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21 Maggio 2023
15:00

È vero che i cani non hanno emozioni?

Anche i cani provano emozioni come rabbia, gioia, tristezza, disgusto e paura. Non solo, sanno anche riconoscere le nostre emozioni. A dimostrarlo sono numerosi studi scientifici.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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I cani provano emozioni. La loro capacità di vivere momenti di rabbia, gioia, tristezza, disgusto e paura è stata più volte dimostrata dalla scienza. Ma non è tutto, perché oltre a viverle in prima persona, sanno anche riconoscere quelle che proviamo noi e adeguarsi di conseguenza.

Un team di ricercatori italiani ha condotto uno studio, pubblicato nel 2022, che ipotizza inoltre la capacità dei cani di provare emozioni complesse come la gelosia, che normalmente viene considerata secondaria e coinvolge, quindi, una maggiore elaborazione cognitiva rispetto alle emozioni primarie.

A guidare la ricerca è stata Paola Valsecchi, Professoressa di Etologia Applicata dell'Università degli Studi di Parma e protagonista dell'ottava puntata del nostro format Meet Kodami.

Vediamo quindi cosa sono le emozioni, come è stato dimostrato che anche i cani le provano e in che modo questa specie è in grado di percepire le emozioni degli umani.

Le emozioni nei cani e nelle altre specie

Le emozioni sono una sorta di bussola interna che ci permette di interpretare il mondo e decidere come comportarci. Rappresentano una delle componenti che più condizionano la nostra mente e possono spingerci a fuggire, immobilizzarci, discutere energicamente con qualcuno, piangere di gioia, aumentare il battito cardiaco, sudare e molto altro.

Sono numerose, in psicologia, le definizioni che riguardano questo argomento e, nelle teorie moderne, vengono sempre più spesso descritte come processi esperienziali soggettivi e complessi, che coinvolgono una combinazione di processi fisici, cognitivi e sociali. Sono esperienze che si manifestano come reazioni istantanee in risposta a stimoli interni o esterni e sono in grado di influenzare il nostro stato mentale e fisico.

Le emozioni, inoltre, possono condizionare fortemente la memoria a noi ma anche ai cani. Nel caso in cui ci si trovi in uno stato di paura o rabbia, infatti, il soggetto farà molta fatica ad accedere alle proprie conoscenze pregresse, come ad esempio il richiamo del pet mate. Al contrario, una condizione di gioia e curiosità favorisce l'apprendimento e la memorizzazione degli eventi. Anche per questo, la cinofilia moderna spinge affinché l'educazione avvenga all'interno di schemi legati alla piacevolezza.

Ciò nonostante, non possiamo categorizzare le emozioni come positive o negative, perché di fatto ognuna di esse ha motivo di esistere in un'ottica di sopravvivenza: senza paura, ad esempio, non conosceremmo la cautela, senza tristezza non sapremmo cos'è la vera gioia. Anche le emozioni meno piacevoli, quindi, come la paura o la rabbia, hanno senso di esistere e sono fondamentali all'esistenza.

Il fatto che i cani (e le altre specie) vivano emozioni, dimostra che hanno una coscienza individuale e una soggettività che si può definire anche come personalità.

A sostenerlo è anche Mark Bekoff, biologo e scrittore che da molti anni si occupa di studiare le emozioni degli altri esseri viventi. Anche lui è stato protagonista di una puntata di MeetKodami: «Gli animali provano emozioni e, una volta che accetteremo il dato di fatto, questa verità assoluta aprirà davvero la porta a studi migliori e più ampi su di loro e su di noi», ha affermato durante la video intervista.

I cani come capiscono le nostre emozioni?

Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Bari ha condotto uno studio, pubblicato nel 2021, secondo il quale le emozioni svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell'espressione del comportamento aggressivo dei cani. Questo importante aspetto riguarda sia l'aggressività nei confronti degli esseri umani che nei confronti dei conspecifici. Nell'analisi delle cause di aggressione, quindi, oltre alla relazione con il pet mate e le condizioni di vita generale, secondo gli studiosi non bisognerebbe sottovalutare la valutazione dello stato emotivo del soggetto protagonista dell'azione.

I cani, inoltre, sono in grado di riconoscere anche le nostre emozioni e, quindi, di sapere come stiamo noi. Uno studio condotto dall'Institute of Bioscience di Sao Paulo, in Brasile, ha rivelato che i cani mostrano comportamenti diversi in base alle diverse emozioni degli umani che li accompagnano. I ricercatori hanno scoperto che, quando i cani incontravano esseri umani che vivevano emozioni positive, tendevano ad esplorare di più. Ciò avveniva soprattutto se l'interazione umana permetteva loro di ottenere del cibo.

Un ultimo studio, infine, condotto dal dipartimento di Biologia dell'Università di Napoli e pubblicato nel 2018, ha dimostrato che i cani manifestano comportamenti legati allo stress nel momento in cui sentono l'odore di un essere umano che prova paura. Per condurre la ricerca gli scienziati hanno raccolto i campioni di odore di persone non coinvolte nell'esperimento e hanno rilevato che, quando il cane si trovava ad annusare i segnali olfattivi legati alla paura, il suo battito cardiaco era più rapido e tendeva a mostrare più comportamenti legati allo stress rispetto a quando, invece, l'odore era quello della gioia.

Lo stesso esperimento ha permesso inoltre di rilevare che nel caso di un odore riconducibile alla paura, il cane tendeva ad  interagire maggiormente con uno sconosciuto (presente durante l'esperimento), mentre quando l'odore rimandava alla gioia, si avvicinava maggiormente al pet mate. Questa ricerca suggerisce quindi un elemento importante da aggiungere alle conoscenze scientifiche riguardo le emozioni degli animali non umani: la comunicazione emotiva tra noi e i cani é fatta di convivenza, relazione e condivisione, ma anche di segnali chimici.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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