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5 Luglio 2023
9:00

Un maiale può essere addomesticato come un cane?

Il maiale è un animale domestico, che può essere anche addestrato senza grosse difficoltà. Siamo sicuri, però, che queste caratteristiche ci autorizzino a farlo vivere come un cane?

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il suino domestico (Sus scrofa domesticus) appartiene alla stessa specie del cinghiale, di cui è il diretto discendente. I due possono quindi di fatto accoppiarsi generando prole. Molti si chiedono se il maiale possa davvero essere addomesticato come un cane e considerato un animale domestico da tenere in casa.

In effetti, il maiale è già da qualche migliaio di anni un animale domestico. La sua domesticazione ha avuto origine nel neolitico, tra gli 11.000 e i 9000 anni fa, in due diverse aree geografiche, la Cina e la Turchia. Questo processo non ha apportato cambiamenti fondamentali nell’aspetto fisico e nel comportamento di base della specie, che mantiene ancora molte caratteristiche comuni con l’antenato selvatico: del resto, i maiali tradizionali cinesi, indiani e europei sono ancora oggi più vicini geneticamente ai loro cugini selvatici locali che tra loro stessi.

Nato come animale da allevamento – unico onnivoro tra le principali specie allevate per scopi alimentari – è diventato sempre più popolare negli ultimi anni come animale da compagnia, quasi come fosse un cane, con un crescente interesse soprattutto per le razze piccole, come il maiale vietnamita o il Kune kune neozelandese, che da adulti pesano tra i 12 e i 45 kg, quindi nettamente meno rispetto ai maiali domestici tradizionali, come i Large White, che arrivano a pesarne 100. C’è comunque chi non disdegna anche di vivere con incroci di queste razze, o addirittura con esemplari appartenenti alle razze pesanti. Riguardo alla possibilità di tenerlo in casa come si farebbe con un cane, ecco diciamo che, se per casa intendiamo alla lettera le quattro mura domestiche, da queste parti non è considerata proprio una grande idea.

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Kune Kune.

Caratteristiche e comportamento del maiale domestico

Gli attuali maiali domestici tradizionali sono un po’ più grandi, più pesanti e più produttivi – ossia crescono in fretta e si riproducono di più – rispetto ai loro antenati selvatici. Quelli appartenenti alle razze più piccole sono brachicefali, hanno cioè il muso piatto come i Carlini o i gatti Persiani, raggiungono la pubertà prima (già a quattro mesi di età) e sono, in proporzione, significativamente più grassi. Se hanno la possibilità di vivere liberi, vivono in gruppi stabili basati su una struttura matriarcale, composta da 1 a 5 scrofe e dai rispettivi piccoli.

Sono assai bravi a riconoscersi tra conspecifici utilizzando soprattutto l’olfatto e, forse, anche la vista, indipendente dal livello di familiarità. Sono animali che vocalizzano molto, soprattutto attraverso i noti grugniti, che producono in contesti sociali. La frequenza dei grugniti può aumentare in situazioni di disagio, ad esempio se l’animale prova paura o frustrazione, o se viene isolato.

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Si può avere un maiale come animale domestico?

Oggi come oggi la legge permette di tenere fino a due maiali come animali da compagnia, animali cioè non destinati alla produzione di alimenti. Devono essere microchippati e registrati in BDN, ossia nella banca dati zootecnica nazionale, si ha l’obbligo di non farli riprodurre e, come per gli altri animali di famiglia, di non abbandonarli. È bene dunque premettere che avere un maialino come animale domestico è piuttosto impegnativo, per varie ragioni che di seguito cercheremo di riassumere, a partire dal fatto che può vivere fino a 15-25 anni; quindi, è un impegno molto a lungo termine.

La storia di domesticazione dei maiali mostra molti parallelismi con quella dei cani. Essendo onnivori, i loro antenati possono essere stati attirati verso i rifiuti alimentari accumulati intorno agli insediamenti umani sì da rendere la loro presenza tollerata, analogamente agli antenati dei cani. Tuttavia, nella storia della domesticazione delle due specie si ravvedono anche differenze non irrilevanti: mentre i cani sono stati intensamente selezionati per la loro socievolezza con le persone e per scopi cooperativi, i maiali sono stati selezionati per la loro utilità come spazzini di rifiuti e per scopi alimentari.

Non a caso, già a partire dalle prime settimane di età, i cani mostrano una predisposizione a cercare il contatto umano, e a sviluppare una preferenza generale per le persone, rispetto ad altri stimoli, indipendentemente dal fatto che esse siano note o estranee. Questa predisposizione nei maiali non si rileva. La domesticazione potrebbe aver reso più flessibile la capacità dei cani di riconoscere le persone, rendendoli capaci di generalizzare la loro prima esperienza con gli esseri umani familiari a quelli non familiari.

I maiali domestici sono in grado di discriminare le persone familiari da quelle non familiari e, in genere, mostrano una maggiore tolleranza alla nostra vicinanza, e sono meno reattivi alle nostre manipolazioni, rispetto ai loro parenti selvatici. I giovani, poi, si avvicinano e cercano di entrare prontamente in contatto con noi come parte dell'esplorazione dell'ambiente o per stabilire un contatto sociale, tutti segnali che possono suggerire l’assenza di paura.

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Ma non sono così con chiunque, bensì solo con le persone che conoscono e con le quali hanno avuto precedenti esperienze positive. Nell’ambiente familiare si adattano relativamente, sono socievoli e possono anche essere addestrati. Gli estranei possono invece suscitare in loro emozioni contrastanti, generando reazioni conflittuali di avvicinamento e di evitamento o, addirittura, schiettamente aggressive, che di solito si notano intorno al periodo della maturità sociale (da sei mesi a tre anni). La differenza tra maiali e cani potrebbe anche essere collegata col fatto che gli uni sono prede e gli altri predatori. Un nuovo stimolo sociale è più facilmente percepito come una minaccia potenziale da un animale preda, che tenderà a starne alla larga, e per il quale rimanere vicino al proprio pet mate, con cui si sente più sicuro, può rappresentare la strategia migliore.

I maiali di famiglia possono quindi non gradire la presenza di persone che non conoscono e lo stress e la frustrazione che ne derivano possono portarli a esibire comportamenti stereotipati, come ad esempio masticare a vuoto, tolettarsi eccessivamente, automutilarsi le orecchie e la coda, sfregarsi ossessivamente contro le superfici, mordere e distruggere gli oggetti. Lo stesso può accadere a causa dell’isolamento e della noia.

I maiali hanno bisogno di entrare in contatto visivo, uditivo e olfattivo con altri suini: se costretti a vivere da soli hanno maggiori probabilità di mostrare aggressività, poiché l'isolamento può provocare forte stress. Per far sì che non si ammazzino di noia, è necessario che abbiano a disposizione arricchimenti ambientali come tronchi di legno fresco, che favoriscono il comportamento esplorativo e riducono l'incidenza di stereotipie. Non è infrequente che, quando un cane e un maiale vengono lasciati insieme incustoditi, si azzuffino, e lo stesso vale per i bambini, da cui i maiali sono di solito intimiditi.

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Per farla breve, avere la possibilità di vivere in una famiglia multispecie che includa i maiali è certamente un privilegio. In quanto tale, esso non è quindi riservato a tutti, ma solo a chi abbia la fortuna di poter offrire per lungo tempo, a questi intelligenti e puliti animali, condizioni ambientali fisiche e sociali ottimali, che garantiscano il rispetto del benessere e della qualità della vita loro e di tutti gli altri membri della famiglia. Alla luce di quanto si è detto, forse ora è più chiaro come mai sia difficile pensare che un’abitazione possa essere un luogo appropriato per far vivere un maiale.

Bibliografia

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Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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