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21 Febbraio 2024
15:23

Pitbull e American Bully: le differenze tra le due razze

American Pitbull Terrier e American Bully vengono spesso confusi per il loro nome e l'aspetto, ma sono due razze diverse, con numerose differenze fisiche e comportamentali.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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Pitbull e American Bully vengono spesso confusi, ma tra i due ci sono in realtà alcune differenze evidenti. Il corpo dell'American Bully, ad esempio, è visibilmente più muscoloso rispetto a quello del Pitbull che, pur essendo solido e massiccio, è più slanciato. Le loro storie, inoltre, sono solo parzialmente sovrapponibili: mentre il Pitbull è un cane dalle origini antiche, l'American Bully è nato appena 30 anni fa.

FCI (Fédération cynologique internationale) ed Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) non li riconoscono ufficialmente, mentre negli Stati Uniti sono considerati a tutti gli effetti cani di razza, dotati quindi di standard e pedigree e vengono riportati nell'elenco stilato dallo United Kennel Club americano.

Il termine Pitbull, che utilizziamo normalmente in Italia, al giorno d'oggi non riguarda alcuna razza ufficiale, perché la nominazione data dallo UKC è American Pitbull Terrier.

Origine delle razze

Le differenze tra le due razze nascono dalle loro origini. La storia dell'American Pitbull Terrier è piuttosto antica e travagliata, mentre quella dell'American Bully risale ad appena 30 anni fa.

Il Pitbull è nato intorno al Seicento in Inghilterra, dove al tempo erano molto diffusi i combattimenti all'interno delle arene, che in inglese si chiamano appunto pit. Per riuscire a combattere nel migliore dei modi contro i tori (in inglese bull) era richiesta un'enorme prestanza fisica ma anche grande coraggio e reattività. Ecco perché i grandi mastini dell'epoca vennero incrociati con i più piccoli terrier e nacquero i cosiddetti half and half (metà molossi e metà terrier): gli antenati dell'American Pitbull.

Un sodalizio micidiale quello avvenuto in Inghilterra, che portò ad un abbinamento tra i corpi grossi e potenti dei primi e l'ostinazione, il coraggio e la reattività dei secondi. Nell'800, però, in Inghilterra i combattimenti vennero vietati e i Pitbull cessarono di diffondersi in patria, dove vennero incrociati sempre più spesso con altri cani di taglia inferiore per fare in modo di migliorarne la terribile reputazione ottenuta nei secoli.

Presero invece sempre più piede in America, dove la selezione proseguì seguendo strade differenti. La razza venne incrociata con il Bull Terrier, arrivato a sua volta negli USA insieme agli immigrati irlandesi. Nel 1898 nacque così ufficialmente l'American Pitbull Terrier.

La storia, le motivazioni e la relazione con un Pitbull sono al centro di una puntata della nostra serie "Che Razza di Storia" a cura dell'istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami, Luca Spennacchio:

L'American Bully, invece, ha una storia molto più breve. Si tratta infatti, di una razza nata circa 30 anni fa da un appassionato di Pitbull e American Staffordshire Terrier di nome David Wilson, il quale incrociò soggetti dall'aspetto particolarmente muscoloso.

Nello stesso periodo nacquero cani simili anche provenienti da altri percorsi selettivi che presero il nome di Gotti (dal nome del primo cane utilizzato) e Greyline. Ciò che contraddistingueva fin dall'inizio questi cani era soprattutto la grande dimensione della testa, l'ampiezza del petto e l'evidente muscolosità del busto. Secondo lo United Kennel Club per ottenere l'American Bully moderno sono avvenuti anche incroci con il Bulldog Americano e il Bulldog Inglese. Il riconoscimento ufficiale da parte dello United Kennel Club è arrivato solo il 15 luglio del 2013.

Motivazioni e comportamenti

Spesso questi cani vengono adottati per via del loro aspetto fisico, mentre vengono sottovalutati i tratti comportamentali che li caratterizzano così come le differenze tra le due razze. Sono infatti cani che amano fare movimento (motivazione cinestesica) e sono capaci di partire in pochi millesimi di secondo all'inseguimento di un oggetto (per via della motivazione predatoria molto spiccata). Le loro emozioni li rendono inoltre capaci di grandi fluttuazioni in tempi molto ristretti.

La motivazione competitiva necessaria per combattere i tori è ancora molto spiccata ed è abbinata a una motivazione possessiva altrettanto forte. Si tratta di elementi importanti, che è bene conoscere prima di adottare uno di questi cani (o un mix nato da individui di razze affini).

Troppo frequentemente, però, le adozioni non avvengono in maniera responsabile e i canili del nostro paese sono tristemente colmi di cani meticci che somigliano alla razza americana o agli American Staffordshire Terrier (ovvero una razza dall'aspetto simile, ma riconosciuta in Italia) e la sofferenza è profonda, perché accecati dai muscoli e dall'aspetto solido e potente, noi umani ci dimentichiamo la sua fortissima motivazione affiliativa, che li porta a sentire il profondo bisogno di avere accanto un umano con cui entrare in relazione e diventare inseparabili, dando forma anche a una straordinaria motivazione collaborativa, che funge da spinta per la vita trascorsa insieme. Se poi il pet mate si trova in difficoltà, l'American Pitbull Terrier non aspetterà nemmeno un secondo per proteggerlo, a costo di mettersi in difficoltà.

È evidente come questo straordinario mix di abilità, talenti, desideri e bisogni faccia del Pitbull un cane molto delicato, che è bene conoscere prima di dare il via al processo di adozione ed è davvero importante chiedersi: sono la persona giusta per lui?

L'American Bully dal canto suo mantiene tratti della personalità molto simili a quelli dell'American Pitbull Terrier, anche se la selezione in questo caso è avvenuta prevalentemente su base estetica e sta gradualmente premiando una motivazione sociale più evidente. Sono passati però solo poco più di 30 anni dall'inizio del processo selettivo e non si tratta certamente di un tempo sufficiente per differenziare in maniera netta e definita le caratteristiche comportamentali e le differenze tra le due razze.

Ricordiamo, inoltre, che ogni soggetto, oltre ad appartenere ad una specie e ad una razza, è anche un individuo, dotato di una personalità unica e irripetibile, che cambia nell'arco della vita anche in base alle opportunità che ha di mettersi in gioco, alle relazioni di cui dispone e alle competenze che ha la possibilità di sviluppare. Questo aspetto viene spesso sottovalutato, in particolare quando le razze vengono definite "pericolose" a prescindere dal carattere del singolo cane. 

Aspetto Fisico

Anche le differenze fisiche sono piuttosto evidenti. L'American Pitbull Terrier è definito dallo UKC come un cane di taglia media, dalla corporatura solida, con muscolatura liscia e ben definita. Questi tratti sono però abbinati ad un aspetto atletico e agile, seppur «non longilineo». La testa è di dimensione medio grande, con un cranio largo e profondo.

L'American Bully ha invece un aspetto che risulta essere un'esasperazione delle caratteristiche dell'American Pitbull Terrier. Nel percorso di selezione la muscolosità del corpo e la grande dimensione della testa sono stati avvantaggiati rispetto ad tratti legati all'agilità e alla corporatura atletica. In questo caso il petto viene infatti definito dall'AKC ampio e le spalle «muscolose».

Ne esistono tre varianti, che si differenziano per le dimensioni: pocket (il più piccolo), standard (medio) e XL (che può superare i 55 centimetri).

Queste descrizioni riguardano ovviamente gli standard ufficiali americani, in quanto in Italia le due razze non vengono riconosciute da Enci, ovvero l'unico ente che si occupa di questo aspetto nel nostro paese.

Alimentazione

L'alimentazione del cane non dipende in maniera determinante dalla razza di appartenenza, ma ha maggiormente a che fare con altri aspetti, legati allo stato di salute del soggetto, alla sua età e, in particolar modo alla quantità di movimento svolto durante il giorno.

Per questo motivo non si può definire una vera e propria differenza nell'alimentazione delle due razze, ma in caso di dubbio o necessità è certamente meglio rivolgersi ad un medico veterinario esperto di nutrizione del cane, il quale potrà individuare la dieta più corretta per l'American Bully o l'American Pitbull Terrier in questione, prestando attenzione alla sua soggettività.

Adattabilità e socialità

Per descrivere quali possono essere le differenze tra le due razze in fatto di adattabilità e socialità bisogna prima di tutto definire cosa si intende con questi due termini.

L'adattabilità viene considerata come la capacità del soggetto di trovare agio in un'ampia gamma di situazioni e questo aspetto è fortemente soggettivo, ancora prima che abbinato all'appartenenza ad una specifica razza. È bene però sottolineare che, in presenza di un umano di riferimento affidabile e sereno, questi cani possono aumentare la propria "adattabilità", lasciandosi guidare grazie alla loro motivazione affiliativa e a quella collaborativa.

La mancanza di adattabilità, che possiamo invece chiamare rigidità o inflessibilità, è a sua volta determinata da diversi aspetti individuali, come ad esempio la scarsa conoscenza del mondo che circonda il soggetto, l'insicurezza o la poca abitudine ad avventurarsi in esperienze nuove e interessanti: un cane che conosce meglio il mondo, si sente di poter agire in maniera più tranquilla e la sua adattabilità aumenta.

Per quanto riguarda la socialità, invece, possiamo definirla come una caratteristica che indica la propensione di un individuo (o in questo caso di una razza) a interagire, comunicare e stabilire relazioni con esseri viventi esterni al proprio gruppo di appartenenza, siano essi altri cani o individui appartenenti ad altre specie.

American Bully e American Pitbull Terrier non si possono definire cani amanti degli incontri con gli sconosciuti, proprio per via della tendenza a strutturare interazioni basate sulla competizione. In questo ambito (ma non solo) può tornare molto utile un percorso con un educatore cinofilo (se il cane è cucciolo) o un istruttore cinofilo (se il cane è adulto), che sappia guidare il pet mate alla scoperta del loro mondo interiore. Sembrano molto forti, ma nascondono un animo fragile. Sarà quindi ancora una volta grazie a una relazione equilibrata, positiva, piacevole e profonda con il proprio pet mate che potranno avventurarsi con piacevolezza nel mondo,sapendo anche come e quando evitare le situazioni sgradevoli.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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