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9 Agosto 2022
12:59

La disperazione di Amstaff e Pitbull nei canili raccontata da chi assiste agli abbandoni

L'istruttore cinofilo Alessandro Maffini, gestore dell'Associazione Abbaiamo, ha raccontato a Kodami la disperazione dei Terrier di Tipo Bull che entrano in canile e di chi incontra quotidianamente i loro sguardi.

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Appassionati di cani, educatori cinofili, volontari dei canili e chiunque faccia parte di questo settore sa bene che la bacheca di Facebook può mostrare molte più richieste di adozioni soprattutto in estate, quando gli abbandoni aumentano e i box di tutto il Paese si affollano più del solito.

Nei mesi estivi, infatti, i social diventano per molti una sorta di rimbalzo continuo tra scatti di cani reclusi nei canili, seduti di fronte ad una fotocamera, in un box con il muro di cemento sullo sfondo, immortalati nelle foto destinate ai potenziali futuri pet mate.

Tra questi scatti si incontrano spesso gli sguardi di cani Terrier di Tipo Bull, come Amstaff e Pitbull, vittime delle nostre mode, di adozioni incoscienti e di abbandoni.

Si alternano nomi su nomi, storie su storie, richieste sempre nuove e in un certo senso sempre uguali, finché ad un certo punto qualcosa si spezza dentro di noi e non abbiamo più la forza di continuare a guardare, leggere e conoscere per un solo istante questi cani che – purtroppo lo sappiamo già – faranno fatica a ricostruirsi un destino oltre le sbarre di quel box.

Il post di Alessandro Maffini: «Foto sbiadite allegate al faldone che nessuno toccherà più»

Dopo l'ennesimo post allo stesso tempo uguale ma diverso perché parla di un altro individuo, ci si sente inevitabilmente abbattuti. È ciò che è successo anche ad Alessandro Maffini, istruttore cinofilo del canile di Cremona, gestore dell'Associazione Abbaiamo e di "La tana famiglia", una struttura dove accoglie cani che necessitano di particolari attenzioni e cerca per loro persone di riferimento adatte per accompagnarli lontano dalla solitudine dei canili.

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Le foto che hanno ispirato il post di Alessandro Maffini ritraggono soggetti ospitati in un canile siciliano

Nel bel mezzo dell'estate, durante una di quelle giornate afose del luglio 2022, Maffini ha scelto di condividere la sua frustrazione attraverso un post su Facebook. Tra le sue parole, che riassumono questa tragica realtà, c'è la sofferenza di chi sa che per ogni cane che trova una famiglia, un altro è in arrivo, in un sistema apparentemente senza fine.

«Mentre scorrevo rapidamente le immagini della home, tre Terrier di Tipo Bull hanno catturato la mia attenzione – racconta a Kodami l'autore del post – Le loro immagini non erano nemmeno accompagnate da un nome e sembravano ormai solo numeri ritratti in fotografie scattate con Polaroid di un altro tempo. Tra le parole dei volontari, che cercavano una famiglia per loro, si percepiva la disperazione. Una disperazione che mi ha colpito, perché la riconosco».

Il risultato dei suoi pensieri è un testo che in poche ore è diventato molto popolare sui social, soprattutto tra chi con questo argomento di eterna attualità ci convive.

Non abbiamo nomi, siamo solo fotografie sbiadite, allegate a un fascicolo che prende polvere in un Canile.

Poco importa che sia del Sud o del Nord. Importa la nostra voce che nessuno ascolterà mai. Siamo frutto della vostra miopia, della vostra ricerca del fattore estetico, della moda. Non importa che siamo esseri viventi e senzienti, siamo un corredo, un elemento di arredo, uno status symbol.

Poi quando vi accorgete che ragioniamo, soffriamo, finiamo tutti nello stesso posto, come merce fallata; siamo vuoti a rendere, vuoti anche se siamo ancora giovani, con una storia tutta da scrivere. Siete voi che avete creato questo mostro, il mostro delle strutture di cemento e acciaio che fagocitano le nostre vite, senza nomi, che son riassunte solo da una foto sbiadita allegata a quel faldone polveroso che nessuno toccherà più.

Il racconto di Alessandro Maffini: «Sono giganti dalle zampe d'argilla, piccoli uragani che cercano spazi e confini»

«I Terrier di Tipo Bull sono giganti dalle zampe d'argilla. Hanno l'aspetto muscoloso, ma se li guardi da vicino ti accorgi che sono fragili come bimbi impauriti – racconta Maffini – Insieme a loro tutte le emozioni sono amplificate, sono piccoli uragani che hanno bisogno sia di spazio che di confini dettati da figure di riferimento solide e dolci, ma anche stabili e ferme. Sanno sopportare il dolore fisico più di qualunque altro cane, ma non sanno adattarsi al box che li accoglie mentre vedono sciogliersi il legame che avevano con i propri umani. I Pitbull e gli Amstaff vivono come cristalli dentro un guscio».

Uno di loro ha colpito particolarmente l'attenzione di Maffini. Si tratta del Pitbull dal naso rosa – o Red nose: «Anche ora, se riguardo la sua foto mi emoziono, perché so che certamente si trova ancora lì, in attesa che arrivi qualcuno. I Pitbull di questo tipo e di queste dimensioni sono i più difficili a cui trovare famiglia – spiega – Ed è triste accorgersene, perché siamo stati proprio noi umani a selezionarli così per dargli un aspetto potente e forte. Ora li moltiplichiamo per venderli a poche centinaia di euro, nonostante i box, da Nord a Sud, siano già pieni e siano davvero poche le famiglie realmente in grado di prendersene cura in maniera adeguata».

IPitbull in Italia non siano considerati cani di razza. Tanti vengono allevati e venduti come tali, spesso ad acquirenti interessati all'aspetto estetico del cane, di cui però non ne conoscono attitudini, desideri e bisogni, i quali emergono soprattutto con l'arrivo dell'adolescenza. L'incapacità di entrarci in relazione porta agli abbandoni, a un'età delicata, quando il cane non è più un cucciolo ed è ecco che è più difficile trovare qualcuno che lo adotti.

Proprio a loro, su Kodami, abbiamo dedicato la prima puntata del format "Che razza di Storia!", nel tentativo di offrire uno sguardo più completo sulle loro personalità, perché avere un cane non può essere uno sfizio, una moda, un gioco, ma deve diventare per tutti una scelta responsabile, basata sull'effettiva compatibilità tra i soggetti che andranno a costruire una vita insieme.

«Per fermare la sofferenza non basterà sensibilizzare la popolazione e nemmeno spostare semplicemente i numerosi soggetti che si trovano nei canili del Sud, perché il rischio è che finiscano solo per riempire quelli del Nord – conclude l'istruttore –  Bisogna piuttosto concretizzare una campagna di sterilizzazione massiccia e, attraverso sanzioni adeguate, fare in modo che la legge venga rispettata e venga messa la parola fine alla compravendita illecita di cuccioli. Solo così potremo ridurre il numero di Terrier di Tipo Bull che finiscono in canile ed evitare che continuino a perdere la loro identità diventando oggetti senza nome, dimenticati dietro le sbarre».

Per informazioni riguardo i cani ritratti nelle foto e per dare inizio ad un percorso di adozione consapevole presso il Canile di Cremona, si può contattare direttamente Alessandro Maffini: 3776936387.

Ogni estate in Italia aumentano gli abbandoni. Eppure si tratta del momento migliore in cui recarsi al canile ed adottare un cane. Durante i mesi estivi, infatti, abbiamo più tempo da dedicare al nuovo compagno di vita e per questo motivo Kodami invita i suoi lettori a partecipare alla campagna contro gli abbandoni. Vivi una "Vacanza bestiale" davvero! Adotta, responsabilmente, d'estate. 

 

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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