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scheda razza
26 Novembre 2022
12:30

Komondor, l’antico e coraggioso “cane rasta” d’origine ungherese

  • Origine: Ungheria
  • Standard: gruppo 1 - Cani da pastore e bovari (esclusi i Bovari svizzeri). Sezione 1 - Cani da pastore
  • Taglia: grande
  • Altezza: 65-68 cm. per le femmine, 70 cm. per i maschi
  • Peso: 40-50 Kg per le femmine, 50-60 Kg per i maschi
  • Pelo: fitto, feltrato e cordato color avorio
  • Vita media: 10-12 anni
83 condivisioni
Validato da Elena Garoni
Membro del comitato scientifico di Kodami
Immagine

Il Komondor è una razza di cane da pastore di origini ungheresi, caratterizzata da un grande coraggio, dedizione al lavoro della guardia del bestiame e un lungo mantello lanoso e cordato, che gli ha fatto guadagnare il soprannome di “cane rasta”.

socialità

  • Rapporto con la famiglia umana3
  • Rapporto con altri umani0
  • Rapporto con altri cani1
  • Rapporto con altri animali in casa2

attività

  • Attività fisica1
  • Giocosità0
  • Ricerca0
  • Riporto0
  • Guardia3

adattabilità

  • Vita in città0
  • Adatto come primo cane0
  • Adattabilità ai viaggi2
  • Tolleranza alle temperature calde3
  • Tolleranza alle temperature fredde3

cure e salute

  • Cura del pelo2
  • Predisposizione alle malattie1
  • Attenzione all'alimentazione1

motivazioni

  • Epimeletica3
  • Affiliativa3
  • Comunicativa3
  • Et epimeletica1
  • Somestesica1
  • Sociale0
  • Protettiva3
  • Territoriale3
  • Possessiva3
  • Competitiva0
  • Perlustrativa1
  • Predatoria0
  • Sillegica1
  • Esplorativa1
  • Di ricerca0
  • Cinestesica3
  • Collaborativa3
Che cosa sono le motivazioni?Scopri tutti i desideri e i bisogni dei cani

Ha una storia di secoli trascorsi collaborando con i pastori e con i nomadi dei Carpazi e, infatti, ancora oggi ha il temperamento e le necessità tipiche dei cani abituati a dover scacciare le minacce dal proprio territorio.

Non è certo un cane adatto alla vita in città, eppure questo suo aspetto estetico così unico e riconoscibile, ha fatto in modo che soprattutto fino a qualche anno fa, di tanto in tanto, si vedesse nei giardini dei quartieri residenziali. Oggi, invece, è molto raro e, secondo gli elenchi Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana), nel nostro paese non esistono allevamenti ufficiali che si occupino unicamente di questa razza.

Per renderlo felice è indispensabile riconoscere i suoi talenti di guardiano, valorizzando il suo desiderio di collaborare e cooperare con il pet mate. Allo stesso tempo, però, bisogna prestare attenzione al fatto che, se lasciato troppo solo davanti al cancello, il Komondor torna a pensare di dover fare i suoi antichi lavori e si convince di avere il compito di allontanare chiunque si avvicini.

Insomma, la scelta del Komondor è impegnativa e va presa con consapevolezza, solo così si potrà creare il rapporto tanto profondo che questo cane sapeva instaurare con i suoi pastori quando gli chiedevano di tenere lontani i lupi e gli orsi dalle pecore dell’Europa orientale.

Origine

Ungheria

Standard

N° 53/13.09.2000

Gruppo 1 Cani da pastore e bovari (esclusi i Bovari svizzeri)

Sezione 1 Cani da pastore

Aspetto 

Il Komondor è un cane di taglia grande e dalla costituzione potente. Ha un portamento imponente che risalta ulteriormente la robustezza del corpo.

A renderlo riconoscibile è il mantello color avorio, fitto, feltrato e cordato.

I Maschi hanno un’altezza minima di 70 centimetri, mentre le femmine arrivano mediamente a 65/68. Il peso si aggira intorno ai 50/60 chili per i maschi e i 40/50 chili per le femmine.

Motivazioni

Territoriale, affiliativa, protettiva, cinestesica, comunicativa, possessiva, epimeletica, collaborativa (con le  sue figure di riferimento)

Amante di 

Proteggere il suo territorio e ciò che si trova al suo interno. Condividere la vita con qualcuno che sa riconoscere le sue abilità e lo guida sapientemente.

Salute, cura e mantenimento

Il Komondor potrebbe soffrire di displasia dell’anca e del gomito. Ha inoltre un’incidenza maggiore rispetto ad altre razze di torsione gastrica.

La sua caratteristica più riconoscibile è il mantello, il quale necessita di essere districato di tanto in tanto per evitare che il pelo cordato possa causare irritazioni, cattivi odori e dermatiti.

Origine e storia

Il Komondor è una razza antichissima di cane da pastore originaria dell’Ungheria. Quasi certamente i suoi antenati raggiunsero le pianure europee e i Carpazi con i nomadi asiatici che vivevano di allevamento del bestiame. Per molti esperti della razza, inoltre, questi enormi cani da pastore deriverebbero addirittura dai Pastori dell’Asia centrale.

Le prime notizie che riguardano il Komondor in Europa risalgono all’epoca in cui accompagnavano gli Unni, che lo utilizzavano non solo nella custodia degli animali, ma anche nei combattimenti.

Alcuni documenti che risalgono al XVI secolo, inoltre, lo descrivono come un ottimo aiutante dei pastori magiari. Sempre i pastori dei Carpazi si occuparono, a partire dal 600, di selezionare i soggetti capaci di mantenere le prerogative tipiche dei guardiani e il desiderio di collaborare con l’uomo.

Il primo standard della razza viene redatto nel 1920 e ancora oggi il suo aspetto è simile ad allora. In Italia è molto raro e, infatti, nel libro genealogico delle razze pubblicato da Enci, nel 2021 nel nostro paese non è stato registrato alcun nuovo cucciolo di Komondor.

Nel nostro paese, secondo gli stessi registri Enci, inoltre, al momento non esistono allevamenti ufficiali che si occupino unicamente di cani di razza Komondor.

Esistono però associazioni che si occupano, in generale, di cani da pastori dell’Europa orientale, le quali possono fornire maggiori informazioni riguardo queste tipologie di razzo per chi fosse interessato a saperne di più.

Motivazioni (desideri e bisogni)

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Il Komondor mantiene ancora oggi le caratteristiche tipiche dei cani da guardia delle greggi bovine e ovine. Il suo comportamento, infatti, è piuttosto diffidente e sospettoso nei confronti degli estranei che si avvicinano ai suoi umani e al suo territorio. Può scegliere di allontanarli con ostinazione e coraggio e, se non guidato correttamente, nell’intento di svolgere il suo ruolo, potrebbe manifestare anche comportamenti avversativi.

La motivazione territoriale, però, si abbina anche a quella affiliativa e collaborativa e questo significa che non lo si può certo lasciare da solo alla guardia del giardino, perché come tutti i cani, anche il Komondor desidera attivarsi in cooperazione con il suo umano.

D’altro canto, però, questa spinta collaborativa non la regala a molte persone, ma solo a chi si dimostra davvero interessato a instaurare una relazione con lui.

Per fare in modo che non sviluppi un’ossessione per il controllo, è molto importante che il Komondor si abitui anche a svolgere giochi e attività che non abbiano a che fare con la guardia.

Provate quindi a proporgli qualche ricerca olfattiva, in modo che possa usare l’olfatto e trovare appagamento anche con giochi che richiedono un po’ di riflessività.

Nonostante la sua mole, ha bisogno di fare movimento e muoversi regolarmente e, vista la sua naturale diffidenza per gli estranei non è certo il caso di obbligarlo a passeggiate negli ambienti urbani, ma è meglio offrirgli una routine che preveda sempre la possibilità di passeggiare nella natura.

Molto interessante è il fatto che si tratta di un cane che, ancora oggi, ha l’abitudine ad essere particolarmente vigile durante la notte, pronto ad evitare l’incursione di lupi o altri selvatici che potrebbero mettere a repentaglio la vita del bestiame.

Aspetto fisico

Il Komondor è un cane di taglia grande, caratterizzato dal fitto mantello, lungo e cordato. Il sottopelo, invece, è più morbido, fine ed arruffato, ma non infeltrito come il mantello esterno.

Il pelo è più lungo sulla groppa, dove può arrivare anche a 30 centimetri. Sul dorso, ai lati del torace e sulle scapole, invece, è di circa 22 centimetri. Intorno agli atri raggiunge circa i 18 centimetri e sulle labbra e le parti più basse degli arti, infine, non supera gli 11 centimetri.

L’unico colore riconosciuto dallo standard ufficiale è il grigio/avorio, mentre non viene fatto alcun accenno di Komondor nero o marrone.

I soggetti adulti arrivano ad un’altezza di circa 70 centimetri (65 le femmine) e un peso di circa 50/60 chili (40/50 le femmine).

La testa è grande e il cranio ha uno stop sviluppato ma non brusco. Il tartufo è nero, il muso non è appuntito e le mascelle sono muscolose, forti e potenti. Gli occhi sono color marrone scuro e le orecchie sono pendenti a forma di U o V.

Il collo è muscoloso e senza giogaia e la coda è bassa, pendente, con la punta che si piega orizzontalmente. Le zampe sono dritte, parallele e forti, con piedi solidi e cuscinetti color ardesia. Dello stesso colore è anche la pelle, che è molto pigmentata.

Cura e salute

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Il mantello del Komondor è a crescita continua, ciò significa che di tanto in tanto è necessario accorciarlo. Non essendo un cane socievole, può essere utile abituarlo fin da cucciolo alla manipolazione e, così facendo, potrete occuparvi voi della toelettatura.

Trattandosi di un cane che ha bisogno di trascorrere molto tempo all’aperto, munitevi di un buon antiparassitario, perché il pelo cordato rende la vita facile ai parassiti come le zecche, che potrebbero nascondersi nel mantello, il quale assicura riparo e umidità.

Non ha certo bisogno che gli facciate spesso il bagno, ma è comunque bene assicurarsi che non si formino scomodi nodi, i quali potrebbero portare a dermatiti, irritazioni e cattivi odori. Ciò nonostante, non dovrebbe essere rasato – se non per questioni di salute – perché il mantello funge anche da termoregolatore.

Ricordate che si tratta di un cane che ama fare movimento e la sua dieta deve essere quindi regolare, sana, completa e in linea con il movimento svolto durante le giornate. Potrebbe soffrire di displasia dell’anca e del gomito ed essere soggetto a torsioni gastriche.

Cosa fare con un Komondor

Insieme a lui si possono fare passeggiate nella natura e trascorrere il tempo sulla cima di una collina a leggere un libro.

Da questo punto, infatti, il Komondor si gode il fatto di poter osservare tutto intorno ed accertarsi che non stia arrivando nessuno.

Inoltre potete organizzare ricerche olfattive anche complesse e aiutarlo nella risoluzione degli enigmi. Questi cani, infatti, sebbene siano molto sicuri nell’eseguire il proprio compito di guardiano, si dedicano volentieri a momenti di spensieratezza in compagnia delle persone di cui si fidano.

Molto più complesso, invece, giocare con gli sconosciuti. Per questo motivo, potete prendere in considerazione l’idea di svolgere qualche incontro con un educatore cinofilo durante i primi mesi di vita del cucciolo, in modo che la sua diffidenza si riduca un po’ e la personalità del cane si sviluppi con la socievolezza necessaria per vivere anche negli ambienti in cui si potrebbe incontrare qualche persona in più.

Relazione e contesto ideale

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Inutile negarlo, il Komondor è un cane che ha bisogno di spazio e di una figura di riferimento umana insieme alla quale senta di poter compiere il proprio dovere. Non è il cane adatto per la vita costretta negli angusti spazi dei centri urbani.

Essendo così interessato alla guardia e al controllo dei territori, infatti, è bene che il suo pet mate sappia anche distoglierlo da queste attività, che rischiano di diventare un chiodo fisso per lui.

Talvolta si pensa infatti che i cani da guardia siano autonomi e autosufficienti, ma in realtà anche loro hanno il desiderio di avere un proprio ruolo determinato e affidare ad altri gli altri compiti.

Per quanto riguarda i bambini, bisogna fare in modo che sia il cane che ogni componente della famiglia rispetti gli spazi e le necessità altrui. Le interazioni tra loro, inoltre, vanno sempre monitorate dagli adulti.

Con gli sconosciuti e con le persone che cercano di entrare in casa sua, potrebbe essere decisamente meno amichevole. Anche questi momenti ricordano quanto sia importante che viva con esseri umani capaci di gestire la situazione con calma, senza farsi prendere dal panico e con consapevolezza. Coerenza, quindi, ma anche delicatezza e affidabilità, perché affinché un cane riconosca il proprio pet mate come punto di riferimento, deve sapere cosa potersi aspettare da lui e, ovviamente, non averne paura.

Una giornata con un Komondor

Vi svegliate al mattino presto, aprite la porta di casa e, mentre voi preparate la colazione, il vostro Komondor si alza placidamente ed esce.

Solo quando torna dalla sua perlustrazione quotidiana del territorio, viene da voi e, con il suo enorme testone, vi sposta la mano per chiedervi una carezza.

Voi gli sorridete e, con il solito linguaggio fatto più di gesti che di parole, gli date il buongiorno con una vigorosa grattata sotto al mento.

Lui scodinzola e si sdraia a terra con pesantezza. Ridete e lui, soddisfatto di vedervi di buon umore, fa ancora una scodinzolata prima di richiudere gli occhi.

Quando siete pronti per uscire, lui si alza lentamente e vi segue. Chiudete la porta di casa e, una volta arrivati al cancello esterno, gli mettete la pettorina, il guinzaglio, e uscite.

Camminate lentamente, mentre lui annusa tutti gli odori di chi è passato durante la notte nel sentiero intorno a casa. Andate fino al piccolo centro abitato, dove tutti vi conoscono e vi salutano da lontano. Poi andate a comprare una brioche da mangiare durante il tragitto verso casa.

Vi fermate un attimo su una panchina e, mentre voi mangiate, il vostro Komondor si guarda intorno pronto a rilevare qualunque movimento o rumore. Rientrate a casa e vi preparate per andare al lavoro, poi gli date da mangiare e, quando ha finito, lo salutate e uscite. Sapete che ama potersi muovere tra gli ambienti esterni ed interni, quindi gli lasciate un accesso al giardino.

Quando tornate, lo vedete da lontano che alza il suo enorme testone e controlla se il rumore che ha sentito è effettivamente quello della vostra macchina.

Parcheggiate e poi entrate. Lui vi viene incontro felice e sente immediatamente che, nel sacchetto che avete in mano, c’è un masticativo che avete comprato appositamente per lui.

Gli chiedete quindi di aspettarvi un attimo mentre lo nascondete, poi gli fischiate e lui comincia a mettere il naso a terra per cercare il suo premio. Quando finalmente lo trova, si sdraia nella sua cuccia sotto il portico e rimane lì a masticarlo in solitudine anche quando voi tornate fuori per bervi un the caldo guardando il tramonto, senza disturbarlo.

Prima che diventi completamente buio, tornate verso il cancello e lui vi segue allegro, sapendo che state prendendo la pettorina per fare l’ultima passeggiata della sera.

Quando tornate a casa, lui prende posto sul divano e, dopo mangiato, vi sedete a guardare un film. Appena arrivate accanto a lui, però, si sdraia rilassato prendendo quasi tutto lo spazio e voi vi addormentate appoggiando la testa sulla sua groppa, che assomiglia così tanto a un morbido cuscino.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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