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15 Febbraio 2024
9:00

Come dire a un cane di lasciare oggetti non suoi

Può accadere di dover chiedere al cane di lasciare un oggetto che sta tenendo in bocca perché è pericoloso per la sua salute o anche per altri motivi. Accettare questa richiesta non è da tutti, ma vi sono alcune riflessioni che possono aiutare a trovare la strategia giusta.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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Chiedere al cane di lasciare oggetti non suoi, o più in generale, qualcosa che sta tenendo in bocca, può essere importante per gestire le situazioni di pericolo, oppure quando afferra qualcosa di delicato o di grande valore. Queste dinamiche sono piuttosto frequenti e alcuni cani in particolare tendono a divertirsi proprio afferrando ogni oggetto possibile in questo modo.

Se risulta davvero necessario chiedere di depositarlo, bisogna saper adattare le modalità alla personalità del cane con cui si sta comunicando, in modo da evitare di innescare involontariamente dinamiche ludiche, magari basate proprio sulla competizione, complicando ulteriormente le cose.

Dobbiamo inoltre considerare che in alcuni casi ciò che il cane tiene in bocca è per lui una risorsa su cui sente il desiderio di mantenere il possesso (motivazione possessiva). Ciò potrebbe riguardare ad esempio i cani terrier di tipo bull, oppure alcuni insospettabili specialisti di questa attitudine, come i Chihuahua o i Pinscher. In questo caso, se la relazione con il proprio umano non si basa sulla fiducia reciproca e non può far affidamento su una comunicazione chiara, il conflitto può diventare ancora più complesso da gestire.

La bocca, in fin dei conti, è uno degli strumenti con cui il cane si interfaccia con il mondo, con cui lo esplora e lo analizza. È quindi piuttosto normale vedere cani che tengono in bocca oggetti e li portano da una parte all'altra. A muoverli vi è anche una motivazione (desiderio e bisogno) tipica dell'etologia della specie, ovvero la motivazione sillegica, particolarmente sviluppata nei retriever, come il Labrador e il Golden Retriever.

Perché insegnare il "lascia" al cane

A tutti può accadere di provare a togliere con le proprie mani qualcosa che il cane ha in bocca, ma questo è un comportamento davvero pericoloso. Mette infatti a repentaglio la fiducia per il pet mate e può far sentire il cane in dovere di reagire, soprattutto se la persona in questione non è membro del gruppo affiliativo, oppure usa questo comportamento frequentemente, sviluppando nel cane una sorta di sensibilità a riguardo.

L'indicazione del "lascia" può anche tornare utile per favorire alcuni comportamenti particolarmente apprezzati da noi umani. Lasciare a terra un oggetto, infatti, può essere utile nei momenti di gioco, come quando gli viene lanciata una pallina da riportare. Un cane che conosce il significato di questo termine, inoltre, in un senso più ampio e generale, sta a tutti gli effetti accettando di depositare una risorsa e concederla a qualcun altro. Ciò prevede inevitabilmente un'apertura e un'attitudine fiduciosa. Allenare questa propensione vuol dire mettere le fondamenta per una relazione profonda e per una personalità capace di interfacciarsi con il mondo che ha intorno, trovando strategie sempre nuove per comunicare.

Questi elementi non sono affatto trascurabili, perché prevedono un desiderio di condivisione e muovono la motivazione collaborativa, ovvero uno dei perni su cui ruota il rapporto tra uomo e cane. 

Come insegnare il "lascia"al cane

Innanzitutto bisogna considerare che non si tratta di una semplice indicazione verbale. Il "lascia", infatti, prevede che alla base della richiesta vi sia una sorta di complicità tra i due. Il rischio, altrimenti, come abbiamo visto è quello di spostare l'attenzione del cane sulla competizione o sulla possessività.

Se si vive spesso la situazione in cui il cane vuole tenere per sé gli oggetti non suoi e queste modalità mettono a rischio la relazione con la famiglia, il consiglio è quello di contattare un educatore cinofilo (se il cane è cucciolo) o un istruttore cinofilo (se è adulto), in modo da trovare la modalità più adeguata per il singolo soggetto ed evitare di commettere errori che potrebbero ripercuotersi anche sul rapporto futuro tra uomo e cane. Dobbiamo considerare infatti che non esiste alcuna modalità adatta a tutti i cani, perché le variabili sono numerose e implicano la conoscenza di ciò che interessa al soggetto, oltre alle dinamiche con cui è abituato ad interfacciarsi con la sua famiglia e agli oggetti con cui ama giocare.

Per provare comunque a proporre un esempio di modalità possibile, consideriamo di avere a che fare con un cucciolo che vive da qualche tempo in famiglia. In questo caso ci si può procurare due oggetti identici in tutto e per tutto. Mentre il primo lo si offre al cane, il secondo lo si tiene per sé, ci si gioca e gli si presta attenzione per qualche istanti. Il cane sarà probabilmente interessato a ciò che teniamo tra le mani e verrà quindi a vedere cosa nascondiamo.

Nell'esatto momento in cui lascerà a terra il gioco che aveva in bocca, con l'intenzione di vedere il nostro, possiamo offrirglielo, recuperando immediatamente il primo. Possiamo poi ricominciare e, quando il gioco diventa chiaro al cane, possiamo inserire il termine "lascia". Nell'istante in cui deposita al suolo ciò che sta tenendo, possiamo gratificarlo consegnandogli ciò che abbiamo tra le mani. In questo modo, oltre ad imparare il significato del "lascia", si sta lavorando anche sulla condivisione delle risorse, in modo da favorire la collaborazione e, se necessario, anche equilibrando la spinta competitiva o possessiva.

Questa è solo una delle numerosissime modalità, ma può tornare utile perché è facilmente declinabile sulla base degli interessi dei diversi cani, che potrebbero mostrarsi più divertiti da una pallina, o magari da uno straccio o da un altro gioco.

Le alternative al "lascia"

Il termine "lascia" è una scelta di noi umani, che vogliamo utilizzare proprio questa parola per trasmettere un significato. Dobbiamo però ricordare che la parola in sé non ha alcun valore per il cane, che assegna un significato al termine in base alle esperienze a cui è legato. Ciò vuol dire che gli si può chiedere di mettere a terra l'oggetto che ha in bocca anche dicendo "molla", "apri", o qualsiasi altra parola che può sembrare adeguata.

Ciò che è importante è riuscire a mantenere sempre la stessa nel tempo, in modo che l'indicazione sia chiara e coerente. 

Se da lontano vediamo il cane che sta per prendere in bocca qualcosa di potenzialmente pericoloso, possiamo inoltre pensare di intervenire prima ancora che ciò accada, provando a distogliere la sua attenzione dall'oggetto in questione, richiamandolo verso di noi, oppure proponendogli un'attività alternativa. Anche in questo caso, come spesso accade, il segreto non si nasconde nei "comandi" (che prevedono un rapporto basato sull'esecuzione di ordini) ma sulla comunicazione reciproca, fatta di comprensione, ascolto e fiducia. 

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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