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29 Aprile 2023
20:31

Cani e gatti abbandonati: quanti sono e cosa fare

Il fenomeno dell'abbandono di cani e anche gatti è purtroppo molto diffuso. Vediamo in questa guida quali sono le pene previste per chi abbandona e cosa fare nel caso ci si trovi davanti a un cane abbandonato.

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Il fenomeno dell'abbandono di cani e anche gatti non può essere quantificato esattamente. Entrano in gioco troppe varianti per avere cifre precise. Tuttavia, enti e istituzioni che si occupano di animali hanno elaborato delle stime in base alla esperienza sul campo. Secondo le cifre diffuse dalla Lega antivivisezione (Lav) ogni anno in Italia sono abbandonati una media di 80mila gatti e 50mila cani.

Anche il Ministero della Salute italiano ha dedicato un portale apposito ad abbandono e randagismo, due questioni molto diverse tra loro ma che spesso per necessità vengono analizzate insieme da chi monitora gli animali sul territorio. Dato che è spesso molto difficile sapere quando un animale viene abbandonato, si risale al numero in base agli ingressi nei canili. Il Ministero acquisendo i dati dalle singole Regioni ha calcolato che nell'anno 2021 ci sono stati 72.115 ingressi nei canili sanitari e 29.194 nei rifugi.

«Nonostante negli ultimi anni il controllo del randagismo sia sensibilmente aumentato, facendo registrare anche una diminuzione degli animali randagi sul territorio – si legge sul sito istituzionale – i cani abbandonati continuano ad alimentare la popolazione vagante».

Gli animali che finiscono in canili e gattili possono essere stati abbandonati, ma possono anche essere animali che già vivevano liberi sul territorio. E' importante precisare che non tutti i cani che si vedono per strada sono vittime di abbandono e devono essere salvati. Alcuni cani vaganti, o gatti, che girano per le nostre città vivono liberi da sempre e sono in grado di affrontare i pericoli insiti nel contesto urbano.

I cani abbandonati, invece, non hanno le competenze per confrontarsi con questo mondo, perché non li hanno mai appresi. Se fino a un giorno prima attraversavano la strada in compagnia del loro umano, non sapranno farlo senza. Moltissimi cani abbandonati hanno una vita brevissima proprio perché non sono abituati, e finiscono spesso vittime proprio di incidenti stradali. Altri riescono a trovare una loro dimensione, nonostante non siano più a contatto stretto con un umano di riferimento.

Il fenomeno dell'abbandono è una piaga ancora molto presente in Italia e, al contrario di quello che si pensa, neanche durante la pandemia gli abbandoni si sono fermati. Ne abbiamo parlato nella video inchiesta di Kodami "Il patto tradito". I dati raccolti parlavano chiaro: gli abbandoni erano aumentati, anche negli anni del lockdown, e le pene previste continuano a servire a poco.

Nell'inchiesta però viene sottolineato anche un aspetto fondamentale: il modo più efficace per limitare gli abbandoni è attraverso le adozioni consapevoli e nell'educazione delle persone. Iniziamo quindi con l'imparare cosa fare nel caso in cui ci si trovi davanti a un animale vittima di abbandono.

Perché la gente abbandona i cani?

I motivi dietro all'abbandono di un animale purtroppo sono moltissimi e diversi tra loro. La radice profonda è però sempre una scarsa consapevolezza nel momento dell'adozione. Vivere con un cane o un gatto è per sempre. Si tratta di esseri senzienti che stabiliscono un fortissimo legame con le loro famiglie umane e quando diventano parte di un nucleo meritano di essere rispettati e compresi sia nelle loro caratteristiche individuali che nelle peculiarità della razza alla quale appartengono. Questo vale ovviamente anche per i meticci come abbiamo spiegato in un video con l'istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami, Luca Spennacchio.

Il primo passo quando si accoglie in casa un animale è perciò quello di imparare a conoscerlo sotto tutti gli aspetti e valutare se le sue esigenze di vita si sposano bene con il carattere dell'animale che si ha di fronte. Basarsi sull'estetica quando ci si reca in canile o dall'allevatore è la via più diretta verso una convivenza difficile e spesso, purtroppo, verso l'abbandono.

Altro errore che si fa al momento dell'adozione è quello di preferire i piccoli agli adulti. L’evoluzione ha fatto sì che i cuccioli di animale, così come anche quelli umani, sviluppassero delle caratteristiche che infondono tenerezza: occhi grandi e tondi, faccia paffuta, forme arrotondate. È una strategia della selezione, soprattutto, che ci induce a provare empatia nei loro confronti e a non poter fare a meno di provare un’irrefrenabile voglia di prendercene cura.

Ma non sempre un individuo giovane è il compagno adatto. Spesso è preferibile scegliere soggetti adulti, soprattutto nel caso di una prima esperienza d'adozione, che sono anche i più numerosi nei canili. A differenza di un cucciolo, infatti, un adulto ha un suo carattere ben definito, una sua personalità che fa parte del suo bagaglio esperenziale che può semplificare il periodo di conoscenza reciproca nella fase dell'incontro in canile e nel pre-affido, e ridurre il rischio di abbandono in futuro.

La tendenza degli umani ad accogliere i cuccioli però non deve fare pensare che questi non siano soggetti ad abbandono. Vengono spessissimo abbandonati i piccoli delle cucciolate casalinghe. Le cronache cittadine sono piene delle storie di cagnolini e gattini chiusi in buste della spazzature e lasciati nei cassonetti come se fossero immondizia. I cuccioli separati dalla madre appena nati non hanno alcuna speranza di sopravvivere da soli e, anche nel caso in cui fossero salvati, il prematuro distacco li porta spesso ad avere problemi di salute o comportamentali. La madre infatti è un punto di riferimento che non si occupa solo di nutrirli, ma li guida nel primo fondamentale approccio al mondo sia con gli altri cani che con le persone.

Le cucciolate casalinghe possono quindi finire per alimentare l’abbandono di cani e gatti da un lato e, seppur indirettamente, favorire l’affollamento nei canili dall’altro sia attraverso l’aumento degli ingressi che togliendo loro la possibilità di trovare una nuova dimora.

Per fortuna, a prescindere dalla motivazione alla base dell'abbandono, esistono delle leggi per punire chi si macchia di questo reato crudele.

Il reato di abbandono di animali

L'abbandono di animali è un reato punito dall'articolo 727 del Codice penale sia con l'ammenda pecuniaria, sia con l'arresto:

Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro.

Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze.

Affinché si incorra in questo reato non è necessaria la volontà del soggetto che pone in essere la condotta ma è sufficiente una sua colpa, cioè è sufficiente un comportamento imprudente, negligente o compiuto in violazione di leggi, regolamenti, ordini o discipline ovvero di norme che impongono determinate cautele.

La norma si divide in due parti: nella prima si fa riferimento all’abbandono in senso stretto, inteso come interruzione della custodia; nella seconda viene punita la trascuratezza nei confronti dell’animale che si deve accudire. Per questi motivi, anche lasciare per ore un cane sul balcone esposto alle intemperie può integrare il reato punito dall'articolo 727.

Il reato di abbandono entra in gioco anche se si lascia un animale davanti all'ingresso di un canile senza entrare e affidarlo ai volontari. Recentemente giudici della Corte di Cassazione hanno ritenuto colpevole del reato di abbandono un uomo che aveva lasciato 6 cuccioli davanti a un canile nel Foggiano.

Chi chiamare in caso di abbandono di cani?

Quando si accoglie un cane o un gatto in casa lo si fa per tutta la vita. Nel caso in cui questo non sia possibile però, la via più sbagliata è quella dell'abbandono. La cosa più orribile è lasciare l'animale in strada o in una zona rurale. La procedura corretta è invece quella di rivolgersi al rifugio più vicino. Chiamare i volontari delle associazioni presenti sul territorio e spiegare loro la situazione.

La vita in un box non è mai auspicabile per un animale, tuttavia è meglio del rischio di morte al quale si espone un cane o un gatto vissuto in casa. In simili situazioni bisogna avere il coraggio di alzare il telefono e scegliere, almeno in quel momento, nel modo più responsabile possibile.

Il cane sarà affidato ai volontari che si occuperanno di trovargli una nuova sistemazione, mentre l'ex pet mate procederà con il cambio di intestazione del microchip e la relativa cessione di proprietà, dato che purtroppo, nel nostro ordinamento gli animali d'affezione vengono ancora parificati a degli oggetti. E' bene sottolineare che si tratta di un vero e proprio abbandono legalizzato, molto frequente al Nord Italia, e per il cane non è meno crudele dell'abbandono punito dalla legge.

Per chi assiste all'abbandono di un animale, invece, la prima cosa da fare è contattare le Forze dell'ordine e subito dopo i volontari. Il cane una volta fermato dal personale competente è portato in canile sanitario, dove viene monitorato per escludere problemi fisici, dopodiché viene affidato al canile comunale oppure alle associazioni che si occupano di trovargli una nuova casa.

Chiamare le Forze dell'Ordine è molto importante perché come abbiamo visto l'abbandono di animali è un reato. In canile sanitario infatti viene letto il microchip per risalire alla famiglia d'origine. Se si tratta di un cane o gatto sfuggito al controllo del pet mate viene ricondotto a casa, se si tratta di un abbandono invece si procederà con la sanzione.

Il primo numero da comporre è quindi il 112, non specifico per animali. In alternativa si può contattare la Polizia municipale, il corpo che più spesso si occupa di animali vaganti nelle nostre città, o la Stradale. Come abbiamo spiegato su Kodami, infatti, non esiste ancora un numero per il soccorso degli animali, e neanche per abbandoni e maltrattamenti.

Girano però moltissime fakenews relative ai numeri da contattare per gli animali, alimentate dal tam-tam sui social. Come ha rivelato Kodami, il numero verde per segnalare abbandoni e maltrattamenti fornito dai Carabinieri non è più attivo, tuttavia continua a sopravvivere nel grande mare del web anche grazie alla condivisione da parte di fonti percepite come affidabili.

Cliniche veterinarie, associazioni, e anche giornali online, tutti hanno condiviso almeno una volta il recapito con un messaggio sempre molto simile:

Il comando dei Carabinieri per la Tutela dell’ambiente d’intesa con il Ministero dell’Ambiente, sulla base di precise indicazioni dell’Unione Europea, ha messo a disposizione l’800 253 608, un numero verde per segnalare i ritrovamenti. Il servizio è attivo nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8,30 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 17,30.

Provando a chiamare, però, risponde un messaggio registrato del gestore telefonico che avvisa che «il servizio non è al momento raggiungibile». La cosa migliore da fare quando ci si trova davanti a un animale abbandonato è quindi evitare di rivolgersi ai social, e chiamare i numeri ufficiali di Carabinieri e Polizia, in attesa che venga aperto uno sportello telefonico specifico.

Come denunciare un abbandono

Una volta contattati gli agenti e messo in sicurezza l'animale si passa alla denuncia. L'ideale sarebbe avere già a disposizione foto e prove documentali che provino quanto è avvenuto, utili soprattutto nel caso il cane sia sprovvisto di microchip. Se avete assistito all'abbandono appuntatevi il numero di targa, il modello dell'auto e consegnate il tutto al momento della denuncia.

In mancanza di ciò, saranno gli agenti attraverso le indagini a risalire alla persona che ha commesso il delitto. Il primo passo sarà quello di acquisire le immagini di video sorveglianza delle attività nei dintorni del luogo dell'abbandono, e da lì risalire alla persona che ha abbandonato l'animale.

Purtroppo non sempre è possibile fare ciò, e come abbiamo raccontato più volte su Kodami, le Forze dell'ordine non sono sempre sollecite nell'accogliere denunce che riguardano abbandono o maltrattamento di animali. Le Forze dell'Ordine però non possono rifiutarsi di prendere la vostra denuncia. Se alla stazione di Polizia dove vi siete rivolti non la accettano andate in un'altra, ma non demordete, la legge è dalla vostra parte.

Se incontrate difficoltà potete rivolgervi alle Guardie zoofile. Si tratta di volontari affiliati alle associazioni riconosciute che svolgono attività di pubblici ufficiali nella repressione dei crimini contro gli animali. Il loro principale obiettivo è tutelare il benessere degli animali e spesso hanno un rapporto molto stretto con Carabinieri e Polizia. Sono il giusto gancio per dare forza al vostro esposto nel caso di difficoltà.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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