Da alcuni giorni gira in Rete il video di un Levriero Afgano che, nel mezzo di una mostra di bellezza, una volta liberato dal guinzaglio incomincia a correre a grandi falcate allontanandosi dalla propria umana, per poi fermarsi e guardarla. Le immagini scatenano l'ilarità di tutti i presenti ma le opinioni che riguardano questa "fuga" si sono presto divise su Facebook dove è stato pubblicato il video.
Da una parte c'è chi si diverte per la corsa del Levriero, dall'altra, invece, c'è chi sottolinea come le condizioni in cui sono obbligati a vivere i cani durante le mostre di bellezza siano distanti dalle loro necessità etologiche e come queste immagini mostrino ancora una volta le sofferenze a cui sono obbligati durante le lunghe ore di competizioni in cui a godersela, diciamolo, sono solo gli umani.
David Morettini, istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami spiega così le immagini: «Quello che vediamo è un cane giovane che sfugge dal guinzaglio e corre via nel tentativo di ingaggiare un'interazione ludica per evitare, di fatto, di farsi legare nuovamente».
Il Levriero Afgano, elegante corridore del deserto
Secondo Morettini, quindi, il Levriero Afgano mette in atto quel comportamento per deviare la situazione verso una dinamica divertente e così provare a evitare l'arrabbiatura della sua umana che – il cane lo sa bene – potrebbe infastidirsi per via della sua intenzione di non lasciarsi agganciare al guinzaglio.
«Questi comportamenti vengono messi in atto spesso dai cani giovani, soprattutto se alla base non vi è una relazione basata sulla fiducia, oppure se il cane non ha l'opportunità di trascorrere abbastanza tempo libero dal guinzaglio», continua l'esperto.
E la strategia messa in atto dal Levriero è decisamente efficace: in effetti il suo tentativo funziona e tutti i presenti (eccezion fatta per la sua umana) e anche la maggior parte delle persone che ha guardato il video sui social ne ha colto la naturale capacità di sdrammatizzare, seppure indotta da una situazione di stress nell'ambito di un contesto che a quel cane sta evidentemente stretto.
«Io stesso ho sorriso guardandolo – sottolinea Morettini – ma è un sorriso è un po' amaro perché a colpirmi è anche il fatto che il cane sta tentando di vivere l'euforia del potersi godere la sua fisicità tranquillamente, mentre sa bene che secondo quanto richiesto dal contesto che ha intorno a sé dovrebbe avere invece "un certo contegno". Sembra quasi che, nel tentativo di pacificare dica alla sua umana: "Non voglio litigare, quindi gioco per ottenere la libertà di cui ho bisogno". E il gioco si trasforma quindi in una sorta di sfida d'orgoglio che, alla fine, non è così divertente per nessuno e soprattutto per lui».
A contribuire nella scelta di questo comportamento però, non è solamente la giovane età del cane ma è di fondamentale importanza anche la sua razza: selezionati in tempi antichi per cacciare insieme all'uomo, i Levrieri Afgani sono ancora oggi cani che mostrano volentieri la propria esplosività, sebbene vengano spesso adottati solo per motivi estestici da persone attratte dal loro caratteristico mantello e l'aspetto elegante.
«La maggior parte dei Levrieri interpreta il proprio desiderio di libertà proponendo grandi falcate ma non dobbiamo confonderci: nel video il cane non sta davvero correndo, sta piuttosto facendo "il buffone" e per farlo sfrutta le sue motivazioni prevalenti, grazie alle quali riesce a tornare in una sorta di equilibrio emozionale».
Amarezza per il contegno degli altri cani
Ma c'è un altro dettaglio del video che colpisce David Morettini e riguarda i cani che attendono immobili intorno al Levriero Afgano e, di fronte a questo spettacolo, si comportano in maniera molto contenuta. «La loro imperturbabilità mi fa anche pensare che vi sia una sorta di spegnimento delle emozioni».
Secondo l'esperto, il motivo di questa mancanza di reazione è legato al fatto che sono individui assuefatti al contesto in cui si trovano e, sebbene si tratti di un evento lontano dalle loro necessità di specie, fin dalle prime mostre a cui hanno partecipato sono stati abituati all'uso di un guinzaglio molto corto. Inoltre, hanno anche imparato che, nonostante i loro desideri siano altri, in questi ambienti non gli è concesso comunicare con i propri simili.
«Come è possibile che tra tutti gli individui che si trovano intorno al giovane Levriero nessun cane cerchi di entrare in contatto comunicativo con lui? – conclude Morettini – In questo ambiente così inibito, si intravede solo un Galgo, in primo piano, che forse vorrebbe inseguire "l'impertinente". Molto probabilmente, però, vorrebbe farlo soprattutto perché mosso da una motivazione predatoria che lo porterebbe ad inseguirlo come farebbe con un gatto».