassitari in grado di sollevare il cane da questa spiacevole condizione.

La molestia del corteggiamento prolungato

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Un maschio si appresta a corteggiare una "povera" femmina fino allo sfinimento

Il termine essere infastidita è utilizzato soprattutto in ambito umano, quando una donna subisce atteggiamenti invadenti e pressanti da parte di un uomo. Non sbagliamo, dunque, nel fare un po’ di etologia comparata. All’area cani, infatti, molte femmine vengono fatte oggetto di insistenze ed invadenze. Spesso si configura più che un gioco, un vero e proprio stalking. Una molestia compiuta impunemente sotto gli occhi di tutti, in quanto la maggior parte delle persone lascia fare, classificando l’insistenza prolungata, come una “naturale schermaglia di corteggiamento tra animali”.

All’interno delle aree cani assistiamo a queste scene quotidianamente ma quasi mai si tratta di tentativi di accoppiamento in presenza di una femmina in estro. Al contrario, le molestie esercitate dal maschio su una femmina che non riesce a contenerne l’insistenza, sono espressione di una deriva comportamentale, purtroppo molto diffusa tra i cani maschi interi e di giovani età. Comportamenti sui quali i pet mate dovrebbero invece intervenire in modo adeguato, avvalendosi della consulenza di istruttori cinofili, esperti in comunicazione e organizzazione sociale del cane.

Fastidio al contatto

Tutti noi abbiamo in mente foto in cui i cani randagi se ne stanno beatamente sdraiati lungo un marciapiede o sulla soglia degli edifici pubblici, in mezzo alla confusione. Gli stessi soggetti saranno pronti però ad alzarsi e spostarsi di qualche metro se qualcuno cerca di accarezzarli. Significa forse che si tratta di soggetti poco socievoli? Niente affatto. Cani e persone, pur essendo due specie co-evolute, hanno storicamente evitato l’intimità nella relazione. Oggi le cose stanno cambiando e soprattutto nelle grandi città, i cani hanno assunto una forma sociale e vengono selezionati geneticamente per svolgere il compito di animali da compagnia.

Il cane si è “culturalmente” abituato a compiacere l’essere umano e a tollerarne le attenzioni anche quando inopportune, per acquisire privilegi e crediti sociali spendibili a livello affiliativo. Il cane è un essere sociale profondamente flessibile e adattabile. Molto attratto dalle risorse e dallo stile di vita confortevole che l’essere umano di oggi gli può offrire. Spinto dalla selezione e da nuove tendenze educative, il cane si è abituato, più che in passato, a tollerare le nostre interazioni più invadenti e scorrette, sul piano comunicativo.

Non dobbiamo scambiare però questa tolleranza come piacevolezza, né tantomeno convincerci di una sua pacificata e rassegnata assuefazione e abituazione. Per queste ragioni, dobbiamo sapere che il nostro compagno animale, in tutto e per tutto Canis lupus familiaris, non solo prova fastidio ma può arrivare anche a reagire per liberarsene. Riflettiamo bene quando e se accarezzare un cane. Evitiamo di approfittarci della sua bontà. Rispettiamolo, impariamo a comprendere ciò che prova e ciò che desidera. Ma soprattutto, non giudichiamolo e non disconosciamolo, classificandolo come “pazzo”, quando un giorno decide di mordere ribellandosi al fastidio che gli abbiamo provocato in anni.

Fastidi fisici

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I fastidi fisici possono compromettere l’umore dei nostri amici

I fastidi fisici più comuni sono: artriti ed artrosi, otiti, dermatiti e “mal di pancia”. Quando il cane ha uno o più di questi fastidi può arrivare a variare il suo tono dell’umore, affievolire la vitalità e divenire reticente all’interazione sociale. Il cane soffre, seppur con grande dignità. È un animale che per natura possiede una soglia del dolore alta e con resilienza tollera gli acciacchi fisici, molto meglio di noi.

L’azione prolungata dei piccoli disturbi, però, può tediare il soggetto fino a cambiarne la configurazione della personalità. Può renderlo intollerante al contatto fisico, quando prima non lo era. Il nostro compito di pet mate è quello di monitorare costantemente la condizione fisica del cane, saperne cogliere le variazioni e valutarne correttamente l’entità, evitando di sottovalutare o al contrario esagerare la portata dei problemi.

Sollevarlo da un fastidio fisico, prima che questo diventi cronico, eviterà di compromettere la sua qualità della vita, financo il suo grado di socievolezza. Ricordiamoci sempre che un cane che soffre di un fastidio fisico non necessariamente reagisce in modo aggressivo quanto piuttosto tenderà ad isolarsi, a demotivarsi e a chiudersi in se stesso. Rimaniamogli dunque fedeli e liberiamolo, quanto più possibile, dai fastidi.

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David Morettini
Educatore e istruttore cinofilo CZ
Laureato in Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Firenze, educatore e istruttore cinofilo. Sono docente SIUA e di altre scuole di formazione cinofila, e docente nei master universitari di istruzione cinofila e medicina comportamentale. La mia missione è quella di formare persone che sappiano lavorare nel pieno rispetto della dignità e dell’intelligenza del cane, tutelandone l’autonomia e non la dipendenza dall’essere umano.
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