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12 Febbraio 2021
13:02

Staffette da Sud a Nord. “I più fortunati vanno in canile”: ma è davvero così?

Le staffette di cani da Sud a Nord del Paese e la difficoltà per alcuni soggetti poi di adattarsi a condizioni ambientali completamente diverse da quelle dalle quali provenivano. Il responsabile della parte educativa e riabilitativa del canile di Voghera descrive una filiera consapevole volta alla collaborazione tra tutte le anime che puntano al miglioramento della condizione del benessere degli animali per riuscire a raggiungere lo scopo di adozioni corrette sia per il cane che per la famiglia di cui entrerà a far parte.

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A cura di Matteo Castiglioni
Istruttore cinofilo, responsabile parte educativa e riabilitativa canile ENPA Voghera
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Per diversi anni, insieme al team del “Dimmi chi Sei” guidato da David Morettini, abbiamo avuto la possibilità di girare l’Italia e conoscere diverse realtà di canili, scontrandoci con il dato di fatto che il randagismo è un fenomeno di origine gestionale, sociale e culturale, soprattutto nel sud Italia. Da qui è nata l’esigenza di organizzare serate non solo informative ma anche di sensibilizzazione, cercando di portare il nostro punto di vista da professionisti della cinofilia anche tramite il lavoro fatto dall’associazione Stray Dogs International Project che ci insegna che i cani liberi sui territori vanno in primis conosciuti nella loro identità etologica, monitorati e valutati come singoli o gruppi e solo dopo si può agire in maniera pratica e diretta.

Attraverso questi incontri informativi che abbiamo svolto in tutta Italia, chiamati “Cani in transito o transito di Cani”, abbiamo condiviso la nostra proposta di filiera di spostamento consapevole dal Meridione al Settentrione e come arrivare a delle adozioni che siano corrette sia per gli animali che per le famiglie in attesa. Così siamo riusciti a tessere una piccola ma solida rete tra associazioni e canili che hanno sposato questa idea avviando delle vere e proprie collaborazioni.

Importante però, prima di andare nel dettaglio e spiegare appunto come operiamo, è premettere che la possibilità di valide adozioni esiste in qualsiasi parte del nostro Paese e lo stesso vale, purtroppo, anche all’inverso, ovvero nel caso di adozioni fallimentari. Non è una questione di luogo ma di come viene gestito il processo che deve, appunto, iniziare con una importante valutazione del cane libero tramite un monitoraggio costante che permetterà di capire, alle persone che se ne occupano, se sia il caso o meno di procedere allo spostamento.

La filiera consapevole per il trasferimento dei cani da sud a nord Italia

Nel caso in cui il cane abbia caratteristiche compatibili con una possibile vita in un luogo diverso rispetto a quello in cui è nato e cresciuto, procediamo con una valutazione (gratuita) approfondita da parte di un professionista in loco, per stabilire non solo un indice di adottabilità ma anche per iniziare a conoscere il soggetto sotto il profilo caratteriale, motivazionale, comportamentale e valutarne il grado di sicurezza sociale, sia con cani che con persone, e ambientale. Tutto questo viene fatto in tandem con l’associazione o canile del Nord di destinazione, fornendo anche materiale video e foto. Se dalla valutazione fatta si evince la possibilità concreta di uno spostamento, viene richiesto anche un check sanitario completo e test su leishmania, cimurro ed erlicchia.

Lo spostamento al Nord deve essere svolto secondo le norme di legge vigenti soprattutto quando avviene via terra con furgoni attrezzati, oppure con viaggio in treno, macchina e raramente aereo. Qualsiasi sia il mezzo, tutto deve favorire il benessere del cane anche tramite la presenza di una figura di riferimento.

Una volta che il cane è destinato a una struttura è lì che deve essere direttamente portato e non in punti pericolosi come snodi autostradali. Una volta giunto viene prima fatto ambientare, poi accompagnato dal suo riferimento umano all'interno del contesto e infine collocato nel box prescelto (le informazioni pervenute tramite la valutazione del cane, aiuteranno a monte a decidere in quale box ubicarlo e per che arricchimento ambientale optare). Da qui parte il mio lavoro “pratico” o quello di miei colleghi: il lavoro diretto sul cane al fine di trovare un’adozione consapevole.

Cosa significa lavorare in canile con un cane proveniente dal Sud?

Da diversi anni lavoro presso il Canile ENPA di Voghera nel quale, insieme al direttivo, dal 2016 abbiamo avviato questo iter di spostamento tramite la collaborazione professionale con alcune associazioni o altre sezioni ENPA operanti al Sud. Cosa significa lavorare con un cane proveniente da questi spostamenti? Significa non solo rivalutarlo inizialmente, ma soprattutto lavorare sull' innalzare il suo indice di adottabilità attraverso la proposta di attività pertinenti e utili o di esperienze sociali e ambientali corrette, ponendosi obiettivi ma anche limiti nel rispetto delle caratteristiche caratteriali, comportamentali e motivazionali del singolo soggetto. La conoscenza graduale del cane e gli obiettivi posti ci aiutano a definire i parametri per la tipologia di adozione da cercare.

L’iter di adozione dal canile alle famiglie

Anche le adozioni seguono un iter ben specifico, volto a collocare il cane nella condizione familiare e ambientale più idonea. Tutto questo viene fatto tramite un serie di incontri gratuiti tra adottanti e cane, organizzati sia in canile che nella futura casa, volti a creare le basi relazionali e impostare una corretta, sana ed equilibrata gestione tra le mura domestiche e in esterno. Questo iter non ha lo scopo di far adottare un cane con corredo di “vestitini” e ciotole, ma di inserirlo gradualmente all’interno di un nucleo famigliare, dandogli un senso di inclusione e di appartenenza, rispettando le sue caratteristiche di individuo e le sue necessità. Questo, sia chiaro, vale tanto per i cani “del Nord” che per i cani “del Sud”, di qualsiasi età e sesso.

Un dato che può far riflettere sull’argomento adozioni è che al canile di Voghera la maggior parte dei cani provenienti dal Meridione (una percentuale che si aggira intorno all'80%), viene data in adozione in ambienti extra urbani poiché incompatibili con le zone di città o paese a causa della sovra-stimolazione e sovra-esposizione visiva, uditiva e sociale.

L’adozione di alcuni cani che arrivano dal Sud: decisamente un percorso più complesso

Non sempre però, i cani provenienti da territori del Sud arrivano in Canile a Voghera attraverso l’iter di spostamento descritto prima. Alcune volte entrano in struttura cucciolate trovate negli scatoloni in prossimità delle uscite autostradali, cani trovati legati nei parcheggi di alcuni centri commerciali noti per lo smistamento con provenienza proprio dal Meridione, altre volte portati da persone che hanno adottato dal Sud scegliendo via Internet ma che non sono in grado di gestire il cane, poiché soggetto inadatto di base ad una vita in ambiente urbano. Questi sono i casi in cui il nostro lavoro può risultare più complicato perché non sempre questi cani hanno le caratteristiche caratteriali, comportamentali e motivazionali per adattarsi in primis ad una vita in canile e, in secondo luogo, ad una vita in città o paese.

Il canile come luogo di arrivo a volte definitivo

Per quanto un canile possa essere moderno, strutturalmente adeguato alle norme di legge e ben gestito, rimane una realtà lontana dalle necessità etologiche di queste tipologie di cani, vittime di accalappiamento non corretto dal territorio, a volte letteralmente rubati alle madri e ai loro gruppi sociali, spesso in periodi sensibili come quello dell’attaccamento, come nel video mostrato in un servizio delle Iene dove viene sottolineata la necessità del tutto umana di “strappare” un cucciolo dalla propria madre. Sono cani vittime oltre tutto di uno spostamento al Nord senza tenere conto delle loro caratteristiche individuali ed emozionali e senza il supporto di un professionista che possa con le sue competenze tecniche fare una stima della vita che si prospetta a un soggetto nelle zone del nord Italia cui è diretto.

L’importanza del lavoro svolto sul territorio può determinare il futuro di molti cani

Il lavoro svolto sul territorio dai volontari di zona è fondamentale e può essere molto più utile ed efficace se accompagnato da figure professionali di sostegno che hanno competenze sull’aspetto comportamentale del cane. Purtroppo bisogna ammettere che gran parte dei cani prelevati dal territorio senza criterio e spediti al Nord tramite staffetta spesso hanno caratteristiche etologiche, genetiche e comportamentali incompatibili con le aspettative di chi anche ben predisposto in realtà vive in un ambiente che sarà un deterrente al miglioramento della qualità di vita di quel soggetto. Infatti molte delle famiglie che adottano con queste premesse si trovano davanti un cane con grandi difficoltà e disagi soprattutto a livello ambientale o con le persone. La famiglia stessa avrà problemi nella gestione quotidiana, decidendo non sempre di continuare a condividere la propria vita quotidiana con il cane adottato.

In canile, invece, nonostante il lavoro con questi cani possa essere fatto ad hoc e con competenza, gran parte di loro, magari entrati in canile da cuccioli o molto giovani, concludono in un box i loro giorni.  Non sempre e non per tutti i cani del Sud, così, il canile è meglio della strada.

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