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31 Dicembre 2022
9:03

5 modi per calmare un cane spaventato

Cosa possiamo fare per calmare un cane spaventato? Oltre a permettergli di allontanarsi da ciò che lo terrorizza, possiamo provare alcune strategie per tranquillizzarlo e tenerlo al sicuro.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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È indubbia la nostra capacità di intuire gli stati d’animo del nostro cane: millenni di convivenza ci hanno resi sensibili a questo, così come hanno reso il cane altrettanto sensibile – se non di più – ai nostri cambiamenti di umore e di stato emotivo. Certamente ci sono persone più attente e altre meno a questi cambiamenti, ma per quanto concerne le emozioni primarie (gioia, rabbia, paura, disgusto, tristezza quelle considerate di "base") i cani sono facilmente comprensibili anche agli occhi delle persone meno esperte e più distratte.

Senza dubbio la gioia e la paura sono le emozioni più facilmente comprensibili, soprattutto quando superano un certo livello di intensità. Difficile scambiare un cane spaventato per uno molto felice, e viceversa. Detto ciò molti si domandano come ci si debba comportare quando il cane è preda della paura, emozione che più delle altre genera preoccupazione nei compagni dei cani che vorrebbero sollevarli da questa stato negativo il più possibile o quantomeno essere in grado di ridurne l’intensità qualora i loro quattro zampe ne siano afflitti.

Perché il cane è spaventato?

Innanzitutto cominciamo col dire che le emozioni sono componenti fondamentali, che si tramandano di generazione in generazione in quanto indispensabili per la sopravvivenza dell’individuo e della specie. La paura, ad esempio, è quell’emozione che ci consente di evitare pericoli, reali o presunti che siano. Esse non si possono quindi eliminare, per fortuna, ma si può imparare a conviverci e a gestirle. Infatti le emozioni possono essere, in certa misura, educate attraverso l’esperienza e lo sviluppo di quello che prende il nome di autocontrollo, una componente cognitiva tra le tante che ci può aiutare a mantenere una certa lucidità quando una forte emozione emerge, sia che si tratti di una positiva, come la gioia, che di una negativa, come la paura per l’appunto.

Naturalmente a tutto c’è un limite, e quando una certa situazione o stimolo supera la soglia di tolleranza e l’individuo si sente in estremo pericolo, non c’è autocontrollo che possa tenere e dall’ansia si passa alla paura vera e propria che sfocia poi nel panico. Quando un individuo è preso dal panico è come se la sua mente andasse in stand-by e il suo corpo agisse in automatico orientato alla spasmodica ricerca di salvezza. In questo frangente l’allontanamento dalla situazione terrifica è l’unica via per ritrovare un certo equilibrio e con esso una adeguata lucidità. Il fatto è che questo stato di obnubilamento rende il soggetto particolarmente vulnerabile ad altri rischi mentre cerca una via di fuga, e questo fatto va tenuto in seria considerazione. Un cane potrebbe ferirsi gravemente o peggio trovare la morte mentre cerca di fuggire da qualcosa in preda ad una paura intensa e incontrollata.

Come tranquillizzare un cane spaventato

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Non ci sono strategie utili per calmare un individuo preso dal panico se non consentirgli di allontanarsi da ciò che lo ha posto in quello stato emotivo tanto alterato: non serve a nulla cercare di consolarlo, parlargli dolcemente e in modo rassicurante. I suoi sensi saranno “chiusi”, in pratica non si accorgerà nemmeno della nostra presenza, nella sua mente ci sarà solo la fuga.

Cosa possiamo fare per calmare un cane spaventato? Innanzitutto preoccuparci che non si faccia del male da solo consentendogli di raggiungere un luogo che lui reputi sicuro. Per esempio se ci troviamo all’aperto, magari durante una passeggiata, e qualcosa d’improvviso spaventa a morte il nostro cane (un botto, uno scoppio, un rumore molto forte o qualcosa di simile) mettiamo subito il guinzaglio nel caso fosse libero e andiamo verso la nostra automobile. Moltissimi cani infatti considerano l’abitacolo della nostra auto un luogo sicuro quando si trovano lontani da casa. Teniamo però presente che un forte spavento può avere anche una lunga inerzia, vuol dire che anche quando il cane avrà raggiunto un rifugio sicuro impiegherà diverso tempo per ritrovare la calma ma per lo meno smetterà di cercare un altro luogo correndo dei rischi.

Dargli accesso al suo "posticino sicuro"

Nel caso in cui il cane si spaventi molto mentre si trova in casa, la cosa che possiamo fare è stargli vicino proprio per evitare che possa farsi del male da solo. Solitamente i cani, soprattutto quelli più fragili da questo punto di vista, hanno già un loro “posticino sicuro” nella nostra abitazione, per esempio sotto il letto, dentro la cuccia o in una stanza particolare, alle volte in quella da bagno. Il nostro compito è liberare l’accesso a questi luoghi che sappiamo essere i suoi preferiti.

Ma alle volte non basta. Alle volte lo stato di panico del nostro cane è talmente intenso che siamo costretti a mettergli il guinzaglio, anche se ci troviamo in casa, per preservare la sua incolumità e evitare che vada a sbattere contro porte e finestre nel tentativo di fuggire.

Questi stati di panico incontrollato sono frequenti durante i forti temporali o la notte di Capodanno, quando il mondo sembra esplodere e non ci possa essere salvezza alcuna per i nostri compagni più timorosi. Su Kodami abbiamo sempre sottolineato l'assurdità di questa pratica umana, soprattutto attraverso due video che vi riproponiamo qui per farvi capire davvero quanto siano pericolosi per i nostri compagni di vita:

Chiudersi in casa

Nei momenti peggiori, durante una crisi di panico acuta, è consigliabile chiudersi in casa: abbassiamo le tapparelle, teniamo la tv accesa ad un volume un po’ più alto del solito, per diminuire il fragore delle esplosioni.Per alcuni cani è meglio se ci rinchiudiamo con loro in una stanza, come per esempio la camera da letto, magari a luci spente: la diminuzione di spazio disponibile alle volte ha un effetto positivo e rassicurante. In alcuni soggetti si è dimostrato particolarmente efficace uno strumento chiamato Thundershirt – soprattutto per la paura dei temporali, come suggerisce il nome – che altro non è che una sorta di maglietta aderente che indossata ha un effetto calmante e rassicurante, ispirato ai principi del TTouch, un trattamento portato in auge da Linda Tellington verso la fine degli anni 70.

In alcuni casi però tutto questo non basta, soprattutto se lo stato d’ansia del nostro cane anticipa moltissimo l’evento drammatico ed è sufficiente lo scoppio del primo petardo nel quartiere, una settimana prima della fine dell’anno, a scatenare un fiume di paura che via via andrà in crescendo fino al picco massimo. Onestamente qui il consiglio più efficace pare essere quello di organizzarsi per tempo ed allontanarsi dalla città per un paio di giorni, per andare in un luogo tranquillo e più rispettoso del benessere dei nostri compagni animali, evitandogli quantomeno il finimondo del passaggio al nuovo anno.

Chiedere aiuto al veterinario

Le crisi di panico da causa conosciuta, come i forti rumori, possono essere gestite anche prevenendole e preparandosi opportunamente in vari modi, per esempio somministrando prima dell’evento un calmante farmacologico o naturale che allevi l’ansia crescente: prima di somministrarli è necessario rivolgersi al medico veterinario di fiducia che suggerirà il percorso più adatto per il nostro cane. Esistono infatti varie strade percorribili oltre all’uso di farmaci, come il ricorso a medicine alternative quali l’agopuntura o l’omeopatia, oppure trattamenti personalizzati di fitoterapia e aroma terapia. Questi percorsi ad hoc sono consigliabili appena ci accorgiamo dell’insorgere di ansie e paure nei nostri compagni, dato che i risultati si ottengono col tempo.

Stargli accanto

Escludendo lo stato di panico vero e proprio, dove abbiamo detto il cane ha solo bisogno di allontanarsi e mettersi al sicuro, consideriamo lo stato di timore, o paura, dove però il cane mantiene un certo grado di lucidità: quando, per intenderci, ci è ancora possibile interagire con lui.

Alle volte è difficile comprendere cosa intimorisca il nostro cane mentre, ma in altri casi, ci troviamo in una situazione ben chiara, per esempio nella sala d’attesa del medico veterinario, laddove il nostro cane ha vissuto brutte esperienze, anche in modo indiretto, come quando viene influenzato da feromoni rilasciati nell’ambiente da altri cani molto spaventati. In quel caso lo stato di paura assale il nostro compagno senza che lui se ne renda nemmeno conto. Se glielo chiedessimo – e lui potesse risponderci a parole – non ci saprebbe dire “perché” ha paura in quel momento, ci direbbe che: «La paura è nell’aria!».

In quei casi ci sono degli elementi da tener presente e tra questi c’è il nostro stesso stato emotivo. Se anche noi siamo in ansia non faremo altro che “buttar benzina sul fuoco” aggravando la situazione, peggio ancora sarebbe se ci dovessimo innervosire. Però, non è affatto detto che se noi siamo calmi e tranquilli questo possa aiutare il nostro cane a calmarsi a sua volta, certo è consigliabile, quantomeno per non peggiorare le cose. Possiamo provare a tranquillizzare il nostro compagno accarezzandolo, standogli vicino, non dobbiamo temere che possa essere un aggravante, alcuni cani si sentono rincuorati in questo modo e non è affatto vero che così si “rinforza” il suo disagio, anzi, il fatto che il cane comprenda, in quella situazione, che noi abbiamo ben inteso il suo stato d’animo, la sua difficoltà, ha un effetto positivo.

Sentirsi capiti e supportati è molto importante e può aiutare un individuo ad affrontare le situazioni difficili. La paura spinge un individuo a trovare rifugio anche nel proprio gruppo d’appartenenza ed essere scostanti con lui, ignorarlo o allontanarlo da noi proprio nel momento del bisogno non è affatto corretto, se vogliamo aiutarlo.

Fargli fare esperienze

Sono infinite le situazioni che possono essere fonte di disagio e paura, e non ci sono due cani uguali: ogni caso andrebbe analizzato nello specifico per comprendere cosa poter fare. C’è comunque molto che possiamo fare per prevenire, in generale, paure immotivate date da una scarsa socializzazione con il mondo. Aumentare il bagaglio esperienziale del nostro cane, soprattutto in giovane età, in modo equilibrato – ovvero con la giusta gradualità – suscitando in lui emozioni positive, come la gioia e la curiosità, è la via migliore perché il nostro cane cresca sereno e ben equipaggiato per affrontare anche gli inevitabili momenti avversi della vita, soprattutto se ha con noi una profonda relazione di fiducia e, se sa che può contare anche sul nostro appoggio, sarà più solido e capace di superare le sue paure.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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