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14 Gennaio 2024
15:00

Come insegnare il riporto al cane

Il riporto è un gioco in cui al cane viene chiesto di recuperare un oggetto e portarlo al proprio umano. Non tutti i cani sono interessati a questa attività, ma vi sono alcuni passaggi utili per provare a insegnare il riporto al cane.

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Insegnare il riporto al cane è una delle attività più amate dai pet mate che spesso ci provano fin dal momento dell'adozione. Si tratta di un gioco in cui al cane viene chiesto di recuperare un oggetto, ad esempio una pallina, e riportarlo al suo umano. Non esiste un modo univoco per insegnare ai cani il riporto, ma vi sono alcuni dettagli che possono favorire questo apprendimento, come ad esempio la gratificazione dei primi momenti in cui il cane torna da noi con un oggetto nella bocca (per quanto riguarda i cuccioli), oppure la strutturazione di giochi in cui il cane è chiamato a individuare un oggetto da portarci (e questo vale anche per gli adulti).

Come noi, anche i cani possono viverlo a tutti gli effetti come un gioco, perché prevede di cooperare con il proprio umano nel raggiungimento di un obiettivo ma, se osservata da un punto di vista etologico, questa attività chiama in causa anche altri aspetti caratteristici della specie, soprattutto la motivazione sillegica, un'abilità che noi umani abbiamo sempre apprezzato dei nostri compagni cani e che in molti casi abbiamo anche favorito attraverso la selezione delle razze. La motivazione sillegica è, di fatto, il desiderio di trasportare e portare al sicuro un oggetto considerato di valore ed è quindi centrale nel gioco del riporto.

Pensiamo ad esempio ai Retriever, a cui chiediamo da secoli di riportarci le prede abbattute durante le battute di caccia. Questi cani (ma anche molti altri, compresi alcuni meticci) trovano un vero e proprio appagamento nel tenere in bocca un oggetto e trasportarlo altrove, ma anche nel sentirne il peso e le sensazioni tattili senza morderlo.

Da ciò possiamo intuire che insegnare il riporto al cucciolo o all'adulto non è semplicemente un gioco, ma anche un'esperienza profonda che ha a che fare con secoli di cooperazione con noi e talvolta può anche aiutare la relazione tra cane e pet mate.

Cos'è il riporto e perché insegnarlo al cane

Il riporto è un gioco in cui al cane viene chiesto di recuperare un oggetto e portarlo al proprio umano. Ne possono esistere molte varianti e, in base alla personalità del soggetto, alla sua età e ai suoi bisogni, si può declinare l'attività in modo da renderla divertente e utile.

La modalità più classica prevede che il cane riporti una pallina, la lasci al pet mate, il quale torna a lanciarla e il gioco si ripete. Svolto in questo modo, però, può sembrare poco interessante per alcuni cani, oppure anche complesso, a causa di diversi fattori che entrano in gioco, come ad esempio il fatto che lasciare l'oggetto ad un'altra persona non è facile per tutti. Alcuni cani, ad esempio, hanno una forte motivazione competitiva e possessiva e, in questo caso, potrebbero recuperare la pallina e volerla tenere per sé.

Talvolta il riporto può essere anche un modo per moderare questi bisogni e lasciare spazio alla collaborazione, che è uno degli strumenti più utili della relazione.

Come insegnare il riporto al cucciolo

Come abbiamo visto, non esiste una modalità unica per insegnare il riporto al cane, però vi sono alcuni passaggi che possono tornare utili per capire se si tratta di un'attività che il cane può considerare divertente e interessante.

  • Prima di tutto proviamo a scoprire quali sono gli oggetti che attirano l'attenzione del cane. Alcuni, infatti, non sono per nulla attratti dalla pallina e preferiscono, invece, giocare al riporto utilizzando un bastoncino trovato per strada o un altro gioco.
  • Ricordiamo che soprattutto le prime volte è meglio individuare un luogo tranquillo, in cui non vi siano molti stimoli che attirano l'attenzione del cane.
  • Se quando si lancia il gioco, il cane sembra mostrarsi disinteressato, possiamo provare a correre noi stessi nella direzione in cui abbiamo eseguito il lancio e, se ci segue, possiamo dirgli che è stato bravo e porgergli il gioco come gratifica.
  • Se invece ci troviamo in difficoltà perché, una volta raggiunto l'oggetto, il cane non vuole lasciarlo per permetterci di rilanciarlo (e questa è una delle complessità di questo gioco), possiamo provare con due oggetti identici e, appena il cane lascia a terra il primo, noi lanciamo il secondo recuperando l'altro.
  • Prima di smettere di giocare, può tornare utile fare qualche ultimo lancio più breve, in modo che il cane non debba correre, ma possa anche camminare. Questa accortezza è particolarmente utile per i soggetti che tendono ad eccitarsi molto ed innalzare, durante il riporto, la propria attivazione emozionale (arousal).

Come insegnare il riporto al cane adulto

In realtà non vi sono molte differenze rispetto alle modalità con le quali viene insegnato al cane cucciolo. Ciò che può cambiare è che gli adulti hanno una maggiore capacità di concentrazione (spesso ma non sempre).

  • I pet mate possono quindi pensare di provare leggermente più a lungo a mostrare al cane le modalità richieste, senza temere che dopo pochi secondi stia già pensando ad altro. Ricordiamo però di non esagerare, perché se si sentirà obbligato a continuare a lungo, probabilmente smetterà di divertirsi e la volta successiva è possibile che non voglia proprio saperne di giocare in questo modo.
  • Se si vive insieme da molto tempo, inoltre, si sarà facilitati anche da altri fattori, legati al fatto che si conoscono già le abitudini, le passioni e gli interessi del proprio cane. Sarà quindi più facile decidere se giocare al riporto con una treccia, con una pallina o con un oggetto di utilizzo quotidiano.
  • Allo stesso modo si conoscono i posti in cui il cane è più portato a interagire con i propri umani e quelli in cui, invece, preferisce pensare ad altro e, ad esempio, perlustrare l'ambiente.

Tutti i cani possono imparare a riportare gli oggetti?

Ogni cane ha un'identità unica, che è composta da aspetti genetici e altri legati alle esperienze svolte durante la vita. Ciò significa che, potenzialmente, ognuno di loro potrebbe imparare questa attività, ma ciò che dobbiamo chiederci è più che altro se ha senso insegnarla e divertirsi in questo modo. Per alcuni cani, infatti, può essere frustrante, oltre che poco interessante e quindi può essere più utile giocare insieme in maniera diversa, come ad esempio risolvendo un gioco di attivazione mentale, tirando una treccia o provando a trovare un oggetto nascosto nell'erba. 

D'altra parte, però, scambiare oggetti con il pet mate attraverso il riporto è un gioco che può favorire la motivazione collaborativa e aiutare anche a raggiungere un equilibrio delle motivazioni possessiva e competitiva, tipica ad esempio di alcuni molossodi o di alcuni terrier e terrier di tipo bull.

In questo gioco si sfrutta inoltre la motivazione cinestesica (ovvero il piacere e il bisogno di fare movimento), oltre alla sillegica.

Per quanto riguarda i Retriever e altri cani particolarmente forti nel riporto, come ad esempio il Lagotto Romagnolo, può essere interessante rendere il gioco un po' più complesso, chiedendo di riportare un oggetto specifico tra tanti. 

Il fatto che un gioco sia o meno adatto al cane con cui ci interfacciamo dipende sia dalle sue motivazioni, ovvero i desideri e i bisogni che lo muovono nel mondo, sia dalla relazione che abbiamo con lui. Per comprendere a fondo come giocare insieme, quindi, la cosa migliore da fare è provare e scoprire quali sono le sue passioni, esattamente come faremmo con un amico umano con cui vogliamo condividere momenti gioiosi e divertenti.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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