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scheda razza
4 Giugno 2022
16:30

L’Akita americano, riservato e pacato compagno di avventure

  • Origine: Stati Uniti
  • Standard: Gruppo 5 - Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo. Sezione 5 - Spitz asiatici e razze affini
  • Taglia: grande
  • Altezza: 65 cm. per le femmine, 70 cm. per i maschi
  • Peso: 50 Kg per le femmine, 55 Kg per i maschi
  • Pelo: media lunghezza, ruvido e fitto, leggermente più lungo sulla groppa e sulla coda
  • Vita media: 10 anni
125 condivisioni
Validato da Elena Garoni
Membro del comitato scientifico di Kodami
Immagine

L’Akita americano, anche detto Grande Cane Giapponese, è una razza statunitense. Il suo progenitore è l’Akita giapponese, ma a partire dal secondo dopoguerra, si è diffuso negli Stati Uniti, dando forma ad una razza che in Giappone non viene riconosciuta.

socialità

  • Rapporto con la famiglia umana3
  • Rapporto con altri umani0
  • Rapporto con altri cani0
  • Rapporto con altri animali in casa0

attività

  • Attività fisica2
  • Giocosità0
  • Ricerca0
  • Riporto0
  • Guardia3

adattabilità

  • Vita in città0
  • Adatto come primo cane0
  • Adattabilità ai viaggi0
  • Tolleranza alle temperature calde3
  • Tolleranza alle temperature fredde3

cure e salute

  • Cura del pelo2
  • Predisposizione alle malattie1
  • Attenzione all'alimentazione0

motivazioni

  • Epimeletica0
  • Affiliativa3
  • Comunicativa0
  • Et epimeletica0
  • Somestesica1
  • Sociale0
  • Protettiva3
  • Territoriale3
  • Possessiva3
  • Competitiva1
  • Perlustrativa0
  • Predatoria2
  • Sillegica0
  • Esplorativa1
  • Di ricerca0
  • Cinestesica2
  • Collaborativa0
Che cosa sono le motivazioni?Scopri tutti i desideri e i bisogni dei cani

L’Akita americano è stato riconosciuto solo recentemente anche dalla FCI, mentre in precedenza le due varianti erano considerate come appartenenti alla stessa razza.

Questi grandi cani hanno un comportamento composto e serio, difficilmente sprecano energie in dimostrazioni di affetto e, infatti, per conoscerli davvero bisogna imparare ad osservare i minimi dettagli dei loro movimenti.

Negli ultimi decenni si sono diffusi anche in Italia, ma spesso vengono adottati per l’aspetto estetico, senza considerare la loro complessa personalità, che li rende cani amanti degli ampi spazi, della tranquillità e del tempo trascorso insieme a poche persone fidate.

Quando si entra nel loro cuore e si conquista la loro fiducia, l’amicizia diventa incondizionata e profonda. Se avete questa fortuna, l’Akita americano potrebbe arrivare a mostrare la parte meno discreta del suo animo, quella che perde la serietà e, inaspettatamente, diventa spensierata.

Origine

Stati Uniti

Standard

N° 344/ 29.01.2015

Gruppo 5 Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo.

Sezione 5 Spitz asiatici e razze affini.

Aspetto

L’Akita americano è un cane di taglia grande che può raggiungere anche i 70 centimetri di altezza e i 55 chilogrammi di peso. Le femmine sono leggermente più piccole dei maschi e, generalmente, non superano i 65 centimetri e i 50 chilogrammi.

Ha un corpo solido e muscoloso e un’ossatura potente. Il pelo è di media lunghezza, ruvido e fitto, leggermente più lungo sulla groppa e sulla coda.

Alimentazione, cura e mantenimento

L’akita americano, come molti cani di taglia grande, potrebbe soffrire di displasia dell’anca e del gomito. Questa razza, inoltre, è particolarmente predisposta ad alcuni tipi di oculopatie, come ad esempio la cataratta e l’atrofia progressiva della retina.

Il mantello è dotato di un fitto sottopelo e subisce una muta stagionale piuttosto intensa. Durante questi periodi, l’Akita americano potrebbe soffrire di forti pruriti. Per questo motivo, è consigliabile dedicare il tempo a qualche profonda spazzolata.

Motivazioni

Territoriale, protettiva, affiliativa, possessiva, competitiva.

Amante di

Trascorrere il tempo in compagnia dei suoi umani di riferimento in spazi non troppo rumorosi e affollati. Proteggere le sue risorse, i suoi ambienti e le sue persone preferite.

Origini e storia

Akita è il nome di una regione del Giappone Nord occidentale, dove già nel 3000 a.C., i progenitori di questi grandi cani venivano utilizzati per la caccia all’orso, al cervo e al cinghiale.

A partire dal XVII secolo, nella zona della città di Odate, furono scoperte numerose miniere d’oro e il ruolo di questi cani divenne rapidamente quello di guardiani degli accessi alle cave e di custodi dei minatori.

Anche i nobili e i samurai si accorsero presto delle grandi abilità di questo cane dall’aspetto così potente e dal comportamento sicuro e, nei secoli divenne quindi anche il guardiano dei templi e degli appartamenti, dei grandi giardini e dei parchi.

A partire dal 1600, alcuni individui cominciarono a venire incrociati con i Tosa e con i Mastiff, con un conseguente aumento della taglia. L’obiettivo era quello di utilizzarli per i combattimenti tra cani. Nel 1908, però, questa crudele disciplina venne proibita e gli Akita cambiarono ancora una volta ruolo nella società.

Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, infatti, molti molti individui vennero uccisi per usare la loro carne come cibo e il loro folto mantello come pelliccia. Inoltre, la polizia diede inizio ad una confisca di tutti i cani, ad eccezione dei Pastori Tedeschi, i quali venivano utilizzati per scopi militari. Ciò che accadde in questa epoca in Giappone fu causato dal periodo di grande povertà che stava attraversando il paese, fortemente coinvolto nella guerra.

Al termine di questo triste periodo, i pochi esemplari sopravvissuti erano suddivisi in tre varietà distinte: gli Akita Matagi, gli Akita da combattimento e gli Akita da pastore. Questa situazione creò molta confusione tra chi tentava di ricostruire le origini dell’antica razza che, a partire dal 1931, è considerata monumento naturale del Giappone.

Nei primi anni del dopoguerra, vennero definite due linee di Akita, ovvero quella pura (Ichinoseki) e quella nata dagli incroci con i Pastori Tedeschi, i Tosa e i Mastiff, detta Dewa. Fu proprio la seconda a conquistare l’attenzione dei soldati americani di stanza in Giappone.

Alcuni individui appartenenti a questa categoria vennero quindi portati negli Stati Uniti e, a partire da questo momento, la storia dell’Akita Inu e dell’Akita americano si differenziò definitivamente. Nel 1956 venne fondato l’American Akita Club e fu proprio allora che la razza prese anche il nome di Grande Cane Giapponese. Nel 1972, venne definitivamente riconosciuta anche dall’American Kennel Club.

Ancora oggi, però, l’Akita americano non è riconosciuto in Giappone dove la razza viene considerata alla stregua di un “furto” alla cultura e alla tradizione giapponese, così legata all’immagine candida e assolutamente priva di macchie nere, del proprio Akita Inu.

Negli anni a venire, per gli allevatori americani non fu quindi facile riuscire ad importare altri individui di Akita dal Giappone. Questo fattore fece in modo che le caratteristiche della razza statunitense rimasero immutate nel tempo, mentre in Giappone avvenne un importante processo di recupero della razza antica, anche attraverso incroci con altri cani giapponesi di taglia più ridotta.

Ad oggi, infatti, gli Akita americani sono più massicci e pesanti rispetto agli Akita Inu. Inoltre hanno il muso più largo, che ricorda ancora gli incroci con i Mastiff.

Sebbene secondo la FCI siano entrambe razze giapponesi, negli USA l’Akita americano viene chiamato semplicemente Akita, mentre l’Akita Inu è detto giapponese.

Motivazioni (desideri e bisogni)

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L’Akita americano è un cane serio e molto concentrato sul benessere del proprio gruppo, che ama proteggere e difendere. Ha una motivazione territoriale particolarmente spiccata e un forte interesse per il controllo di ciò che gli appartiene.

Queste caratteristiche fanno di lui un guardiano eccellente, che preferisce osservare il mondo da lontano piuttosto che trovarcisi immerso.

Chi vive con un Akita americano, infatti, non può dimenticare il fatto che questo cane ha origini giapponesi, ovvero legate ad un paese in cui il contatto e la vicinanza sono questioni dedicate solo a persone con cui si è davvero in intimità.

Non è per nulla espressivo e, per capire realmente come si sente, bisogna imparare a guardare i dettagli: un occhio strizzato, il peso spostato leggermente indietro o la minima flessione di un orecchio, sono importanti indizi che permettono di percepire le sue sensazioni.

Per comunicare con lui, prestate attenzione alle posture del vostro corpo e alle espressioni del viso. L’Akita americano, infatti, è un cane che ama osservare i movimenti di chi si aggira intorno a lui e impara presto a comportarsi di conseguenza. Se per caso siete di cattivo umore, il vostro cane se ne renderà conto immediatamente e, forse, vi dedicherà qualche istante per cercare di rasserenarvi.

Non aspettatevi però dimostrazioni di affetto come quelle che potrebbe avere un Labrador o un Golden Retriever: con questo grande e distinto cane, infatti, dovrete ritenere un gesto importante anche un breve contatto apparentemente casuale o uno sguardo della durata di un istante.

Si tratta di un cane che sente il desiderio di avere uno spazio suo, dove trovare la sua amata serenità. Se adottate un Akita americano, prestate attenzione a posizionare la sua cuccia in un luogo che non sia di passaggio e abituatevi a lasciarlo riposare serenamente quando si sdraia nel suo posticino. Curare questo aspetto, farà in modo che l’Akita americano vi consideri persone degne di fiducia e favorirà una relazione profonda tra voi

Questo cane è discreto e sicuro, ha il desiderio di avventurarsi nel mondo con la sua famiglia, ma senza essere obbligato a fermarsi al bar o nei centri commerciali. Di fatto è uno dei cani meno socievoli che esista. Non ama né le persone estranee, né i cani che non appartengano al suo gruppo. Questa caratteristica si evidenzia fin da quando sono cuccioli. Nella sua mente c’è ancora il ricordo dei cortili giapponesi, dove regnava il silenzio e la tranquillità. Se abitate in piena città, in una famiglia con bambini, o avete l’abitudine di avere ospiti, non è certo il cane che fa per voi.

Aspetto fisico

L’Akita americano è un cane di grande taglia, dalla corporatura forte e pesante. Un maschio adulto può raggiungere i 70 centimetri e i 60 chilogrammi di peso, mentre le femmine, generalmente, non superano i 65 centimetri e i 50 chili. La testa è larga e la forma ricorda una sorta di triangolo smussato, con le orecchie erette e portate in avanti, gli occhi piccoli e il tartufo ampio e nero. La coda è larga e portata arricciata sopra il dorso o contro il fianco.

Ha un mantello fitto e dotato di uno strato di soffice sottopelo. La lunghezza del pelo al garrese e sulla groppa è di circa 5 centimetri, mentre è più corto sulla testa e sulla parte inferiore degli arti.

Può essere di colore rosso, fulvo, bianco, ma anche pezzato o tigrato.

Sebbene lo standard di razza non definisca limiti massimi per la dimensione degli individui, non viene menzionata alcuna varietà di Akita americani giganti.

Cura e salute

Questa razza può soffrire di displasia dell’anca e del gomito, una patologia potenzialmente molto dolorosa che riguarda le articolazioni. Per ridurre il rischio che il cane sviluppi questa patologia, è consigliato rivolgersi ad allevatori professionisti che abbiano a cura il benessere degli animali e facciano in modo di selezionare solo individui privi di displasia.

Come molte razze di grandi dimensioni, l’Akita americano è soggetto anche alla torsione dello stomaco.

Si tratta di una razza particolarmente predisposta ad alcuni tipi di oculopatie, come ad esempio la cataratta e l’atrofia progressiva della retina.

Ha un’importante muta primaverile che, in alcuni casi, può causare forti pruriti, evitabili con frequenti spazzolate.

Non dimenticate, però, che si tratta di un cane che non ama particolarmente il contatto prolungato. Per rendere più facili queste operazioni sarà quindi utile abituarlo fin dai primi mesi all’utilizzo della spazzola, ponendosi con delicatezza e senza forzature.

L’alimentazione deve essere equilibrata e adeguata alla quantità di movimento svolto durante il giorno.

Cosa fare con un Akita americano

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Ciò che rende davvero felice un Akita americano è una passeggiata nel silenzio della campagna insieme al suo umano prediletto. Non servirà portare con voi palline, frisbee o altri giochi, perché gli oggetti non sono molto importanti per lui. Molto meglio sedersi su una panchina fuori dal caos della città e guardare il mondo che si muove a distanza.

L’Akita americano non ama avere fretta e apprezza i momenti di tranquillità e di silenzio.

Il consiglio è quello di non ostinarsi a coinvolgerlo in giochi frivoli e, a suo parere, poco dignitosi. Piuttosto dimostrategli che apprezzate la sua serietà e rispettate i suoi desideri: lasciategli il tempo per annusare, per guardare i dettagli della natura e per condividere con voi la pace che vi circonda.

Relazione e contesto ideale

L’Akita americano è un cane deciso che ama avere accanto a sé poche persone affidabili, presenti, coerenti e delicate. La relazione con lui si costruisce sui fatti, non sulle parole.

Non ama la confusione e nemmeno gli eccessi di coccole e giochi, quindi è più adatto a chi conduce una vita tranquilla, in ambienti pacati e sereni.

Bisogna assicurargli quotidianamente la giusta dose di movimento e non dimenticare che la gestione al guinzaglio di un cane di queste dimensioni può anche risultare piuttosto complessa.

Quando l’Akita si accorge di venire compreso e supportato dal suo umano, è in grado di dare tutto sé stesso per la relazione profonda che ha l’opportunità di vivere.

In contrasto alla sua scarsa socievolezza, infatti, una volta che si fida di qualcuno, si lascia andare completamente, dimentica il suo comportamento nobile e composto e prende una forma più scanzonata.

Il momento in cui l’Akita americano decide finalmente di sdraiarsi a pancia in sù accanto a voi, oppure quando vi fa un inchino per giocare insieme, sono istanti di rara intimità che vanno apprezzati e goduti a fondo perché, per lui, sono dimostrazioni di fiducia dedicate a pochi eletti.

A causa della sua serietà e delle grandi dimensioni, in passato veniva considerato un cane pericoloso. Questa convinzione, però, si basa su credenze errate che non considerano che ogni individuo ha un’identità a sé stante: un Akita americano che venga tutelato, rispettato ed ascoltato, difficilmente mostra comportamenti che possano destare preoccupazione nelle persone.

D’altro canto, non bisogna sottovalutare i suoi bisogni, le sue necessità e nemmeno la sua storia, visto che in passato gli abbiamo chiesto di essere un guardiano e un cacciatore, e lui questi ruoli non li ha ancora scordati.

Se siete comunque convinti che sia proprio il cane che fa per voi, prima di rivolgervi ad un allevamento professionale, potete contattare un’associazione rescue che si occupi di trovare nuove adozioni per Akita americani vittime di maltrattamenti o abbandoni.

Una giornata con un Akita americano

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Quando aprite gli occhi al suono della sveglia, il vostro Akita americano sta dormendo in soggiorno, ovvero nella stanza più tranquilla della casa. Vi sente arrivare e alza la testa, scodinzola, ma poi torna a sonnecchiare.

In pochi minuti vi preparate per uscire, perché amate passeggiare al mattino presto, quando per strada non c’è nessuno. Abitate in un paese di campagna, quindi in pochi minuti riuscite ad arrivare ai sentieri dove sapete che non troverete nessuno e potrete, quindi, camminare lentamente tra i canali e i campi.

Come una guardia del corpo, il vostro Akita americano passeggia accanto a voi, talvolta accelera un istante per sentire un odore, oppure si attarda perché ha sentito un rumore in lontananza.

Voi lo attendete silenziosamente e, dopo un breve sguardo complice, ripartite insieme verso casa. Gli preparate da mangiare e poi andate al lavoro.

Al ritorno, vi viene in contro stiracchiandosi e guardandovi nel tentativo di leggere le vostre intenzioni. Voi entrate in casa pacatamente e aprite la porta che si affaccia sul giardino, poi uscite insieme e vi sedete a terra muniti di spazzola.

Quando il vostro Akita americano si accorge che state per spazzolarlo, si sdraia davanti a voi e, con serenità, vi lascia fare. Sempre in silenzio, voi lo accarezzate delicatamente e togliete il fitto strato di sottopelo che sta perdendo per via dell’arrivo dell’estate.

Dopo qualche minuto vi alzate, prendete la pettorina e vi preparate per uscire. Riempite lo zaino con un ossetto per il vostro cane e un po’ di acqua per entrambi e andate verso il parco del paese, dove vi mettete a leggere il giornale sul tavolino più distante dal sentiero, mentre lasciate al vostro Akita il tempo per sgranocchiare lentamente il suo osso.

Lo guardate mentre mordicchia sereno e, di tanto in tanto, buttate uno sguardo anche alle persone che si muovono in lontananza, perché sapete che se si avvicinasse qualcuno in questo momento, il vostro cane potrebbe non gradire la presenza di sconosciuti.

Verso l’ora di cena tornate a casa, gli preparate da mangiare e poi vi mettete sul divano a guardare un film. Il vostro cane si metterà nella sua cuccia e, solo verso la fine, si sposterà sul divano dove siete voi, chiedendovi con lo sguardo di lasciargli un po’ di spazio.

Quando arriva il momento di andare a dormire gli grattate delicatamente il fianco e vi spostate verso il letto, mentre lui rimane lì ancora un po’, prima di tornare nella sua cuccia del soggiorno fino al mattino successivo.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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