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18 Marzo 2024
12:22

Quali sono le differenze tra Akita Inu e Shiba Inu

Lo Shiba Inu non è un Akita Inu in miniatura, ma una razza completamente diversa. Tra Akita e Shiba ci sono differenze non solo estetiche, ma anche comportamentali.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Akita Inu e Shiba Inu sono due razze di origine giapponese appartenenti al gruppo 5 (Cani di tipo Spitz e Primitivo) e alla sezione 5 (Spitz asiatici e razze affini). Sebbene siano nati nello stesso paese, tra questi due cani vi sono in realtà alcune differenze sia dal punto di vista estetico che comportamentale.

Prima di tutto l'Akita è di taglia grande, mentre lo Shiba non supera i 41 centimetri di altezza e i 15 chili di peso. L'Akita Inu, inoltre, è stato a lungo un guardiano dei terreni e un protettore degli esseri umani. Venne anche destinato ai combattimenti con gli altri cani, divenuti illegali a partire dal 1905. La selezione operata dall'uomo ha fatto quindi in modo di privilegiare doti come quelle legate alla motivazione competitiva e quella protettiva. 

Lo Shiba, invece, veniva utilizzato nelle attività venatorie e, infatti, porta con sé alcuni tratti caratteristici dei cani da caccia. In particolare è dotato di una spiccata motivazione perlustrativa, che lo porta ad avere il desiderio di mappare il territorio che lo circonda.

Queste caratteristiche, ovviamente, sono generali e non riguardano tutti gli individui. Ogni cane, infatti, ha una personalità unica, che può distanziarsi in maniera anche importante dagli interessi tipici della razza. Il carattere di un cane non dipende solo dalla sua genetica, ma anche dalle esperienze che affronta durante la vita e dalle opportunità espressive che gli vengono offerte dai propri umani.

Le origini dell'Akita Inu e dello Shiba Inu

Entrambe le razze hanno origini antichissime, i cui dettagli si perdono nella storia. Per quanto riguarda l'Akita Inu, si sa per certo che tutto ebbe inizio nell'isola di Honshu, a Nord dell'arcipelago nipponico. Alcuni scavi archeologici, infatti, hanno portato alla luce tracce di cani molto simili all'Akita odierno. Probabilmente si trattava degli antichi Matagi Inu, che vengono considerati spesso gli antenati della razza moderna.

Fu a partire dal XVII secolo che cominciarono a svolgere anche il ruolo dei guardiani delle miniere d'oro, dove sorvegliavano anche i lavoratori. I samurai, inoltre, li sceglievano come compagni di vita e riservavano loro interi appartamenti. L'Akita divenne quindi un simbolo di salute e buona sorte.

A partire dall'Ottocento cominciarono anche i combattimenti e gli Akita vennero incrociati con cani come il Tosa e il Mastiff. Queste operazioni venivano svolte con l'intento di aumentarne coraggio e dimensioni. Nel 1908 i combattimenti divennero illegali, ma il Giappone mantenne un forte legame con la razza e, infatti, nel 1927 venne dichiarato monumento naturale nazionale.

Visse poi una forte crisi durante la Seconda Guerra Mondiale, quando molti individui vennero uccisi e, in seguito, la razza dovette affrontare nuovi incroci per evitare di scomparire per sempre.

A donare ulteriore notorietà all'Akita Inu vi fu poi la storia di Hachiko, che rimase per anni in attesa del suo umano scomparso davanti stazione Shibuya, a Tokyo. Oggi in quel luogo sorge una statua in suo onore.

Lo Shiba ha a sua volta una storia molto antica alle spalle. Si narra che le prime testimonianze di "cani somiglianti a una volpe" risalgano al 600 a.C. Fin dalle loro origini venivano impiegati principalmente come cani da caccia al daino, al cinghiale e ai volatili.

Nel XIX secolo la razza conobbe un'epoca buia a causa dell'importazione di molte razze europee. Fortunatamente però alcuni appassionati si impegnarono per evitarne la scomparsa. Nel Novecento un veterinario di nome Saito raggruppò e descrisse le razze nipponiche dando vita allo Shiba che conosciamo oggi. Lo standard di razza venne stilato nel 1937 e, in quell'occasione, anche questo piccolo cacciatore venne definito monumento nazionale nipponico.

Ancora una volta fu la II Guerra mondiale a portare una forte riduzione del numero di questi cani, ma già dagli anni Ottanta del Novecento divenne famoso in tutto il mondo. Al giorno d'oggi viene spesso adottato anche come cane da compagnia, sebbene mantenga il coraggio e l'ostinazione tipiche dei cacciatori.

Caratteristiche dell'Akita Inu

L'Akita Inu è un cane di taglia grande che può superare i 70 centimetri di altezza e i 45 chili di peso, anche se le femmine sono più piccole e generalmente non superano i 30 chili. Ciò che lo contraddistingue è il suo folto mantello con una base monocolore (rosso, sesamo, tigrato o bianco) e alcune zone bianche. La coda è quella tipica degli spitz ed è quindi arrotolata verso l'alto e ricoperta di pelo fitto e voluminoso.

La selezione avvenuta nei secoli per mano dell'uomo ha fatto dell'Akita Inu un cane fortemente affiliativo, che ama proteggere i propri umani e difendere il territorio che ritiene sotto il suo controllo. Gli incroci avvenuti in passato per renderlo un cane adatto ai combattimenti ha fatto sì che venisse privilegiata anche la motivazione competitiva, abbinata anche a una motivazione predatoria, che può portarlo a voler inseguire gli oggetti in movimento.

Caratteristiche dello Shiba Inu

Lo Shiba Inu porta con sé un importante tratto comportamentale tipico dei cani da caccia. Spesso, infatti, questi piccoli cani dalle sembianze di una volpe amano perlustrare e mappare i territori, correndo lontano anche prendendo le distanze dai propri umani di riferimento. Ciò è dovuto non solo alla passione per l'inseguimento delle prede, ma anche alla loro forte motivazione cinestesica, che li rende molto attivi e vivaci.

Ma non è tutto, perché in 40 centimetri e 15 chili lo Shiba racchiude la personalità dei segugi, dei terrier e anche dei guardiani. Oltre ad essere cacciatori, hanno infatti anche una spinta competitiva e territoriale, che li porta ad essere ottime sentinelle in caso di arrivo di sconosciuti.

Lo Shiba, come l'Akita, ha un pelo ruvido e dritto, di media lunghezza, con sottopelo soffice. Il colore viene definito per entrambe le razze "urajiro" (ovvero con macchie bianche, su un fondo monocolore). Nella maggior parte dei casi è color sesamo (o rosso) e bianco.

Le differenze tra Akita e Shiba

Ciò che permette di distinguere le due razze è prima di tutto la dimensione del corpo. Per quanto riguarda la personalità, invece, l'Akita tende ad avere un'attitudine da guardiano e protettore di ciò che lo riguarda. Osserva ciò che gli accade intorno in maniera elegante e, senza dare troppo nell'occhio, rimane rispettosamente in allerta, pronto ad intervenire solo se necessario.

Lo Shiba, invece, oltre ad avere l'animo del cacciatore è anche un partecipante vivace e attivo delle esperienze a cui prende parte la sua famiglia. Non si tiene in disparte, ma vuole dire la sua opinione su ciò che vede e lo sa fare con una motivazione comunicativa più chiara e decifrabile rispetto a quella dell'Akita.

Il pet mate dell'Akita, infatti, deve allenarsi a fondo per comprendere ciò che vuole dire il suo cane. Un microscopico movimento di orecchie, una leggera strizzata di occhi o un cambio nel baricentro possono essere segnali di uno stato d'animo che solo il pet mate più attento sa leggere e capire. Chi lo saprà fare, sarà il suo vero e unico samurai.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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