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scheda razza
8 Luglio 2023
12:00

Barbet, il cacciatore dal pelo ricciolo che ama l’acqua

  • Origine: Francia
  • Standard: gruppo 8 - Cani da riporto, cani da cerca e cani da acqua. Sezione 3 - Cani da acqua
  • Taglia: media
  • Altezza: 53-61 cm. per le femmine, 58-65 cm. per i maschi
  • Peso: 20-25 Kg
  • Pelo: ricciolo e lanoso, può essere monocolore nero, grigio, marrone, fulvo, sabbia, bianco o presentare pezzature diverse
  • Vita media: 13-15 anni
88 condivisioni
Membro del comitato scientifico di Kodami
Immagine
Wikimedia Commons

Il Barbet è un cane da acqua dalle origini molto antiche e spesso dibattute, caratterizzato da un fitto mantello lanoso e dal talento per il nuoto e per il riporto. In principio, infatti, il suo compito era proprio quello di aiutare l’uomo nelle attività venatorie che si svolgevano in ambienti acquatici e soprattutto nelle paludi.

socialità

  • Rapporto con la famiglia umana3
  • Rapporto con altri umani3
  • Rapporto con altri cani3
  • Rapporto con altri animali in casa1

attività

  • Attività fisica3
  • Giocosità3
  • Ricerca3
  • Riporto3
  • Guardia0

adattabilità

  • Vita in città3
  • Adatto come primo cane3
  • Adattabilità ai viaggi3
  • Tolleranza alle temperature calde3
  • Tolleranza alle temperature fredde3

cure e salute

  • Cura del pelo1
  • Predisposizione alle malattie1
  • Attenzione all'alimentazione1

motivazioni

  • Epimeletica3
  • Affiliativa3
  • Comunicativa2
  • Et epimeletica3
  • Somestesica1
  • Sociale2
  • Protettiva0
  • Territoriale0
  • Possessiva0
  • Competitiva0
  • Perlustrativa3
  • Predatoria3
  • Sillegica3
  • Esplorativa3
  • Di ricerca3
  • Cinestesica3
  • Collaborativa3
Che cosa sono le motivazioni?Scopri tutti i desideri e i bisogni dei cani

Deve molto probabilmente il suo nome alla caratteristica barbetta che gli regala un aspetto particolarmente simpatico, abbinato ad una personalità vivace e molto attiva.

Sebbene talvolta venga scambiato per un cane da compagnia, infatti, il Barbet non dimentica il suo passato da inarrestabile cacciatore, ed è bene saperlo prima di accoglierlo in casa, perché difficilmente amerà le giornate trascorse in soggiorno. Indipendentemente dal meteo, vi chiederà di andare a scoprire il mondo fuori da casa insieme a lui.

Al giorno d’oggi è molto diffuso in Francia, mentre in Italia è estremamente raro, probabilmente perché da noi è più famoso un altro cane da acqua con la storia simile alla sua, ovvero il Lagotto Romagnolo, originario dei territori che circondano le foci del Po.

Origine

Francia

Standard

N°105 / 29.03.2006

Gruppo 8 Cani da riporto, cani da cerca e cani da acqua

Sezione 3 Cani da acqua

Aspetto 

Cane di taglia media con un caldo mantello ricciolo e lanoso che assicura protezione dal freddo e dall’umidità. I maschi raggiungono circa i 58/65 centimetri, mentre le femmine generalmente non superano i 53/61 centimetri. Lo standard non riporta il peso, ma gli adulti raggiungono approssimativamente i 20/25 chili.

Motivazioni

Perlustrativa, esplorativa, predatoria, affiliativa, epimeletica, collaborativa, sillegica, cinestesica, et epimeletica, di ricerca.

Amante di 

Giornate intere tra laghi, fiumi, paludi e pozzanghere, a patto di poter condividere il tempo insieme ai suoi umani.

Alimentazione, cura e mantenimento

Il Barbet non perde il pelo ed è quindi indispensabile, di tanto in tanto, accorciare il mantello, soprattutto vicino agli occhi, dove i suoi riccioli potrebbero impedirgli la vista. Si tratta di un cane piuttosto sano che, però, come molte altre razze, potrebbe soffrire di displasia dell’anca e del gomito e di alcune patologie oculari.

Origine e storia

Secondo Enci ed FCI il Barbet è una razza dalle origini Francesi eppure, per molti, questo riccioluto cane da caccia in acqua sarebbe in realtà arrivato in Europa con le invasioni dei Saraceni, che ne facevano uso già nel IX e X secolo nella zona del Maghreb, ovvero l'area occupata oggi dal Marocco.

Secondo altre ipotesi, invece, le sue origini sarebbero comuni con quelle del Lagotto Romagnolo e delle altre razze di cani da acqua europee. Sta di fatto che le tracce della presenza del Barbet sono numerose e, a partire dal Medioevo, questo cane riccioluto dal corpo solido e muscoloso appare scolpito nelle statue, raffigurato nei dipinti e citato in moltissime opere dedicate alla caccia. In particolare, è possibile individuare un cane molto simile al Barbet ai piedi di San Martino, raffigurato nella cattedrale di San Sauver ad Aix en Provence, nella Francia Meridionale e in altre opere di Jean Baptiste Oudry, risalenti al XVIII secolo.

La storia lo portò poi a diventare il cane più amato della Grande Armée napoleonica e fu proprio un Barbet soprannominato Moustache (baffo) a diventare un vero e proprio eroe dell'epoca. Secondo alcuni esperti, infatti Moustache venne perso da un maniscalco all'età di sei mesi per le strade di Caen, nella Francia settentrionale e in quel frangente si avvicinò alla banda militare della quarantesima brigata diventandone la mascotte.

I soldati lo addestrarono a recuperare oggetti distanti, a stare in piedi sulle zampe posteriori e a fare la guardia di notte. Diventò subito un beniamino dei militari. Nel frattempo, i cittadini comuni si facevano ancora accompagnare dal Barbet nella caccia agli uccelli acquatici e, in particolare, all’anatra, soprattutto negli ambienti più paludosi, dove per l’uomo era difficile muoversi.

Questa abitudine entrò quasi completamente in disuso nella prima metà del XX secolo, quando l’Europa venne devastata dai conflitti mondiali e il Barbet rischiò di scomparire per sempre.

Alcuni appassionati, però, recuperarono la razza attraverso una nuova selezione in cui vennero incrociati con i Cani da acqua portoghesi, i Cani da acqua spagnoli e gli Irish Water spaniel.

In Italia, al giorno d’oggi è estremamente raro e, infatti, secondo quanto pubblicato da Enci, nel 2022 è stato registrato solo un nuovo Barbet nel nostro paese, dove gli allevamenti sono estremamente rari.

Motivazioni (desideri e bisogni)

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Il Barbet è un cane vivace, che mantiene a lungo i comportamenti giovanili. Non ha certamente dimenticato la sua passione per le paludi e per le attività in collaborazione con i suoi umani e questo passato gli ha lasciato in eredità una sviluppata motivazione cinestesica, abbinata a quella predatoria, perlustrativa, esplorativa e collaborativa.

Inoltre, essendo stato selezionato per riportare ai suoi umani le prede abbattute, anche la motivazione sillegica non è da meno e, infatti, non stupitevi se vi corre incontro con qualche calzino o qualche ciabatta in bocca.

Tutti i cani attraversano una fase della vita in cui esplorano il mondo con la bocca, questo periodo (detto fase orale) è particolarmente duraturo nel Barbet, che potrebbe usare la bocca per afferrare molte cose e magari anche le vostre maniche e i vostri pantaloni.

Come molti altri cani da caccia, anche il Barbet, generalmente, non si pone in maniera conflittuale con i suoi simili, ma preferisce evitare le situazioni difficili per dedicarsi invece a qualcosa di più spassoso insieme ai suoi umani preferiti.

Aspetto fisico

Il Barbet è un cane di taglia media e viene considerato un braccoide mesocefalo (ovvero dalla testa larga circa la metà della lunghezza) mesomorfo (ovvero dalle proporzioni medie).

Il suo fitto mantello ricciolo e lanoso fa in modo che non passi inosservato. Ricorda leggermente il Lagotto Romagnolo, ma è più grande e raggiunge generalmente i 65 centimetri (le femmine 61) e i 25 chili di peso. La forma della testa è rotonda e ampia, con orecchie lunghe, piatte e larghe. Gli occhi sono rotondi e, nella maggior parte dei casi, sono marrone scuro.

Ha il corpo solido con il torace largo e zampe muscolose e piedi rotondi adatti al nuoto. La pelle è spessa e gli fornisce ulteriore protezione dal freddo in acqua.

Il mantello lanoso può formare ciocche e, secondo lo standard, può essere monocolore nero, grigio, marrone, fulvo, sabbia, bianco o presentare pezzature diverse.

Cura e salute

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Foto da Wikimedia Commons

Come molte altre razze canine, il Barbet può essere soggetto a problemi di salute. Uno dei rischi più comuni è la displasia dell'anca e del gomito, una condizione in cui l'articolazione si sviluppa in modo anomalo, causando dolore e difficoltà di movimento. È quindi importante svolgere controlli regolari e, nel caso in cui si adotti presso un allevamento, scegliere figure responsabili, in modo da ridurre al minimo questo rischio. Anche gli occhi del Barbet possono essere soggetti a diverse patologie, come l'entropion (inversione delle palpebre) o la distichiasi (crescita anomala delle ciglia).

Di tanto in tanto, inoltre, bisogna tagliare il pelo del Barbet, che potrebbe formare scomode e fastidiose ciocche. In particolare è importante accorciare il pelo che gli copre gli occhi, in modo da permettergli di vedere. Proprio per questo motivo, è importante che, fin dai primi mesi di convivenza, lo si abitui a vivere il contatto con la spazzola in modo positivo e piacevole.

Come ogni cane, anche il Barbet ha bisogno di una dieta sana e regolare, ma soprattutto adeguata alla quantità di movimento svolto durante il giorno.

Cosa fare con un Barbet

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Foto da Wikimedia Commons

Se vivete nei pressi di uno specchio d’acqua, la cosa migliore da fare è andare a nuotare insieme. Il Barbet, infatti, è davvero felice di accorgersi che i suoi umani di riferimento condividono con lui la sua passione per i tuffi e i bagni. Se invece non avete questa disponibilità tutte le mattine, non temete: si accontenta anche di una lunga passeggiata nella natura, soprattutto se ha l’opportunità di trascorrere quanto più tempo possibile libero dal guinzaglio.

Se vi divertite, potete organizzare insieme a lui divertenti ricerche olfattive all’aperto, oppure iscrivervi a un appuntamento di mantrailing, una disciplina sportiva che prevede la ricerca di persone nascoste.

In alternativa, è possibile iscriversi a divertenti corsi di attività acquatiche, alle quali potete partecipare insieme di tanto in tanto.

In ogni caso è bene ricordare di non svolgere sempre le stesse attività, altrimenti rischiano di diventare un’ossessione. Variare, invece, offre l’opportunità di sviluppare tanti talenti diversi, sfruttando le numerose motivazioni di questo cane.

Insieme a lui potete uscire con qualsiasi meteo e non dovete preoccuparvi del maltempo, perché il Barbet non vi chiederà certo di mettere il cappottino.

Relazione e contesto ideale

La famiglia ideale per un Barbet è vitale ed energica, ma soprattutto non è convinta che lui sia solo un animale da salotto. Questo cane, infatti, spesso viene confuso con un cane da compagnia: niente di più sbagliato! Ha bisogno e voglia di condividere avventure ed esperienze con i suoi umani e, insieme a loro, vuole arrivare a sera stanco. Non si tratta solo di una questione fisica, questo cane ha voglia di imparare azioni o compiti da svolgere insieme e sentirsi attivo anche mentalmente.

Di solito non mostra comportamenti aggressivi, ma la sua motivazione predatoria potrebbe complicare la convivenza con i gatti, spesso però è in grado di riconoscere i felini di famiglia come membri del gruppo e, quindi, potrebbe risparmiare loro lunghe ore di inseguimenti.

Per quanto riguarda la convivenza con i bambini è determinante aiutare ogni membro della famiglia a rispettare gli spazi ed i tempi individuali. Trovate quindi un luogo tranquillo, in cui il cane abbia la possibilità di sapere che non verrà disturbato e questa scelta agevolerà indubbiamente la convivenza.

Anche se generalmente ha ottime doti di adattamento, non è un cane che ama la solitudine e proprio non sa cosa farsene di un giardino se deve trascorrere il tempo da solo. La sua felicità sta soprattutto nella condivisione.

Una giornata con un Barbet

Quando vi svegliate il vostro Barbet è già seduto lì accanto che vi aspetta, con la coda che sbatte energicamente sul pavimento, pronto per iniziare un’altra giornata insieme a voi. La colazione è pronta in un attimo e in pochi minuti è già tempo di uscire all'aria aperta.

Ogni passeggiata è un'avventura e, visto che fa caldo, avete già addosso il costume e siete pronti per andare verso la spiaggetta sul fiume che scorre dietro a casa. Poco prima di arrivare, lo slegate e vi divertite a guardarlo correre e tuffarsi in acqua, poi arrivate anche voi e lo raggiungete, vi agganciate alla sua pettorina e vi fate trainare. Lui si diverte e sapete bene che non si stancherebbe mai di farlo.

Purtroppo però, è ora di andare a casa, quindi vi asciugate velocemente e ritornate sui vostri passi. Appena entrate dalla porta, gli preparate da mangiare, poi correte in doccia, vi cambiate e andate a lavorare. Quando tornate, vi corre incontro con una vostra pantofola in bocca e voi, prima di fare qualunque altra cosa, dedicate qualche minuto alle coccole.

La serata si avvicina, ma voi prendete nuovamente la pettorina e vi preparate per una passeggiata al parco. Sapete che troverete altri cani, ma non è assolutamente un problema per voi, anzi, di tanto in tanto vi fa proprio piacere che il vostro cane possa incontrare i suoi simili mentre è libero dal guinzaglio.

Chiacchierate con i vicini di casa, anche loro accompagnati dai loro cani, ma non lo perdete mai di vista e, anzi, passeggiate tutti insieme, anche se i cani sono sempre qualche metro davanti a voi. Quando tornate a casa, preparate da mangiare a lui e anche a voi, poi vi sdraiate sul divano a leggere un libro e lui salta su e si sdraia accanto a voi. In un istante inizia a russare e per voi non c'è nulla di più rilassante.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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