19 Ottobre 2021
11:41

Come comunicare con il tuo cane per farti capire

Noi umani siamo abituati a comunicare soprattutto usando le parole, ma nella relazione con i cani abbiamo in realtà tanti strumenti a disposizione, basta solo conoscerli e imparare come usarli. I nostri cani ci osservano per tutta la vita e quindi riconoscono le nostre emozioni anche quando non apriamo bocca. Vediamo insieme come fanno.

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Contrariamente a quanto si potrebbe credere, parlare è solo uno dei tanti modi che possiamo usare per comunicare con il nostro cane. Se la comunicazione tra umani avviene soprattutto attraverso questo canale, non si può dire altrettanto di loro: una specie estremamente abile nel variare tra la comunicazione olfattiva a quella non verbale, legata quindi ai movimenti del corpo, ai gesti e alle posture. Vediamo insieme quali sono gli strumenti che possiamo utilizzare per comunicare con il nostro cane, a partire dai più classici, fino ai più insospettabili.

La comunicazione verbale

Partiamo da quella che ci viene più spontanea: l'utilizzo delle parole. Per quanto possa sembrarci strano, questo strumento non è il favorito dei cani che però, da ottimi amici, attraverso la domesticazione, hanno imparato ad adattarsi e oggi, anche loro riconoscono dalle nostre parole e dal tono della nostra voce, l'umore, la stanchezza, la gioia, la rabbia, la delusione e mille altre variabili. Sì, perché i cani sono amici molto attenti alle nostre condizioni del momento e proprio attraverso l'osservazione del nostro stile comunicativo con loro e con gli umani con cui ci relazioniamo sanno capire come stiamo. Ed ecco il segreto per cui sanno se siamo arrabbiati anche se vogliamo nasconderlo: sono sensibili e abituati a carpire le oscillazioni del nostro umore.

Ad aiutarli c'è anche la loro grande intelligenza sociale per cui, nel tentativo di comprendere quanto detto dai propri umani di riferimento, imparano un'importante varietà di termini, tra cui i più classici sono "pappa", "andiamo", "vieni" e "bravo", ma ce ne sono molti altri che si differenziano da cane a cane e, anche in questo caso, in base al tono con cui vengono pronunciati, permetteranno loro di capire come comportarsi.

La comunicazione non verbale: le posture e i gesti

A partire da ora si entra in un mondo comunicativo sfruttato da meno persone, ovvero quello fatto di significati silenziosi. La comunicazione non verbale infatti, è di fondamentale importanza nella comunicazione intraspecifica (ovvero tra simili), ma viene molto meno sfruttata dagli umani che vivono con i cani. Eppure loro sono sempre a contatto con noi e conoscono ogni nostro dettaglio: se c'è qualcuno che può davvero riconoscere la nostra stanchezza o la nostra gioia dalle espressioni del viso, dal modo in cui mettiamo o togliamo le scarpe, dal nervosismo con cui cerchiamo le chiavi della macchina questi sono proprio loro che, dalla cuccia, non perdono nemmeno uno degli indizi dati inconsapevolmente dal nostro corpo senza aprire bocca.

Anche se la giornata insieme è trascorsa in totale silenzio, quindi, senza saperlo diciamo moltissime cose al nostro cane, semplicemente con i gesti, con le espressioni del viso e con le posture che abbiamo tenuto. Quindi non è corretto dire "sembra che capisca come sto": la verità è che lo sa davvero.

I movimenti nello spazio e le traiettorie

Un altro strumento importante nella comunicazione con i cani è quello legato ai movimenti nello spazio. Provate a immaginare una stanza molto grande all'interno della quale ci sono persone che si conoscono bene e altre invece che si sentono a disagio perché non fanno parte del gruppo, oppure non apprezzano la situazione. In questo momento, dalla sua postazione, il cane molto probabilmente sta osservando e riconoscerà dettagli delle relazioni tra le persone che molto spesso noi non sappiamo identificare con la stessa abilità.

Ci sono cani più o meno attenti a questi particolari segnali, ma in generale, sono decisamente tutti più abili di noi e ciò avviene perché sono abituati a comunicare in questo modo tra loro. Mentre noi non ce ne accorgiamo, ad esempio, in area cani succedono molte cose legate alla loro disposizione nello spazio che per i cani non è mai casuale.

Allo stesso modo i cani sono molto attenti alle traiettorie che seguiamo quando ci spostiamo: provate a immaginare la vostra passeggiata quotidiana: certe volte sembra quasi che prevedano la direzione che state prendendo. Questo accade perché sono davvero esperti nel notare dove sono direzionate le nostre spalle e i nostri piedi.

Proprio da questa loro particolare attenzione nasce uno dei più frequenti malintesi nelle relazioni tra uomini e cani. Molti umani infatti provano a richiamare il proprio cane continuando a guardarlo, mentre sarebbe più efficace pronunciare il suo nome mentre ci si incammina nella direzione desiderata, esattamente come faremmo con un amico umano.

Ecco quindi un altro modo per comunicare con loro: utilizzare le nostre direzioni e i nostri movimenti nello spazio per permettergli di capire dove stiamo andando anche senza aprire bocca.

La comunicazione olfattiva

L'ultimo grande mondo comunicativo che noi umani non siamo abituati ad utilizzare è quello degli odori. E questo non vuol dire che dobbiamo annusarlo per capire come sta, bensì che possiamo permettergli di annusarci o annusare gli oggetti e lasciarglielo fare nei luoghi che frequenta. L'olfatto è di fondamentale importanza per il cane e viene utilizzato moltissimo anche tra simili. Allo stesso modo possiamo agevolargli la comunicazione con noi se, ad esempio, gli lasciamo annusare ciò che potrebbe preoccuparlo. Attraverso la vostra serenità (dimostrata con tutti i metodi comunicativi che abbiamo descritto) e attraverso gli odori che gli lascerete recepire, potrà forse prendere sicurezza.

La comunicazione con loro, come abbiamo visto, avviene anche quando non ce ne accorgiamo e questo accade anche per quanto riguarda la comunicazione olfattiva. I cani, con i loro potenti nasi, sanno distinguere le nostre emozioni dal nostro odore: ancora una volta quindi, non potrete farla franca e, se siete agitati, spaventati o felicissimi, indubbiamente lo saprà con una sola annusata.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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