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17 Gennaio 2024
12:10

La motivazione sociale

La motivazione sociale è il desiderio e il bisogno di interagire con individui che non appartengono al proprio gruppo familiare. Non riguarda solo il cane, ma anche noi umani.

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La motivazione sociale è il desiderio e il bisogno di mettersi alla ricerca di un'interazione con individui al di fuori del proprio gruppo, sia esso formato da altri cani o da umani e individui di altre specie.

Si tratta in realtà di una caratteristica che non contraddistingue solo i cani ma tutti gli animali sociali, ovvero le specie che mostrano una tendenza naturale a vivere in gruppi organizzati, all'interno dei quali vi sono dinamiche e gerarchie più o meno complesse. Tra queste specie ci siamo anche noi esseri umani, che abbiamo l'abitudine di vivere in piccoli gruppi, ma anche quella di interfacciarci con individui che non ne fanno parte.

A differenza delle altre motivazioni, quella sociale è una sorta di "sistema motivazionale" supportato da altri desideri e bisogni caratterizzati dalla spinta verso l'interazione, come ad esempio la motivazione comunicativa, quella epimeletica e quella collaborativa. Con l'ausilio di questi bisogni e desideri, il cane si mostra più o meno interessato e disponibile a strutturare nuove amicizie, ad accettare le richieste di relazione e a trovare un equilibrio con gli individui che incontra.

Come riconoscere la motivazione sociale

La motivazione sociale si riconosce nel desiderio dei cani di incontrare e conoscere i propri simili per la prima volta, ma anche di interfacciarsi con gli umani e con gli individui appartenenti ad altre specie. Il cane che corre incontro agli altri con piacevolezza e senza tensione, quindi, potrebbe proprio avere voglia di incontrare l'altro e interfacciarsi con lui.

Per alcuni cani si tratta di un interesse forte ma passeggero, legato soprattutto ai primi mesi di vita e all'adolescenza, mentre per altri la motivazione sociale rimane spiccata per tutto l'arco della vita.

Se ci pensiamo, accade lo stesso anche a noi umani che, durante l'adolescenza e i primi anni della vita adulta abbiamo un forte desiderio di incontrare altre persone, conoscerle e condividere esperienze. Con il passare del tempo, spesso (ma non sempre) questo desiderio si va ad affievolire, per lasciare spazio ad altri passatempi che, alcune volte, sono più legati al mondo del gruppo affiliativo (famiglia e amici stretti).

La motivazione sociale va inoltre suddivisa in sociale intraspecifica (che riguarda gli individui della stessa specie) e intraspecifica (ovvero rivolta a soggetti appartenenti ad altre specie, tra cui i gatti e anche noi esseri umani).

I cani esperti di motivazione sociale

Sebbene si tratti di un desiderio e di un bisogno innato, ci sono cani che tendono a vivere con maggiore o minore piacevolezza l'incontro con gli sconosciuti. Ciò dipende da quali sono le altre motivazioni prevalenti nel soggetto. Alcune, infatti, supportano in maniera più importante questa pulsione ed è ad esempio il caso della motivazione comunicativa (che permette di interfacciarsi con maggiore facilità), ma anche quella competitiva (che spinge l'individuo a cercare la competizione con l'altro) e quella collaborativa (che spinge alla cooperazione). Si parla quindi, ad esempio, dei Labrador Retriever e dei Golden Retriever, ma anche dei piccoli Maltesi che hanno una personalità che va ben oltre la loro dimensione.

Anche alcuni Terrier, come ad esempio i Jack Rüssel Terrier, hanno una motivazione sociale che può essere particolarmente spiccata, ma non nei confronti dei propri simili, bensì con noi umani, a patto che accettiamo le loro regole del gioco.

Vi sono poi i cani da muta, come ad esempio i Beagle, i quali sono stati selezionati per collaborare con un grande gruppo di conspecifici con l'obiettivo di individuare le tracce del selvatico.

Se invece il cane è spinto da una prevalenza di emozioni che lo portano ad essere, ad esempio, più diffidente nei confronti degli sconosciuti (come la territoriale, la protettiva o la possessiva) sarà meno interessato ad incontrare e accogliere un nuovo soggetto. Ciò non significa che le motivazioni si dividono in "buone" e "cattive" ma semplicemente che alcuni interessi/desideri/bisogni individuali portano a ricercare maggiormente il contatto con chi non fa parte del gruppo affiliativo.

Come ogni motivazione, anche quella sociale non riguarda solo i cani di razza, ma anche i meticci: nella loro personalità vi sono gli stessi desideri e bisogni dei soggetti dotati di pedigree.

Nella loro mente

Per questi cani l'individuo che hanno di fronte è un'opportunità di scoperta e di appagamento della curiosità. A muovere un cane fortemente sociale nel momento dell'incontro è il desiderio di scoperta ma anche il piacere nell'uscire dal proprio gruppo affiliativo ristretto e andare a scoprire come si comportano gli altri.

Chi è caratterizzato da una forte motivazione sociale è generalmente un soggetto dotato di grande empatia, perché si impegna in attività che prevedono la comprensione e l'ascolto dell'altro. Inoltre, si tratta di cani che tendono a comunicare in maniera chiara e ad avere le abilità necessarie per affrontare un ipotetico diverbio. Questo è infatti il rischio che si corre nell'incontrare individui di cui non si conoscono le intenzioni, gli interessi e i bisogni.

Il supporto delle motivazioni collaborativa, comunicativa e competitiva sono in questo caso determinanti, perché fanno in modo che il soggetto abbia l'abilità di individuare quale possa essere il proprio ruolo nella relazione che si sta creando attraverso il dialogo.

Verrebbe quindi da chiedersi come faccia un cane ad essere sociale se è competitivo. La risposta é semplice: il fatto di provare piacere nell'interfacciarsi con gli sconosciuti non significa per forza che questo incontro debba essere legato al desiderio di collaborazione o affiliazione, ma può essere invece manifestato anche con la spinta competitiva, come ad esempio rincorrendosi l'uno con l'altro.

Per tornare agli esempi che riguardano la nostra specie, contrapporre queste due motivazioni sarebbe come sostenere che uno sportivo non possa avere una forte motivazione sociale.

In realtà non é così e, in alcuni casi, é addirittura la competizione a favorire le opportunità sociali e, quindi, l'abitudine all'incontro. Basti pensare agli sport di squadra, come il calcio, il rugby o la pallavolo, nei quali la collaborazione prevale quasi sulla competizione e l'incontro con persone estranee al proprio gruppo é parte delle regole del gioco.

Come giocare con la motivazione sociale

Le competenze sociali si sviluppano gradualmente e fin dalla tenera età, ma possiamo essere anche noi umani a favorire nel cane che abbiamo accolto in casa una tendenza alla piacevolezza nell'incontro con l'estraneo. Ciò può avvenire, ad esempio, permettendogli di conoscere persone e altri cani che sappiano interfacciarsi con lui in maniera positiva. Soprattutto per i cani che tendono ad essere particolarmente diffidenti, questo percorso può essere affrontato in compagnia di un educatore cinofilo con approccio cognitivo, il quale farà in modo di individuare gli incontri più adeguati per il cane in questione. Così facendo, si rinforzerà il suo desiderio e la curiosità di conoscere l'altro. 

Non dobbiamo dimenticare, però, che esattamente come le altre motivazioni, anche quella sociale potrebbe finire per diventare un'ossessione. Questa tendenza si manifesta con il cane che vuole correre incontro a tutti (anche quando è al guinzaglio) e non dispone della capacità di scindere i momenti in cui ciò è possibile da quelli in cui invece è meglio dedicarsi ad altro. Nel processo di educazione, quindi, è importante favorire anche l'autocontrollo, ovvero la capacità dell'individuo di fermarsi a riflettere sul contesto in cui si trova e sull'adeguatezza del comportamento da tenere in base alla situazione sociale.

Affinché vi sia un equilibrio motivazionale è infine importante fare in modo che il cane abbia anche altri interessi e si lasci guidare da motivazioni che lo spingono, ad esempio, verso l'esplorazione e la perlustrazione dell'ambiente, oppure verso il rapporto con il suo umano, come ad esempio la motivazione sillegica (il piacere di portare e trasportare un oggetto).

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Saper riconoscere le motivazioni del cane è un fattore di enorme importanza per riuscire davvero a comprendere i desideri e prevedere le azioni che il singolo soggetto mette in atto per raggiungere la piacevolezza ed evitare il disagio. L'elenco delle motivazioni è in costante evoluzione e favorisce la conoscenza delle necessità della specie. 

Anche in fase di adozione, affinché la scelta sia davvero presa in maniera responsabile, è utile identificare le motivazioni del soggetto che si sta conoscendo, in modo da riconoscere le affinità in fatto di interessi e passioni. 

 Non esistono motivazioni "giuste" o "sbagliate" e infatti l'obiettivo del conoscere questi aspetti della personalità è di offrire al cane l'opportunità di raggiungere un equilibrio che eviti la focalizzazione eccessiva su poche azioni legate a una singola spinta motivazionale

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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