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5 Marzo 2024
16:02

Come calmare un cane agitato

Per calmare un cane agitato bisogna prima di tutto chiedersi per quale motivo si senta così. I passi successivi sono abbassare il livello di arousal, soddisfare i suoi bisogni e mantenere la calma. Se però si tratta di ansia o paura, bisogna agire in modo diverso.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Può capitare che il cane sia molto agitato e il suo pet mate si chieda come fare per calmarlo. Ciò potrebbe avvenire, ad esempio, quando ci rivede dopo una giornata fuori casa, oppure quando ci stiamo preparando per fare una passeggiata insieme. Allo stesso modo, l'agitazione potrebbe essere determinata dalla consapevolezza che stia per succedere qualcosa di emozionante, come ad esempio l'incontro con un suo simile o l'inizio di un gioco divertente.

Non esiste una modalità che consente di calmare tutti i cani in ogni situazione: ognuno ha una personalità unica e ha  interessi e passioni che portano ad eccitarsi per motivi diversi.

La prima domanda da farsi, però, è sempre una: cosa lo agita? La risposta è la chiave per individuare il percorso più adeguato da seguire per ottenere uno stato di calma. Dobbiamo inoltre considerare che il termine "agitazione" ha un significato molto ampio e questa parola può venire erroneamente confusa con la paura, con l'ansia o con l'inquietudine.

Bisogna quindi restringere il cerchio e sottolineare che in questo ambito intendiamo uno stato di eccitazione elevata ed escludiamo invece il nervosismo determinato da elevati livelli di ansia o paura. Queste situazioni, infatti, richiedono un intervento mirato da parte di un istruttore cinofilo, sulla base della specifica condizione, con un'analisi del contesto e dell'elemento che genera il disagio nel soggetto.

Abbassare il livello di arousal

Per affrontare questo argomento è inevitabile parlare di arousal, ovvero il livello di eccitazione e l'intensità con cui si vive una determinata emozione. Si tratta di un termine utilizzato anche in neuropsicologia che descrive il volume di ciò che stiamo provando. Ogni individuo ha un livello di arousal intermedio che ha naturali ed inevitabili oscillazioni. Ciò ci porta in alcuni casi ad essere più agitati ed eccitati e in altri, quando l'arousal è più basso, a rilassarci e rallentare il ritmo delle emozioni.

Il pet mate che desidera aiutare il cane a calmarsi deve quindi prima di tutto interrogarsi su quale sia il livello di agitazione in cui si trova in un momento specifico e poi accompagnarlo con empatia e gradualità verso una situazione di arousal più basso.

In questo processo non bisogna confondere l'agitazione con la velocità di movimento perché si può essere molto eccitati anche stando fermi. Un esempio sono i cani da conduzione delle greggi che possono essere molto agitati perché sanno che stiamo per iniziare a giocare ma rimangono immobili, con gli occhi fissi e i muscoli rigidi, pronti allo scatto. Un comportamento simile è quello dei cani da ferma, come ad esempio i Setter Inglesi, che si immobilizzano di fronte a un volatile eppure il loro livello di arousal rimane elevato e, nel caso l'uccello si muova, sono prontissimi a partire.

Questo aspetto ci rimanda ancora una volta all'importanza di conoscere la personalità del proprio cane, i suoi comportamenti e i suoi interessi. Solo così potremmo capire da cosa è mossa l'agitazione e potremo aiutarlo a trovare la calma, evitando di confondere l'eccitazione con l'ansia, la preoccupazione o la paura.

Appagare i suoi bisogni

Un cane appagato dal punto di vista fisico ed emotivo troverà più facilmente la calma e la serenità. Ciò significa che nel caso in cui si rilevi un'elevata agitazione, si può pensare di permettergli di mettere in atto i comportamenti che più apprezza, come ad esempio andare alla ricerca di un oggetto (se ha una spiccata motivazione di ricerca, esplorativa e perlustrativa), oppure correre in un prato (appagando la motivazione cinestesica), oppure ancora tirando una treccia (se è mosso dalla motivazione competitiva). L'appagamento delle motivazioni favorisce uno stato di benessere emozionale, il quale è a sua volta un ingrediente utile per ottenere la calma.

Non dimentichiamo inoltre che l'appagamento non deriva unicamente dall'esercizio fisico, ma anche da quello mentale. Questi due aspetti permettono di ottenere benessere solo se vengono curati con la stessa attenzione.

Quando le esigenze etologiche della specie e del singolo cane non hanno la possibilità di venire soddisfatte, possono invece emergere comportamenti indesiderati come l'eccessiva reattività o l'iperattività.

Mantenere la calma e agire con gradualità

Quando vogliamo aiutare il cane a trovare uno stato di calma dobbiamo ricordare che la strategia ideale non è quella di pretendere un passaggio immediato da uno stato emozionale a quello contrario. Per trovare la calma, infatti, servono gradualità e pazienza. Se un soggetto è molto nervoso, dobbiamo dimostrargli prima di tutto che lo capiamo, provando a muoverci e parlare in maniera vivace anche noi, per poi ridurre l'agitazione gradualmente.

Noi pet mate siamo infatti i punti di riferimento dei cani che vivono con noi. Per questo motivo in alcune situazioni possono essere proprio le nostre emozioni a condizionare le loro. Se ci poniamo con tranquillità e pacatezza all'interno di un contesto, possono allinearsi rapidamente al nostro modo di essere nello specifico frangente.

Proviamo quindi a iniziare a parlare con un tono di voce un po' più basso del solito, scandendo lentamente le parole e muovendoci senza scatti e senza frenesia. Osservandoci (con i suoi tempi) potrebbe comprendere che l'ambiente in cui ci si trova richiede un assetto pacato e uno stato di arousal medio basso.

Attività di concentrazione

Uno dei metodi che aiuta maggiormente a favorire la calma del cane è la scelta di svolgere insieme attività che favoriscano la concentrazione, come ad esempio un problem solving o una ricerca olfattiva. Per riuscire a trovare una soluzione, dovrà raggiungere uno stato di arousal intermedio, portando il volume delle sue emozioni ad abbassarsi.

Si può quindi provare a fargli annusare un croccantino che teniamo nella mano e poi chiedergli di attenderci un istante mentre lo nascondiamo. In alternativa si può pensare di utilizzare una scatola di cartone, sotto la quale nascondiamo un oggetto. In questo caso gli si chiede di trovare la strategia per riuscire a girarla. Questi giochi possono venire creati anche con materiali di recupero e vanno adattati agli interessi del cane in questione, evitando di tirare in ballo oggetti che lo eccitano eccessivamente.

Eliminare ciò che lo agita

Questi consigli sono validi nel caso in cui il cane sia agitato ma non rappresentano la soluzione per la gestione di una possibile condizione di ansia o di paura. Se il cane vive un momento di disagio, l'obiettivo è invece quello di individuare quale sia l'evento o l'elemento che genera la paura e, esattamente come faremmo con qualsiasi altro amico, fare in modo che la sua difficoltà si possa ridurre.

Se ad esempio il cane è in ansia perché sente che sta per arrivare un temporale, ciò che possiamo fare è offrirgli la possibilità di trovare una cuccia in un ambiente tranquillo della casa, dimostrandogli nel frattempo che noi siamo sereni. Se ci facciamo prendere anche noi dall'ansia, infatti, potremmo trasmettergli l'idea che si tratti effettivamente di una situazione pericolosa. Quando la paura è troppo forte, è indubbiamente utile contattare un istruttore cinofilo e individuare insieme quale possa essere il percorso ideale per aiutarlo a superare il suo disagio.

Se invece la condizione è moderata, si può pensare anche di trascorrere qualche momento di serenità insieme, giocando o offrendogli l'opportunità di dedicarsi a un masticativo. Tutto ciò va ovviamente adeguato alla personalità del soggetto, al livello di preoccupazione che lo porta ad essere agitato e alle sue preferenze in fatto di attività.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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