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11 Gennaio 2024
18:12

Ungulati: chi sono, dove si trovano e come riconoscerli

Gli ungulati sono animali che poggiano il loro peso sugli zoccoli e si dividono in artiodattili e perissodattili. Scopriamo chi sono, dove si trovano e come riconoscerli.

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Gli ungulati comprendono tutti quegli animali che poggiano il loro peso su una struttura definita zoccolo, che altro non è che un rivestimento cheratinizzato che ricopre la parte finale delle dita, trasformandole così in una "grossa unghia". Saper riconoscere gli ungulati non è molto difficile dato che la particolarità che li accomuna è molto evidente. Potreste quindi utilizzare questa informazione a vostro vantaggio: se volete fare bella figura davanti al partner quando andate, ad esempio, ad un maneggio di cavalli, potete esclamare: "Quelli appartengono al gruppo degli ungulati!" rendendovi così ai loro occhi dei grandi e fascinosi esperti.

Caratteristiche degli ungulati

La prima caratteristica degli ungulati, da cui appunto deriva il nome, è la presenza di unghie trasformate in zoccoli che proteggono la punta delle dita e fanno sì che l'animale possa camminare "in punta di piedi". Questa struttura a zoccolo può conferire diversi vantaggi all'animale: riesce a reggere tutto il peso, gli permette di spostarsi anche su terreni impervi e protegge i tessuti custoditi all'interno.

In realtà, sembra che al gruppo degli ungulati appartengano animali anche distanti tra loro da un punto di vista genetico e evolutivo, motivo per cui non è un termine molto corretto, zoologicamente parlando. Quando si parla di ungulati ci si rifà infatti principalmente a due ordini distinti: i Perissodattili e gli Artiodattili. I primi comprendono tutti quegli ungulati caratterizzati da un numero dispari di dita come cavalli e rinoceronti, i secondi al contrario da un numero pari come ruminanti, tra cui cervi e bovini.

Un'altra caratteristica comune a tutti gli ungulati è la crescita continua degli zoccoli, che vengono naturalmente limati negli animali selvatici, ma che devono essere invece ben gestiti e curati negli animali domestici. La maggior parte degli ungulati sono privi di clavicola e erbivori, e presentano inoltre dei canini poco sviluppati e molari specializzati per il tipo di dieta, ma non mancano specie onnivore come i maiali. Nonostante non siano dotati di zoccoli, anche i cetacei sono inseriti all'interno degli ungulati per la loro vicinanza filogenetica agli artiodattili, motivo per cui l'ordine prende anche il nome di cetartiodattili.

Questi animali si possono raggruppare in due categorie principali: gli artiodattili, che hanno un numero pari di dita, e i perissodattili, che hanno un numero dispari di dita sui loro zoccoli.

Ungulati Artiodattili

Gli Artiodattili comprendono gli ungulati che poggiano il loro peso su due o un numero pari di dita, generalmente il terzo e il quarto, mentre gli altri sono ridotti o assenti. Le specie di Artiodattili sono molto più numerose di quelle dei Perissodattili, arrivando a circa 270 tra cui giraffe, cervi, cammelli e antilopi. Ecco qualche esempio:

Ippopotamo (Hippopotamus amphibius)

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È una delle due specie di ippopotamo ancora viventi che vive in Africa, considerata "vulnerabile" dalla IUCN. Escludendo i cetacei, è l'artiodattilo terrestre più pesante che esista e il più grande dopo elefanti e rinoceronti. Ogni zampa presenta quattro dita, tutte più o meno delle stesse dimensioni, che utilizza sia per camminare, sia per nuotare.

Giraffa (Giraffa camelopardalis)

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La IUCN riporta la Giraffa camelopardalis come unica specie di giraffa africana, suddivisa in nove sottospecie diverse, ma alcuni considerano alcune di queste sottospecie come specie a sé, rendendo necessari nuovi studi genetici per definire al meglio la classificazione. Le giraffe sono ben conosciute per il loro collo lungo, ma non tutti sanno che sono anch'esse artiodattili caratterizzati dalla presenza di zoccoli. Questi sono alti circa 30 cm nei maschi e 15 nelle femmine e presentano la parte posteriore più bassa per permettere un maggior supporto al peso dell'animale.

Cammello (Camelus ferus)

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Il cammello selvatico è una specie che vive in Asia, ad oggi ristretto a sole quattro popolazioni in Cina e Mongolia e quindi considerato dalla IUCN come "a rischio critico" a causa soprattutto della caccia. Ogni piede è composto da due larghe dita attaccate e non separabili, evolutesi proprio per camminare sulla sabbia.

Ungulati perissodattili

I perissodattili comprendono gli ungulati che poggiano il loro peso su uno, o un numero dispari, di dita: generalmente il terzo che ha la forma di uno zoccolo. Le altre dita possono essere presenti in forma solo vestigiale, essere ridotte o del tutto assenti. Quest'ordine comprende solo 17 specie che appartengono a tre famiglie diverse: equidi, rinocerontidi e tapiridi. Ecco alcuni esempi:

Rinoceronte bianco (Ceratotherium simum)

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Il rinoceronte bianco è il più grande tra i perissodattili e presenta tre dita distinte sui piedi anteriori e tre sui piedi posteriori. Lo zoccolo del rinoceronte non ricopre del tutto le dita, ma solo la parte anteriore, lasciando la parte che tocca a terra morbida. La particolare conformazione delle dita permette un facile riconoscimento delle sue impronte da parte dei ranger che devono monitorarlo all'interno della savana. Il corno inoltre, a differenza ad esempio dei bovidi, è particolare perché fatto anch'esso di cheratina, lo stesso materiale delle unghie. Il rinoceronte bianco è considerato "quasi a rischio" secondo la IUCN (International Union for Conservation of Nature) a causa del bracconaggio che perseguita da sempre questa specie al fine di ottenere l'ambito corno. Una delle due sottospecie, il rinoceronte bianco del Nord, è invece quasi estinto in quanto ne sopravvivono ad oggi solo due individui, ma sono in atto alcuni progetti come la formazione di embrioni artificiali per prevenirne l'estinzione.

Cavallo domestico (Equus ferus caballus)

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Per il cavallo la salute e la gestione dello zoccolo è talmente importante che è stata coniata l'espressione "no foot, no horse", ossia "niente piede, niente cavallo". Ad oggi il cavallo presenta un solo dito, ma l'antenato da cui deriva, Eohippus, presentava invece più dita ed è quindi una caratteristica evolutasi più di recente. Lo zoccolo circonda la falange distale del dito, che corrisponde al polpastrello umano, e l'intero peso del cavallo è così sorretto semplicemente dalla punta delle dita. Lo zoccolo può sembrare rigido ma è in realtà flessibile e elastico, e deve essere curato e limato molto spesso. Uno studio che risale al 2018 ha inoltre suggerito che all'interno dello zoccolo vi sia il resto delle altre dita andate perse nel corso dell'evoluzione.

Tapiri (Tapirus sp.)

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I tapiri comprendono cinque specie diverse tutte classificate dalla IUCN come in pericolo o vulnerabili. Nel 2013 alcuni ricercatori hanno proposto una sesta specie di tapiro che però non è stata accettata dalla comunità scientifica che lo considera invece solo una sottospecie. Le zampe sono molto particolari: quelle anteriori presentano quattro dita, mentre quelle posteriori tre, e si sono evolute proprio per camminare sul terreno soffice e fangoso.

Esempi di ungulati minacciati o in via d'estinzione

Gli ungulati comprendono un grande numero di specie animali, e molte di queste sono considerate dalla IUCN minacciate o vicino all'estinzione. I motivi possono essere diversi: il bracconaggio, la perdita e la degradazione di habitat, la costruzione di opere antropiche e così via. Vediamo alcuni esempi:

Okapi (Okapia johnstoni)

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L'Okapi è l'unica specie vivente, oltre Giraffa camelopardalis, a far parte della famiglia Giraffidae. E' conosciuto per il suo aspetto molto particolare che lo rende più simile a una zebra che una giraffa, nonostante sia maggiormente imparentato con quest'ultima. L'Okapi è un artiodattilo ruminante dotato di due dita per piede, e con zoccoli particolari: alla base presentano delle ghiandole odorose che permettono loro di marcare il territorio. L'Okapi è una specie classificata dalla IUCN nella categoria di rischio "In pericolo" a causa del declino della popolazione, che va avanti almeno dal 1980, e dovuto principalmente alla degradazione e alla perdita di habitat.

Saola (Pseudoryx nghetinhensis)

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È un bovide molto raro che vive esclusivamente sulle montagne Annamite del Laos e Vietnam. Si è venuti a conoscenza di questa specie solo nel 1992 quando sono state ritrovate un paio di corna sconosciute e attribuite successivamente a quest'animale, che è stato fotografato per la prima volta nel 1999. E' un ruminante artiodattilo, con ogni zampa composta da due dita divisibili, definito spesso da numerosi media internazionali come "il nuovo unicorno" probabilmente per le corna molto lunghe. E' una specie la cui popolazione è in declino a causa del piccolo range geografico che occupa e classificata dalla IUCN come "in pericolo critico".

Ungulati in Italia

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Cinghiale (Sus scrofa)

In Italia sono presenti diverse specie di Ungulati. Tra i Bovidi ad esempio è possibile avvistare lo stambecco (Capra ibex), un artiodattilo ruminante che vive sull'arco alpino e famoso per la sua capacità di camminare su pendii rocciosi molto ripidi. Della stessa famiglia è presente anche il camoscio alpino (Rupicapra rupicapra), un artiodattilo che vive sulle montagne alpine ad alta quota e che ha evoluto degli zoccoli adatti a camminare su terreni molti impervi. Lo zoccolo presenta infatti delle particolarità morfologiche: la parte esterna è affilata e piuttosto dura, in modo tale da poter approfittare di qualsiasi appiglio trovi sulla parete rocciosa; i polpastrelli sono invece morbidi, adattati proprio per evitare lo scivolamento, e infine lo zoccolo presenta dita non attaccate tra loro ma divaricabili e dotate di membrana che permette all'animale di camminare anche sulla neve. Tra i Cervidi invece è possibile avvistare, ad esempio, il capriolo (Capreolus capreolus) e il cervo europeo (Cervus elaphus), entrambi appartenenti all'ordine degli artiodattili. Un altro ungulato molto frequente in Italia è il cinghiale (Sus scrofa), della famiglia dei Suidi, e la sua massiccia presenza nel nostro paese è dovuta principalmente alle reintroduzioni risalenti agli anni '50 a scopo venatorio, all'adattabilità di questa specie a colonizzare vari tipi di ambienti diversi e all'elevato potenziale riproduttivo. Il numero così elevato di individui porta però a gravi danni alle coltivazioni dovute principalmente alla sua continua attività di scavo e al calpestìo del suolo.

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