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15 Maggio 2021
12:00

Animali velenosi, dove vivono e quali sono: la mappa del mondo

Perché le specie animali più velenose del mondo vivono soprattutto nelle zone più calde del pianeta? Ragni, serpenti, scorpioni, meduse e gli altri animali velenosi sono quasi tutti ectotermi, e potrebbe essere questo il motivo principale della loro distribuzione. Proviamo però a capirlo meglio analizzando un po' più da vicino le caratteristiche, la biologia e la distribuzione di questi animali.

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Tutti ci siamo chiesti almeno una volta perché gli animali più velenosi e letali vivono quasi esclusivamente nelle zone del mondo coi climi più caldi. O almeno, in questi luoghi sembrano essercene decisamente di più. Australia, Indonesia, Brasile, Messico e altri paesi pare siano invasi da zanne e pungiglioni in agguato dietro ogni angolo. Ma è davvero così? Ragni, serpenti, meduse, scorpioni, pesci e altri animali velenosi vivono davvero solamente nei luoghi più caldi del Pianeta? Il motivo potrebbe essere legato al fatto che la maggior parte di questi animali sono ectotermi, e regolano la temperatura del loro corpo in funzione di quella esterna, ma potrebbe tranquillamente non essere così. Ma proviamo a capire se esistono e quali potrebbero essere gli altri motivi dietro questa particolare distribuzione.

La mappa degli animali velenosi nel mondo

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Il numero di specie velenose per per paese del mondo

Provando a osservare come sono sparse le varie specie animali velenose nel mondo, sembra esserci una sovrapposizione quasi perfetta con le zone climatiche più calde della Terra. Alcune aree poi, sembrano particolarmente predilette dalle specie più letali. Se prendiamo per esempio solamente le dieci specie di serpenti più velenose al mondo vivono tutti tra Australia e sud-est asiastico. Anche i ragni, come quello dei cunicoli (Atrax robustus), o le meduse, come la letale cubomedusa Irukandji (Carukia barnesi) vivono in Australia. Persino l'ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus), uno dei pochi mammiferi velenosi e simbolo indiscusso della fauna australiana, vive esclusivamente lì. Diciamolo senza remore: tutto ciò che striscia, nuota o cammina nella terra dei canguri sembra fatto appositamente per ucciderti col suo fatale.

Anche in Centro e Sud America, zone di certo non famose per il clima mite, il numero di specie velenose sembra essere spropositato. Le rane freccia, o del dardo, sono una famiglia di oltre 200 specie anfibi anuri dai colori brillanti e dalla pelle velenosissima. Vivono esclusivamente in queste regioni, e sono talmente tossiche che le popolazioni locali che vivono nelle foreste le utilizzavano per avvelenare le loro frecce o dardi semplicemente strofinandoli su dorso delle rane, per questo si chiamano così. La specie più velenosa tra tutti i dendrobatidi – è questo il nome della famiglia – è la rana freccia dorata (Phyllobates terribilis), specie seriamente minacciata di estinzione ed endemica della Colombia.

Ma perché tutti questi animali velenosi vivono proprio nelle regioni del mondo più calde?

Questione di temperatura, ma non quella esterna

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La rana freccia velenosa Ranitomeya imitator

Per molto tempo gli scienziati hanno cercato di capire il perché di questi numeri così elevati e apparentemente correlati ai climi caldi. Inizialmente si pensava potesse dipendere dalla chimica e dalla complessità delle molecole tossiche o velenose, favorite dalle alte temperature. Si pensa che la produzione di veleno sia piuttosto dispendiosa in termini energetici, soprattutto per gli animali ectotermi. Solo quelli che vivono in luoghi caldi, stabili climaticamente e ricchi di prede potrebbero permetterselo, mentre le specie che vivono in climi più freddi impiegherebbero invece la maggior parte delle energie per trovare una strategia contrastare il freddo ed evitare il congelamento, come il letargo o l'ibernazione. Ma molto probabilmente è solo una questione di percezione.

La quasi totalità delle specie velenose del mondo è a sangue freddo, ha bisogno quindi di regolare la propria temperatura corporea con quella esterna. Per questo motivo il numero di specie di rettili, anfibi, ragni, scorpioni e altri invertebrati aumenta via via che ci si allontana dai poli e ci si avvicina all'equatore. È vero, quindi, che nelle zone del mondo con climi caldi ci sono più specie velenose, ma semplicemente perché ci sono più specie ectotermiche in generale, non solo quelle velenose. Questi luoghi sono tra le zone in assoluto con la maggiore diversità di specie viventi, e vengono infatti considerati dei veri hot-spot della biodiversità, per questo sono più ricche anche di specie velenose.

Inoltre i meccanismi e i processi ecologici ed evolutivi che hanno potuto condizionare questa distribuzione sono tantissimi, e non sempre facili da rintracciare. Casualità, estinzioni, glaciazioni e colonizzazioni potrebbero aver avuto un ruolo chiave nell'influenzare il numero e la distribuzione di queste specie nel mondo. Per esempio, quelle velenose potrebbero essere state le prime a colonizzare certe aree geografiche, iniziando così una radiazione adattativa che ha poi portato alla moltiplicazione e all'evoluzione di altre specie. Oppure quelle che vivevano nell'emisfero settentrionale potrebbero essere state decimate dalle glaciazioni o da altri eventi di estinzione.

Insomma, la nostra è molto probabilmente solamente una percezione che non ha riscontri reali in termini di proporzioni o che, a ogni modo, potrebbe non essere minimamente correlata con le temperature. Esistono tantissime specie velenose di ragni, meduse, scorpioni e serpenti anche nelle zone del mondo più fredde. Volete sapere qual è l'unica specie di serpente che riesce a vivere oltre il circolo polare artico? Il marasso (Vipera berus), che è proprio una specie di vipera velenosa.

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Un marasso (Vipera berus), l’unica specie di serpente che riesce a vivere ai climi freddi del Nord Europa è velenosa
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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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