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Si può bloccare un comportamento che riteniamo sbagliato di un cane?

Molti cercano di correggere comportamenti indesiderati nei cani, come abbaiare troppo o tirare al guinzaglio. Ma prima di decidere se è possibile fermare questi comportamenti, dobbiamo capire la loro natura.

3 Ottobre 2023
13:03
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Membro del comitato scientifico di Kodami

L’educazione dei cani è una sfida che molte persone affrontano, spesso con la speranza di correggere ciò che considerano comportamenti indesiderati. La domanda centrale è: è possibile bloccare un comportamento del cane che riteniamo sbagliato? Prima di rispondere a questa domanda, è essenziale comprendere la natura dei comportamenti spesso considerati errati, come abbaiare eccessivamente, mordere, tirare al guinzaglio, e così via.

Quali sono i comportamenti ritenuti sbagliati di un cane?

I comportamenti che consideriamo più di frequente sbagliati spesso derivano dalla prospettiva umana ma è importante riconoscere che il concetto di "sbagliato" non può essere applicato in modo assoluto al mondo canino. Questi animali agiscono in base alla loro storia evoluzionistica, che predispone vocazioni e orientamenti del comportamento in risposta a determinate situazioni, senza dimenticare le componenti emozionali che agiscono prepotentemente sulla cognizione, ingredienti la cui influenza sul comportamento espresso può variare ampiamente a seconda del singolo individuo, ossia dell’esperienza soggettiva.

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Ad esempio, un cane che abbaia potrebbe farlo a causa dell'ansia, della paura o della noia piuttosto che semplicemente per eccitazione. Capire la causa scatenante di un comportamento è fondamentale per affrontarlo in modo efficace, ma soprattutto per essere in grado di prevenirlo evitando al cane di trovarsi nelle condizioni di esprimerlo, o quantomeno mitigando gli elementi scatenanti che rendono questo comportamento adattativo per lui.

Come affrontare i comportamenti "sbagliati" di un cane con l'educazione e il rinforzo positivo

La correzione dei comportamenti indesiderati richiede un approccio che tenga conto della complessità del mondo canino. L'educazione cinofila, basata sul rinforzo positivo, si è dimostrata un metodo efficace per modificare i comportamenti. Questo metodo si basa sulla ricompensa dei comportamenti desiderati anziché sulla punizione dei comportamenti indesiderati. Ad esempio, per ridurre il tirare al guinzaglio, si può premiare il cane quando cammina accanto al "compagno umano" senza farlo.

Ovviamente tutto ciò non basta: non è solo questo che va a modificare un comportamento, sono le condizioni generali del cane, le sue conoscenze, la sua soggettività che entrano in campo, come detto, e non è solo il premiare con un bocconcino un comportamento che modificherà i bisogni insoddisfatti e le pulsioni del nostro compagno. Inoltre, il processo di apprendimento di un nuovo comportamento o di una nuova modalità di espressione di un comportamento già acquisito, insomma il training, deve essere “personalizzato”, tenendo conto delle peculiarità individuali del cane e delle sue motivazioni, o meglio, dei suoi bisogni specifici.

Come prevenire i comportamenti sbagliati di un cane e migliorare il vostro rapporto

Proviamo a fare delle considerazioni su un possibile comportamento espresso da un cane che in qualche modo rappresenti per noi un problema. Oltre che cercare di comprenderne le ragioni e le condizioni che lo rendono probabile e “giusto” o “necessario” agli occhi del nostro compagno a 4 zampe, dobbiamo anche tener presente l’età, insieme con tutte le altre caratteristiche psicologiche che possono dipendere, tra l’altro, dall’appartenenza o meno ad una razza specifica su cui la selezione artificiale ha spinto parecchio magari proprio su quel comportamento che a noi da noia: che un cane da guardiania faccia la guardia non dovrebbe stupirci, piuttosto dovremmo chiederci cosa credevamo che significasse fare la guardia prima di aver preso con noi un cane con queste caratteristiche. Abbiamo valutato bene il contesto nel quale avrebbe vissuto? Abbiamo ben ponderato quali sarebbero stati i risvolti delle sue vocazioni sul genere di vita che noi conduciamo? Spesso la risposta a queste domande, e altre, è: No! Affatto!

L’età, dicevamo, sembra superfluo puntualizzarlo, ma un adolescente affronterà il mondo in modo differente da un cucciolo o da un adulto. Forse non ci ricordiamo come eravamo noi nelle varie fasi della nostra vita, e quanto i nostri interessi, comportamenti, bisogni e desideri siano cambiati nelle varie fasi. Anche la capacità di un individuo di comprendere un rimprovero, di comprendere cosa stiamo dicendo e cosa vogliamo da lui in quel momento varia insieme con l’esperienze e l’età.

La prevenzione dei comportamenti indesiderati inizia con la comprensione delle esigenze del cane dunque. Garantire al cane opportunità di esercizio fisico e mentale, socializzazione adeguata e un ambiente stimolante può ridurre la probabilità che si sviluppino comportamenti problematici. Inoltre, stabilire una relazione basata sulla fiducia e sulla comunicazione è essenziale per ottenere una convivenza armoniosa.

Ma quindi, non possiamo mai interrompere un comportamento del nostro cane?

La risposta a questa domanda è complessa ma, in breve, è: certo che sì! Possiamo rimproverare il nostro cane, il punto è come lo facciamo e quando lo facciamo, ma anche se quello che facciamo può essere in qualche modo compreso dal nostro cane, altrimenti il nostro comportamento sarà frainteso, non sortirà gli effetti desiderati, e rischierà di causare conflitti inutili.

Se abbiamo una buona comunicazione con il nostro cane, se l’intesa che abbiamo costruito è ottimale – il che richiede tempo e molte esperienze condivise, oltre che una buona dose di tolleranza dell’altro da parte nostra – l’intensità con la quale chiediamo al nostro cane di fermarsi, di smettere di fare quello che sta facendo, eccetera sarà minima, addirittura per la maggior parte delle volte basterà uno sguardo serio e deciso, o un brontolio da parte nostra perché il nostro cane capisca non già che quello che sta facendo è sbagliato in assoluto, ma che lo è per noi.

Per commentare quanto scritto ora, ossia la differenza tra qualcosa che è “sbagliato” e qualcosa che lo è per noi, esclusivamente per noi, ci sarebbe bisogno di scrivere un saggio, in realtà, e forse non basterebbe. Ci sia sufficiente comprendere che ciò che noi consideriamo “sbagliato” non è detto che lo sia anche per gli altri, pensiamo solo alle differenze che ci possono essere tra persone di culture diverse, figuriamoci tra individui di specie diverse.

Il fatto è che la relazione tra noi e il nostro cane è sempre al centro, e se noi vivessimo con qualcuno che non fa altro che urlarci addosso, interrompere tutto quello che facciamo senza indicarci, o mostrarci quello che possiamo fare, con qualcuno che risulta ai nostri occhi incomprensibile e aggressivo, beh, inutile dire come le cose in breve tempo possano andare a finire: le incomprensioni non faranno altro che lievitare e con loro i problemi.

Detto questo dovremo anche considerare il fatto che vi siano dei comportamenti che difficilmente il nostro cane riuscirà a gestire in particolari situazioni troppo attinenti alla sua natura come, per esempio, il pretendere che il nostro cane, magari un Pointer ci cammini accanto bello rilassato mentre attraversiamo un bosco pieno di odori inebrianti di animali selvatici: è qualcosa che difficilmente otterremo, e forse è anche profondamente ingiusto pretenderlo. Lavorando con un buon educatore potremo invece giungere a compromessi che possano rendere felici noi e lui, consentendoci di imparare dal nostro cane mentre gli spieghiamo cosa vorremmo da lui, per arrivare insieme ad un’intesa equilibrata per entrambe le parti.

Le nostre reazioni emotive

Alla fin fine, però, siamo esseri umani. Siamo preda delle nostre emozioni e delle nostre debolezze. Il fatto è che il nostro compagno canino dovrà, volente o nolente, adattarsi a noi e alle nostre manie e bizze. Purtroppo a lui non è dato di scegliere. Lo strillone, giusto o no che sia, ci scapperà. Il moto di rabbia in certi momenti è inevitabile per molti di noi. Non sempre possiamo vestire i panni del “buon cinofilo”: insomma, la vita è complicata e noi ci siamo in mezzo con lui.

Quello che però possiamo fare è limitare i danni, soprattutto con cani giovani, immaturi alla vita, i quali ci guardano con il desiderio di imparare come ci si muove nel mondo e in questo contano più i fatti che le parole. Per i fatti però serve vita condivisa, tempo trascorso insieme. Ed ecco che allora la necessità di interrompere un comportamento, o il manifestarsi di situazioni conflittuali tra di noi, saranno rari momenti, che se vissuti con la giusta intensità, ci consentiranno di crescere insieme ulteriormente.

I cani non hanno alcun interesse nel prendersi gioco di noi, di farci i dispetti, di dimostrare chi sia il "Re della Montagna": queste cose sono peculiarità nostre, e troppo spesso le proiettiamo su di loro, specchiandoci. Se abbandoniamo, per quanto possibile, questa prospettiva distorta sarà chiaro che ciò che consideriamo “sbagliato” non sempre lo è. Che ciò che ci fa arrabbiare, spesso è una frustrazione che ha più a che fare con noi e il nostro contesto sociale, che con lui.

Per esempio, non c’è nulla di male per un cane nel marcare laddove un altro cane ha già marcato prima di lui, ma magari per noi potrebbe essere un problema che lo faccia sulla vetrina di un negozio. Ecco, questo è un esempio per cui il nostro cane può anche interrompersi se lo richiamiamo, può anche imparare a trattenersi in quella situazione particolare, ma non potrà certo comprendere il motivo per cui non vogliamo che lui faccia quella cosa tanto naturale, e forse anche necessaria, a suo modo di vedere. Rispettiamo la pazienza che il cane mostra nell’assecondarci anche senza poterci sempre comprendere appieno. Alle volte dovremmo anche noi essere capaci di tanto…

In conclusione, l'idea di bloccare "comportamenti sbagliati" in un cane richiede un approccio complesso e consapevole della sua natura. L'educazione cinofila basata sulla costruzione di una relazione completa ed equilibrata e la comprensione delle origini alla base dei comportamenti dei cani sono elementi chiave per gestire e migliorare la convivenza con il nostro amico a quattro zampe.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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