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26 Gennaio 2024
9:00

Motivi per non accarezzare i cani che incontri per strada

Rispetto verso il cane, rischio di reazioni imprevedibili e possibili aggressioni: questi sono solo alcuni dei motivi per cui dovremmo evitare di accarezzare un cane sconosciuto incontrato per strada.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Incontrare un cane per strada, accompagnato dal suo compagno umano, suscita spesso la voglia di interagire con lui. Tuttavia, ci sono diversi motivi per cui sarebbe meglio evitare di accarezzarlo. È infatti importante considerare alcuni aspetti fondamentali prima di avvicinarsi a un cane sconosciuto, primo fra tutti la sicurezza: il cane potrebbe sentirsi minacciato dall'attenzione insolita e reagire negativamente. Inoltre può anche accadere che l’umano non apprezzi troppo le attenzioni che un estraneo può rivolgere al suo compagno a quattro zampe, e per questo vi possono essere molte ragioni, più o meno valide. Sta di fatto che il contatto fisico è qualcosa di molto intimo e, se vogliamo invasivo, e non tutti sono disponibili ad assecondare le nostre pulsioni. Ma vediamo di fare alcune riflessioni in merito.

Rispetto dell’individualità del cane

Ogni cane è un individuo con una personalità unica. Presupporre che tutti i cani gradiscano essere accarezzati è un errore comune. I cani familiari possono tollerare certi tocchi grazie alla fiducia che hanno nei confronti dei loro compagni umani, ma ciò non si estende ai cani incontrati casualmente. Questi cani potrebbero non gradire le stesse attenzioni o potrebbero interpretarle come una minaccia.

C’è da dire che noi umani, date le nostre caratteristiche di specie, siamo molto propensi ad entrare in contatto con qualunque cosa e continuamente. Toccare, per noi, è quasi un imperativo, e difficilmente ci poniamo delle domande su come questo comportamento possa essere inteso dagli altri, dato che le nostre buone intenzioni a noi sono chiare e innegabili. Ci aspettiamo perciò che siano indubbie anche agli occhi degli altri, ma non è affatto così, almeno non sempre.

Naturalmente vi sono molti cani che apprezzano sia le attenzioni che il contatto fisico con chiunque, ma è ovvio che questo non possa essere esteso a tutti i cani.

Un possibile maltrattamento per i cuccioli

I cuccioli di cane, date le loro caratteristiche et-epimeletiche (ossia che suscitano in noi il desiderio di accudimento sollecitando la nostra forte motivazione epimeletica) vengono manipolati troppo, soprattutto da estranei. Una persona potrebbe essere indotta a credere che il suo cucciolo più verrà manipolato nel periodo infantile da chiunque più sarà socievole da adulto, ma questo è un grave errore. Un conto è una buona socializzazione e un conto è un eccesso di stimolazioni. L’effetto di eccessive manipolazioni è anche possibile che non si veda subito, ossia all’apparenza i cuccioli possono sembrare gradire tutte queste attenzioni, ma con l’approssimarsi dell’adolescenza ecco che il nostro compagno potrebbe mostrarsi restio al contatto con gli altri, o addirittura alla sola vicinanza degli estranei, proprio in virtù di un’eccessiva stimolazione in età infantile.

Potrebbe sviluppare anche timidezza o, addirittura, un comportamento assertivo preventivo aspettandosi un imminente “invasione di campo” da parte di un estraneo, anche quando questo ha un atteggiamento amichevole. La frustrazione di non essere capito, di non potersi sottrarre a questa sorta di violazione della privacy, e l’idea che i propri compagni umani non facciano nulla per impedire questa evenienza può addirittura sfociare in comportamenti aggressivi. Il fatto è che i segnali di disagio nel cane possono essere fraintesi o facilmente non essere notati, dando il via ad una escalation di stress alla quale un soggetto non trova soluzione.

Reazioni imprevedibili e rischio di aggressione

Un cane sconosciuto potrebbe reagire in modo imprevedibile all'essere accarezzato, soprattutto se la carezza avviene in parti del corpo che per loro sono assai sensibili o danno adito a pensare ad una aggressione. Ci sono alcune posture che richiedono una certa intimità e fiducia per essere accettate, dato che nella “lingua del cane” potrebbero essere interpretate in modo diverso rispetto quelle che sono le nostre intenzioni.

Per fare un esempio ciò accade quando nel toccare e accarezzare un cane ci troviamo ad “abbracciarlo”, ossia quando il nostro braccio avvolge il collo e poggia sulle spalle del cane. Questo comportamento può essere accettato e gradito da cani particolarmente socievoli, o da cani con i quali c’è un legame di conoscenza e affetto, ma potrebbe essere inteso nello stesso modo in cui viene inteso tra cani, soprattutto non familiari, ossia come comportamento di “prevaricazione”.

Infatti quando un cane poggia la testa sulla schiena di un altro cane, all’altezza delle spalle (del garrese, per essere più precisi), l’individuo si irrigidisce e potrebbe rivoltarsi per allontanare il cane che lo sovrasta. E questo è qualcosa di “normale” tra cani. Vero è che i cani, vivendo con noi, possono apprendere che le nostre intenzioni sono ben differenti da quelle di un cane, ma ciò non significa che gradiscano questo tipo di approccio, soprattutto da uno sconosciuto.

Mantenere una distanza rispettosa

Approcciare un cane sconosciuto richiede cautela e rispetto per il suo spazio personale. Accarezzare un cane senza conoscere le sue reazioni può essere rischioso sia per l'individuo che per il cane stesso, lo ribadiamo. Mantenere una distanza di rispetto e osservare il comportamento del cane prima di qualsiasi interazione può aiutare a prevenire situazioni di stress o pericolo. Questo richiede però un minimo di conoscenza del linguaggio del corpo dei cani, o quantomeno il prendersi la briga di osservarlo senza sovrapporre a ciò che il cane fa la nostra intenzione, come se quella bastasse all’accettazione. Insomma, un po’ di sguardo critico può aiutare nella maggior parte delle situazioni, come detto.

Naturalmente teniamo presente che il cane, se al guinzaglio, magari tenuto corto dall’umano di riferimento, avrà una possibilità limitata di comunicare, soprattutto di prendere distanza in caso ne sentisse il bisogno, e non sempre gli umani sono in grado di comprendere gli effetti di questa condizione, quindi alle volte, anche se chiediamo il permesso di accarezzare il cane, e questo ci viene dato senza alcuna restrizione, non significa che sia la cosa giusta da fare per il cane, che potrebbe essere incompreso.

Se manteniamo questo spazio e ci mostriamo amichevoli potremmo anche valutare se è il cane stesso che desidera venire a conoscerci oppure no. Se gli piombiamo addosso, chiaramente, le sue possibilità di comunicazione sono ridotte al minimo.

Condizioni di salute del cane

Un cane potrebbe essere affetto da patologie che gli causano dolore acuto in varie parti del corpo, e questo li spinge a reazioni molto intense sia in prevenzione che in risposta alla stimolazione da contatto. Per esempio, cani con orecchie particolarmente lunghe, pendenti, con padiglioni auricolari molto pelosi, possono essere soggetti ad otiti, anche croniche, che causano dolore molto intenso. Ecco che quando una persona, con tutte le buone intenzioni del mondo, avvicina la mano alla loro testa, in anticipazione del dolore che potrebbe provare, il cane potrebbe scattare per fermarci. Teniamo presente quanto un otite cornica possa essere dolorosa e quando sia sensato da parte di un cane il voler scongiurare questa evenienza, al di là delle nostre buone intenzioni o del fatto che noi possiamo ignorare questa condizione. Giusto per onore di inventario, a questa condizioni possono essere esposti cani come i Cocker Spaniel e i Cavalier King Charles.

Il mal di denti o dolori articolari particolarmente acuti possono essere altri esempi di una condizione di salute alterata che possa spingere un cane ad una reazione all’apparenza immotivata. Non dimentichiamo poi che vi possono anche essere problemi legati alla senilità, come per esempio la cataratta, o comunque una parziale cecità. In questo caso un cane potrebbe non accorgersi per tempo dei nostri gesti rivolti verso di lui e reagire spaventandosi dato che, per esempio, la nostra mano appare dal nulla improvvisamente.

In merito a questa condizione ci sono razze più predisposte di altre, a prescindere dalla loro età, come per esempio gli Australian Shepherd, soprattutto i doppio Merle, riconoscibili dal mantello particolarmente chiaro e da occhi azzurri, con pupille particolarmente piccole. Questi cani nascono con tare genetiche di vario tipo tra le quali parziale o totale cecità e sordità. Oltre al gene doppio Merle alcuni cani conduttori come per esempio i Collie, possono soffrire di un complesso di patologie ereditarie dell’occhio che possono causare ipovisione e cecità giovanile.

Insomma, benché un cane possa essere generalmente socievole, il suo stato di salute potrebbe interferire con la sua buona disposizione al contatto fisico, e questa è certamente una buona ragione per chiedere sempre all’umano di riferimento prima di approcciare un cane, ma anche per soffermarsi a fare delle considerazioni prima di invadere lo spazio fisico di un cane a noi sconosciuto.

Conclusione

È fondamentale rispettare il benessere e la sicurezza dei cani che incontriamo per strada, nonché la nostra. Chiedere sempre il consenso al compagno umano prima di interagire con un cane, e prestare attenzione ai segnali che il cane stesso può comunicare è cruciale per garantire un'interazione positiva e sicura per entrambi. L’invadenza e l’arroganza che possono trasparire da un approccio scorretto, anche involontario, ci impone di essere più consapevoli delle nostre azioni e dei nostri atteggiamenti.

Non abbiamo qui approfondito il tema delle posture inappropriate che siamo soliti adottare nei confronti dei cani, o del modo sbagliato in cui li tocchiamo, mantenendo il focus su altri aspetti, ma naturalmente il non averli trattati qui non significa certo che non siano importanti. Il fatto è che noi umani, spesso, non mettiamo nemmeno sotto critica il nostro impulso al contatto fisico con un cane, al poterlo accarezzare, se lo vogliamo, come se i cani fossero al mondo esclusivamente per questo scopo. Beh, facciamocene una ragione, non è necessariamente così. Soprattutto quando in tutto ciò possono essere coinvolti dei bambini, che naturalmente hanno una forte propensione al contatto con i cani, ma non hanno strumenti di valutazione della situazione adeguati, un compito che spetta agli adulti.

Detto questo, concludiamo con una breve chiosa sul comportamento degli umani responsabili dei loro cani: consideriamo che a discapito di quanto possa farci piacere l’avere un compagno socievole con le persone, non sempre il nostro cane è ben disposto e non c’è alcun problema se alla richiesta di toccare il nostro cane rispondiamo che è meglio di no, perché a lui la cosa non fa affatto piacere, senza doverci per forza sempre inventare che sia malato di qualche strana e sconosciuta patologia contagiosa. Cosa che spesso accade perché culturalmente le persone, come detto, si sentono autorizzate a poter toccare e smanacciare qualsiasi cane, e se per caso gli viene chiesto di non farlo chiedono immediatamente se il cane sia malato, o maleducato, o non sia stato adeguatamente addestrato, insomma, chiedono che cosa abbia che non va, dato che da che mondo e mondo i cani si possono accarezzare…

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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