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19 Luglio 2022
15:14

World Dog Show: un altro evento in cui premiamo la bellezza dei cani secondo canoni umani

Un altro concorso in cui gli umani si sfidano per chiarire chi sia il "possessore" del cane più bello, finendo però per dimostrare la propria attitudine a trattare gli animali come acquisti di cui vantarsi. Eppure per i cani la bellezza è diversa e per riconoscerla dobbiamo guardare il mondo dal loro punto di vista.

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Nel 2022 sopravvivono ancora alcuni ambienti in cui la bellezza dei cani conta più della loro effettiva soddisfazione attraverso l'appagamento delle necessità tipiche della specie e quelle individuali che contraddistinguono ogni soggetto.

Uno di questi settori è quello intorno a cui ruota il World Dog Show, la massima manifestazione cinofila secondo la Federation Cynologique Internazionale, un evento che si svolge ogni anno in un paese diverso e che ha avuto luogo a Madrid dal 23 al 26 giugno,.

Tra i vincitori dell'edizione 2022 ci sono anche alcuni cani italiani tra cui Uber, un Fox Terrier a pelo ruvido il cui umano è un toelettatore di Cesena e Cora, un Cane da Pastore Maremmano Abruzzese vincitrice della categoria "giovani femmine",  proveniente da un allevamento dell'Irpinia.

In occasione dell'evento hanno raggiunto la capitale spagnola anche 100 arbitri provenienti da 30 nazioni diverse. Il loro ruolo è quello di selezionare, tra i 20.000 partecipanti appartenenti ad oltre 300 razze, gli individui più belli secondo otto categorie: "baby", "puppy", "young", "intermediate", "open", "working", "champions" e "veterani". Gli individui dotati, secondo la giuria, delle caratteristiche previste dal regolamento hanno poi sfilato in un anello centrale. Alla fine sono stati i dichiarati vincitori davanti al folto pubblico.

Un evento nel quale certamente è forte l'emozione degli umani che dedicano tante energie alla preparazione e poi alla partecipazione a esposizioni di questo tipo, ma cosa significa tutto ciò per i cani?

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Wasabi è un Pechinese, premiato al Wesminster Kennel Club nel 2021 come cane più bello del mondo.

In piena estate a Madrid per permettere agli umani di mostrare la loro bellezza

Per chi partecipa insieme ai propri cani di razza a gare espositive di bellezza come il World Dog Show, l'European Dog Show o il festival organizzato ogni anno dal Westminster Kennel Club, questi sono veri e propri paradisi di musi lucenti, toelettature eccentriche e ben definite, cani vaporosi, mantelli lucidi e fluenti, oppure ricci più che mai. Guardando le immagini di questi giorni a Madrid, però, viene da chiedersi: perché lo facciamo?

Perché è ancora necessario utilizzare i cani come strumenti per il nostro ego, oggetti di cui celebrare la bellezza, secondo canoni tutt'altro che canini, come se fossero acquisti all'ultima moda? Perché sopravvive ancora questa usanza di premiare il loro aspetto sulla base di parametri umani che si basano principalmente sull'estetica, sebbene sia ormai scientificamente provato che per la loro specie l'apparenza ha certamente un valore comunicativo ma non è uno strumento di giudizio dell'altro?

«Probabilmente, se questi cani potessero scegliere, sarebbero più attratti da una pozzanghera, oppure dalla possibilità di rotolarsi su qualcosa di puzzolente», commenta Luca Spennacchio, istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami.

Correre all'aria aperta e marcare sono infatti comportamenti sicuramente ben distanti dalle lunghe attese per la messa in piega e decisamente più in linea con le motivazioni tipiche della specie, ovvero i desideri e i bisogni attraverso i quali si esprime ogni individuo. «Troppo spesso attribuiamo valori umani alle altre specie – commenta Spennacchio – In questo caso, sarebbe un errore credere, ad esempio, che i cani sfilino davanti ai giudici e al pubblico sentendosi orgogliosi di mostrarsi in tutta la loro bellezza. Temo che loro siano completamente sprovvisti dell'orgoglio e del narcisismo che osserviamo invece nella nostra specie durante questi eventi».

La bellezza percepita diversamente: il mondo olfattivo che ci è precluso

Immaginiamo anche solo per un istante un mondo in cui i cani sono effettivamente interessati a determinare la bellezza altrui: in ogni caso non sarebbe certo legata alla toelettatura del mantello o alla lunghezza dei folti baffi tagliati con cura dagli umani ma riguarderebbe più probabilmente un altro aspetto percettivo che, purtroppo, a noi è praticamente precluso: l'olfatto.

«Se ci immergiamo nella complessa sfida di guardare il mondo dal loro punto di vista ci accorgiamo certamente che per i cani ha più valore quella che potremmo chiamare "bellezza olfattiva" – conclude l'istruttore cinofilo – L'olfatto è per loro un vero e proprio strumento di analisi del mondo, attraverso il quale verificano ciò che hanno intorno con una precisione che non possiamo nemmeno immaginare. L'odore di un individuo quindi, per loro, vale certamente più dell'acconciatura del suo mantello».

E rimane ancora molto da scoprire riguardo l'effettivo funzionamento dell'olfatto nei cani, ma un recente studio pubblicato dal College di Medicina Veterinaria di Cornell, a New York, hci sono di fatto strettamente legato con la vista, perché è grazie ad alcune delle connessioni tra il bulbo olfattivo e il sistema limbico che sono in grado di utilizzarlo come senso per coadiuvare anche le informazioni ricevute attraverso la vista.

Non c'è quindi da stupirsi se, ogni tanto, durante le mostre di bellezza, siamo testimoni di momenti come quello che ha reso famoso un Levriero Afgano la scorsa primavera quando, nel mezzo di un evento in Inghilterra, appena liberato dal guinzaglio ha colto l'occasione per incominciare a correre in cerchio a grandi falcate intorno alla propria umana, scatenando l'ilarità di tutti i presenti. Eppure se ancora ci riflettiamo su quella scena, c'è un momento molto intenso da ricordare: quando il cane si è fermato un istante a guardare la sua pet mate, nel tentativo di alleggerire l'evidente tensione tra i due. In quell'attimo quel Levriero ha ricordato agli umani intenti ad ammirarne la chioma fluente che, indipendentemente dalla bellezza, lui è un cane e come tale si pone nel mondo.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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