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2 Marzo 2022
15:26

Cosa fare se il tuo cane è spaventato e non capisci il perché

A volte i cani sembrano spaventati senza motivo, almeno apparentemente. Vediamo come capire cosa li intimorisce e come aiutarli a non avere più paura.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Per quanto ci sforziamo a comprendere i nostri cani, in alcune situazioni è davvero complesso capire cosa gli stia passando per la testa. Momenti di euforia immotivata, felicità apparentemente imprevedibile, ma anche attimi di ansia, stress o paura, che ai nostri occhi sembrano non avere un motivo evidente. E noi ci chiediamo: «Perché ha paura se non vedo nulla di preoccupante?».

E se per le manifestazioni di gioia e serenità ci possiamo accontentare di goderci il momento, per quanto riguarda la paura è invece bene provare a indagare su quali possano essere le cause scatenanti.

Vediamo quindi insieme perché i cani potrebbero essere spaventati senza motivo, almeno apparentemente, e come comportarci per fare in modo che la paura diminuisca o, ancora meglio, venga superata per sempre.

Cosa fanno i cani quando sono spaventati?

Innanzitutto vediamo quali sono i principali segnali che ci permettono di riconoscere un cane spaventato, sapendo però che ogni individuo si pone in maniera diversa di fronte alla preoccupazione e alla paura. Il modo migliore riconoscere lo stato emozionale in cui si trova il proprio cane è quindi semplicemente imparare ad osservarne i comportamenti a sufficienza per riconoscere gesti, movimenti o posture fuori dal comune.

Tra i moltissimi segnali di paura, possiamo elencare la mancanza di appetito, il tentativo di proteggersi cercando riparo in luoghi insoliti, un'eccessiva salivazione, tremori, ma anche improvvisi abbai o uno sguardo caratterizzato da occhi sgranati.

Alcuni comportamenti potrebbero passare inosservati, ma significare comunque che il cane non si trova in una situazione di completo agio. Tra questi la tendenza a evitare gli incontri o anche lo sguardo diretto, un gran numero di sbadigli oppure il leccarsi continuamente il naso.

Ovviamente si tratta in questo caso di atteggiamenti che potenzialmente hanno molti significati e non bisogna quindi convincersi che il cane abbia paura solamente perché si osservano questi particolari segnali.

La gestione delle emozioni

Come sappiamo bene, l'universo percettivo dei cani è diverso dal nostro. Loro infatti possono sentire odori e rumori che noi esseri umani non siamo in grado di riconoscere e proprio in quelle sfumature inaccessibili per noi, potrebbe nascondersi la sua paura.

Per aiutare i nostri cani in queste situazioni, abbiamo però un importante strumento a disposizione, ovvero la gestione delle nostre emozioni.

Ciò significa che se notiamo che il nostro cane si spaventa possiamo ricordare che proprio noi siamo la sua guida nel mondo e comportarci con tranquillità dimostrando quindi con naturalezza che non vi è nulla di cui preoccuparsi.

Attenzione però: ciò non significa che bisogna ignorarlo, ma piuttosto dimostrargli la vostra reale quiete attraverso comportamenti il più possibile naturali e proponendo attività che sapete per certo essere di suo gradimento.

Questo aiuto è valido ovviamente solo lo vedete inquieto o preoccupato, ma non è sufficiente se invece è in preda a veri e propri attacchi di panico o terrore, In quel caso infatti, molto probabilmente non riuscirà a farsi coinvolgere e divertirsi con voi e non saranno sufficienti i vostri comportamenti per accompagnarlo verso le emozioni più piacevoli.

È infatti importante ricordare che se il cane si nasconde, trema, manifesta problemi respiratori o altri sintomi che fanno intendere la presenza di una vera e propria fobia, l’unica cosa da fare è rivolgersi ad un istruttore cinofilo esperto in questo ambito o a un medico veterinario esperto in comportamento.

I deficit di socializzazione e il flooding

Avete appena adottato un cucciolo e portandolo con voi in un luogo nuovo notate che è preoccupato e spaventato.

In alcuni casi potreste riconoscere subito l'origine della sua paura perché rivolta, ad esempio, verso le persone o verso le auto in avvicinamento. In altri casi però, potrebbe essere più difficile dedurre il perché del suo timore, in quanto vi da l'impressione sia causato dall'insieme di suoni, odori, rumori, persone, movimenti provenienti del contesto in cui siete immersi.

Ciò potrebbe essere dato dal cosiddetto flooding, ovvero l’immersione dell’individuo all'interno di un ambiente in cui sono presenti troppi stimoli preoccupanti che non è abituato a incontrare.

Queste paure potrebbero essere date dal fatto che il cucciolo, durante l’importante periodo della sua prima infanzia, non ha avuto l’occasione di scoprire il mondo con l’adeguata gradualità, ma è stato invece obbligato ad affrontare una grande quantità di stimoli senza poterli scoprire con calma.

Proprio questo è uno dei motivi per cui è importante affrontare l’adozione in maniera consapevole e assicurarsi di scegliere l’individuo adatto al vostro contesto di vita, facendovi guidare da professionisti nel delicato processo di adozione, evitando così future sofferenze al cucciolo.

Nel caso in cui si scelga di adottare da un allevamento, chiedete di visitare il luogo in cui sapete che il cucciolo vivrà i primi mesi di vita, in questo modo saprete con anticipo a cosa è già abituato e cosa invece sarà necessario mostrargli con calma una volta arrivato a casa.

Evitate inoltre di portare il cane fin dal primo giorno negli ambienti particolarmente rumorosi, ricchi di stimoli nuovi o in contesti che potrebbero spaventarlo. Creare una relazione profonda spesso richiede pazienza e se lo accompagnerete con la giusta calma, avrete più possibilità di evitare questo rischio.

Il suo passato e le marcature negative

Oltre alle esperienze mancate durante i primi mesi di vita, non dobbiamo però sottovalutare il valore delle esperienze vissute che lasciano ricordi negativi.

Se un individuo ha vissuto emozioni negative in un certo luogo, o in presenza di una determinata persona, può infatti mantenerne il ricordo nell'incontro futuro o in caso di ritorno in quello specifico contesto. Questo fenomeno è detto marcatura negativa ed è legato alla memoria del passato, in base alla quale gli individui si pongono nel presente.

In realtà possiamo dire che ciò assomiglia a quanto accade anche a molti di noi quando ad esempio andiamo dal dentista. Non sappiamo se torneremo a casa con il dolore, ma abbiamo comunque paura di andarci, perché ricordiamo che la volta precedente avevamo sofferto.

In questo caso servirà molta pazienza per comprendere l'origine della paura del vostro cane e bisognerà poi permettergli di costruire gradualmente nuovi ricordi, proponendogli con sensibilità, e senza forzare la mano, esperienze simili ma con chiare valenze positive.

E se foste voi stessi ad avere paura?

Un altro fenomeno che è importante ricordare è quello legato alle vostre emozioni. Proprio come scrivevamo all'inizio di questo articolo infatti, i cani ci osservano sempre e anche attraverso le nostre reazioni di fronte alle situazioni che viviamo, imparano a capire con estrema sensibilità cosa ci preoccupa.

Questa loro abilità ha però due facce, perché se da una parte questo ci può aiutare a guidarli verso la serenità, è anche vero che la nostra paura e la nostra preoccupazione può anche condizionarlo negativamente. Se vedete che il vostro cane è stranamente preoccupato quindi, chiedetevi sempre se non lo siate per caso anche voi.

Se ad esempio frequentate spesso luoghi che vi preoccupano in compagnia del vostro cane, non stupitevi quindi se nel tempo diventano preoccupanti anche per lui.

Cosa fare se il cane ha paura e non capiamo il motivo

Come sappiamo, quando entriamo nella sfera delle paure e delle emozioni negative in generale, bisogna avere molta delicatezza nei confronti dei propri cani, i quali potrebbero avere bisogno più che mai di trovare in voi una guida sensibile, delicata e solida che sappia aiutare ad affrontare i propri disagi.

Lo strumento migliore per guidare il proprio cane verso la serenità è una profonda relazione in cui vi sia comunicazione e comprensione e su cui lui possa fare affidamento nel momento del bisogno, sentendosi compreso e supportato.

Se sarà così infatti,  lui stesso vi farà capire quando non gradisce qualcosa, quando sente il desiderio di spostarsi, nascondersi, oppure di allontanarsi dal contesto che lo preoccupa

Il primo gesto importante è quindi ovviamente dimostrare che lo ascoltate, lo comprendete, non lo sottovalutate e lo assecondate.

Grazie a questi importanti gesti di affetto, aumenterà ulteriormente la fiducia che ripone nei vostri confronti e di conseguenza anche la profondità della relazione che vi unisce.

Se non dovesse bastare o se doveste avere il dubbio che si tratti di veri e propri traumi o fobie, lasciatevi guidare da un istruttore cinofilo o un medico veterinario esperto in comportamento che, come abbiamo visto, vi potranno dare gli strumenti adatti per scoprire come risolvere la vostra specifica situazione.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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