Sequestrati 871 animali in canili e gattili: controlli a tappeto dei NAS in tutta Italia

I Carabinieri dei Nas, durante un'operazione che ha interessato l’intero territorio nazionale, nei canili pubblici e privati hanno sequestrato 26 strutture e salvato ben 871 animali.

25 Gennaio 2023
16:36
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carabinieri nas
Uno dei cuccioli sequestrati durante l’operazione

Su 876 canili controllati in tutta Italia dai Carabinieri dei Nas, 244 sono risultati irregolari, pari al 27%. L'operazione condotta a tappeto, di concerto con il Ministero della Salute, ha portato al sequestro di 26 strutture e di 871 animali fra cani e gatti.

L'operazione ha riguardato tutti i principali reati in danno degli animali: maltrattamento; mantenimento di cani in condizioni incompatibili con la loro natura; mancato rispetto del loro benessere dovuto alla scarsità di igiene e sovraffollamento. Oltre a queste fattispecie, in alcuni casi sono stati trovati anche cani che avevano subito il taglio delle orecchie e della coda, interventi chirurgi che se non motivati da ragioni patologiche sono assolutamente illegali.

Durante l’attività di controllo sono stati anche accertati da parte del Nas di Torino e di  Perugia due casi di traffico illecito di animali di compagnia attraverso l’introduzione sul territorio nazionale di cuccioli privi di passaporto sanitario e documenti.

In particolare, sono 17 i cuccioli vittime del traffico illecito dall'est Europa nel Perugino, come spiega a Kodami il maggiore Sergio Riccardi: «Si trovavano all'interno di un allevamento abusivo ed erano prevalentemente di razza Maltese. Erano stati fatti arrivare dalla Romania ben prima dell'età minima stabilita dalla legge e senza alcuna certificazione». Le modalità con cui i cani venivano poi commercializzati in Italia erano ben congegnate e oltre all'allevatore coinvolgevano altre figure professionali, come sottolinea il Carabiniere: «Un medico veterinario compiacente provvedeva a fornire le certificazioni attestandone la provenienza da altri allevamenti italiani».

In Romania, così come in molti altri paesi est europei, si trovano le Puppy Mills, vere e proprie fabbriche di cuccioli. Gli animali, nati in contesti affini a quelli degli allevamenti intensivi, vengono poi importati illegalmente in Italia dove spesso vengono venduti sul mercato nero, privi di documenti e certificazioni. In altri casi, come quello di Perugia, certificazioni sanitarie e documenti identificativi vengono prodotti direttamente in sede grazie alla collaborazione dei veterinari.

Stesso modus operandi è stato attestato dai Nas anche a Torino dove, durante il controllo in un allevamento, sono stati rinvenuti tre Bouledogue francesi e un Barboncino nano, tutti privi di  microchip e di documentazione. Sul posto sono stati rinvenuti anche farmaci veterinari di provenienza bulgara e rumena, anche questi sprovvisti delle relative prescrizioni  medico–veterinarie.

Purtroppo, i Bouledogue francesi sono tra gli animali che più di frequente vengono coinvolti nel traffico illecito di animali di matrice est europea. Una razza la cui selezione è stata tanto sconsiderata da creare cuccioli che nascono già malati, come spiega in un video l'istruttore cinofilo Luca Spennacchio, membro del comitato scientifico di Kodami.

I successivi approfondimenti investigativi svolti dai Nas di Torino hanno portato alla denuncia anche del veterinario complice e dei titolari dell’allevamento per aver introdotto in Italia un Maltipoo, un mix tra un Maltese e un Barboncino molto richiesto e "di moda", rinvenuto all’interno dell’allevamento sprovvisto del passaporto ma regolarizzato proprio grazie alla complicità del medico veterinario che avrebbe apposto al cane un microchip che ne attestava la proprietà a una terza persona, la quale in realtà è risultata essere all’oscuro di tutto.

Un medico veterinario è stato al centro anche dell'operazione condotta a Pescara all'interno di un canile sanitario dell'Asl. Nel corso del controllo dei Nas, infatti, è stata rilevata l’omessa rimozione di  carenze strutturali ed è stata contestata anche l’assenza di un frigorifero adatto alla conservazione di farmaci e vaccini a temperatura controllata. Anche il direttore del canile sanitario è stato segnalato all'Autorità Sanitaria per lo stesso motivo.

Nella provincia di Teramo i Carabinieri hanno deferito all’Autorità Giudiziaria il direttore e veterinario del canile sanitario per aver detenuto confezioni di farmaci veterinari scaduti e registri di carico e scarico degli stupefacenti non aggiornati. Così come non aggiornati erano anche i registri sulla presenza dei cani nella struttura.

In altri due canili, dislocati nelle provincie dell’Aquila e di Chieti, è stato disposto il blocco ufficiale rispettivamente di 201 e 148 cani presenti, con divieto di ingresso e introduzione di altri animali. Nel corso dei controlli svolti, infatti, è emersa la mancata rimozione di carenze igienico sanitarie e strutturali all'interno dei box e delle relative pertinenze. In particolare, nella struttura dell’Aquila è stata riscontrata una presenza di cani in numero superiore rispetto a quelli censiti in banca dati.

Quella delle carenze strutturali non è solo un problema burocratico, in molti casi è alla base del maltrattamento degli animali all'interno dei canili. Ma è bene sottolineare che alcuni rifugi che presentano carenze sul piano strutturale secondo le norme di legge non mettono a repentaglio il benessere degli animali. Sul territorio nazionale ci sono tanti rifugi privati che non beneficiano di fondi pubblici, gestite da piccole associazioni o da singoli individui che possono contare solo su donazioni e opere di volontariato e che sebbene non siano a norma hanno comunque cura dei loro ospiti. È il caso per esempio del Rifugio di Rosa, nel Barese, chiuso dai Nas perché i volontari non hanno i fondi per adeguare la struttura alle norme di legge.

Molto diverso è invece il caso di quelle strutture pubbliche in cui i cani non possono nemmeno ripararsi dal sole e dalla pioggia o dove non hanno spazi sufficienti per muoversi o riporsarsi. Un distinguo operato proprio dai Carabinieri nel corso della loro azione, come rileva il maggiore Riccardi che nella provincia di Terni ha condotto l'operazione all'interno del canile comunale Colle Luna: «Durante i controlli abbiamo notato che i cani erano rinchiusi in spazi angusti, pieni di sporcizia, e la struttura mancava delle adeguate coperture. Considerazioni di carattere strutturali che hanno cagionato il maltrattamento dei cani». Per questo sono stati deferiti in stato di libertà i due direttori, il precedente e quello attuale.

È stato verificato, inoltre, il mancato rispetto di tutti i requisiti sanitari: dall’assistenza medico veterinaria al mantenimento fisiologico degli animali. «La somministrazione di farmaci e le terapie ai cani erano effettuate, senza averne titolo, dalla presidente di un’associazione di volontariato che esercitava abusivamente la professione di  medico veterinario», aggiunge Riccardi.

Taglio delle orecchie e maltrattamenti da Napoli a Milano

A Napoli sono stati sequestrati 7 cani poiché sottoposti alla pratica del taglio delle orecchie e della coda. Gli animali si trovavano all'interno di un canile privato e il direttore sanitario della struttura è stato deferito in stato di libertà. Proprio a Napoli solo poche settimane fa, un uomo e una donna sono stati condannati per aver amputato le orecchie e la coda ai loro due Pitbull e condannati rispettivamente a 1 anno e 4 mesi di reclusione e 9 mesi di reclusione.

Si tratta di una pratica che pur essendo stata dichiarata illegale per legge, e scoraggiata anche dall'Enci, è ancora molto usata su moltissime razze, proprio come quella dei Pitbull. L'amputazione di orecchie influisce profondamente sulla comunicazione dei cani, pregiudicandone moltissimo la capacità di espressione, come ha chiarito l'istruttore cinofilo Luca Spennacchio in un video realizzato con la medica veterinaria Elena Garoni, anche lei parte del comitato scientifico di Kodami.

Sempre nel Napoletano sono stati sequestrati altri 16 cani poiché rinvenuti in stato di abbandono in un canile della provincia di Napoli, tra l’altro interessato da gravi carenze igienico-strutturali. Al titolare, deferito all’Autorità Giudiziaria, è stata anche contestata la mancata registrazione degli animali. Il valore complessivo delle violazioni ammonta a 8 mila euro. Anche un altro canile totalmente abusivo è stato sequestrato e i due gestori denunciati insieme al proprietario del terreno. All'interno si trovavano 49 cani che si muovevano in una struttura realizzata con materiali di fortuna provenienti da opere di demolizione.

Casi di maltrattamenti sui cani detenuti in strutture private sono emersi anche a Milano dove un cane, non formalmente registrato, è stato rinvenuto in stato di estrema magrezza e semi incoscienza. I militari lo hanno trovato riverso a terra all’interno di box fatiscente e immediatamente è stato portato in clinica veterinaria. Sul posto, inoltre, sono state trovate due cadaveri di cani riposti all’interno di sacchi della spazzatura e abbandonati nell’area esterna. Al termine dell'operazione i due corpi sono state sequestrati e i 27 cani ospiti salvati, mentre il responsabile della struttura insieme al gestore sono stati denunciati.

Irregolarità nella gestione dei cadaveri di animali sono state accertate anche in due strutture nella provincia di Parma. All'interno del primo canile i corpi degli animali erano sotterrati invece di essere smaltiti secondo quanto previsto dalla normativa, mentre nell'altra struttura non erano state rispettate le procedure per lo smaltimento. La struttura stessa è inoltre risultata priva di autorizzazione e ciò ha determinato il sequestro di 9 cani di razza Pastore Tedesco.

L'operazione condotta dai Nas ha avuto un impatto considerevole in Sicilia dove sono state ispezionate numerose strutture della Provincia palermitana e catanese. In particolare, nella provincia di Palermo è stato sequestrato un canile privo di autorizzazione in cui erano ospitati ben 180 cani, di questi 100 erano privi del microchip identificativo obbligatorio per legge. Contestualmente sono state comminate a carico del gestore dell’attività sanzioni per 30 mila euro.

Sempre nella provincia di Palermo è stato denunciato il responsabile di un altro canile poiché a seguito dell'attività ispettiva è stata riscontrata la presenza di 523 cani ospitati, a fronte dei 190 autorizzati dall’Autorità Sanitaria. Un ulteriore controllo svolto presso un altro ricovero per cani nel Palermitano ha portato al sequestro del canile perché totalmente abusivo. Qui sono stati trovati 137 cani, di cui 4 sprovvisti di microchip.

Anche a Catania è stata rilevata la presenza di cani in  sovrannumero. Contestata dai Nas pure la mancanza di un locale idoneo per lo stoccaggio temporaneo dei corpi degli animali, a garanzia della salubrità e del benessere degli stessi ospiti della struttura.

Operazione nei gattili dell'Emilia Romagna

gattili
I Carabinieri nei gattili

I cani non sono stati gli unici animali interessati dall'operazione dei Nas. A seguito di un controllo in un gattile della provincia di Livorno i Carabinieri hanno segnalato la responsabile alla Autorità Sanitaria per aver detenuto all’interno dell’infermeria oggetti e attrezzature estranee alla destinazione d’uso del locale e per  l’assenza di una zona adibita a spogliatoio e dei servizi igienici per il personale.

A seguito dei controlli svolti presso tre canili e un canile/gattile intercomunale, dislocati tra le  provincie di Modena, Parma e Reggio Emilia, è stata rilevata in tutti i casi la mancata istallazione della recinzione aggiuntiva inclinata anti scavalcamento, rientrante nei requisiti strutturali previsti  dalla normativa vigente. In un caso, inoltre, è stato constatato altresì l’utilizzo di rete di recinzione dei box non idonea poiché pericolosa per la sicurezza degli animali a causa di evidenti sporgenze  acuminate.

Come aprire un rifugio in Italia rispettando le prescrizioni imposte dalla normativa locale e nazionale può essere una vera sfida, soprattutto per chi opera in un contesto di volontariato, come accade spessissimo nel nostro paese. Moltissime persone dedicano la propria vita all'accudimento degli animali ma troppe volte accade che vi sia una estremizzazione sia a causa delle regole vetuste stabilite dal legislatore che della effettiva mancanza di conoscenza da parte di chi opera con gli animali dei bisogni etologici dei cani.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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