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20 Luglio 2022
10:33

Lasciare il cane sul balcone è reato?

Lasciare un cane su un balcone non costituisce reato. Ciò, però, non significa che questa condotta possa essere posta in essere in maniera indiscriminata, sempre e comunque. Vediamo perché.

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Articolo a cura dell' Avvocato Salvatore Cappai
Civilista, esperto in diritto degli animali
cane balcone

Lasciare un cane in un balcone non costituisce una condotta di per sé illecita. Questa scelta può però integrare un reato al sussistere di alcune condizioni e, in particolare, se le modalità (e le tempistiche) di detenzione dell’animale in detto spazio siano tali da causare allo stesso malessere e sofferenza.

Quando lasciare un cane su un balcone è reato?

A livello nazionale non esiste alcuna norma che, in via generale, vieti di lasciare un cane su un balcone. Ciò, però, non significa che questa condotta possa essere posta in essere in maniera indiscriminata, sempre e comunque. Come si può facilmente intuire, una cosa è tenere il cane in balcone per una o due ore in un fresco pomeriggio autunnale, mentre ben altra è lasciarlo nel medesimo spazio, magari dalla superficie limitata, per intere giornate, sotto il sole estivo, senza alcuna copertura.

Nel primo caso il cane si trova in una condizione tranquilla, persino piacevole e benefica. Può respirare all’aria aperta e osservare ciò che avviene attorno a lui. Nel secondo può facilmente andare in sofferenza per diverse ragioni:  le alte temperature lo espongono al rischio di colpi di calore; il lungo tempo trascorso in uno spazio angusto non gli consente di muoversi e di vivere secondo la propria natura; non può godere della compagnia dei suoi detentori, essenziale per il suo benessere.

Queste valutazioni sono essenziali per comprendere se nei differenti casi concreti le modalità di detenzione del cane integrino o meno un reato.

Ma di quale reato si parla?

Parliamo, per l’esattezza, del reato di abbandono di animali o, in casi estremi, di quello di maltrattamento di animali.

Il primo, l’abbandono, è disciplinato dall’art. 727 del Codice penale, secondo cui: “chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”.

Quando si parla di abbandono non ci si riferisce soltanto alla condotta di distacco volontario dall'animale, ma anche qualsiasi trascuratezza, disinteresse o mancanza di attenzione verso quest'ultimo (cfr. Cassazione penale, sentenza n. 18892 del 13 maggio 2011). I nostri giudici in svariate occasioni hanno ritenuto sussistente il reato in discorso in ipotesi di custodia di animali in spazi inadeguati, tali da limitare anche le possibilità di movimento. Allo stesso modo lo hanno ritenuto configurato in situazioni in cui non si è offerto all’animale un riparo idoneo dal sole o dalla pioggia. Tale modalità di detenzione si pone evidentemente anche in contrasto con la natura degli animali.

Il più grave delitto di maltrattamento di animali è invece previsto dall’art. 544 ter del Codice penale che punisce con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro chi, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche.

Questo reato, nel caso di detenzione di cani su un balcone, si può ritenere configurato solo in casi estremi, nei quali sia possibile dimostrare la presenza di una volontà del pet mate di detenere l’animale in uno stato di trascuratezza tale da arrecargli sofferenza psicofisica.

In conclusione, si può dire che ogni caso va valutato nella sua specificità, tenendo sempre conto dello stato di benessere (o malessere) fisico e anche psichico dell’animale. Ove l’animale venga trascurato e sottoposto a sofferenza o comunque detenuto in condizioni incompatibili con la propria natura, certamente il pet mate rischierà di andare incontro a una condanna in sede penale.

La legge prevede degli spazi minimi di detenzione dei cani?

Come a livello statale non ci sono leggi che vietino a prescindere la detenzione di un cane in balcone, non esistono neppure norme che stabiliscano uno spazio minimo di cui debba disporre lo stesso animale custodito all’aperto.

Va detto che invece alcune regioni sono molto attente a questo aspetto. Nei loro regolamenti prevedono delle superfici minime dei recinti esterni. Per fare un esempio: il regolamento del Friuli Venezia Giulia pretende uno spazio minimo per cane pari a quindici metri quadrati. Ove lo stesso sia inferiore, deve essere garantito l’accesso all’interno dell’abitazione e due uscite quotidiane per la sgambatura. Mi pare evidente che, se queste regole valgono per recinti esterni, debbano anche applicarsi in via analogica ai balconi.

Molto importanti sono anche le normative regionali che richiedono espressamente la presenza di coperture, di un riparo dal sole e dalle intemperie.

Cosa fare se si vede che un cane è costantemente detenuto in un balcone?

Nel caso in cui si assista alla costante detenzione di un cane in un balcone, in uno spazio angusto, magari senza idoneo riparo o con insufficienti cibo e acqua, si può segnalare la situazione (potenzialmente illecita) alle forze dell’ordine. Queste, ricevuta l’informazione dovranno effettuare i controlli, porre fine a eventuali condotte illecite e far sì che vengano perseguiti i loro autori.

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Salvatore Cappai
Avvocato
Avvocato con la passione per la divulgazione. Mi occupo di diritto civile, con particolare riguardo ai campi della responsabilità civile, dell’assistenza alle imprese e del “diritto degli animali”. Mi sono avvicinato a quest’ultima materia circa dieci anni fa, quando ho incontrato Gaia, la mia cagnolina, che ha stravolto la mia visione sul mondo degli animali e sulla vita assieme a loro. La mia community social, nella quale da anni informo con semplicità su tematiche giuridiche, conta oltre 350.000 iscritti.
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