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16 Settembre 2023
18:00

Un coyote può essere addomesticato come un cane?

I coyote sono tendenzialmente più difficili da addomesticare rispetto ai cani, tuttavia in cattività possono effettivamente stabilire un certo legame con gli esseri umani simile a quello dei cani. Il coyote resta però un animale selvatico e il suo posto è libero in natura, non accanto alla nostra specie.

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Cani e coyote sono animali molto simili e condividono molte caratteristiche morfologiche e comportamentali comuni. Dopo il lupo, infatti, il coyote (Canis latrans) è il parente vivente più stretto del migliore amico dell'uomo (Canis lupus familiaris). Con i cani condivide quindi molte caratteristiche biologiche, fisiche ed etologiche, comprese le abitudini sociali, per di più le due specie possono persino incrociarsi tra loro producendo prole fertile, gli ibridi detti coydog.

In passato, infatti, i coyote – che vive esclusivamente in Nord America – è stato probabilmente semi-domesticati da varie culture precolombiane, che seguendo un po' lo stesso percorso che ha portato gli antichi lupi a diventare cani, li allevavano da cuccioli soprattutto nei villaggi dei nativi americani della Grandi Pianure.

Qualcuno dunque potrebbe quindi chiedersi: se cane e coyote sono così simili e strettamente imparentati è possibile oggi addomesticare un coyote?

La risposta alla domanda riguardo la possibilità di addomesticare i coyote oggi, nel senso di renderli mansueti e abituarli a vivere a stretto contatto con l'uomo quasi come fossero cani, è affermativa, come del resto è possibile fare con molti altri mammiferi allevati sin da cuccioli. Ed è sicuramente successo numerose volte. Ma la vera domanda da porsi dovrebbe riguardare piuttosto se è giusto farlo o meno. E in questo caso la risposta è decisamente negativa e in questo articolo capiremo perché.

Le caratteristiche del cane

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Il cane che conosciamo oggi è frutto di un lungo processo di coevoluzione con l’uomo, iniziato probabilmente oltre 30.000 anni fa. Questo percorso, che lo ha portato ad allontanarsi sempre più dal suo progenitore (il lupo) ha anche prodotto molte delle caratteristiche fisiche e comportamentali più evidenti nel cane che cambiano moltissimo a seconda delle razze prese in considerazione.

Il cane è stato infatti allevato selettivamente per millenni, portando allo sviluppo di predisposizioni comportamentali, motivazioni, dimensioni e caratteristiche fisiche tra le più svariate. Basti anche solo pensare a un Chihuahua e a un Terranova che, pur appartenendo alla stesa specie ed essendo entrambi cani, possiedono caratteristiche anche solo estetiche completamente diverse. A seconda delle razze – o dei gruppi di razze – abbiamo cani piccoli o giganti, dal corpo magro e slanciato, con orecchie appuntite oppure flosce. Così come per il muso: allungato in molte razze o fino ad essere schiacciato e spesso causa di parecchi problemi di salute, in particolare nei cani brachicefali.

I cani svolgono poi un ruolo di primo piano nella nostra società: dalla caccia, alla guardiania, dalla conduzione delle greggi alla protezione e fino all'assistenza o al salvataggio delle persone.

Ed è proprio in virtù di questa lunghissima relazione condivisa per millenni con la nostra specie che il cane è diventato il miglior amico dell'uomo, l'animale domestico per eccellenza. Un compagno di vita e di viaggio che, per diversi motivi, il coyote non potrà e non dovrà mai essere.

Le caratteristiche del coyote

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Il coyote è una specie selvatica diffusa in Nord America ed è un canide più piccolo dei vari lupi che abitano il continente, incluso il lupo rosso con cui è imparentato. Per abitudini, ruolo sociale e caratteristiche è più simile allo sciacallo dorato ed è una specie molto versatile, in grado di adattarsi ed espandersi anche in ambienti fortemente antropizzati, incluse le metropoli.

Il colore della pelliccia è prevalentemente grigio chiaro tendente al rosso o fulvo, intervallato spesso da macchie e disegni bianchi e neri come accade per i lupi. Queste caratteristiche, così come le dimensioni, variano leggermente a seconda delle sottospecie (ne vengono riconosciute ben 19) e della provenienza geografia. Generalmente, però, un maschio pesa mediamente dagli 8 ai 20 kg, mentre una femmina, più piccola, dai 7 a 18 kg.

La sua organizzazione sociale, anch'essa estremamente flessibile, varia da piccoli nuclei familiari guidati da una sola coppia monogama riproduttiva (come avviene di solito nei lupi), a raggruppamenti anche molto più grandi, che includono talvolta individui nati negli anni precedenti o persino non imparentati col resto del gruppo.

Come il lupo, è un predatore prevalentemente carnivoro anche se si ciba generalmente di prede di piccole dimensioni come conigli, roditori e altri piccoli mammiferi, uccelli, rettili e persino pesci ma occasionalmente anche di cuccioli di ungulati come i cervi. Molto spesso, soprattutto nel caso di individui solitari o in dispersione, i coyote non disdegnano animali morti come le grandi carcasse di ungulati magari abbattute proprio dai cugini lupi o dagli orsi.

Le differenze tra cane e coyote

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Le differenze tra cani e coyote dipendo ovviamente dalle razze canine prese in considerazione. Entrambi i canidi condividono molti tratti genetici, morfologici e comportamentali anche se, chiaramente, la selezione artificiale praticata dall'uomo ha portato a un'enorme variabilità tra i cani che, a seconda della razza, sono più simili o più distanti dal coyote.

I coyote sono tendenzialmente più snelli e slanciati rispetto a un cane medio e hanno poi sempre occhi dorati, orecchie appuntite ed enormi rispetto alle dimensioni della loro testa e code estremamente folte, mentre tra i cani esiste una varietà molto grande sia per il colore che per le dimensioni e la caratteristiche di coda e orecchie.

Per quanto riguarda la dieta, i coyote sono tendenzialmente più carnivori rispetto ai cani, che vivendo per millenni accanto all'uomo hanno imparato a mangiare una percentuale più altra di ortaggi e verdure, per cui possiedono una dieta molto più flessibile. Anche il ciclo riproduttivo è molto diverso a causa della domesticazione. I coyote si riproducono una volta all'anno, come quasi tutti gli animali selvatici, mentre nei cani una femmina va in calore normalmente ogni 6 mesi, talvolta persino ogni 4 o 8 mesi

Da un punto di vista comportamentale, invece, i coyote sembrano seguire dinamiche sociali leggermente più flessibili di quelle dei cani e sono più propensi ad accettare nuovi ingressi nel branco. Tuttavia, anche in questo caso, bisogna tener presente che nel migliore amico dell'uomo – a seconda delle motivazioni e delle razze ma anche del contesto socioambientale – anche le abitudini sociali dei cani possono cambiare molto.

I coyote sono anche molto più vocali in generale dei cani, dato che hanno bisogno di comunicare frequentemente con gli altri membri del loro branco anche su lunghe distanze. Proprio per questo, come i lupi utilizzano l'ululato che nei cani ha invece un significato completamente diverso.

Infine, anche i coyote più socievoli e allevati sin da piccoli a stretto contatto con gli esseri umani, sembrano comunque essere più schivi e meno e timidi rispetto ai cani, che sono inoltre in grado di comunicare con l'uomo instaurando una relazione molto più profonda e bidirezionale rispetto ai cugini nordamericani.

Perché il coyote non può essere addomesticato

Prima di capire perché non si può addomesticare un coyote, occorre fare alcune precisazioni. Spesso si fa confusione tra i termini domesticazione e addomesticamento, sia perché vengono utilizzati erroneamente come sinonimi sia per la somiglianza tra le due parole. La domesticazione è un processo molto lungo, della durata di migliaia di anni, che agisce su una specie selvatica che, attraverso una serie di cambiamenti morfologici, fisiologici e comportamentali selezionati dall'uomo di generazione in generazione, diventa domestica differenziandosi così dall'antenato selvatico da cui deriva.

L'addomesticamento è invece un processo molto più rapido che possiamo definire anche più semplice rispetto alla domesticazione. Un individuo selvatico, come ad esempio una tigre che nasce e vive in cattività, si abitua a convivere con l'uomo e diventa piuttosto docile e mansueto ma questo comportamento non cambia la sua genetica e quindi non può essere tramandato alle generazioni successive. Al contrario, è frutto di uno stato di cattività e del contatto continuo con la nostra specie sin dalla nascita.

Molti animali selvatici, soprattutto mammiferi, se nati quindi in cattività e abituati sin da cuccioli a vivere a stretto contatto con gli esseri umani possono quindi essere addomesticati. Accade spesso ancora oggi per leoni, tigri, orsi: basta pensare ai circhi o chi tiene questi animali addirittura in casa. E può ancora di più accadere per i coyote che può quindi essere addomesticato e comportarsi quasi come un cane, proprio perché con quest'ultimo condivide numerose caratteristiche biologiche. Tuttavia, resta comunque un animale selvatico e tale deve rimanere.

Allevare coyote addomesticati in alcuni Stati americani è permesso, in altri no poiché sono alti i rischi che corrono le persone che interagiscono con un selvatico, anche se abituato agli esseri umani. Con gli animali selvatici come orsi, coyote, lupi o tigri i comportamenti imprevedibili e gli errori di comunicazione possono essere sempre dietro l'angolo e i media sono pieni di storie tragiche avvenute in giro per il mondo con protagonisti selvatici trattati come animali domestici.

Per cui, addomesticare un coyote quasi come se fosse un cane è possibile: è stato fatto e viene ancora fatto tutt'ora o in contesti in cui ciò è ancora permesso o in condizioni particolari come centri di recupero e istituti di ricerca. Farlo però non è eticamente accettabile, poiché il posto di un qualsiasi animale selvatico deve essere libero in natura.

Quale motivo potrebbe esserci, inoltre, dietro un tale desiderio se non uno smisurato ego antropocentrico? Per di più un animale domestico molto simile al coyote esiste già e si chiama cane. Per cui se si vuole davvero instaurare una relazione interspecifica sana, consapevole e bidirezionale è ai tanti "lupi domestici" dimenticati in canili e rifugi che bisognerebbe rivolgere le proprie attenzioni, non ai selvatici.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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