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8 Maggio 2022
18:00

La motivazione possessiva

La motivazione possessiva è il desiderio di tenere per sé una risorsa o un oggetto di valore e, come ogni motivazione, può essere un indizio che aiuta a recuperare informazioni riguardo l’identità e la personalità del cane che abbiamo di fronte.

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Validato da Elena Garoni
Membro del comitato scientifico di Kodami
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La motivazione possessiva è il desiderio di tenere per sé una risorsa o un oggetto di valore e, come ogni motivazione, può essere un indizio che aiuta a recuperare informazioni riguardo l’identità e la personalità del cane che abbiamo di fronte. Riconoscendo le sue tendenze e le sue aspirazioni, riusciremo a gettare le basi per una relazione profonda e rispettosa, basata sulla tutela dei suoi bisogni e sul divertimento di entrambi.

Come riconoscere la motivazione possessiva

Per riconoscere questa motivazione è molto importante prestare attenzione alle posture del cane. Un soggetto che sta manifestando la sua motivazione possessiva, infatti, lo fa soprattutto con il corpo. Per descrivere questa particolare modalità comunicativa potremmo pensare, ad esempio, a un cane sdraiato a terra con il suo oggetto tra le zampe, oppure a un altro che, passeggiano nei pressi del gruppo a testa alta, si mostra fiero e orgoglioso del proprio oggetto tenuto in bocca.

La possessività non si riconosce solo quando siamo molto vicini ma può essere mostrata anche a distanza. Basti pensare all’immagine del Pastore Maremmano Abruzzese sdraiato placido sul limitare del gregge. Quasi sempre, questi grandi cani da pastore si posizionano in perpendicolare rispetto agli animali che stanno dietro di lui, con l’intento di formare una sorta di linea di demarcazione. Per loro c’è chiaramente un “dentro” ed un “fuori” e, ovviamente, ciò che è dentro è suo. Prestate attenzione alla sua disposizione nello spazio, quindi: sarà anche questa a raccontarvi molto delle sue intenzioni e dei suoi interessi.

Il cane possessivo va inoltre alla ricerca di oggetti, perché è grazie ad essi se può esercitare la sua passione e le sue abilità. Se c’è una pallina a terra in mezzo al soggiorno e, mentre vi chinate per raccoglierla, il vostro cane si mette di traverso e poi la porta con sé verso la cuccia, sappiate che probabilmente ritiene che quella pallina non sia vostra.

Può essere dimostrata anche attraverso le classiche marcature che, in questa ottica, possono essere considerate come una sorta di firma e vengono manifestate attraverso l’urina o le feci, ma anche con strusciamenti della schiena, delle spalle e del fianco. Esprimere la motivazione possessiva può essere anche un importante messaggio comunicativo, quindi non bisogna pensare di cancellarla dalla sua identità, con il rischio di causare gravi frustrazioni ai cani ma invece di svilupparla ed equilibrarla con tutte le altre abilità dell’individuo, come ad esempio la capacità di condividere, collaborare e cooperare.

La possessività è una motivazione che si rivela soprattutto laddove ci si trovi di fronte al gruppo, quindi non stupitevi se il cane possessivo si rivolge verso gli altri individui con la sua risorsa tenuta sotto controllo. Al contrario, però, può anche manifestarsi in maniera più solitaria e, in questi momenti, il cane si gira spesso di schiena rispetto al resto del mondo, auto compiacendosi degli oggetti che custodisce.

Mettere le mani dentro la ciotola: perché è sbagliato farlo

Sopravvive ancora oggi una leggenda metropolitana secondo la quale, per evitare che il cane sviluppi un’eccessiva possessività, bisognerebbe mettere le mani nella sua ciotola mentre sta mangiando. Niente di più sbagliato: questa abitudine infatti rischia piuttosto di incentivare il desiderio del cane di esercitare il proprio possesso e lo porterà, probabilmente, a farvi riconoscere come avversari. Allo stesso modo bisognerà evitare di strappargli le cose di bocca, sgridarlo se manifesta il desiderio di possedere ciò che ha nei suoi paraggi e rincorrerlo nell'intento di privarlo dell’oggetto. Il risultato sarebbe ancora una volta opposto a quello voluto.

Per convivere pacificamente con i possessivi è molto meglio dimostrargli che li comprendete e li rispettate. Per fare in modo che non nascano conflitti con voi impegnatevi quindi a mettere sempre delle regole chiare nei momenti ludici. Dimostrategli che siete dalla sua parte e che, quando è possibile, gli concedete di possedere i suoi oggetti. Sentirsi capito, lo porterà a fidarsi di più di voi e ridurre l’entità dei possibili conflitti.

Le razze "esperte" in possessività

Parlando di motivazioni, viene spontaneo descrivere anche le razze particolarmente talentuose nei diversi ambiti di riferimento. Queste coordinate riguardano, però, anche i cani meticci, i quali, nella maggior parte dei casi, hanno motivazioni più “imprevedibili” e legate soprattutto alle razze presenti nelle generazioni precedenti. Per riconoscere gli interessi e le passioni, i bisogni e i talenti dei cani meticci bisognerà quindi lasciarsi trasportare con curiosità nel loro mondo, facendosi stupire passo per passo e imparando a conoscerli. In questo caso si ha come indizio solo il loro aspetto esteriore, che ci dice però già dire qualcosa in più delle loro identità davvero uniche e irripetibili.

Per quanto riguarda la motivazione possessiva, tra i cani considerabili più portati per questo ambito vi sono tutti i Guardiani degli Armenti, ovvero i grandi cani da pastore come i Maremmani Abruzzesi e i Pastori del Caucaso, che si occupano di sorvegliare le greggi per evitare che vengano predate dai carnivori. Per svolgere questo mestiere è ovviamente fondamentale avere la percezione che gli animali siano di loro proprietà. Altri specialisti di questa motivazione sono tutti i Molossi, come ad esempio i Rottweiler, i Cani Corso o i Boxer.

Anche i Terrier e i Terrier di tipo Bull, come i Jack Russell o gli American Staffordshire Terrier hanno una spiccata motivazione possessiva data, in questo caso, dal fatto che sono cani particolarmente portati per cacciare le piccole prede, come ad esempio i roditori che, una volta acciuffati, acquisiscono un enorme valore, e saranno quindi difficilmente condivisibili. Gli altri cani da caccia, invece, generalmente non hanno un’importante motivazione possessiva perché, una volta raggiunta la preda, sono chiamati a consegnarla al cacciatore, in un assetto decisamente più collaborativo nei confronti dei propri referenti umani.

Un’eccezione la si può trovare nel Golden Retriever che, pur essendo un cane da riporto, sviluppa talvolta più attenzione per gli oggetti con l’obiettivo di tenerli per sé piuttosto che per consegnarli al mittente.

Nella loro mente

Per un individuo possessivo il mondo si divide in ciò che è di sua proprietà e ciò che è degli altri. Ma questo non è un male perché, di solito, chi protegge le proprie risorse tende anche a rispettare ciò che invece appartiene agli altri, perché sa bene il valore che ogni oggetto può assumere. La loro cuccia è importantissima e non amano che venga messa sottosopra da altri, quindi rispettate i loro spazi e questi cani faranno altrettanto con voi.

A volte, il desiderio di dimostrare il possesso su qualcosa può essere manifestato attraverso la competizione, ovvero un’altra motivazione con cui la possessività si incrocia spesso, dando forma a vocazioni e interessi particolarmente legati alle interazioni con gli altri: il valore di ciò che si ottiene, aumenta se c’è stata una conquista.

Può però manifestarsi anche in maniera più intima e rivolta unicamente a sé stessi. In questo caso, il cane esplora minuziosamente il suo oggetto mostrando la schiena al mondo intorno a lui. Chi vuole impedirgli di continuare a mantenere il possesso della risorsa è considerato un avversario, ma il modo in cui il possessivo accetta (o meno) questo gesto, dipende soprattutto dalla relazione che vi è tra lui e l’altro individuo e dalla sua capacità di leggere il contesto in cui si trova.

Come giocare con la motivazione possessiva

Ogni cane ha una personalità a sé stante. Solo chi condivide con lui un’intera vita può conoscere davvero i suoi talenti e le sue preferenze. Queste proposte vogliono quindi solo fungere da spunto per divertirsi insieme, restando sempre attenti a declinare i giochi sulla base dei vostri interessi e delle vostre passioni condivise. Non concentratevi sul risultato, ma pensate piuttosto a trascorrere del tempo insieme condividendo attività piacevoli per tutti.

Questa è una delle motivazioni che viene spesso considerata, erroneamente, solo in un’ottica negativa. La possessività è però anche un utile spunto per iniziare molte attività divertenti e, inoltre, proprio attraverso il gioco si può riuscire a disciplinare ed equilibrare anche altri talenti e desideri. Non dimentichiamo infatti, che l’individuo equilibrato ed in pace con sé stesso è quello che non ha eccessive polarizzazioni verso l’una o l’altra motivazione, ma sa quando attingere alle diverse competenze di cui dispone. Un’attività molto semplice che si può svolgere con lui nell’ottica di gratificare il suo possesso presuppone il guardare da lontano il suo oggetto, dirgli che è molto bello ed allontanarsi lasciandoglielo. Il messaggio sarà: ho capito che è tuo, non ho intenzione di togliertelo e puoi avere fiducia di me.

Un’altra idea potrebbe essere quella di fargli cercare il suo gioco preferito, in questo modo il cane sarà motivato dalla ricerca dell’oggetto desiderato e sfrutterà le sue abilità olfattive per ottenerlo. Una volta trovato, fate insieme dei festeggiamenti euforici, condividendo il fatto che ha raggiunto il suo obiettivo. Si sentirà estremamente compreso.

Come abbiamo visto, infine, i cani possessivi prestano molta attenzione alle posture e alla disposizione nello spazio: due fattori che osservano anche negli individui con cui si interfacciano. Per giocare con loro quindi, ricordate che potete anche utilizzare semplicemente il vostro corpo , proteggendo gli oggetti dietro di voi e poi lasciandoglieli raggiungere.

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Le motivazioni sono i bisogni e i desideri dei cani, delineano la loro identità e fungono da indizio per capire a cosa si interessano e quali sono le coordinate attraverso le quali percepiscono il mondo che li circonda.

Se un cane ha la possibilità di esprimere le sue motivazioni nella quotidianità insieme al suo umano, avrà una vita appagante e maggiori possibilità di sviluppare un’identità equilibrata e serena. Attraverso queste espressioni del sé, infatti, il cane ricerca la gratificazione e si sente realizzato.

Sono strettamente legate alla razza a cui appartiene un individuo, ma non è sempre così. Molti fattori legati alle motivazioni, infatti, sono correlati alla personalità del soggetto e, imparare a riconoscerle, aiuta a comprendere chi abbiamo davanti e offrirgli le esperienze adatte.

Se imparerete a conoscerle e riconoscerle nel cane che vive con voi, la vostra relazione ne gioverà, perché il cane, una volta compreso, si sentirà realizzato e legittimato ad essere sé stesso attraverso le attività più adeguate alle sue preferenze.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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