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scheda razza
13 Agosto 2022
12:00

Kangal, il fiero cane da pastore dell’Anatolia

  • Origine: Turchia
  • Standard: gruppo 2 - Cani di tipo Pinscher e Schnauzer, Molossoidi e cani bovari svizzeri. Sezione 2.2 - Molossoidi, tipo cane da montagna
  • Taglia: grande
  • Altezza: 75-78 cm.
  • Peso: 50 Kg per le femmine, 60 Kg per i maschi
  • Pelo: fitto, ruvido con un sottopelo denso dal marrone al grigio scuro
  • Vita media: 12 - 15 anni
1.697 condivisioni
kangal

Il Kangal, il cui nome completo è Kangal çoban köpeği, è un cane da pastore guardiano delle greggi originario dell’Anatolia, ovvero la parte centrale dell’odierna Turchia.

socialità

  • Rapporto con la famiglia umana1
  • Rapporto con altri umani0
  • Rapporto con altri cani1
  • Rapporto con altri animali in casa2

attività

  • Attività fisica3
  • Giocosità0
  • Ricerca1
  • Riporto0
  • Guardia3

adattabilità

  • Vita in città0
  • Adatto come primo cane0
  • Adattabilità ai viaggi0
  • Tolleranza alle temperature calde3
  • Tolleranza alle temperature fredde3

cure e salute

  • Cura del pelo2
  • Predisposizione alle malattie1
  • Attenzione all'alimentazione2

motivazioni

  • Epimeletica3
  • Affiliativa3
  • Comunicativa0
  • Et epimeletica0
  • Somestesica1
  • Sociale0
  • Protettiva3
  • Territoriale3
  • Possessiva3
  • Competitiva1
  • Perlustrativa1
  • Predatoria0
  • Sillegica0
  • Esplorativa0
  • Di ricerca1
  • Cinestesica3
  • Collaborativa0
Che cosa sono le motivazioni?Scopri tutti i desideri e i bisogni dei cani

In passato chiamato anche Pastore dell’Anatolia, il suo nome in seguito è stato uniformato da FCI ed ENCI in Kangal. In Turchia il vecchio nome è ancora diffuso ma, secondo alcuni, comprenderebbe anche i mix di razze affini al Kangal.

Sebbene mantenga l’audacia e l’autonomia decisionale tipica dei cani da pastore, viene talvolta adottato anche come cane da compagnia, ma questa scelta implica non poche difficoltà. La sua selezione, infatti, è avvenuta seguendo rigide richieste di chi vive una vita nomade sulle montagne e accompagna il bestiame in ogni stagione.

Come potrebbe un cane abituato a queste avventure adattarsi ad una vita monotona in città?

Alcuni sostengono che sia il cane più forte del mondo – insieme al Dogo Argentino – ma è davvero troppo difficile valutare la veridicità di questa affermazione per poterla confermare con certezza. Certamente, però, si tratta di cani dalla grande mole e, soprattutto, dal sorprendente coraggio.

Il Kangal è disposto a mettersi in gioco con tutte le sue energie per proteggere la sua famiglia e, anche se è composta da esseri umani, ai suoi occhi è in un certo senso il suo gregge.

Origine

Turchia

Standard

N° 331 – 03/06/2019

Gruppo 2 Cani di tipo Pinscher e Schnauzer Molossoidi e cani bovari svizzeri

Sezione 2.2 Molossoidi, tipo cane da montagna

Aspetto

Il Kangal ha l’aspetto possente tipico dei cani da guardiania. Ha la testa larga, un pelo fitto dotato di un sottopelo altrettanto resistente. Ha zampe solide che lo rendono molto veloce nonostante le dimensioni.

Questi cani infatti, superano i 60 chilogrammi e i 78 centimetri di altezza. (Le femmine sono leggermente più piccole e non superano i 50 kg e i 75 centimetri).

Motivazioni 

Territoriale, protettiva, affiliativa, epimeletica, cinestesica, possessiva.

Amante di

Controllare il suo territorio e ciò che vive al suo interno, prendersene cura e fare in modo che non possa accadergli nulla, trascorrere il tempo in compagnia dei suoi umani, in ambienti naturali e solitari, guardare le intemperie che arrivano e, lentamente, prepararsi a gestire le situazioni con saggezza e determinazione.

Alimentazione, cura e mantenimento

Come molti cani di taglia grande, il Kangal potrebbe essere particolarmente predisposto alle patologie legate alle articolazioni. Ciò nonostante, la speranza di vita questa razza è leggermente più alta rispetto alle altre di pari dimensioni e, secondo alcuni esperti, può arrivare a vivere addirittura 13/15 anni.

È molto resistente al freddo e al caldo grazie al suo folto mantello. Questa razza è inoltre soggetta ad una massiccia perdita di pelo, aspettatevi perciò di dedicare regolarmente un po’ di tempo a energiche spazzolate.

Viste le sue dimensioni e le sue attitudini coraggiose e ostinate, per riuscire a prendersi cura di lui, è bene abituarlo fin da piccolo, con delicatezza e attenzione, al contatto con le vostre mani, in modo che, in caso di necessità, non soffra la manipolazione prolungata.

Origine e storia

Il Kangal, il cui nome completo è Kangal Coban Kopegi, è un antichissimo cane utilizzato nei monti della Turchia centrale come guardiano delle greggi di pecore.

L’origine di questa razza è molto probabilmente legata a quella dei possenti cani da caccia che, nell’antichità, accompagnavano le tribù nomadi della Mesopotamia.

In Passato veniva chiamato anche Pastore dell’Anatolia, ma il nome è poi stato uniformato in Kangal dall’FCI e, di conseguenza, anche dall’ENCI.

Ciò nonostante, ancora oggi in Turchia viene utilizzato l’antico nome che, secondo alcuni, comprenderebbe però anche i mix di razze affini al Kangal.

A condizionare il suo aspetto, così imponente e solido, è stata soprattutto una selezione fortemente legata alle mansioni che gli venivano – e gli vengono ancora oggi – affidate, ma anche alle condizioni climatiche in cui vive.

Il clima delle zone montane della Turchia, infatti, è caratterizzato da estati caldissime e molto secche, alternate a inverni estremamente freddi.

Le popolazioni che ne hanno condizionato le attitudini e l’aspetto nei secoli hanno abitudini nomadi o semi nomadi e solo raramente conducono una vita sedentaria, per questo motivo, i loro cani da pastore hanno sviluppato la capacità di spostarsi anche sulle lunghe distanze, senza mai sentire la necessità di trovare un riparo al chiuso.

Queste particolari caratteristiche lo rendono un cane difficilmente compatibile alla vita di città, dove quotidianamente si incontrano persone e altri cani che potrebbero essere visti come minacce.

Al giorno d’oggi, infatti, non sono molti i cani di questa razza che vivono nel nostro paese e, secondo i dati diffusi da Enci, sono stati solo 30 i nuovi soggetti iscritti al registro delle razze durante il 2021.

Chi sceglie di adottare un Kangal è ancora oggi soprattutto un pastore che individua i cani adatti alla propria vita riconoscendoli come compagni di lavoro ma, per quanto riguarda l’Italia, gli viene spesso preferito il Pastore Maremmano Abruzzese.

Ciò nonostante, chi si sente davvero adatto all’adozione di un cane appartenente a questa tipologia – di cui fanno parte anche i Pastori del Caucaso e i Pastori dell’Asia Centrale – può rivolgersi alle associazioni di rescue che si dedicano a recuperare i cani di queste razze vittime di abbandoni e maltrattamenti, per trovare loro una nuova famiglia.

Negli Stati Uniti questa razza è riconosciuta dall’United Kennel Club (UKC) e anche dall’American Kennel Club, sebbene lo standard descritto da queste associazioni sia leggermente diverso da quello della FCI.

All’interno del suo paese d’origine, vi è un forte orgoglio legato al Kangal, che è ritenuto un monumento nazionale. Le leggende sulle sue origini e sulle sue varietà sono numerosissime e ne aumentano ulteriormente il fascino.

Motivazioni (desideri e bisogni)

Il Kangal è un cane estremamente sicuro e severo, dotato di grande autonomia decisionale e una forte ostinazione.

Questi talenti sono indispensabili per il suo mestiere, così impegnativo e di grande responsabilità.

Le sue motivazioni possessiva, territoriale e protettiva, non sono rivolte unicamente allo spazio che sorveglia, ma sono piuttosto concentrate su ciò che si muove al suo interno.

Per lui, la guardia è un compito che ha fortemente a che fare con il suo gruppo e, se il suo pastore e il suo gregge si spostano, automaticamente si sposta anche il fulcro delle sue attenzioni.

Controllare il suo gruppo è per lui un modo per prendersene cura e proprio attraverso questa attitudine, dimostra la sua motivazione epimeletica, ben diversa da quella di cani più adatti alla vita domestica, come ad esempio Labrador e Golden Retriever, che rivolgono le loro attenzioni soprattutto alle emozioni dei propri riferimenti umani.

Con gli altri cani ha un rapporto piuttosto distaccato, perché i suoi interessi sono diversi da quelli di molte altre razze. Ciò che proprio non sopporta, però, è la mancanza di rispetto degli spazi e, se un cane è troppo irruento, può farglielo notare con la sua imponenza, chiedendogli di allontanarsi senza temere di spaventarlo.

Ciò nonostante, generalmente non è aggressivo: ha altro a cui pensare.

Quando i Kangal sono cuccioli, queste abilità sono quasi sopite e potrebbero far credere ai meno attenti che non facciano parte del suo essere, ma con l’arrivo dell’adolescenza, questo grande pastore si mostrerà in tutto il suo essere, confrontandosi con competitività nei confronti di chi dà l’idea di somigliare ad una minaccia.

Ed è proprio così che si sente realizzato: ha bisogno di esprimersi attraverso ciò che gli abbiamo sempre chiesto, quindi è bene evitare di sacrificarlo a una vita come guardiano del giardino.

Difficilmente gli interessa svolgere il ruolo del controllore se non c’è nessuno a cui lanciare uno sguardo di complicità e approvazione.

Aspetto fisico

Immagine

Per definire l’aspetto fisico del Kangal, bisogna seguire quanto descritto nello standard redatto dalla FCI, perché si tratta di una razza che, a livello locale, appare anche in altre varietà, le quali non vengono però riconosciute dalle associazioni a livello internazionale.

Soprattutto i pastori della Turchia centrale, tendono ancora a suddividerli in tra Karabash, caratterizzato dalla testa nera e l'Abkash, abbinato secondo alcuni anche agli altri “grandi cani bianchi”, ovvero i Cani da Montagna dei Pirenei, i Mastini Abruzzesi e i Pastori dei Tatra.

L’ultima categoria, invece, anch’essa non riconosciuta ufficialmente, è l’Aksaray, ritenuto un incrocio tra molte razze.

La versione di Kangal ufficialmente riconosciuta dagli standard FCI prevede un aspetto estremamente solido e potente, una testa larga e il tartufo nero.

Le labbra sono pendenti, gli occhi sono di dimensione media e di colore marrone.

Le orecchie sono triangolari e pendenti, il collo è muscoloso e forte e la coda è portata ad altezza media.

Quando è in allerta viene alzata fino a sopra la schiena, in particolar modo nei maschi.

Sempre secondo la FCI, il Kangal è generalmente monocolore e può variare dal fulvo al grigio e al bianco. Il mantello può avere anche macchie bianche sul petto o sulle zampe, ma sono sempre più rari i soggetti che le presentano. Nello standard di razza non è inserito il Kangal nero.

Sul muso ha una maschera nera e anche le orecchie sono più scure.

Il mantello ha una lunghezza che va dai 3 ai 7 centimetri e ha una tessitura forte e ruvida e un sottopelo denso.

La lunghezza del pelo è superiore sul collo e sulle spalle, soprattutto nei soggetti che vivono in ambienti particolarmente freddi.

I maschi arrivano a 78 cm di altezza e 60 chili, mentre le femmine sono leggermente più piccole e non superano i 73 centimetri e i 50 chilogrammi.

Cura e Salute

Il Kangal è un cane abituato a trascorrere molto tempo in compagnia del gregge senza il supporto attivo del pastore. Ciò si riflette anche sulle sue necessità.

Ha un aspetto rustico e il suo mantello non ha esigenze particolari. Basterà spazzolarlo energicamente di tanto in tanto per evitare che, sotto il fitto pelo, si nasconda qualche parassita, come ad esempio le zecche.

Trattandosi di un cane che trascorre molto tempo all’aperto è importante munirsi di un antiparassitario adeguato.

Essendo un cane così autonomo e deciso, è bene instaurare con lui un rapporto basato soprattutto sul rispetto reciproco, in modo che si affidi totalmente ai suoi umani e non risenta eccessivamente del contatto prolungato indispensabile in caso di necessità o emergenze.

Necessita di una dieta sana e completa che gli permetta di mantenere il suo peso ideale. Un eccesso di peso, infatti, rischierebbe di aumentare le possibilità di dolori alle ossa causati dalla fatica nei movimenti.

Ha necessità alimentari piuttosto importanti e, prima di adottarlo, bisogna quindi riflettere anche sull’aspetto economico del suo mantenimento.

Cosa fare con un Kangal

Il Kangal è un cane con cui trascorrere molto tempo all’aria aperta, preferibilmente in compagnia di un gregge di pecore da controllare.

Se non siete pastori ma restate convinti che si tratti proprio del cane che fa per voi, preparatevi a lunghi pomeriggi nella natura, osservando chi passa in lontananza.

Si tratta di un cane estremamente affiliativo e, nonostante la serietà con cui prende la sua professione di guardiano, è in grado di regalare sorrisi ai suoi umani con brevi attimi di spensieratezza.

Questa attitudine si amplifica se vi abituate a proporgli qualche gioco in cui viene chiamato a cercare oggetti, utilizzare delicatamente le zampe per girare un bicchiere o usare la bocca per estrarre un gioco da un secchio.

Questi sono solo alcuni esempi di compiti che il Kangal è felice di svolgere per il suo umano e, grazie ad attività di questo tipo, anche il suo forte interesse per la guardia si può ammorbidire, almeno ogni tanto.

Come ogni razza, infatti, anche questo grande cane da pastore, ha bisogno di sviluppare una personalità equilibrata e talenti che non abbiano a che fare con ciò per cui è stato selezionato.

Qualsiasi gioco facciate insieme a lui, ricordate di non essere troppo competitivi, ma ponetevi piuttosto con il desiderio di collaborare, altrimenti il Kangal torna subito serio.

Un consiglio per evitare questo rischio è quello di far nascondere un oggetto a qualcun altro e poi accompagnarlo nella ricerca. Al termine, si possono invertire i ruoli, in modo che nessuno assuma sempre lo stesso.

Come tutti i cani guardiani, anche lui ama perlustrare i confini del suo territorio. Se vivete in un casa con un grande giardino, potete occupare qualche minuto al mattino e alla sera passeggiando lungo la recinzione, il vostro cane sarà certamente contento di condividere con voi questa attività.

Relazione e contesto ideale

Questo grande cane da pastore ha davvero bisogno di vivere con una famiglia che trascorra molto tempo all’aperto, nella natura, in luoghi isolati e tranquilli.

Se ogni componente del gruppo viene educato a portare rispetto alle necessità del Kangal, può convivere anche con i bambini, di cui diventa autonomamente un guardiano.

Anche per loro, però, valgono le regole di non eccedere nella competizione, di rispettare gli spazi e di non convincersi che sia un amante delle coccole.

Per divertirsi con lui non serve toccarlo molto e, anzi, apprezzerà certamente chi evita proprio di farlo.

Ha bisogno di molto spazio, perché ha anche una motivazione cinestesica piuttosto sviluppata, ma ciò non significa in alcun modo che sia adatto a restare in giardino.

Da solo, infatti, si sente inutile e rischia davvero di perdere il suo punto di riferimento.

Nonostante la sua stazza, il Kangal è un cane che sente la necessità di figure presenti e chiare, che non dimostrano l’affetto a parole, ma con i gesti e con il rispetto.

Se ricevete ospiti in casa, potrebbe spaventarli con la sua imponente presenza e soprattutto con la sua poca socievolezza nei confronti degli sconosciuti. Un segreto per affrontare questi momenti è quello di mettergli il guinzaglio e andare incontro agli amici, per poi entrare in casa tutti insieme.

Il suo luogo ideale sarebbe ancora oggi un pascolo di montagna, ma nell’Occidente del terzo millennio si accontenta anche di fare lunghe passeggiate quotidiane, con i suoi umani, a patto che sappiano riconoscere la sua necessità di spazi e la sua tendenza ad allontanare gli sconosciuti.

Una giornata con un Kangal

Quando vi svegliate aprite immediatamente la porta di casa e, una volta pronto il caffè, prendete la tazza e accompagnate il vostro grande cane nel pattugliamento del giardino.

Lui passeggia lentamente e, di tanto in tanto, vi lancia uno sguardo furtivo per controllare se siete ancora al suo fianco.

Quando rientrate per preparare la colazione anche per il resto della famiglia, il vostro cane vi aspetta sull’uscio, continuando a guardare verso il cancello dell’entrata.

Si stende al suolo, per godere del sole primaverile, ma non toglie mai lo sguardo da quella direzione e, al primo rumore, in un batter d’occhio è di nuovo in piedi.

Mentre fate colazione, lui fa capolino con il muso, per controllare che tutti siano svegli.

Uno dei bambini lo chiama e lui, placido, si avvicina lasciandosi toccare per un istante l’enorme muso, poi si sposta nuovamente verso l’entrata, ma questa volta sceglie un angolo da cui riuscire a vedere sia voi che il giardino.

Quando sentite lo scuolabus arrivare, il cane si alza e torna dai bambini, quasi a dirgli di alzarsi. Li accompagna fino al cancello e poi li guarda allontanarsi fino a quando l’autobus scompare all’orizzonte.

Ora siete soli con lui, preparate uno zaino con il suo pranzo, un bel po’ di acqua e vi mettete le scarpe da montagna.

Andate insieme fino al lago nascosto oltre la collina e lì vi prendete qualche tempo per leggere, mentre lui si siede al vostro fianco e mangia le sue crocchette. Poi, senza chiedervi nulla, va verso l’acqua a bere direttamente dalla superficie del lago.

Tornate verso casa e vi preparate per andare al lavoro, lui rimane in giardino a passeggiare e sonnecchiare sotto la quercia.

Se durante il giorno, quando non ci siete, preferisce entrare, sa bene che sul retro trova la porta socchiusa.

Quando tornate tutti insieme lo vedete correre veloce verso il cancello e prima di lasciarvi passare, annusa attentamente i vostri vestiti, poi alza lo sguardo verso di voi e sembra quasi dirvi che potete passare.

Prima di cena i bambini giocano sull’altalena e il più grande si sdraia a terra a leggere un libro. Il vostro Kangal li controlla da lontano, gioca con loro quando si nascondono, ma poi si mette a qualche metro di distanza, silenzioso e calmo, ma sempre vigile.

Questa sera avete ospiti, ma sapete che potrebbero spaventarsi per le dimensioni del vostro cane, che accoglie tutti di persona.

Gli mettete quindi la pettorina e andate a prenderli al parcheggio insieme a lui, in modo da entrare tutti insieme in giardino.

Mentre preparate la cena, il vostro cane sta nella sua enorme cuccia, controllando con attenzione ogni comportamento dei vostri amici. Sembra essere ancora un po’ scettico sulla loro presenza, ma voi lo guardate dolcemente negli occhi e lui dà l’idea di capire che è tutto ok.

Quando gli amici se ne stanno andando, si alza improvvisamente, voi lo guardate e gli mettete ancora una volta la pettorina per fare l’ultima passeggiata. Sapete bene che quando gli ospiti escono ama seguirli come se stesse iniziando una transumanza.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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