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I possibili motivi per cui un cane è irrequieto

Ci sono cani molto più irrequieti di altri, che sembrano incapaci di star fermi e creano non pochi problemi alle persone che vivono con loro. Ma questa irrequietezza non va confusa con l'iperattività e capirne le cause è importante per poterli aiutare.

25 Marzo 2023
9:00
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Membro del comitato scientifico di Kodami

Ci sono cani molto più irrequieti di altri. Cani che sembrano incapaci di star fermi e che creano non pochi problemi alle persone che vivono con loro. Alle volte si tratta di cuccioli “indemoniati” e incontenibili che sembrano non aver mai pace, se non quando crollano addormentati all’improvviso, ma per il resto sono come Taz, il diavolo della Tasmania dei Looney Tunes.

Cosa possiamo dire in merito a questo argomento e quali possono essere dei consigli utili quando si vive con un individuo che ha queste caratteristiche? Prima di iniziare è doveroso fare una importante precisazione: nel linguaggio comune si è soliti parlare di "cane iperattivo", ma il termine iperattività in realtà definisce una patologia del comportamento che richiede la diagnosi di un medico veterinario esperto in comportamento che procede poi con una terapia appropriata. In questo articolo, dunque, non intendiamo parlare  di "patologie" ma di caratteristiche che hanno a che fare con il profilo comportamentale di un individuo non "malato".

cane vivace
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Quando si parla di irrequietezza nel cane si parla di un soggetto che ha difficoltà a trovare la quiete in determinate situazioni, se non in tutte. Ovviamente questo stato può avere differenti cause e va considerato tenendo conto di alcuni fattori, per esempio l’età, i suoi bisogni insoddisfatti, le sue caratteristiche genetiche, il contesto in cui è cresciuto e vive e lo stato di salute psico-fisica.

Questi elementi sono alla base del profilo comportamentale di un individuo, e possono dar origine a quello che viene riconosciuto come un “carattere irrequieto”. Questa condizione può essere anche patologica ed ecco allora che si parla di iperattività che può essere causata da diversi fattori tra i quali uno scorretto sviluppo educativo nei primissimi mesi di vita a causa di una scorretta interazione madre-cucciolo-fratellini, o una totale mancanza di questa interazione, atta a sviluppare le basi dell’autocontrollo.  In questo caso, come abbiamo subito precisato, è però un medico veterinario esperto in comportamento a diagnosticarlo che poi stende, in collaborazione con un istruttore cinofilo, un piano d’intervento terapeutico. Non ci addentreremo dunque in questo tipo di casistiche ma prenderemo in considerazione invece le cause più comuni e frequenti legate a quella che abbiamo invece definito "irrequietezza".

L’età del cane

È importante considerare che un cane è un individuo in divenire e che attraversa, come noi umani, vari periodi che implicano tra le altre cose scombussolamenti a livello ormonale. Uno dei più turbolenti momenti nella storia della vita di un cane potrebbe essere l’adolescenza, periodo che inizia all’incirca dagli otto mesi e dura fino all’anno e mezzo, due d’età. Questa fascia temporale non può essere considerata in modo troppo preciso, varia da individuo a individuo, ma quello indicato è un buon range per aiutarci a comprendere in quale fase della vita si trovi il nostro cane.

In questo periodo dobbiamo essere pazienti con lui, forse non ci ricordiamo quando anche noi abbiamo attraversato l’adolescenza e quali e quanti grattacapi abbiamo dato ai nostri genitori (con le dovute eccezioni). Tra le varie manifestazioni comportamentali, insieme con i repentini cambi d’umore, all’apparenza immotivati, c’è anche l’irrequietezza, la smania di agire, di uscire di casa, di confrontarsi e competere con gli altri e via dicendo. Questo significa che il nostro compagno canino attraverserà fasi differenti nelle quali il suo comportamento potrebbe anche stupirci e risultarci imprevedibile, almeno fino alla definitiva maturazione.

È tutto normale fin qui, anche se alle volte le persone descrivono il loro cane come «troppo» eccitato quando invece non lo è: attraversa solo una fase particolare nel percorso di crescita. Insomma, nei cuccioli e nei giovani cani il comportamento energico, magari anche distruttivo, e la difficoltà a concentrarsi e rilassarsi per lunghi periodi sono cose tutto sommato normali, l’importante è comprendere lo stato del nostro compagno ed evitare di commettere errori come per esempio essere noi stessi la causa di iper eccitazione continua del cane, magari gridando senza sosta, stimolandolo solo e soltanto con giochi e attività eccitatorie, nella vana convinzione di riuscire a stancarlo in modo che «poi si metterà tranquillo». Un giovane cane è pieno di energie e certamente è possibile stancarlo, i suoi tempi di recupero però ci potrebbero sbalordire. Il che non significa certo di non fare attività con lui, significa che si possono fare cose che non implichino per forza un alto livello eccitatorio. Una lunga passeggiata in campagna è un buon esempio di attività fatta insieme che possa soddisfare il cane. Molte volte, avendo poco tempo a disposizione, le persone pensano che fargli inseguire una pallina o un legnetto in modo ossessivo per qualche minuto appaghi il bisogno di movimento del cane e «lo stanchi» a sufficienza, ma in questo caso dovremmo porre attenzione su «come» fa le cose che gli proponiamo e quale livello di eccitazione generiamo in lui.

Indubbiamente però è vero che un giovane cane ha molto più bisogno di fare moto rispetto ad un cane adulto o anziano. Diciamo che la verità sta nel mezzo, ogni età rappresenta bisogni differenti e un impegno diverso anche da parte nostra.

La genetica

Una buona fetta del profilo comportamentale del nostro cane dipenderà anche da fattori genetici ed epi-genetici. In sostanza da quello che i genitori hanno trasmesso in eredità al nostro compagno canino. Rendendoci conto di azzardare pericolose generalizzazioni, necessarie per un tema così complesso e vasto, qui potremmo fare l’esempio di individui appartenenti a particolari razze, o tipologie di cani, come per esempio i cani da conduzione del gregge (Border Collie, Pastori Belga, Australian Shepard, Pastori Tedeschi, eccetera) selezionati per essere particolarmente reattivi e bisognosi di movimento e attività in generale, o cani da caccia che hanno una grandissima energia fisica da spendere, tra i quali annoveriamo i Cocker Spaniel, che troppo spesso ci si dimentica essere veri e propri cacciatori confondendoli con peluches dalle orecchie buffe e dallo sguardo dolce; i Beagle e i Setter irlandesi e inglesi, fatti per avere una grande resistenza e un infinito bisogno di perlustrare. Li abbiamo “fatti” così per soddisfare nostri bisogni utilitaristici selezionando quegli individui che maggiormente avevano determinate caratteristiche. Non possiamo poi non citare la famiglia dei Terrier, in tutte le loro declinazioni, anche loro con un potenziale di irrequietezza prestabilito che li rende molto reattivi e vigili. Citiamo a mo’ d’esempio di questo gruppo i Jack Russell, spesso adottati o comprati perché sono di piccola taglia, e quindi nell’immaginario collettivo di facile gestione, ma le cose non stanno affatto così se non si tiene presente il loro irresistibile bisogno di cacciare tutto quello che si muove, di scovare, inseguire, afferrare e “distruggere”, proprio come li si voleva per essere dei temibili killer di nocivi (ratti, arvicole, conigli, eccetera). La taglia è inversamente proporzionale all’impegno, in questo caso, e non solo in questo.

Tra queste tipologie di cani vi sono anche delle selezioni ancor più specifiche, linee di sangue che della reattività fanno un vero e proprio vanto, dove quindi questa caratteristica è stata resa volutamente iper-trofica, le cosiddette “linee da lavoro”. Scegliere di prendere con sé un cane che ha queste caratteristiche, che ha famigliarità con queste “doti” ci pone di fronte ad un certo tipo di impegno nei suoi confronti. Se generalmente è necessario informarsi molto bene quando si decide di prendere nella propria famiglia un cane, a maggior ragione la cautela e una buona dose di consapevolezza va messa nella scelta di cani così impegnativi che hanno un bisogno quasi maniacale di essere coinvolti in attività quotidiane, pena la sofferenza di tutti quanti e… la distruzione della casa, per dirne una.

I bisogni insoddisfatti

Fatta eccezione per le particolari esigenze dei cani con una storia genetica peculiare, lo stato di irrequietezza potrebbe anche dipendere dall’insoddisfazione dei bisogni fondamentali del nostro compagno a quattro zampe. Solitamente la noia è un fattore che potrebbe indurre un individuo all’irrequietezza, ma anche l’isolamento sociale forzato o l’impossibilità di esplorare ambienti nuovi e stimolanti, oppure una scarsissima interazione sociale con gli individui verso cui lui ha sviluppato un attaccamento affettivo profondo. Va da sé che un cane ha dei bisogni dettati dalla sua etologia di animale curioso e sociale, quando questi non sono soddisfatti la risposta comportamentale dettata da uno stato di profondo malessere può essere l’agitazione costante e un alto livello di reattività.

In tutto ciò non dobbiamo dimenticare bisogni molto più basilari, come la fame e la sete: se un cane è malnutrito, o se ha difficoltà a soddisfare la sete, potrebbe risultare alterato nel suo comportamento e tendere all’eccitazione. Sappiamo benissimo che pare assurdo dover scrivere certe cose, ma purtroppo non sono rari i casi di pessima nutrizione dei cani, troppo poco o troppo tanto cibo, o alimentazione di infima qualità, persino, in alcuni casi, una limitata possibilità d’accesso all’acqua.

Lo stato di salute

Quando cerchiamo di comprendere il comportamento di un cane, soprattutto quando abbiamo sentore che vi sia qualcosa di anormale, non dobbiamo mai dimenticarci della possibilità che lui non stia bene. Un malessere, come per esempio un dolore acuto che si presenta ad intervalli irregolari, o uno stato debilitante che genera emozioni negative come la paura, potrebbero portare all’iper-eccitazione di un soggetto che non riesce a gestire – ad allontanare – quello stato che è fonte di sofferenza. Naturalmente una visita dal medico veterinario potrebbe far emergere un possibile stato patologico alla base dell’alterazione comportamentale del nostro compagno.

Ansia, paura, maltrattamenti, violenza

Per finire raggruppiamo tutta una serie di elementi che possono indurre un cane all’iper eccitazione e facile alla reattività. Alle volte alcune persone, convinte che il cane sia una “cosa” da trattare con violenza, da sottoporre a costante stress e maltrattamenti vari, come il causargli continuo dolore, o che sia indispensabile rivolgersi a lui sempre in modo provocatorio, irruento, insomma, violento, con il preciso scopo di generare in lui una sorta di “timore reverenziale”, creano un ambiente di vita che genera ansia costante, cronica. In questo stato un cane può rispondere, per varie ragioni, alzando sempre più il livello di eccitabilità fino alla totale perdita di autocontrollo.

Scarsa socializzazione

Questo stato di malessere però può anche essere la conseguenza di una scarsa socializzazione del nostro compagno sia con i suoi simili che con gli ambienti. Uno stato d’ansia costante, che induce all’iper eccitazione, potrebbe anche aver origine dall’apprendimento che il nostro cane in età infantile ha avuto dalla madre, o più in generale, dal gruppo nel quale ha vissuto. Nel periodo infantile un cucciolo è una sorta di spugna e assimila gli stati emotivi dei suoi referenti sociali principali. Se, per fare un esempio, una madre dovesse mostrare paura o rabbia nei confronti degli esseri umani in presenza dei suoi cuccioli, in modo ripetuto, ecco che i piccoli potrebbero sviluppare avversione per tali referenti. Di fatto loro non avrebbero un motivo per temere o essere aggressivi con gli esseri umani, lo hanno appreso in un periodo importante della loro vita dalla madre, o da chi per lei. Questo vale anche per i cani che vivono con noi, soprattutto se cuccioli.

I nostri atteggiamenti nei confronti delle altre persone o degli altri cani, potrebbero influenzare moltissimo il comportamento futuro dei nostri compagni. Ancora una volta essere consapevoli di quello che si fa, soprattutto con i cuccioli, è qualcosa di molto importante, se non determinante, per il comportamento futuro dei nostri amici cani. Inoltre va detto che bisognerebbe prestare attenzione anche al fatto che i cani, soprattutto quelli che vanno di moda in un certo periodo storico, vengono allevati in modo pessimo per assecondare le innumerevoli richieste di mercato. Questi cani nascono in luoghi orribili e le madri con le quali vengono lasciati pochissimo tempo sono in uno stato psicologico pessimo, tenute in gabbiette a fare da fattrici fin tanto che resistono. Da tutto questo è un miracolo vero e proprio se il nostro cuccioletto acquistato a buon prezzo dal “cagnaro” di turno, o da un annuncio su un qualsiasi sito di e-commerce, non sviluppi patologie del comportamento, vista l’importanza cruciale che hanno i primi mesi di vita. Come minimo ci sarebbe da aspettarsi un individuo irrequieto, afflitto da ansia e da incapacità di sviluppare un equilibrato autocontrollo.

Qualche consiglio utile

Un cane che mostra frequenti stati di irrequietezza e agitazione può essere aiutato, certo non è facile vivere con un individuo del genere, ma alle volte la sua condizione è causata da una scarsa attività fisica e dalla noia,  quindi non dimentichiamo che nella nostra quotidianità dovremo poter offrire al nostro compagno la possibilità di fare moto, e per questo potrebbero bastare delle belle passeggiate in un contesto tranquillo, dove possa perlustrare a livello olfattivo, cosa molto importante per attivare maggiori livelli di concentrazione che hanno il potere di abbassare proprio il livello di eccitazione, e fare anche qualche attività mentale, come risolvere rebus e giochi simili. Fornire poi un’alimentazione più adeguata allo stile di vita e ai bisogni del nostro cane: troppo spesso non diamo importanza a questo fattore, ma una buona alimentazione potrebbe cambiare radicalmente lo stato, anche psicologico, del nostro compagno. Per questo suggeriamo di rivolgersi ad un medico veterinario esperto in nutrizione, l’improvvisazione, o i consigli del “parchetto”, sono per lo più da evitarsi. Infatti non dimentichiamo che ogni individuo è a sé stante e quello che va bene per uno potrebbe essere dannoso per l’altro.

Se invece abbiamo preso con noi un cane che ha in sé una genetica particolarmente “spinta” queste normali cose non saranno sufficienti, e il nostro impegno dovrà essere molto maggiore e assolutamente costante, in tal caso suggeriamo di rivolgersi ad un buon educatore o istruttore cinofilo che potrà valutare i bisogni specifici del nostro cane per suggerire il tipo di attività e di organizzazione quotidiana indispensabile per il suo benessere, e la nostra serenità.

Vivere con un cane è sicuramente qualcosa di molto impegnativo, a maggior ragione se abbiamo scelto, magari solo per estetica, cani di particolari tipologie. Abbiamo a che fare con un animale dalle immense facoltà cognitive che necessità di poter vivere appieno la sua vita, da protagonista, insieme a noi. Escludendo la patologia comportamentale, della quale qui non abbiamo fatto che una breve menzione, per il resto sta a noi comprendere il nostro compagno e metterci letteralmente in gioco con lui e non contro di lui. Alle volte ci possiamo render conto di aver fatto una scelta sbagliata in passato, capita, ma se ci impegnano veramente possiamo anche porvi rimedio e evitare di commettere altri errori in futuro.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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