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25 Settembre 2022
9:00

Perché il mio gatto è diventato improvvisamente affettuoso? 7 possibili motivi

A volte i gatti modificano il loro comportamento, diventando improvvisamente affettuosi. Questo cambiamento può essere dovuto all'età, ma anche a una richiesta di attenzioni che nasconde stress o ansia. Vediamo tutti i possibili motivi.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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I gatti sono spesso descritti come anaffettivi e opportunisti, eppure chi vive con loro giura e spergiura che trattasi di banali luoghi comuni. Non solo i gatti sanno esprimere il loro affetto e sanno dimostrare di gradire quello che viene rivolto loro, ma sono persino in grado modificare il loro comportamento e diventare affettuosi, talvolta, in maniera inattesa. Questi cambi di scenario possono avere varie ragioni.

A volte ad esempio, i gatti diventano più affettuosi invecchiando, in altri casi una maggiore richiesta di attenzioni può nascondere stress o ansia. Vediamo, allora, quali possono essere i motivi che portano i gatti a cambiare il loro comportamento.

Effetto della socializzazione

Con i micetti sotto i 2 mesi può accadere che l’affettuosità esploda improvvisa sotto forma di intense fusa, appena i piccoli realizzano di potersi fidare dell’essere umano che si sta prendendo cura di loro. La familiarità maturata consente ai micetti di vedere nell’altro un individuo degno di fiducia ma anche qualcuno su cui trasferire il proprio bisogno di protezione e di calore.

Età senile

Una delle trasformazioni più tipiche cui si possa assistere vivendo con un gatto anziano è che, a mano mano che l’età avanza con i suoi acciacchi e le sue fragilità, il micio si mostri sempre più affettuoso e alla ricerca perenne di contatto fisico. È un po’ come se tornasse cucciolo e ad aver bisogno di costanti rassicurazioni, di sentirsi protetto e amato.

La mia esperienza personale mi suggerisce che il cambiamento si manifesta, spesso, in corrispondenza della perdita di alcune abilità fisiche o cognitive da parte del micio.

Libertà dal dolore

Quando un gatto sta male, prova dolore o un qualunque impedimento di natura fisica, tende a ritrarsi, ad evitare i contatti sociali, è totalmente concentrato sul cercare di stare meglio o, quanto meno, controllare il poco che è nelle sue possibilità. Appena la questione di risolve, ad esempio, dopo una terapia appropriata, il gatto può lasciarsi andare in manifestazioni di sollievo e di giubilo che potremmo definire esattamente “affettuosità”.

Ricongiungimento con la "sua" persona

Un gatto potrebbe anche diventare improvvisamente affettuoso perché in casa o nella stanza è entrata una persona con cui sente di avere un legame specifico. Magari fino a poco prima bighellonava indifferente verso tutti e tutto ma appena compare la “sua” persona, ecco sciogliersi in moine e strofinamenti esclusivi.

Libertà dall’ansia e lo stress

A diventare affettuosi possono anche essere gatti che, magari dopo anni, sentono di essere usciti da una situazione di stress cronico o di disagio. Ad esempio, gatti con un intenso bisogno di avere un accesso all’esterno possono diventare incredibilmente sociali e affettuosi in un contesto che conceda loro più contatto con un ambiente naturale.

Libertà dalla competizione

Oppure, possono modificare drasticamente atteggiamento gatti che, dopo una vita di convivenza con un proprio simile, rimangono l’unico gatto di casa e non devono più competere per le attenzioni del pet mate, l'accesso al cibo o alla lettiera.

Affettuosità “da stress”

A dirla tutta, però, un gatto che mostri una ricerca di un contatto perenne, che si strofini in modo quasi ossessivo su persone e oggetti familiari, che esprima difficoltà a rimanere solo, magari mostrando un attaccamento quasi morbosi ad una o più persone, andrebbe considerato “affettuoso” con molta parsimonia. Talora, infatti, l’eccesso di attenzioni che vengono richieste può celare dello stress o una condizione di ansia, dovute ad una incapacità di adattarsi al contesto.

In questi casi, la tentazione di bearsi per quanto il micio si mostri dipendente da noi è molto alta, anche perché gratifica la nostra parte sociale e il nostro sistema di attaccamento. Tuttavia, la cosa migliore è affrontare la situazione – magari con l’aiuto di un esperto – per capire cosa poter fare per renderlo più autonomo e, quindi, maggiormente in grado di poter contare sulle proprie risorse interiori.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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