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scheda razza
11 Dicembre 2020
16:55

Il gatto Persiano, un simbolo di nobiltà e bellezza

  • Origine (Data e Luogo): 1889, Francia/Inghilterra
  • Standard: PER- I categoria FIFé
  • Peso (maschi-femmine): 5-6,5kg i maschi; 2,5-3,5 le femmine
  • Incroci con altre razze: Exotic Shorthair
  • Vita media (fascia): 9-12 anni
  • Temperamento: Mite e tranquillo
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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il gatto Persiano si presenta con un mantello straordinariamente lungo, degli enormi occhi rotondi e piccole orecchie sulla sommità del cranio circolare. Il suo muso è schiacciato e la canna nasale quasi inesistente, il mantello può assumere una grandissima varietà di colori, dai solidi ai tabby, dai silver ai colourpoint, la sua toelettatura richiede un certo impegno compensato da un carattere mite e amabile.

attività e socialità

  • Bisogno di movimento1
  • Giocosità2
  • Indipendenza2
  • Riservatezza2
  • Tendenza a miagolare1

cure e salute

  • Cura del pelo3
  • Salute generale1
  • Malattie ereditarie3

Data e luogo di origine: 1889, Francia/Inghilterra

Aspetto fisico: taglia medio-piccola, il corpo è corto ma robusto, la testa è rotonda e massiccio con cranio largo e bombato, gli occhi sono grandi e sporgenti, la coda corta, fluente ed arrotondata all'estremità

Peso: 5-6,5kg i maschi; 2,5-3,5 le femmine

Temperamento: mite e tranquillo

Incroci con altre razze: Exotic Shorthair

Standard: PER- I categoria FIFé

Origine e storia

Secondo una leggenda, il Persiano sarebbe un discendente del gatto di Manul, un gatto selvatico che oggi occupa le montagne della Mongolia e del Tibet, da cui avrebbe ereditato il suo mantello lungo. Ma questa ipotesi è stata smentita nel 2007, quando uno studio ha reso inequivocabile quanto tutti i gatti domestici – Persiani inclusi – discendono dal gatto selvatico nord-africano. La comparsa del pelo lungo è probabilmente dovuta ad una mutazione spontanea sviluppatasi in Turchia da dove questo gatto è stato importato ufficialmente nel XVI secolo, approdando in Francia. Qui è diventato uno status symbol per nobili e famiglie facoltose (qualcuno lo chiama ancora “Gatto francese”), simbolo di ricchezza e prestigio.

Nel 1871 il Persiano partecipa alla prima esposizione felina mai organizzata in Europa, a Londra, e il 1889 è l'anno in cui viene presentato il suo standard. Si tratta, dunque, di una delle razze feline allevate da più tempo. In FIFè viene selezionato dal 1949, anno di istituzione dell'associazione.

Aspetto fisico

Il Persiano ha subìto una pressione selettiva imponente orientata soprattutto a modificarne la struttura morfologica e a moltiplicare la quantità di colori e tonalità del mantello. Oggi si presenta come un gatto compatto, corto ma muscoloso, con una testa circolare, il cranio arrotondato, occhi sporgenti e la canna nasale quasi inesistente. A seconda delle linee di sangue, le espressioni facciali possono essere più dure e accigliate oppure dolci e sognanti. Il Persiano si presenta in tutte le varietà di colore che si possano pensare: blu/nero, rosso/crema, rosso/nero, crema/blu, solido o tabby, argentato (silver, smoke, chincilla, silver shaded, cameo e golden), colorpoint. E poi ci sono le varietà con il bianco: oltre al total white, indipendentemente dagli altri colori, i mantelli  pezzati si classificano in base alla percentuale di bianco presente in bicolore (o tricolore) se il bianco è presente per 1/3 del mantello; arlecchino se è presente per 2/3; van se è presente solo sulla testa e la coda, indipendentemente dagli altri colori o disegni presenti. La quantità di colori è talmente ampia che in FIFè sono previste differenti classi di concorso dedicate solo alle varietà di Persiani.

Temperamento

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Il Persiano è noto per essere un gatto particolarmente docile, anche grazie al fatto che gli allevatori abituano molto presto i gattini ad essere maneggiati, spazzolati e curati. E' un gatto curioso, con uno sviluppo lento ed un'indole non particolarmente attiva. Il suo corpo corto e massiccio, poco funzionale a delle reali battute di caccia, e il mantello ingombrante che gli impedisce la fluidità dei movimenti, non lo rendono particolare adatto a vivere all'aperto. Questo non significa, però, che non pensi “da gatto” e che non abbia la sua dose di territorialità o che non ami predare, rincorrendo, mordendo e preparando agguati a topini di pezza o facendo la lotta con i suoi simili.

I Persiani possono essere gatti placidi e socievoli anche con gli estranei di casa mentre i soggetti poco socializzati, a causa della scarsa inclinazione ad esibire comportamenti aggressivi, possono diventare ansiosi e timidi. La stretta vicinanza con l'essere umano li porta ad instaurare un rapporto ricco di fiducia e di partecipazione alle routine quotidiane, condividendo il tempo e gli spazi con tutta la famiglia. Per il suo carattere dolce e tranquillo può vivere anche accanto alle persone anziane, a patto che siano in grado di occuparsi delle quotidiane cure che il mantello richiede. Anche i bambini possono essere degli ottimi compagni di vita per un Persiano, purché vengano educati a non abusare della sua disponibilità.

Salute e cura

Il Persiano bilancia la sua estrema docilità con un certo grado di impegno. Il suo mantello, che tende facilmente ad infeltrirsi e annodarsi, deve essere spazzolato quotidianamente in ogni parte del corpo (incluse addome e ascelle che, di norma, sono zone sensibili), secondo una routine che va stabilita fin dalle prime settimane di vita del piccolo e mantenuta per sempre. Gli occhi vanno puliti quotidianamente dalle continue secrezioni dovute all'occlusione del canale naso-lacrimale con una garza inumidita e uno specifico detergente. In questo modo si eviterà anche la formazione di fastidiose macchie sul pelo della zona sott'orbitale e, soprattutto, dermatiti a carico della  cute sottostante.

Il gatto Persiano può essere accoppiato con solo con un altro Persiano o con l'Exotic shorthair, la sua controparte a pelo corto. I parti delle femmine di Persiano possono essere difficoltosi, sia a causa di frequenti distocìe dovute ai crani larghi dei neonati, sia perché non sempre le madri, specie se inesperte, si occupano prontamente dei piccoli e/o sono disponibili ad allattarli.

I Persiani sono soggetti a sviluppare la sindrome del rene policistico (PKD) per cui è necessario sottoporli ad uno screening ecografico periodico, oltre ad avere l'accortezza di acquistare solo da allevamenti che si occupino di testare i loro riproduttori per questa patologia (obbligo, peraltro, già vigente in FIFè). Altre malattie del Persiano a carattere ereditario che è bene tenere sotto controllo sono la cardiomiopatìa ipertrofica, la lussazione della rotula e la displasia dell'anca.

Relazione e contesto ideale

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Il Persiano non è sicuramente un gatto per tutti perché, al di là della sua amabilità, non ammette trascuratezza nella cura del mantello. Del resto, è stato selezionato proprio per quello e con una tale pressione da averlo reso estremamente dipendente dagli esseri umani perché faticherebbe a prendersi opportunamente cura di se stesso facendo vita libera.

Questo significa che adottare un Persiano è un atto di grande responsabilità che si rinnova quotidianamente.

E' un gatto che merita la sensibilità di capire quanta pazienza metta in campo per tollerare ogni giorno operazioni di toelettatura e pulizia. Per questo motivo, oltre ad abituare il micetto sin da piccolo a queste pratiche in modo che diventino routine, è importante anche imparare ad essere fluidi, poco invasivi e rispettosi dei tempi e delle necessità del gatto. Troppo spesso i Persiani vengono trattati come “bambolotti” inermi perché la loro docilità li rende poco inclini a reazioni aggressive, ma questo non significa che non stiano celando un certo grado di stress.

La sua dipendenza dall'uomo non si esprime solo nel bisogno di cure esterne per mantenere in salute il mantello ma anche di compagnia e di stimoli. Anche se è un gatto tranquillo, infatti, il Persiano resta un gatto, con tutto il bagaglio evolutivo di specie alle spalle, per cui ama incuriosirsi, meravigliarsi, dedicarsi a giochi di caccia che gli restituiscano la sua identità felina e, vivendo in casa, tutte queste opportunità di stimolazione mentale ma anche emozionale, devono essere offerte necessariamente dagli umani di casa, che hanno il dovere, prima ancora del piacere, di essere sempre attenti a fornirgli non solo protezione, alimentazione e cure fisiche ma anche benessere psicologico.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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