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25 Gennaio 2021
16:09

Brucellosi canina: prevenzione, diagnosi e cura

La Brucellosi del cane è una malattia infettiva causata dal germe Brucella canis. Si riscontra più frequentemente nei canili o allevamenti e può essere trasmessa anche all'uomo. Conoscere i sintomi e la modalità di trasmissione è utile per prevenire la malattia.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Prof. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
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Trecastelli, Marche: le Forze dell’Ordine sequestrano in un allevamento oltre 850 cani di piccola taglia e scoprono che alcuni sono affetti da Brucellosi, una zoonosi trasmissibile anche all'uomo. La notizia diventa di dominio pubblico e crea discussione, anche perché è l'unico focolaio di questa malattia in tutta Europa.

Che cosa è la Brucellosi

La Brucellosi del cane è una malattia infettiva causata dal germe Brucella canis. Si riscontra più frequentemente nei canili e/o allevamenti. Può essere causa di infertilità, aborti ed infiammazione di organi dell’apparato riproduttore maschile. La diagnosi viene effettuata con test di laboratorio. Ai fini della prevenzione è importante far osservare un periodo di quarantena ai nuovi soggetti che entrano nei canili. La Brucellosi canina è una malattia trasmissibile all’uomo.

Brucellosi nel cane: sintomi e modalità di trasmissione

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La Brucellosi del cane è una malattia infettiva diffusa in tutto il mondo che colpisce più frequentemente animali allevati in canili, allevamenti e “puppy mills”. I cani randagi spesso sono serbatoi del virus.
La via più frequente di trasmissione è quella sessuale (trasmissione per via venerea). Tuttavia, la brucella può infettare i cani attraverso la congiuntiva, il cavo orale e lesioni cutanee. Una volta che il germe è penetrato nell’organismo si localizza nei tessuti che producono ormoni sessuali e dunque nell’utero (femmine), testicoli, prostata ed epididimo (maschi). I feti possono infettarsi in utero o bevendo latte da madri infette. E’ anche possibile che si realizzi un’infezione attraverso oggetti e superfici contaminate.

Il segno clinico più rilevante è l’infertilità ed aborti tardivi (intorno ai 45-55 giorni di gestazione). Talvolta, i feti vengono espulsi ma sono poco vitali e presentano lesioni incompatibili con la vita. La cagna infetta può presentare scolo vulvare. I maschi presentano lesioni allo scroto che può apparire aumentato di volume e dolente. Oltre a questi segni clinici riferibili all’infezione dei tessuti degli organi genitali, gli animali possono soffrire di infiammazione agli occhi (uveiti) e al disco intervertebrale (discospondilite) e segni generici di stanchezza e apatia.

Brucellosi del cane: diagnosi e cura

La diagnosi di Brucellosi viene effettuata con esami di laboratorio che mirano a coltivare i germi in vitro o a svelarne la presenza mediante tecniche biomolecolari. E’ possibile anche effettuare dei test sul sangue (esame sierologico). Inoltre, in cani con segni clinici l’indagine ecografica dell’apparato riproduttore e della colonna vertebrale può indirizzare il clinico verso una diagnosi di brucellosi.

Una volta che la malattia è stata diagnosticata, il medico veterinario prescriverà una terapia appropriata a base prevalentemente di antibiotici. E’ importante isolare tutti i cani venuti in contatto con gli infetti per un periodo fino a 12 settimane e sottoporli a test diagnostici. Inoltre bisogna disinfettare le superfici, cucce, recinti e superfici con prodotti a base di ammoniaca.

Prevenzione della brucellosi canina

Ai fini della prevenzione è importante isolare in quarantena tutti i cani che vengono introdotti in un canile o allevamento e testarli. Infine, la pratica dell’inseminazione artificiale annulla il rischio di trasmissione se il seme risulta negativo alla presenza di brucella.
Si raccomanda generalmente di testare tutti gli animali presenti in canile o allevamento due volte l’anno al fine di prevenire la malattia.
La brucellosi canina può trasmettersi all’uomo e le categorie più a rischi sembrano essere donne incinte, pazienti immunodepressi e bambini. I sintomi della malattia non sono specifici per cui  non sempre viene diagnosticata con successo. La terapia antibiotica può essere risolutiva.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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