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5 Febbraio 2023
15:00

Come capire se il tuo cane soffre d’ansia e come aiutarlo

Il mio cane è ansioso? Proprio come noi umani, anche i cani possono provare ansia, in modo più o meno passeggero e per diversi motivi. Quando lo stato di ansia prende il sopravvento, può essere sintomo di un disagio importante ed è necessario intervenire per aiutarlo.

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Validato da Elena Garoni
Membro del comitato scientifico di Kodami
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L'ansia è uno stato emotivo che si manifesta di fronte a stimoli indeterminati e intangibili ma preoccupanti, minacciosi o che ci fanno sentire incapaci di reagire adeguatamente, aumentando la possibilità di ottenere reazioni simili alla paura.

Provare ansia non è anormale, perché si tratta di un elemento che fa parte della personalità di ogni individuo e, esattamente come noi umani, anche i cani possono viverla in modo più o meno passeggero e in relazione a innumerevoli fattori scatenanti.

Quando però lo stato di ansia prende il sopravvento e minaccia la qualità di vita del soggetto è da considerarsi il sintomo di un disagio importante, per cui bisognerà contattare un medico veterinario comportamentalista capace di individuare le cause e guidare il cane, con l'aiuto del pet mate, verso uno stato di benessere fisico e mentale.

Perché il cane ha l'ansia?

I motivi che possono portare un cane a vivere stati di ansia sono moltissimi e la maggior parte di essi ha un'origine in comune con la paura. Questa condizione, infatti, emerge spesso di fronte ai segnali che accompagnano la memoria dell'evento che, in passato, ha portato a provare paura, come ad esempio un maltrattamento o un incidente stradale.

Non è necessario, però, che vi sia stato un evento di violenza o una grave sofferenza perché il cane provi ansia. In molte situazioni, infatti,  risulta essere il sintomo della paura di un luogo chiuso o magari degli altri cani o ancora dei rumori o dell'assenza del proprio punto di riferimento umano.

Vi è anche la possibilità che a causare l'ansia siano sintomi interni, determinati quindi da un malessere fisico che si riflette su un malessere mentale.

L'ansia, inoltre, è contagiosa e i suoi sintomi riverberano anche tra i presenti. Nel caso in cui noi stessi ci trovassimo a soffrire di ansia in un determinato contesto, non dovremmo quindi stupirci se ciò si riflettesse anche sul comportamento del nostro cane.

Infine, può essere determinata anche da una scarsa qualità della vita che porta alla frustrazione dei desideri e dei bisogni del soggetto. Un esempio può essere il cane che sente un enorme necessità di muoversi e trascorrere il tempo in compagnia del proprio umano, ma viene relegato da solo in un giardino, impossibilitato ad appagare i suoi bisogni.

I sintomi di un cane ansioso

L'ansia si può dimostrare attraverso comportamenti anche molto diversi tra loro, come l'aumento della respirazione e del battito cardiaco e anche con tremori, scialorrea (salivazione anomala) abbai, guaiti, midriasi (dilatazione delle pupille).

In generale, è bene sottolineare che la maggior parte dei comportamenti abbinabili ad un disagio potrebbe avere come base uno stato di ansia. Il soggetto potrebbe semplicemente sbadigliare, mostrare un'importante rigidità e tensione muscolare o aumentare la sudorazione dei polpastrelli. Nei casi più avanzati, inoltre, potrebbe manifestare comportamenti stereotipati, come leccamenti o autotraumatismi. Potrebbe inoltre leccare i pavimenti o mordere i muri, rincorrersi la coda, leccarsi il fianco o camminare continuamente avanti e indietro sullo stesso percorso.

In alcune situazioni, l'ansia può essere dimostrata anche attraverso l'inseguimento o il riconoscimento di oggetti o soggetti immaginari.

Come aiutare un cane ansioso

La prima cosa da fare è rivolgersi ad un veterinario esperto in comportamento capace di individuare la causa alla base del sintomo senza dimenticare che, affinché il soggetto possa finalmente trovarsi in uno stato di benessere mentale, bisognerà interrogarsi sulla qualità della vita di cui dispone. Può soddisfare i suoi bisogni? Ha l'opportunità di appagare le sue necessità?

Durante un percorso poi con un istruttore cinofilo sarà possibile approfondire la relazione con i suoi umani di riferimento, trovando un nuovo equilibrio anche grazie all'aiuto di una base sicura. Su indicazione del veterinario, potrebbe essere necessario intervenire anche con l'ausilio di farmaci o integratori.

Bisognerà in prima istanza escludere la possibilità che il disagio sia determinato da un dolore fisico. Il malessere corporeo, infatti, può condizionare fortemente le condizioni di benessere mentale.

Sicuramente si lavorerà sulla sistemica familiare, sulla costruzione di una routine piacevole e ricca, capace di permettergli di prevedere cosa sta per accadere, in modo da non esserne preoccupato.

Anche lo spazio a disposizione è molto importante, quindi non dimenticate di assicurare al cane un luogo sicuro, dove possa sapere con certezza che non accadrà nulla di spaventoso.

In abbinamento a quanto già descritto, potranno tornare utili anche alcune esperienze graduali, capaci di aumentare la sua auto efficacia, come ad esempio dei semplici problem solving, oppure alcune ricerche olfattive. Così facendo il cane scoprirà come affrontare il mondo che lo circonda, riducendo così le situazioni in cui l'ansia potrebbe prendere il sopravvento.

A seconda dei soggetti e dei singoli casi, infine, è bene specificare che saranno proposti percorsi di riabilitazione diversi. Ad esempio, ci sono cani a cui potrà essere consigliata anche la frequentazione di un gruppo di altri conspecifici, grazie ai quali potrà aumentare la propria autostima, riconoscendosi nell'altro e scoprendo nuovi stili comunicativi.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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