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9 Gennaio 2024
18:15

Come insegnare al cane a fare i bisogni fuori casa

Insegnare al cane a fare i bisogni fuori casa è una delle prime sfide che affrontano i pet mate dopo l'adozione di un cucciolo. Per fare in modo che questo processo avvenga rapidamente, vi sono alcune accortezze di cui tenere conto.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Spesso i pet mate si chiedono come insegnare al  cane a fare i bisogni fuori casa. Questa difficoltà riguarda nella maggior parte dei casi solo i cuccioli nel primo periodo di convivenza, ma talvolta può proseguire nel tempo.

I motivi per cui il cane fa i bisogni tra le mura domestiche sono molti e questo comportamento può fungere da sintomo di diversi disagi. Per quanto riguarda i cuccioli, perlomeno all'inizio, probabilmente si tratta solo di questioni legate ai controlli sfinterici, che non sono ancora completi. Alcuni soggetti più timidi o insicuri, inoltre, potrebbero fare i bisogni in casa perché le emozioni forti che provano durante le prime passeggiate li inibiscono. Non dimentichiamo, inoltre, che l'urina e le feci rappresentano anche importanti strumenti comunicativi. La scelta di fare i bisogni in un posto piuttosto che in un altro può quindi riguardare anche l'interesse di trasmettere un messaggio.

Per fare in modo che il cucciolo impari a fare i bisogni fuori casa è fondamentale uscire frequentemente (anche 6 o 7 volte) nei primi giorni che seguono l'arrivo in famiglia. Per facilitare il processo di apprendimento e capire quando ha bisogno di uscire è importante ricordare che i cuccioli tendono a fare i bisogni dopo aver giocato, dopo i pasti dopo i momenti dedicati al sonno.

Se però l'abitudine periste per un lungo periodo, una volta escluse le cause fisiche (come cistiti o infiammazioni della vescica) può tornare utile l'aiuto di un educatore cinofilo con approccio cognitivo il quale aiuterà l'intera famiglia a modificare alcuni comportamenti, per portare il cane a iniziare a fare i bisogni fuori dalle mura domestiche.

Perché il cane non fa pipì fuori?

L'ambiente esterno, in particolare in città, è un universo ricco di incontri con altri cani, con persone, rumori e oggetti in movimento. Questo marasma di stimoli può mettere in difficoltà alcuni cani, soprattutto nei primi periodi che seguono l'adozione. Uno dei segnali della difficoltà è proprio determinato dall'incapacità di lasciarsi andare sufficientemente per fare i bisogni.

Vi è poi un altro aspetto che, pur essendo simile, ha a che fare con un meccanismo diverso ovvero quello legato alla comunicazione: i cani più timidi possono faticare nel decidere di lasciare il proprio segnale olfattivo che funge quasi da firma. E ciò può accadere anche per via dell'inibizione determinata dalla presenza dell'odore di altri simili.

In questi casi spesso i cani finiscono per fare i bisogni appena rientrano in casa, dove tutto è più silenzioso e tranquillo.

Ciò può essere determinato anche dalle esperienze che il soggetto ha fatto prima dell'adozione. Se ha avuto un buon processo di socializzazione con il mondo esterno, sperimentando con la madre  e con i fratelli anche i diversi ambienti di vita, sarà facilitato nel trovarsi sereno anche una volta entrato in famiglia. Il processo, però, non può essere affrontato in questo modo se il cane passa i primi mesi di vita chiuso dentro in un box, come avviene in alcuni allevamenti illegali, che non tutelano il benessere dei soggetti.

E se il cane è adulto?

Non sono solo i cuccioli a fare i bisogni in casa. Questa abitudine infatti talvolta riguarda anche i cani adulti. In questo caso prima di tutto bisognerà verificare l'assenza di patologie come la cistite, l'infiammazione della vescica o la prostatite (soprattutto nei cani anziani) che possono provocare minzioni frequenti e incontrollate. Se si sospetta che si possa trattare di queste problematiche, è importante recarsi dal proprio medico veterinario di fiducia che, se necessario, eseguirà un'ecografia addominale e un esame delle urine.

Se il cane un tempo faceva i bisogni in ambiente esterno e, improvvisamente, ha iniziato a farli in casa, bisognerà ragionare su quali siano i cambi avvenuti nel periodo di riferimento, come l'arrivo di un nuovo cane, il cambio di alimentazione, un trasloco, un cambio nella struttura del gruppo familiare (come un lutto, un divorzio, l'arrivo di un nuovo membro del gruppo per l'arrivo di un bambino). Tutto ciò può essere fatto insieme a un istruttore cinofilo, il quale in caso di necessità interpellerà anche un medico veterinario comportamentalista.

Come abituare il cane a fare i bisogni fuori casa

Nei primi mesi di vita i cuccioli non hanno ancora la capacità di gestire completamente i propri bisogni fisiologici, ma con il passare del tempo questa abilità aumenta, fino a diventare completa (nel caso in cui il cane sia in salute).

Per insegnare a fare i bisogni fuori casa nel minor tempo possibile, vi sono alcune accortezze a cui prestare attenzione.

  • Prima di tutto è bene considerare che i cuccioli tendono a fare i bisogni dopo aver dormito, dopo aver giocato e dopo aver mangiato. Questa regola, ovviamente, non è assoluta, ma può aiutare i pet mate nella scelta del momento in cui uscire.
  • Quando il cane impara a fare i bisogni fuori casa, inoltre, possiamo gratificare questo comportamento e, per farlo, non servirà gridare "bravo" o sommergerlo di croccantini, ma basterà offrirgli la tranquillità necessaria per vivere quanto sta accadendo con consapevolezza, senza tirarlo, distrarlo o correre via. Molto spesso, infatti, i cuccioli tendono a fare la pipì e poi annusare quanto fatto. Da questo breve istante imparano molto di se stessi.
  • Più le persone di riferimento sapranno vivere questo momento con gioia e tranquillità, più il cane si abituerà a vederlo come un frangente positivo e da ripetere.

Quanto tempo impiega un cane a imparare a fare i bisogni fuori

È molto difficile rispondere in maniera univoca a questa domanda, perché vi sono diversi fattori che si intersecano e portano ogni soggetto a vivere in maniera fortemente individuale il processo. Ogni cane, infatti, ha una personalità e vive all'interno di un contesto familiare e ambientale che prevede dinamiche altrettanto uniche.

In generale, però, si tende ad affermare che, per quanto riguarda il cucciolo, l'abitudine di fare i bisogni in casa dovrebbe cessare intorno ai sei mesi di età (se l'adozione è avvenuta intorno alle 9/10 settimane di vita). Ciò dipende però non solo dalle opportunità che ha avuto e dagli insegnamenti offerti dalla famiglia, ma anche dalla razza o dal mix di razze a cui si sta facendo riferimento. Alcuni cani, come ad esempio gli Schnauzer, infatti, tendono a crescere (dal punto di vista comportamentale), più rapidamente di altri.

Come capire se il cane deve fare i bisogni

Quando il cane è abituato a dimostrare alla sua famiglia che ha bisogno di uscire, spesso si posiziona davanti alla porta, oppure comincia a piangere o a farsi notare in altri modi, magari abbaiando, saltando sulle nostre gambe o, per i cani più creativi, portandoci le scarpe o la pettorina.

Prima che questo "patto" comunicativo si stabilizzi, però, servirà un processo di comprensione reciproca, in cui entrambi (cane e pet mate) troveranno la strada migliore per capirsi e farsi capire. Durante il primo periodo, quindi, il cane potrebbe provare diverse strategie e quella che funzionerà più frequentemente verrà riproposta anche in futuro. Ecco perché alcuni cani avvisano in un modo e altri, invece, scelgono metodi diversi.

Generalmente, però, il modo in cui il cane chiede più frequentemente di poter uscire è mettendosi davanti alla porta o piangiucchiando mentre guarda l'uscio.

Quante volte al giorno il cane ha bisogno di uscire

Le uscite del cane non hanno a che fare unicamente con i bisogni fisiologici, ma riguardano anche altri aspetti legati alle necessità etologiche della specie. Il cane, infatti, è un animale sociale e per raggiungere una condizione di benessere ha bisogno di interfacciarsi regolarmente con i propri simili e con il mondo che lo circonda. La passeggiata, inoltre, rende più profonda la relazione con il pet mate, che è la sua figura di riferimento.

Un cane in salute che vive in appartamento, quindi, dovrebbe uscire almeno 3 volte al giorno (mattina, pomeriggio e sera). Questa routine, nella maggior parte dei casi favorisce una condizione di benessere psicologico e l'appagamento delle motivazioni tipiche della specie, in particolare di quella cinestesica (il piacere di fare movimento), sociale (incontrare soggetti esterni al proprio gruppo), perlustrativa (mappare il territorio), collaborativa (bisogno e piacere nel cooperare) e affiliativa (necessità di sentirsi parte integrante del gruppo).

Ciò nonostante, nei primi giorni che seguono l'adozione, può essere utile uscire più frequentemente (circa ogni 2 o 3 ore, per un totale di 6 o 7 volte), per favorire l'abitudine di fare i bisogni all'aperto. Questo è valido, ovviamente, per i cani che non presentano problemi comportamentali e non vivono una difficoltà legata all'ambiente esterno.

Dobbiamo infatti sottolineare che in questi momenti il cucciolo sta scoprendo il mondo ed è indispensabile che i pet mate prestino attenzione alle modalità con cui gli presentano gli stimoli, in modo che non vengano associati ad emozioni potenzialmente preoccupanti.

Come gestire gli "incidenti"

Su questo aspetto, purtroppo, persistono ancora molte credenze popolari e, anche una volta superate le leggende metropolitane, è impossibile trovare una soluzione che sia valida per tutti i cani. Vi sono però alcuni consigli che possono aiutare nella gestione di questo difficile momento.

  • Partiamo con il dire che i rimproveri e le punizioni sono assolutamente inutili e possono essere addirittura controproducenti, in particolare se al rimprovero vengono abbinate anche antiche usanze come quella di trascinare il cane nel luogo in cui ha fatto i bisogni. Riprenderlo in questi delicati momenti può inficiare sulla fiducia che prova nei nostri confronti e potrebbe portarlo a fare i bisogni di nascosto, evitando di avvisarci in anticipo, come invece vorremmo. L'obiettivo, infatti, è che con il passare del tempo il cane si abitui a rivolgersi a noi e non a evitarci.
  • Ha molta più utilità, invece, una volta scoperta la pipì sul pavimento, decidere di rimanere calmi, prestando la minor attenzione possibile a ciò che è successo, in modo che il cane non vi dia eccessivo peso.
  • È consigliato pulire la superficie interessata con prodotti neutri che non emanino odori troppo forti, i quali potrebbero infastidire il cane.
  • Vi è infine un'importante alleata per questo periodo e si chiama prevenzione. Quando avete il dubbio che il cucciolo possa fare i bisogni in casa, coprite le aree in cui non volete assolutamente che ciò accada (come i divani, i tappeti e le zone in cui ci sono le tende).

Perché non usare la traversina

È molto diffusa l'abitudine di affidarsi (più o meno temporaneamente) alla travesina, ovvero un panno assorbente usa e getta che funge, in un certo senso, da pannolino posato sul pavimento. La speranza è che così facendo il cane si abitui a sporcare in un luogo specifico, ma il rischio è che si finisca invece per ridurre la possibilità che lo faccia all'aperto, perché ha l'impressione che la nostra preferenza sia la traversina.

Involontariamente, quindi, si può finire addirittura per allungare le tempistiche che lo portano a decidere di non fare i bisogni durante la passeggiata.

Passati i primi mesi, molti pet mate vorranno poi eliminare questo oggetto, ma il cane potrebbe continuare a sporcare proprio in quel luogo anche dopo. Il consiglio, quindi, è quello di impegnarsi il più possibile fin da subito per imparare ad anticipare i bisogni del cane, prevedendo le sue necessità e permettendogli di trovarsi già all'aperto e in un luogo tranquillo quando avrà il bisogno di fare la pipì.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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