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30 Luglio 2021
8:01

Cosa comunica il cane quando scodinzola?

Molti pensano, in modo un po’ superficiale, che quando il cane scodinzola stia sempre esprimendo gioia. Da questa convinzione spesso segue una catena di eventi che possono sfociare in drammi. Ma allora cosa significa quando il cane scodinzola? Perché lo fa? Come comprendere le sue reali intenzioni?

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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“Non si preoccupi, vede, scodinzola. Vuole solo giocare!”… Disse una frazione di secondo prima che scoppiasse una rissa furibonda. Cosa significa quando il cane scodinzola? Perché lo fa? Come comprendere le sue reali intenzioni? C'è tutto un mondo di segnali e emozioni dietro quel muoversi ed ecco perché è importante capirlo.

La coda come barometro del cane

Molti pensano, in modo un po’ superficiale, che quando il cane scodinzola stia esprimendo gioia. Da questa convinzione segue una catena di eventi che possono sfociare in drammi. Ma allora, non è forse vero che quando il cane è felice scodinzola? Sì, certo che è vero, ma è anche vero che il cane può scodinzolare quando è nervoso, assertivo o pronto allo scontro fisico con un altro cane. Per meglio comprendere come stanno le cose proviamo a pensare per un istante alla coda come manifestazione di uno stato emotivo e non tanto come mezzo per comunicare con l’altro, come fosse una sorta di barometro che si attiva quando il livello di eccitazione aumenta la sua pressione. Tanto è il livello di eccitazione tanto si attiva il suo movimento.

Osserviamo come il cane scodinzola per capire il suo stato

Quindi la coda del cane è soggetta al livello di eccitazione, ma non basta. Per comprendere lo stato del cane dobbiamo tener in considerazione altri indizi, l’intero corpo del cane e, soprattutto, la situazione, il “qui e ora”: la posizione della testa, se tenuta alta o bassa, per esempio; le orecchie se erette, aderenti al cranio oppure rilassate; il modo di avanzare, rigido, flessuoso, radente al suolo, e via dicendo. Insomma, per capire quale emozione stia provando il cane va osservato nel suo insieme, la coda ci da solo alcuni indizi. Ma anche questo non è sufficiente.

Altra cosa molto importante è il “come” si muove la coda, quale sia la sua posizione, se tenuta molto alta, irrigidita, con un movimento rapido e di scarsa ampiezza, un po’ come fosse un barra di metallo conficcata nel terreno colpita con una mazza. In questo caso l’emozione sottostante non è la gioia. Il cane è teso, nervoso, pronto allo scontro. Se invece la coda viene tenuta orizzontale al terreno, o comunque poco inclinata, diciamo sotto la linea della groppa, e mossa con movimenti ampi, flessuosi, sventolata come a voler muove la maggior quantità d’aria possibile, allora il cane è più facilmente in uno stato positivo, sta provando piacere, contentezza, sta salutando qualcuno in modo accogliente. Diverso ancora quando la coda è tenuta molto bassa, tra le zampe posteriori o addirittura adesa al ventre. In quel caso il cane è intimorito, preoccupato, il movimento della coda è rapido ma non rigido anche se di scarsa ampiezza. Il cane, in questo caso, comunica arrendevolezza, questo stato può anche indicare timore vero e proprio.

La coda, strumento di informazione sociale

I cani scodinzolano soprattutto quando sono presi da uno stato emotivo nei confronti di un referente sociale o di un possibile referente sociale. Quando un cane sta puntando una preda, quando la vuole sorprendere, non scodinzola. Eppure è sicuramente in uno stato di alta eccitazione, come mai? Se ci pensiamo è abbastanza logico che Madre Natura abbia strutturato schemi motori differenti per differenti situazioni. Il cane non interagisce emotivamente con una preda, vuole catturarla, non ha alcun intento comunicativo. Se vuole sorprenderla è meglio che il suo corpo si muova il minimo indispensabile per non farsi notare e riuscire così a diminuire il più possibile la distanza che li separa, quindi la coda non si muove ed è tenuta bassa, non sporge dal corpo aumentando la dimensione della sagoma del “predatore”. Scodinzolare non aiuterebbe affatto in questa circostanza benché il livello di arousal è certamente alto. Attenzione però: un cane potrebbe comportarsi così anche nei confronti degli altri cani. Alle volte potrebbe vederli come qualcosa da predare, e ciò può dipendere da una miriade di fattori, che non tratteremo qui. (Consiglio il libro di Michele Minunno, per chi voglia approfondire molto il tema della predazione. “Dal comportamento predatorio alla relazione: Osservare il cane da prospettive differenti”, 2020)

Quindi, i cani scodinzolano quando interagiscono con referenti sociali, siano essi altri cani che persone, o altri animali che fanno parte del loro mondo relazionale. Alle volte però è anche vero che un’emozione intensa può far scodinzolare il cane quando è solo, magari mentre gioca con una pallina che fa rimbalzare per casa.

Il punto di vista conta

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Certamente il comportamento del cane, dal punto di vista della sua storia evoluzionistica, la sua storia di specie, si è strutturato per essere intellegibile per gli altri cani, quindi i suoi segnali dovrebbero essere osservati dal punto di vista di un cane, intendo proprio fisicamente. Questo è maggiormente chiaro quando si parla di come il cane muova la coda se vogliamo meglio comprendere il suo stato emotivo. Ma andiamo per gradi.

Un team di ricercatori cappeggiati dal professor Giorgio Vallortigara, eminente neuroscienziato, interessati allo studio della lateralizzazione del cervello, ossia alle diverse funzioni dell’emisfero destro e sinistro, ha osservato che lo scodinzolare del cane non è simmetrico. La coda infatti tende a muoversi prevalentemente a desta o sinistra a seconda dello stato emotivo in cui si trova il cane.

In breve, è stato osservato che quando il cane è posto di fronte a stimoli a valenza positiva, come il proprio compagno umano, allora lo sventaglio della coda avviene prevalentemente sulla parte destra del cane e sta ad indicare un desiderio di avvicinamento. Viceversa quando il cane è posto di fronte a un individuo sconosciuto (nella ricerca si parla di stimolo che suscita emozioni negative) lo scodinzolio propende maggiormente sul lato sinistro del corpo.

Ci si potrebbe chiedere, ma se lo stimolo è negativo, perché il cane scodinzola? Proprio per quanto detto sopra, sia per lo stato di eccitazione dato dalla “novità”, sia perché vuole comunque comunicare che non ha intenzioni avversative anche se si sente un po’ a disagio, ma anche perché, scodinzolare in quel modo, ossia sul lato sinistro del corpo, informa l’altro individuo che lui ha intenzione di sottrarsi all’interazione in modo “gentile”.

Naturalmente il discorso è più complesso (consiglio il libro di Giorgio Vallortigara, "La mente che scodinzola" – Mondadori, 2011) ed è anche vero che non è affatto facile per noi comprendere da quale lato il cane stia muovendo la coda, proprio perché il nostro punto di vista ci inganna, infatti, se fossimo di fronte al cane, alla sua altezza, immediatamente vedremmo sporgere la coda dalla sua sagoma prevalentemente da un lato o dall’altro. Il team di Vallortigara ha dovuto fare delle riprese dello scodinzolio con telecamere ad alta velocità per poi rallentare tantissimo i video e studiare l’inclinazione della coda, comprendendo così quale emisfero del cervello si attivava maggiormente in relazione alle caratteristiche delle stimolazioni emotive alle quali il cane era esposto (persona conosciuta vs sconosciuto).

Il mio cane non ha la coda

Naturalmente i cani che sono privi della coda hanno una maggior difficoltà nel comunicare, consciamente o inconsciamente, il loro stato emotivo. Ci sono individui che nascono anuri, ossia privi delle vertebre caudali, ma questo non significa che non scodinzolino, infatti questi tendono a scuotere con maggior evidenza il treno posteriore, il sedere per intenderci. Certo è che risulta mono facile leggere le varie sfumature del loro stato emotivo. Dato che l’amputazione della coda è qualcosa di illegale (fortunatamente) grazie all’articolo 544 del Codice Penale (2010) non mi soffermo troppo su questa eventualità, conscio però del fatto che ancora oggi, in certi luoghi, e da certi veterinari, questa pratica sia ancora applicata per meri fini “estetici”. Comunque sia, agli occhi degli altri cani, un cane privo della coda, risulterà meno comprensibile nel suo insieme e questo, alle volte, abitua l’individuo anuro a mettere maggior enfasi nei suoi segnali comunicativi, un po’ come le persone che hanno uno scarso udito quando parlano alzando molto la voce.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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