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27 Marzo 2022
12:00

I designer dogs: chi sono e come sono nati

I designer dogs sono cani nati dall'incrocio tra due razze molto in voga negli ultimi anni. Questo tipo di selezione è nato solo di recente e nasconde diversi rischi per il benessere degli animali.

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Chobin è stato il quarto cane che ha vissuto con me. Nato nel 2003 era figlio di Minnie e di Break. Minnie, a sua volta, era nata da Imput, la Pitbull di un dj foggiano, che si era accoppiata col Dogo Argentino che faceva la guardia all’ippodromo di Foggia. Mentre Break era figlio di Pilay, la Staffordshire Bull Terrier di un dj francese che viveva in un centro sociale di Bologna e di Tay, il Doberman di un amico di origine metà russa, metà marocchina.

Con questo variegato albero genealogico Chobin assomigliava a un piccolo molosso, un po’ come un Doberman tarchiato e palestrato di forma, ma dal color marrone e muso nero. A un occhio non particolarmente esperto poteva anche sembrare un cane di "alto lignaggio", tanto che negli anni è capitato molte volte che mi facessero la fatidica domanda: “che razza è?”

Un po’ per ridere, un po’ per scherzare, un po’ anche dopo aver visto che qualcuno ci cascava ho cominciato a rispondere a questa domanda dicendo che Chobin era un raro esemplare di “Dogherman terrier”. E per finire la presa in giro facevo presente che sua madre era un “Dog bull”, mentre suo padre uno “Stafferman”.

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Chobin quando era giovane e quando aveva 15 anni 

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Questa storiella realmente accaduta mi è ritornata in mente quando qui su Kodami abbiamo deciso il tema dei cosiddetti designer dogs. E già, perché quello che per me era soltanto uno scherzo ho poi scoperto essere invece diventato una realtà. Una lucrosa e redditizia realtà per spericolati e intraprendenti allevatori. Oggi si chiamano Labradoodle (incrocio tra Labrador e Barbone, in inglese Poodle), Peekapoo (Barboncino e Pechinese), Goldendoodle (Golden Retriever e Barbone), Puggle (Carlino e Beagle), Maltipoo (Maltese e Yorkshire), Pomsky (Volpino di Pomerania e Siberian Husky) o Horgy (Husky e Welsh Corgi). Insomma, ce n’è per tutti i gusti. E vista così sembrerebbe anche una cosa simpatica, o quantomeno innocua.

In fondo si tratta, ne più ne meno, che di meticci. E se poi c’è anche chi è disposto a pagarli sono alla fine… "problemi suoi". Non essendo razze riconosciute non sono neanche dotate di pedigree e già questo dovrebbe esser sufficiente per mettere in guardia da facili credulonerie.

Nulla di nuovo sotto il sole?

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Un Puggle, incrocio tra Carlino e Beagle

Ed infondo, poi, non è forse quel che si è sempre fatto? L’origine di molte delle razze attuali alla fine dei conti non è altro che il frutto degli incroci di razze preesistenti. Potremmo fare l’esempio del Dogo argentino, riconosciuto intorno alla metà del Novecento, frutto dell’incrocio del Perro de palea Cordobès con Bull dog, Boxer, Bull terrier e Mastino spagnolo; oppure del Doberman che, partendo dal Pinscher fu incrociato con l’antenato del Pastore Tedesco, il Rottweiler, il Greyhound, il Beauceron, l’Alano e il Weimaraner.

Inoltre, e questo è risaputo, l’introduzione di nuove linee di sangue (il cosiddetto "rinsaguamento") potrebbe anche portare dei benefici, mitigando potenziali patologie di carattere genetico. Non potrebbe forse questo essere un bene?

La riproduzione è una cosa seria

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Un Maltipoo, incrocio tra Maltese e Yorkshire

E però… Ci sono alcuni importanti però. Perché la riproduzione è una cosa seria e se fatta senza coscienza e criterio potrebbe portare anche a grossi danni.

Cominciamo quindi col rimarcare alcune differenze. Anzitutto, quando si parla di razze riconosciute si fa riferimento ad un lavoro di selezione durato diversi anni. Ci sono voluti quasi 40 anni per riconoscere il Dogo argentino e circa 20 per il Doberman. Non è affatto sufficiente accoppiare due cani di razza diversa per crearne una nuova e la stabilizzazione dei caratteri nei discendenti è un lavoro complesso di selezione dei riproduttori e di successivi diversi accoppiamenti.

Un altro aspetto centrale è quello della finalità della selezione. Le razze citate infatti sono state selezionate per svolgere particolari lavori (la caccia grossa in un caso, la difesa personale nell’altro). Per questo è stato necessario selezionare anche le particolari doti comportamentali che li rendessero adatti allo scopo, ma pure quelle fisiche dovevano essere massimizzate, al fine di avere soggetti che non solo potessero e sapessero lavorare, ma che godessero di buona salute e forma fisica.

Certo la finalità era quella dell’utilità per l’uomo, ma vi è stata anche un’attenzione per il benessere dei cani.

La storia dei designer dogs

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Un Pomsky, incrocio tra Volpino e Husky

Cosa possiamo invece dire dei designer dogs? Il loro progenitore, il Labradoodle, fu "creato" nel 1989 da Wally Conron.

Conron selezionava Labrador per addestrarli come cani guida per non vedenti. Si trovò tuttavia un giorno a dover trovare un cane per un paziente con allergia al pelo. Inizialmente provò ad addestrare dei Barboni (il cui pelo non provoca allergie) ma, non riuscendo in tale impresa, dopo diversi tentativi decise di provare a incrociare uno di loro con una delle sue Labrador. Il tentativo ebbe successo, ma il problema sorse successivamente, perché si rivelò molto difficile trovare delle famiglie disposte ad ospitare, per il periodo necessario all’addestramento, dei cani meticci. Fu così che Conron ebbe l’idea di dire che aveva creato una nuova razza, il Labradoodle appunto, e, immediatamente, fu sommerso di richieste.

Le finalità di questo esperimento erano dunque nobili, ossia aiutare una persona con disabilità. Ma il successo di questa operazione fu talmente grande che tanti presero il suo esempio e tante nuove “razze” cominciarono ad essere create: i designer dogs, per l’appunto.

E tuttavia gli scopi di questi incroci non erano altrettanto nobili e i criteri per scegliere gli accoppiamenti non altrettanto accurati come dovrebbero essere quelli delle razze riconosciute. Ed anzi i criteri estetici tendevano ad essere preminenti, a scapito di salute e benessere e solo in vista di guadagni sul mercato.

Lo stesso Conron rivelò anni dopo di essersi pentito di aver lanciato quella che definì una vera e propria “febbre”. Osservò infatti che, a causa del suo successo, lo stesso Labradoodle fu oggetto (e non soggetto) di allevamenti senza scrupoli e senza alcun criterio, senza studiare possibili problemi ereditari di salute o di comportamento. E lo stesso succede, a suo avviso, con tutte le diverse razze create soltanto per fini estetici. Occhi molto grandi, musi schiacciati o taglie mini sono infatti le caratteristiche principali di questi incroci e sono selezionate non per una finalità o per particolari doti di salute o resistenza fisica, ma soltanto per compiacere il gusto umano. E questo può essere estremamente pericoloso per il benessere dei cani.

Insomma quello dei designer dogs sembra essere solo l’ennesimo caso di deriva antropocentrica, ossia di quella tendenza dell’uomo a considerare ogni cosa, e ogni essere vivente, come se fosse soltanto al suo servizio e non godesse di diritti propri. E come sempre il volerci sostituire a tutti i costi alla natura, il sentirci padroni delle vite degli altri, il pretendere di creare dal nulla qualcosa di completamente nuovo ci rivelano in realtà soltanto la nostra piccolezza e la nostra scarsa lungimiranza.

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Francesco Cerquetti
Esperto in etologia applicata e benessere animale
Laureato in Filosofia a partire dal 2005 ho cominciato ad appassionarmi di cinofilia approcciando il mondo dei canili. Ho conseguito il Master in Etologia Applicata e Benessere animale, il titolo di Educatore Cinofilo e negli IAA.
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