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8 Marzo 2024
12:41

Come comportarsi quando il cane abbaia al cancello

I cani abbaiano al cancello per diversi motivi: per difendere il loro territorio, ma anche per esprimere la gioia di rivedere l'auto dei loro umani.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Ogni pet mate si sarà certamente chiesto per quale motivo il cane con cui vive abbai al cancello. Questa abitudine è piuttosto diffusa ed è legata a doppio file con l'etologia della specie. Tra le motivazioni (desideri e bisogni) che muovono il Canis lupus familiaris, infatti, vi è anche quella territoriale che funge spesso da motore a comportarsi in questo modo.

Il cane potrebbe però abbaiare anche per paura di ciò che sta arrivando, per avvisare semplicemente gli altri membri del gruppo oppure per la gioia che prova nel rivedere i propri umani tornare a casa.

Ancora una volta, quindi, prima di rispondere alla domanda e chiarire come comportarsi, bisogna analizzare la personalità del soggetto, la frequenza con cui abbaia al cancello e il contesto in cui vive.

Se il comportamento, ad esempio, viene proposto solo raramente o in situazioni specifiche non rappresenta affatto un problema ma se invece diventa un'ossessione e, soprattutto, se il cane vive relegato nell'ambiente esterno senza poter accedere ad un gruppo sociale è necessario l'intervento di un istruttore cinofilo che aiuti il cane e la famiglia a trovare un  nuovo equilibrio.

Perché i cani abbaiano al cancello

I motivi che spingono il cane ad abbaiare al cancello possono essere diversi. Spesso si tratta di una manifestazione della motivazione territoriale, ovvero il desiderio e il bisogno di preservare la sicurezza dei propri spazi. Questo interesse riguarda prevalentemente i cani che abbiamo selezionato nei secoli proprio per affidargli il ruolo di guardiani. Si tratta quindi di un comportamento tipico del Cane da Pastore Maremmano Abruzzese, ma anche del Pastore Tedesco, del Cane Corso e di altre razze di piccola taglia, come i Volpini di Pomerania, che in passato svolgevano il lavoro dei guardiani dei villaggi nel Nord della Germania, dove fungevano da sentinelle per gli umani.

I cani potrebbero però abbaiare al cancello anche quando vedono passare i propri simili. In questo caso, si tratta di un comportamento davvero molto diffuso, legato talvolta anche all'impossibilità, data dalla barriera strutturale, di comunicare in un altro modo. Il soggetto che arriva dall'esterno, inoltre, si avvicina al territorio del cane che è all'interno, aumentando potenzialmente il conflitto.

Purtroppo può accadere che alcuni cani vengano lasciati a lungo in giardino da soli, isolati dal resto del gruppo. In questo caso è possibile che la motivazione territoriale, anche se in precedenza non era prevalente, aumenti di volume e frequenza con il tempo, proprio per il fatto che al cane non viene data l'opportunità di svolgere altre attività se non la guardia.

Può quindi succedere anche che il cane abbai molto frequentemente al cancello proprio per gestire uno stato di frustrazione determinato dal fatto che non ha più altro a cui dedicarsi. Da questa specifica eventualità possono nascere anche le problematiche comportamentali come il tail chasing, ovvero la manifestazione di un disturbo ossessivo compulsivo che spinge a inseguire la coda.

Cosa fare quando il cane abbaia al cancello

Il comportamento da tenere in questo caso dipende prevalentemente dalla causa scatenante. Come sempre, dobbiamo considerare che le attitudini proposte con una frequenza moderata e in maniera equilibrata, raramente rappresentano un vero e proprio problema e non richiedono quindi un intervento.

Se invece vi è un'ossessione per cui il cane non riesce a dedicarsi ad altro e non ha l'opportunità di esprimersi in un'altra maniera, è certamente meglio chiedere ad un istruttore cinofilo di aiutare la famiglia, facendo in modo che il cane sviluppi altre abilità e altri talenti. Un soggetto sereno e felice, infatti, raramente si dedica solo ad un interesse e ha invece un ampio orizzonte di abilità.

Un esempio in questo caso può essere la scelta di aumentare le uscite insieme alla famiglia, dando forza alla motivazione perlustrativa (desiderio e bisogno di mappare un territorio) e a quella esplorativa (desiderio e il bisogno di percepire tutti i particolari di ciò che si sta osservando). Trascorrendo più tempo con il proprio pet mate, inoltre, il cane avrà coì l'opportunità di creare una relazione più profonda con la famiglia e inizierà anche a sentirsi più raramente frustrato. Allo stesso modo si può pensare di aumentare le occasioni di incontro con persone e cani sconosciuti, in modo da dare agio proprio alla motivazione sociale (bisogno e desiderio di interfacciarsi con individui esterni al proprio gruppo).

Non dimentichiamo infine che l'abitudine a trascorrere il proprio tempo abbaiando al cancello può anche essere generata da emozioni come la paura o l'ansia. Ancora una volta ad aiutare il cane potrà quindi essere la sua famiglia, cambiando la routine quotidiana in modo da favorire più spesso emozioni come la gioia o la curiosità,capaci di generare un maggiore stato di benessere.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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