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4 Gennaio 2022
13:06

European Dog Show: le mostre di bellezza hanno un prezzo e a pagarlo sono i cani

Negli ultimi giorni del 2021 si è svolta a Budapest una delle più importanti competizioni di bellezza canina a livello mondiale. Che origine hanno e cosa comportano questi concorsi e soprattutto: come vivono i cani che vi partecipano.

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Validato da Laura Arena
Membro del comitato scientifico di Kodami
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Nell'ultima settimana del 2021 si è svolto a Budapest l'European Dog Show, uno degli eventi cinofili di maggiori dimensioni al mondo. Durante la competizione è stato valutato l'aspetto di migliaia di singoli individui adulti appartenenti a molte razze diverse, intere cucciolate, coppie, singoli cuccioli, ma anche cani appartenenti a categorie speciali come quella dei "veterani".

A determinare i "migliori" è una giuria che sceglie i vincitori unicamente in base ai canoni di bellezza definiti dagli standard imposti dalla Federazione Cinofila Internazionale (FCI) per ognuna delle oltre 340 razze di cani ufficialmente riconosciute. Tra i premiati dell'edizione 2021 ci sono allevatori e cani provenienti da tutto il continente e uno dei binomi è proprio italiano. Si chiama Stallone, viene dalla Campania ed è stato incoronato come il Mastino Napoletano più bello tra tutti i partecipanti. La bellezza dei campioni, però ha un prezzo, e non sono gli allevatori a pagarlo, bensì gli stessi cani, a cui sarebbe bello poter chiedere se, tra una parata e l'altra, hanno trascorso una giornata piacevole.

La giornata dei campioni di bellezza

I luoghi in cui si svolgono i concorsi di bellezza canina come l'European Dog Show sono generalmente grandi capannoni all'interno dei quali si trovano vere e proprie arene in cui i cani si esibiscono in cerchio insieme ai propri allevatori, mentre centinaia di altri concorrenti attendono il loro turno nei kennel o riposando tra uno show e l'altro. Nel frattempo le persone applaudono, gli speaker parlano al microfono, gli altri cani passano e, in sottofondo, si sente la musica di intrattenimento.

Al termine del proprio momento di gloria sul set, l'umano si fa leggermente da parte e lascia lo spazio al giudice per controllare la dentatura del cane. Senza presentarsi, lo sconosciuto si avvicina, apre la bocca dell'animale e giudica la perfezione o l'imperfezione estetica della sua arcata dentale. Poi si torna dietro le quinte insieme a tutti gli altri. Arriva ora il momento, per gli umani, di chiedersi come sia andata, mentre i cani tornano al proprio posto attendendo la fine del concorso.

«Durante queste giornate i potenziali fattori di stress per i cani sono molti – afferma Laura Arena, medico veterinario esperto in comportamento animale e componente del comitato scientifico di Kodami – Si trovano tutti insieme in ambienti ristretti che possono essere fonte di stress sociali, vengono continuamente spazzolati, toelettati e profumati e, inoltre, la giuria si limita a valutarne l'aspetto ma, purtroppo, non si occupa di controllare se l'animale mostra segnali di disagio».

Per riuscire ad affrontare questi momenti, i cani vengono spesso (ma non sempre) abituati fin da cuccioli a convivere con gli ambienti che si troveranno di fronte in gara e, per questo, sono in grado di tollerare le complesse situazioni in cui si trovano, sebbene siano estremamente in contrasto con le necessità etologiche della specie.

La storia delle mostre di bellezza

La tradizione delle mostre di bellezza nacque in Inghilterra, una nazione in cui queste competizioni sono ancora oggi molto in voga. La prima in assoluto fu organizzata negli anni 50 del XIX secolo e prevedeva la partecipazione di soli cani da caccia, più precisamente Setter e Pointer. Al tempo, questi spettacoli erano destinati quasi unicamente agli appassionati e le razze presentate venivano ancora valutate e selezionate quasi sempre sulla base dell'abilità che gli individui mostravano verso il compito che veniva loro affidato dall'uomo.

Solo a partire dal secolo scorso, con il diffondersi dell'abitudine ad adottare i cani come compagni di vita e non più unicamente come "strumenti da lavoro", si è passati gradualmente alla selezione per caratteri estetici, la quale, però, ha inevitabili rischi per la salute dei singoli individui e per l'intera specie: «Purtroppo, la tendenza a ricercare la perfezione estetica rispetto agli standard delle associazioni rischia di portare a problematiche anche serie per la salute degli animali – spiega l'esperta – Un esempio lo abbiamo nei cani brachicefali, che spesso soffrono di gravi problemi respiratori, ma non solo. Nel caso dei Mastini Napoletani, ad esempio, vi è la tendenza da parte degli allevatori a volerne aumentare le dimensioni creando così razze di cani giganti che rischiano, però, di avere longevità minore e di sviluppare neoplasie delle ossa».

I rischi dati dall'eccessiva manipolazione genetica non riguardano solo i cani di grandi dimensioni e, anzi, a soffrirne sono anche cani come i Pintscher o i Jack Russell Terrier, i quali soffrono spesso di problemi ortopedici come la lussazione delle rotule, oppure i Cavalier King, che sempre per lo stesso motivo, sviluppano frequentemente problemi cardiaci.

Valutare solo la bellezza è un'abitudine obsoleta

Nel mondo della cinofilia, però, qualcosa sta cambiando. Negli ultimi anni, infatti, nell'ambiente che si occupa del benessere di questa specie, c'è sempre più attenzione verso il riconoscimento della personalità di ogni singolo individuo. La comunità scientifica è sempre più concorde nel concentrarsi sull'importanza della relazione che si instaura con i gli animali che vivono con noi e sul riconoscimento dei loro desideri oltre che dei loro diritti, piuttosto che l'inseguimento di stereotipi di bellezza estetica.

In questo contesto i concorsi di bellezza restano però ancorati ad abitudini che risultano sempre più obsolete e addirittura controcorrente. Mentre il mondo riconosce il soggetto, le mostre glorificano gli animali come oggetti e come un'espressione dell‘umana necessità di competere. Una desiderio che, a modo loro hanno anche i cani, ma sicuramente non la esprimono per ottenere una coppa, un premio in denaro oppure salendo su un podio di legno dentro un capannone stracolmo di persone, rumori, cani e odori che non è permesso inseguire.

La speranza è che al termine della giornata ognuno di loro possa almeno andare a spazzare via le fatiche delle giornate di gara rotolandosi in un prato per ricoprirsi di nuovo dell'odore di natura e che fuori da questi capannoni e fino all'edizione del 2022 (che si svolgerà a Parigi), non ci siano solo altri kennel e infinite giornate tutte uguali, ma che gli venga concessa una vita stimolante in cui incontrare i propri simili all'aperto, liberi dai guinzagli e correndo nell'erba fino ad avere la lingua lunga fuori dalla bocca.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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