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5 Agosto 2021
8:43

Come capire se il cane è felice?

Quante volte proviamo un senso di ansia nei confronti del nostro compagno canino, magari chiedendoci se è veramente felice della vita che gli facciamo fare? Per avere una risposta, basta osservarlo attentamente. Dalla salute del pelo al suo appetito più o meno abbondante, ecco tutti i segnali per capire se un cane è davvero felice.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Quante volte proviamo un senso di ansia nei confronti del nostro compagno canino, magari chiedendoci se è veramente felice della vita che gli facciamo fare? Chi non si è mai chiesto: Faccio abbastanza per lui? Potrei fare di più per farlo felice? Alle volte sono crucci immotivati, forse perché noi stessi non ci sentiamo veramente apposto, siamo noi un po’ insoddisfatti. Ma d’altro canto la relazione tra individui risente sempre dello stato reciproco, dell’umore dell’altro. Ci sono però delle cose che ci possono indicare che effettivamente c’è qualcosa che non va?

1. Un pelo di felicità

Con tutte le eccezioni del caso, un indicatore dello stato di salute psicofisica del nostro cane può essere lo stato del mantello. Esso può indicare, soprattutto nei suoi cambiamenti, lo stato di benessere del nostro cane. Un mantello lucido, in salute, riflette uno stato positivo sia dal punto di vista fisiologico che emozionale. Un mantello opaco, con forfora, perdita eccessiva, a chiazze, è un buon indicatore di malessere del cane. Non significa necessariamente che il cane sia “triste”, ma certamente qualcosa che non va c’è. Lo dirò solo una volta, ma è da considerarsi per tutto quanto seguirà: una bella visita dal veterinario è consigliata prima ancora di farsi dei voli pindarici sul possibile stato di depressione del nostro cane – stato però che non va affatto escluso.

2. Mi lecco, mi lecco, mi lecco…

Un altro indicatore del fatto che il nostro cane abbia qualcosa che non va può essere l’insorgenza di un comportamento maniacale e compulsivo, anche se non molto evidente. Per esempio il leccamento di una parte del corpo in modo ossessivo. Molti cani che vertono in uno stato di malessere psicologico possono iniziare a leccarsi con veemenza un arto, una zampa, o il fianco. Magari aggiungendo a questo dei piccoli morsi rapidi con gli incisivi, come se il cane sentisse un prurito costante. Escludendo la presenza di parassiti, questo comportamento reiterato, che diventa via via incessante, è un indice di stress cronico. Sarebbe meglio intervenire prima che il problema si cronicizzi. Le cause possono essere molteplici, alle volte la noia, la solitudine sono elementi da prendere in considerazione.

3. Lo sciopero della fame

L’inappetenza del cane può rappresentare, a volte, una caratteristica del nostro compagno a 4 zampe, ma spesso è indice di qualcosa che non gira come dovrebbe. Il cane è sì un predatore, dal punto di vista etologico, ma è anche un raccoglitore. Per sua natura è portato a mangiare quello che trova, soprattutto quello che gli viene messo nella ciotola. Ci sono però delle condizioni che rendono un cane inappetente. Alle volte sono passeggere (la presenza di una femmina in calore nelle vicinanze, per esempio), l’affanno in un periodo particolarmente afoso, una situazione che genera paura o ansia momentanea. Ma quando l’inappetenza anormale si prolunga per giorni questo può essere un campanello d’allarme sullo stato di benessere generale del nostro compagno. Naturalmente qui si da per scontato che la qualità del cibo che gli si offre sia ottima.

4. Non gioco più!

Il gioco è una delle attività che i cani amano fare a tutte le età, un po’ come è per noi esseri umani. Certamente a seconda dell’età del cane i giochi hanno caratteristiche un po’ diverse, per esempio i cani di giovane età prediligono giochi che richiedono l’inseguimento mentre un cane anziano si potrebbe sentire più a suo agio in attività di ricerca, come lo scovare qualcosa. Con tutte le debite eccezioni però quando il cane rifiuta l’interazione ludica e ci appare svogliato e apatico, diciamo refrattario alle emozioni positive e all’essere coinvolto in attività condivise dovremmo interrogarci se stia bene. Come detto prima non è mai da escludersi un problema di salute, una parte che duole, soprattutto se il cane è di taglia grande e si va verso la terza età. Ma qui l’elenco delle possibili cause potrebbe essere infinito, ecco perché si consiglia una visita, in prima istanza dal medico veterinario e, se non emergono particolari anomalie, allora ci concentreremo sul suo stato psicologico, sempre con l’aiuto di un esperto in comportamento.

5. Dormire, forse sognare…

I cani dormono molto rispetto a noi esseri umani. Anche in questo caso le cose variano da individuo ad individuo, da età ad età, ma quando il nostro cane ha qualcosa che non va il periodo del sonno potrebbe prolungarsi in modo eccessivo. Lo stare isolato dagli altri, non lasciarsi coinvolgere e passare la maggior parte del tempo sulla propria cuccia, fare fatica anche ad uscire per i propri bisogni, sono indizi di depressione e apatia. Uno stato clinico grave che spesso sfocia anche in patologie del sistema immunitario intaccando il benessere generale. Una spirale buia che trascina il nostro compagno in un pozzo dal quale è poi difficile farlo riemergere. Un male che appartiene anche alla nostra specie, purtroppo sempre più frequente.

6. Iper-eccitazione perenne

L’iper-eccitazione, l’irrequietezza, l’iper-reattività, i movimenti continui, nervosi, lo stato di eccitazione perenne possono essere sintomi gravi. Il nostro cane non trova pace, non riesce a soffermarsi su nulla, è incontenibile, tutti elementi di un profondo stato di malessere che sta al lato opposto della depressione, ma è ugualmente grave e difficile da trattare. Molte persone scambiano questo stato con la “voglia di fare”, con un eccesso di energia fisica da far consumare attraverso l’impegno fisico, sottoponendo il cane a stress fisico per “farlo stancare”, proponendogli così attività eccitatorie convinti che questo lo porterà all’appagamento e alla pace dei sensi. Spesso però è come buttar benzina sul fuoco nel vano tentativo di estinguere la fiamma. Entriamo qui nel campo delle patologie comportamentali che hanno a che fare con uno stato della mente e del corpo. Queste patologie possono avere a che fare con disfunzioni del sistema nervoso centrale, del sistema endocrino, e via dicendo e possono essere generate anche da una tara genetica. In tal caso è necessaria una visita e una diagnosi da parte di un medico veterinario esperto in comportamento.

Dove sta la felicità?

Bella domanda. Vi si arrovellano grandi menti dall’alba della filosofia. Non sta certo a me dare un contributo ad un tema di tale portata, ma se in una qualche misura questo significa dar appagamento ai propri bisogni, una cosa è certa, per render felice il nostro cane dobbiamo approfondire quali siano i suoi bisogni, anche sopra i nostri. O meglio, in combutta con i nostri. Sempre considerando che lui appartiene ad una specie animale diversa dalla nostra e quindi che è immerso in valori e necessità che possono differire dai nostri.

In fondo la buona relazione altro non è che una lunga catena di compromessi nel vivere insieme. Guai quando i nostri desideri e aspettative annebbiano quelli dell’altro, o vengono a forza sovrapposti a quelli dell’altro, accecando la nostra capacità di giudizio e valutazione. Un cane vi dirà sempre se sta bene o male, a noi il compito di comprenderlo al meglio, armati del dubbio, indispensabile nella “buona” relazione, dove nulla va dato per scontato e tutto può esser messo in discussione. Senza paura. Sulla direttrice dell’affetto per l’altro, ingrediente principale nella storia dell’uomo e del cane.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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