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13 Gennaio 2021
8:10

Zecche su cani e gatti: come riconoscerle

Le zecche possono essere causa di malattie per cani, gatti ed esseri umani. Sono aracnidi molto comuni e ne esistono di tantissime specie diverse. Alcune sono più diffuse di altre ma con le dovute precauzioni possono essere riconosciute e rimosse.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Una delle cose che spaventa di più i petmate è il ritrovamento di zecche sugli animali con cui convivono. Ma la prima domanda che tutti si pongono è sempre una: «Come riconoscere un zecca?». Iniziamo identificandole, poiché sovente mi arrivano fotoreportage da parte di persone in crisi di panico per il ritrovamento di insetti sul loro animale o nella cuccia che… sono tutto tranne che zecche! Occorre, così, un po’ di chiarezza per affrontare questo argomento: le zecche sono sì degli artropodi ma appartengono alla classe degli aracnidi e non a quella degli insetti. Quindi fanno parte dello stesso gruppo dei ragni, degli scorpioni e degli acari: hanno otto zampe, un corpo tondeggiante le cui dimensioni variano da qualche millimetro a pochi centimetri e sono munite di un rostro come apparato buccale, che penetra la cute dell'ospite per succhiarne il sangue.

Quali sono le malattie che derivano dal morso di una zecca

Le zecche sono effettivamente un pericolo, tanto per l’uomo che per gli animali sia domestici che selvatici. Non tanto per il danno cutaneo dato dal morso, quanto per il loro ruolo come vettori di numerosi  “tick born diseases”: ovvero sono responsabili attraverso il morso della trasmissione di innumerevoli patologie anche mortali poiché veicolano il patogeno nel momento in cui effettuano il pasto di sangue sull’ospite.

Si tratta di patologie gravi come l’Encefalite da zecca, la tularemia, la malattia di Lyme, l’ehrlichiosi, la babesiosi, la febbre bottonosa, l’ anaplasmosi, l’hepatozoonosi, la paralisi progressiva. Queste sono, in realtà, solo alcune delle malattie trasmesse dalle zecche. I sintomi possono variare a seconda della patologia: febbre, anoressia, affaticamento, zoppia, letargia, disturbi neurologici, dolori muscolari, artrite, alterazioni severe dei parametri ematobiochimici, fino anche alla morte.

Quante zecche e di che specie ci sono al mondo?

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Le zecche sono diffuse in tutto il mondo e se ne conoscono 900 specie che parassitano gli uccelli, i chirotteri, i mammiferi grandi e piccoli, i rettili oltre che naturalmente l'uomo: le zecche si attaccano in pratica a tutto. E, sebbene prediligono le temperature miti e climi umidi, sono un problema tutto l’anno. In Europa abbiamo due famiglie: gli Ixodidi o “zecche dure” per via di uno scudo dorsale coriaceo e le Argasidi o “zecche molli”.

Le principali specie di zecche che infestano il cane e il gatto sono sostanzialmente, la Rhipicephalus sanguineus, comunemente nota come zecca bruna del cane, l'Ixodes ricinus, la zecca dei boschi, Hyalomma e Dermacentor.

La zecca bruna del cane è la più diffusa in assoluto. Ha grandi capacità di adattamento a diverse condizioni sia ambientali che climatiche, a tal punto da poter sopravvivere sia in zone urbane che rurali. È facile trovarla tra le cataste di legna ma anche in casa, ad esempio dietro il battiscopa, tra le fessure dei muri o nelle cavità delle tapparelle. Sebbene il cane sia il suo ospite primario può infestare anche altri mammiferi, uomo compreso. Ecco, se siete arrivati fin qui forse il panico lo sto creando io e in questo momento avete mollato la lettura per controllare gli anfratti di casa. Occhio però! Come scritto prima, non confondetele con degli innocui ragnetti.

La zecca dei boschi vive abitualmente negli ambienti boschivi, ricchi di cespugli, prati incolti e letti di foglie secche, con una preferenza per le zone collinose e montane fino a 1300 metri di altitudine. Può però sopravvivere in qualsiasi area umida e ombreggiata. Le larve di zecca dei boschi stazionano a livello del suolo e attaccano uccelli e piccoli roditori. Una volta adulte, tuttavia, possono parassitare mammiferi come l'essere umano, cani e gatti. E’ importante dunque quando si fanno escursioni fare molta attenzione all’abbigliamento da  indossare e al rientro a casa controllare bene sia noi che i nostri animali.

Il ciclo biologico delle zecche e come riconoscere le zecche sul cane o sul gatto

Indipendentemente dalla specie, il ciclo biologico delle zecche può compiersi su un solo oppure su due o tre ospiti. Le zecche non sono di solito molto selettive nella scelta dell'organismo da parassitare, la loro attività si concentra con le dovute eccezioni nei mesi caldi e, durante la stagione invernale, si rifugiano in anfratti o si interrano. È sempre necessario un pasto di sangue affinché la femmina possa deporre le uova, rimanendo attaccata all’ospite anche più di una settimana ed aumentare il suo peso fino a 100 volte ingurgitando sangue. Cade poi a terra dove depone le uova in luoghi appartati dando via ad un nuovo ciclo vitale. Le uova si schiudono in due settimane circa e le larve cercano subito un pasto di sangue in modo da poter divenire ninfe. Le ninfe sono difficilmente visibili e spesso salgono su fili di erba e, con le zampette anteriori tese, al primo movimento con cui percepiscono un ospite in arrivo prontamente si aggrappano, non saltano né volano. Se pensate di potervi accorgere del loro morso… ebbene no, non è possibile. La natura ha le sue strategie: Il morso di solito è indolore perché le zecche inoculano nell'ospite una quantità di saliva con dei principi anestetici. Il fastidio, invece, potrebbe essere dato da reazioni locali in seguito al morso: l'area è infatti interessata da un prurito intenso e costante, al quale può accompagnarsi un eritema circoscritto.

Se si sospetta che il proprio animale sia stato morso da una zecca, occorre contattare immediatamente il veterinario per programmare una visita e opportuni accertamenti. Se invece siete stati morsi voi, contattate con urgenza il vostro medico o recatevi in Pronto soccorso.

Come prevenire le punture di zecche

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L’importante, però, è imparare a riconoscere le zecche e non fare come tanti che mi chiamano allarmati perché hanno trovato una “cosa” sull’animale che si rivela poi essere una crosta, ad esempio. Alcune precauzioni per evitare di prendere le zecche sono però fondamentali. Eccone alcune:

  • Indossare abiti chiari quando si fanno escursioni in modo da evidenziare subito la presenza di zecche. Meglio ancora se si usano stivali o pantaloni lunghi.
  • Evitare di addentrarsi dove l'erba è alta e al termine dell’escursione controllare bene gli indumenti, il proprio corpo e quello del vostro cane. Per farlo, guardate bene tra le dita del pet, dentro e dietro le orecchie e spazzolate bene il suo corpo.
  • Un’altra cosa buona da fare è quella di effettuare regolarmente il trattamento antiparassitario al cane e al gatto, chiedendo consiglio sempre al vostro veterinario per la scelta del repellente più idoneo.

Come si rimuove la zecca dal corpo di un animale?

La cosa più difficile e che spesso mette in crisi è come rimuovere correttamente la zecca senza fare danno. Per rimuovere la zecche spesso vengono consigliati innumerevoli prodotti: alcool, olio, acetone o addirittura fuoco e usare la punta accesa delle sigarette. Sconsiglio questi “metodi” perché la sofferenza indotta alla zecca provocherà il rigurgito di ulteriore materiale infetto nella pelle dell’ospite. Quindi cosa fare? Afferrate la zecca il più possibile vicino alla pelle e tiratela senza schiacciare il corpo, imprimendo dei movimenti di rotazione. Ah, esistono delle pinzette idonee per facilitare tale pratica, non dovete fare tutto necessariamente solo con le dita. Una volta rimossa la zecca occorre disinfettare la cute e contattare il proprio veterinario che saprà poi consigliarvi come meglio procedere. Se dovesse permanere il rostro all’interno della pelle, potete rimuoverlo delicatamente aiutandovi con un ago o una pinzetta sterile. Ma potete essere tranquilli anche se dovesse rimanere lì: non provocherà la nascita di un'altra zecca come spesso si sente dire. Infine vi lascio con una “perla”: i gatti e i cani maschi hanno anche loro i capezzoli ( ebbene si!) quindi evitate di staccare un capezzolo pensando sia una zecca! (n.b. storie realmente avvenute).

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Eva Fonti
Medico Veterinario
Ho conseguito la laurea specialistica in Medicina Veterinaria nel 2009 presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II con una tesi sperimentale in chirurgia oftalmica, nel 2010 ho conseguito il perfezionamento in Radiologia Veterinaria. Nel 2013 ho inaugurato il mio ambulatorio in Minturno sul lungomare di Scauri.
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