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11 Agosto 2021
9:06

Perché i cani nascondono il cibo?

Un persona dà a Fido un masticativo, un osso, e il cane, tutto contento, lo afferra saldamente, ma poi si dirige in giardino sparendo dietro ad un cespuglio. Un minuto dopo riappare, l’ossetto non c’è più e lui ha il muso e le zampe piene di terriccio. Lo ha seppellito. Nascondere il cibo è un comportamento molto diffuso tra i cani, ma perché l fanno?

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Un persona dà a Fido un masticativo, un osso, e il cane, tutto contento, lo afferra saldamente ma, immediatamente il suo umore pare cambiare… Si dirige in giardino sparendo dietro ad un cespuglio. Un minuto dopo riappare, l’ossetto non c’è più e lui ha il muso e le zampe piene di terriccio. Lo ha seppellito. Perché alcuni cani lo fanno? Perché nascondono il cibo o un osso?

La motivazione criptica

Come tutti noi ben sappiamo il Canis familiaris ha un retaggio da carnivoro predatore, e benché queste sue caratteristiche siano miscelate a quelle di un raccoglitore e addolcite dalla vita domestica alcuni comportamenti ancestrali, apparentemente senza alcuna utilità, in taluni soggetti emergono in modo più evidente. Il ventaglio di possibilità comportamentali del cane è sorretto e spinto da quelle componenti che prendono il nome di motivazioni, o "pulsioni specie-specifiche". Si tratta di un catalogo di vocazioni forgiato dalla storia evoluzionistica di una specie: anche noi abbiamo il nostro bel pacchetto di motivazioni e alcune le condividiamo anche con il cane, come per esempio la motivazione epimeletica, che ci spinge al desiderio di prenderci cura dell’altro, motivazione questa comune ai mammiferi.

Ma torniamo al comportamento di seppellire le risorse. Questo comportamento è spinto da quella che prende il nome di "motivazione criptica" (dott. Roberto Marchesini docet). In alcuni soggetti questa è più evidente che in altri e ciò dipende da moltissimi fattori, tra i quali le esperienze pregresse, il contesto sociale, l’apprendimento per imitazione e lo stato emotivo dell’individuo.

L'origine di questo comportamento

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Proviamo a fare delle considerazioni per comprendere da cosa abbia origine questo ancestrale comportamento. Il fatto è che in natura le fonti di cibo, spesso, non sono affatto abbondanti, soprattutto se si è predatori. La caccia è qualcosa di complesso e pericoloso, diciamo pure che la maggior parte delle prede non ama affatto divenire il pasto di qualcuno. Quando un cane trova una risorsa, ad esempio la carcassa semi-spolpata di un erbivoro, ha di fronte una gran quantità di problemi da risolvere. Come il fatto che quella risorsa attirerà altri predatori, magari più numerosi e forti di lui. Quindi, che fare? In prima istanza il cane potrebbe ingozzarsi fino a che riesce, fintanto che si sente al sicuro, per dirne una. Ma poi, se resta una bella parte quel ben di Dio? In fondo non è che domani non avrà fame, o dopodomani, e non è è che tutti i giorni si ha una tale fortuna. Quindi, una possibilità potrebbe essere quella di strappare dei brani di carne e ossa da portarsi via. Ma dove? Forse la tana, o il rifugio è troppo lontano da dove si trova ora la carcassa. Allora ecco che una possibilità potrebbe essere quella di nascondere (criptare) una parte del cibo alla vista e all’olfatto di altri predatori, per poi tornare sul posto in un secondo momento, quando i morsi della fame si faranno risentire.

Differenziare è assicurare

In natura molte specie animali adottano questa strategia, quella di nascondere il cibo in più luoghi: è ben noto il comportamento della ghiandaia, per fare un esempio. Questo piccolo uccello è onnivoro e opportunista, un po’ come noi e i cani, e ha la caratteristica di stivare ghiande – delle quale va ghiotta – per potersene nutrire durante il periodo invernale. Nasconde migliaia di ghiande, anche oltre 10.000 in un solo anno, in posti diversi, e la cosa strabiliante è che le ritrova tutte. Indubbiamente la sua motivazione criptica, presa qui ad esempio, è sorretta da una grande capacità mnemonica e da complesse «mappe mentali».

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Le ghiadaie fanno scorte di ghiande per l’inverno seppellendole in giro

Ecco che allora il nostro Fido, sospinto dalla medesima motivazione, potrebbe nascondere nel nostro giardino, in più punti, cibo o oggetti vari, che vuole proteggere e dei quali potrà usufruire in futuro. Questa pulsione necessita quindi di molte facoltà per essere messa in atto come memoria, mappe cognitive, astrazione sul futuro, eccetera e nella sua evoluzione a cavallo dei milioni di anni ha fatto prediligere la differenziazione dei nascondigli. È un po’ come decidere di mettere i nostri risparmi in denaro in due o tre banche diverse (esempio che vale per chi di denaro ne ha da stivare, naturalmente) per non correre il rischio di perdere tutti i fondi nel caso la banca fallisca. Va beh… forse avrei dovuto fare un altro tipo di esempio, spero comunque sia chiaro il concetto.

Come comportarsi quando il cane nasconde il cibo?

Ora, i nostri cani di casa non necessitano di una scorta alimentare per sopravvivere, ma questo i loro geni lo ignorano e quindi alcuni individui – non tutti – sono più portati di altri a nascondere le loro preziose risorse. Non solo scavando buche in giardino, ma anche infilando tra i cuscini del divano il loro tesoro, soprattutto quando condividono l’ambiente domestico con altri cani.  Il fatto è che però presto sperimentano che non vi è modo di nascondere efficacemente qualcosa dagli altri in uno spazio così circoscritto e così frequentato. Questo potrebbe indurre il cane in uno stato d’ansia perenne. Un continuo tener d’occhio il nascondiglio, allarmandosi quando un altro individuo vi si avvicina, anche distrattamente, soprappensiero.

Questa situazione andrebbe monitorata, perché alla lunga lo stress che il cane accumula non solo può portargli dei danni a livello psico-fisico, ma anche andare ad intaccare i buoni rapporti tra i membri della famiglia. In tal caso è meglio evitare di dare cose al nostro compagno a quattro zampe che lo possano indurre in questo stato. Se vogliamo dargli, per esempio, un masticativo, usiamo quelli di dimensioni ridotte che in pochi minuti vengono consumati, magari in una luogo nel quale non possa essere disturbato dagli altri membri della famiglia, come il suo cuscino o tappetino privato. Gli eviteremo così un’enorme frustrazione e manterremo un clima positivo in casa allontanando dalla sua mente anche la paura della “carestia”.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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