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15 Agosto 2022
13:00

I cani possono odiarci?

Alle volte un cane e una persona proprio non riescono a tollerarsi. Ma è corretto parlare di odio? Può effettivamente accadere che il nostro cane ci odi, e per quale motivo?

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Alle volte un cane e una persona proprio non riescono a tollerarsi. Ci sono infatti cani che in tutti i modi possibili e immaginabili dimostrano la loro avversità nei confronti di una persona specifica, alle volte di categorie di persone ben riconoscibili, e ciò ci fa pensare che quel cane provi addirittura odio. Ma è corretto parlare di odio nel cane? Può effettivamente accadere che un cane provi questo sentimento verso una persona, e per quale motivo? Proviamo a rifletterci sopra.

Cosa si intende per odio?

Quando parliamo di "odio", in effetti di che cosa stiamo parlando? Certo, è chiaro che quando sentiamo di “odiare qualcuno” proviamo un sentimento avverso nei suoi confronti, ma come definire lo stato emotivo? Dunque, con il temine odio intanto si intende l’opposto di "amore" nei confronti di qualcosa o qualcuno. In sostanza odiare significa desiderare il male di qualcuno, una sentimento che occupa la mente di un individuo anche quando l’odiato non è presente. Si può infatti provare odio per una persona che magari non si incontra da moltissimo tempo ma il solo pensiero di questa suscita in noi fastidio, malumore, rabbia.

In realtà non possiamo sapere se questo tipo di sentimento occupi la mente anche dei cani. Viene però facile pensare che possa avvenire il contrario, ossia che un cane possa continuare ad amare una persona anche quando questa non è presente, e che il solo pensarla susciti in lui piacere, nostalgia, gioia. A questo punto, non essendoci studi in merito, e non potendo chiedere direttamente al cane di raccontarci cosa provi, possiamo intuire che se è vero il contrario, ossia che il cane possa amare, allora possa anche odiare, e per i più svariati motivi.

Ci possono essere però infinite sfaccettature che rendono difficile la riprova di quanto ipotizzato. Indubbiamente capita che certi cani non sopportino la presenza di alcune persone, ma attenzione, se si parla di odio, proprio come per il suo opposto, tra il cane e la persona deve essere intercorsa una relazione più o meno intensa, altrimenti non si può parlare di odio né di amore, tutt’al più di simpatia o antipatia, che sono ben altra cosa.

I cani odiano come odiano gli esseri umani?

Spesso, quando si tratta di questi temi, ovvero dei sentimenti e delle emozioni, si rischia di essere accusati di antropomorfismo, ossia di attribuire agli altri animali caratteristiche peculiari degli esseri umani, fraintendendo così il loro comportamento. Quindi potrebbe capitare di sentir dire che «I cani non odiano “come” lo fanno gli esseri umani», e forse è vero, ma in questa affermazione si sottintende che gli esseri umani odiano (quando lo fanno) tutti allo stesso modo, e di conseguenza anche i cani, seppur in modo differente – e non è ben chiaro quindi il “come” lo facciano – odino tutti allo stesso modo.

Forse – e sottolineiamo il “forse” – in tema di odio, gli esseri umani hanno sì delle caratteristiche uniche, che li differenziano da tutto il resto del regno animale, e quindi anche dai cani, ossia la capacità di un individuo di odiare sé stesso. Ma è un campo difficile da approfondire, certo è che se non si può affermare che tutti amino allo stesso modo, parimenti risulta ingiusto pensare che tutti odino allo stesso modo e per le stesse ragioni, dimenticando così la soggettività che caratterizza ogni animale, uomo compreso (non soprattutto).

Se riflettiamo sul significato letterale del termine ci sarà forse tutto più chiaro. Prendendo dal prestigioso vocabolario Treccani vediamo che il verbo «odiare» ha questa definizione:

[…] detestare, non poter soffrire, quindi anche evitare, sfuggire, per un sentimento di avversione o di ripugnanza […]

Ora, chiediamoci se, per esempio, tra cani vi possa essere una situazione del genere, ossia se possa esistere che due cani non si possano soffrire, che provino tra loro una forte avversione, e via dicendo. Naturalmente sì, è assolutamente possibile che accada questo e per una svariata serie di ragioni. Ma attenzione: in questo caso intendiamo dire che un cane possa “odiare” un altro cane specifico non i cani in generale, così come possa aver in odio una particolare persona e non le persone in generale. E così via.

Il mio cane mi odia?

Non si tratta qui di antropomorfizzare il cane, ma di constatare che le nostre caratteristiche di specie (come emozioni e sentimenti) possano essere condivise con altre specie e anzi potremmo anche spingerci nel dire che siano state ereditate, visto che comunque noi siamo una specie talmente giovane sul pianeta. Quindi possano essere studiate e comprese senza però abbassare la guardia sui facili fraintendimenti.

Per esempio, il rischio è quello di pensare che il nostro cane ci abbia in odio magari perché non sopporta di essere toccato da noi, oppure perché in certe situazioni cerca di evitarci, ma prima di generalizzare è bene analizzare le singole situazioni e chiederci cosa vi sia che non va, quantomeno agli occhi del nostro cane. Non è affatto detto che ci odi, magari però “odia” il modo in cui lo tocchiamo, o il “quando” lo facciamo, oppure è infastidito da quella particolare lozione dopobarba che lo irrita e quindi ci evita quando la fiuta, e via dicendo.

Certo è che, ci viene da riflettere, se la maggior parte delle cose che facciamo e che ci caratterizzano nostro malgrado, rappresentano qualcosa di insopportabile per il nostro cane – il che non significa che le stesse cose abbiano il medesimo effetto su un altro cane, sempre per ricordare l’elemento fondamentale che è la soggettività –, ebbene, allora sì, può proprio essere che il nostro cane ci odi.

A questo punto si possono presentare differenti scenari, per esempio il nostro cane potrebbe essere molto resiliente, ovvero in grado di sopportare questo disagio profondo, non certo fingendo che vada tutto bene,  limitandosi ad aspettare, con pazienza, che le cose migliorino. Un altro cane invece potrebbe essere preso dalla rabbia e rispondere con violenza ad ogni provocazione – volontaria o inconsapevole – della persona con la quale è costretto vivere, manifestando apertamente lo stato di profondo malessere nel quale si trova. Un altro ancora potrebbe cercare di sfruttare tutte le opportunità che gli si presentano per andarsene via.

Insomma, la relazione tra individui non è una cosa semplice e il fatto che noi si sia esseri umani e che loro siano cani, due specie in relazione da migliaia di anni, non significa che le cose vadano bene di per sé. Non significa nemmeno che le cose vadano bene per forza e sempre. Certamente questo ci deve indurre ad una auto analisi attenta prima di giungere a conclusioni affrettate e superficiali, con l’aiuto di un esperto in materia è possibile aggiustare le cose, quando la relazione con il nostro cane è magari partita con il piede sbagliato.

Ma, facciamocene una ragione, come vi sono persone che tra di loro sono incompatibili, vi sono relazioni uomo-cane che non possono essere aggiustate, e non sempre dipende dalle caratteristiche della persona, e questo è un fatto della vita su cui si può far ben poco, anche se, ci preme dirlo, casi di totale incompatibilità che sfociano in un sentimento di odio, sono alquanto rari, soprattutto se paragonati ai moltissimi casi di incomprensione, sui quali invece si può far molto. Sempre che lo si desideri e che si sia disposti a mettersi in discussione.

E sempre per par condicio è bene anche dire che, all’opposto, ci sono relazioni splendide tra un cane e un essere umano che, sulla carta, non avevano alcuna possibilità di andar bene. Insomma, nel complesso, come si dice questo è un «gioco a somma zero», dove tutte le possibilità si possono esprimere allora possiamo aspettarci che, alla fin fine, si tenda all’equilibrio.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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