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12 Aprile 2021
13:01

Animali erbivori: chi sono, come sono fatti e come vivono

Gli animali che seguono una dieta erbivora sono tantissimi e appartengono ai gruppi più disparati. Scopriamo quali sono, che caratteristiche comuni hanno e soprattutto qual è il loro ruolo all'interno degli ecosistemi e della piramide trofica.

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Quella erbivora è un tipo di dieta ampiamente diffusa nel regno animale ed è comparsa più volte nel corso dell'evoluzione della vita sulla Terra. Tecnicamente viene considerato erbivoro un animale adatto anatomicamente e fisiologicamente a consumare materiale vegetale, componente esclusiva o predominante della sua alimentazione. Anche se, come accade spesso in biologia, esistono zone grigie piuttosto sfumate sia su cosa includere tra i materiali vegetali che su chi assegnare alle varie categorie. Di solito si riconoscono diverse tipologie di dieta erbivora, ognuna con i suoi adattamenti e le sue caratteristiche. Dal più piccolo tra gli insetti fino ai giganteschi elefanti scopriamo quali sono, come vivono e che ruolo ecologico occupano gli animali erbivori sulla Terra.

Caratteristiche degli animali erbivori

Mangiare ciuffi d'erba, alghe, foglie o altro materiale vegetale potrà sembrare un gioco da ragazzi. Le piante stanno lì, immobili e apparentemente indifese, in attesa solamente di essere mangiate con estrema comodità. Per tutta una serie di caratteristiche cellulari e fisiologiche i vegetali, in realtà, sono tutt'altro che semplici da mangiare. La parete cellulare fatta di cellulosa è molto difficile da digerire e assimilare sostanze nutritive dalle piante non è affatto facile. Per questi motivi l'evoluzione ha donato agli animali erbivori una serie di preziosi adattamenti in grado di aiutarli in questa difficile ma fondamentale sfida.

Gran parte dei mammiferi erbivori, per esempio, sono dotati di grossi denti larghi e appiattiti che utilizzano per strappare e macinare foglie, fusto, corteccia o altro resistente materiale vegetale. Inoltre per facilitare la digestione lo stomaco si è specializzato seguendo due principali direzioni. Chi ha lo stomaco formato da una sola sacca, come zebre, cavalli, conigli e roditori ha una carica enzimatica particolarmente forte in grado di facilitare la digestione chimica. La digestione di questi animali è chiamata monogastrica.

Ci sono poi quelli che possiedono uno stomaco formato da più di un sacca. Questo ingegnoso sistema a più camere permette di digerire in maniera più efficiente e a più riprese le cellule vegetali. Il cibo ingerito passa da una camera all'altra, e spesso viene rigurgitato per essere nuovamente ingerito, per facilitare i processi di fermentazione e assimilazione dei nutrimenti. Questo processo è tipico dei ruminanti come bovini, cervi, antilopi e cammelli, ed è reso possibile grazie all'aiuto fondamentale di batteri e altri microorganismi in grado di digerire la cellulosa. La digestione di questi animali è chiamata poligastrica.

Negli uccelli specializzati in una dieta erbivori gli adattamenti principali sono spesso riscontrabili nel becco. I granivori come fringuelli e frosoni, per esempio, solitamente hanno un becco tozzo e spesso a forma di cono, adattato a frantumare i gusci dei semi. Per gli uccelli che si nutrono di nettare come i colibrì, invece, i loro becchi possono avere forme e lunghezze molto variabili: sottili, lunghi, molto lunghi e ricurvi, tutti specializzati per arrivare al prezioso liquido zuccherino custodito dai fiori.

Gli invertebrati, invece, hanno sviluppato particolari apparati boccali e altre particolari strutture che li aiutano ad accedere a queste specifiche e fotosintetiche risorse alimentari. Molti insetti, come i bruchi, cavallette e tanti altri, possiedono robuste mandibole in grado di masticare le cellule vegetali. Altri invece posso pungere e succhiare la linfa dalle foglie, come fanno cimici ed afidi, oppure attingere direttamente al nettare dei fiori con particolari apparati lambenti o succhianti, come fanno le api o le farfalle. Lumache e chiocciole, invece, all'interno della bocca hanno una particolare struttura a dentelli, chiamata radula, che gli permette di raschiare dalle superfici il materiale organico di cui si nutrono.

Categorie di erbivori

Esistono diverse categorie di erbivori, o meglio, diversi tipi di alimentazione erbivora, ognuna specializzata in modo diverso. Spesso gli animali seguono una sola di queste o possono variare in base alle necessità e alla disponibilità. Vediamo quali sono le strategie più comuni e quali animali le mettono in pratica.

  • Folivora, dieta quasi esclusiva a base di foglie, seguita da animali come giraffe, koala, gorilla, panda, alcune iguane e numerosi insetti;
  • Frugivora, dieta a base di frutta, praticata da numerosi primati, pipistrelli e numero specie di rettili e uccelli;
  • Granivora, dieta a base di semi, tipica di tantissime specie di uccelli, roditori, insetti e numerosi altri animali;
  • Nettarivora, dieta principalmente a base di nettare, molto diffusa in tantissime specie di insetti come le farfalle e le api, ma anche in pipistrelli e uccelli, come i colibrì e le nettarine;
  • Pollinivora, dieta a base di polline, presente soprattutto negli acari e negli insetti come vespe, mosche e coleotteri;
  • Mucivora, dieta a base di linfa vegetale, diffusa soprattutto tra gli insetti come gli afidi e le cimici;
  • Xilofaga, dieta a base di legno, diffusissima tra gli insetti, soprattutto nelle termiti e nelle larve di svariati coleotteri;
  • Algivora, dieta a base di alghe, seguita da moltissimi animali acquatici come pesci, molluschi, crostacei, ricci di mare e tanti altri;

Elenco di animali erbivori

Ecco alcuni animali che hanno una dieta totalmente o prevalentemente erbivora.

Ungulati

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I grandi animali dotati di zoccoli, gli ungulati, sono gli erbivori per eccellenza. Zebre, rinoceronti, giraffe, cervi, bovidi, capre selvatiche, ippopotami e altri animali, con il loro continuo pascolare e strappare foglie riescono a modellare e a determinare il paesaggio. In foto ci sono un gruppo di zebre di pianura (Equus quagga) e gnu striati (Connochaetes taurinus).

Gorilla (Gorilla sp.)

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Esistono due specie di gorilla, quella occidentale (Gorilla gorilla) e quello orientale (G. beringei). Entrambe suddivise a loro volto in due sottospecie, tutte prevalentemente erbivori. In foto un maschio di gorilla di montagna (G. b. beringei), sottospecie presente con appena un migliaio di esemplari diffusi tra Uganda, Ruanda e Repubblica Democratica del Congo.

Koala (Phascolarctos cinereus)

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Questi marsupiali mangiano quasi esclusivamente eucalipto, che difficile da digerire, deve essere assunto in grosse quantità. A causa degli incendi che hanno devastato l'Australia tra il 2019 e il 2020 si stima che la popolazione di questi animali si sia addirittura dimezzata, rendendo urgenti progetti di conservazione mirati a salvare questa specie dall'estinzione.

Panda gigante (Ailuropoda melanoleuca)

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I panda giganti appartengono alla stessa famiglia degli orsi. L'evoluzione ha però "deviato" questi animali, originariamente carnivori, verso una dieta prevalentemente erbivora. Mangiano quasi esclusivamente bambù, ma avendo uno apparato digerente originariamente carnivoro, e non perfettamente adatto a digerire la cellulosa, è costretto a mangiarne dai 9 ai 15 kg al giorno.

Colibrì (famiglia Trochilidae)

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Esistono più di 350 specie diverse di colibrì, tutte appartenenti alla famiglia Trochilidae e diffuse tra Nord e Sud America. Tutte le specie si nutrono quasi esclusivamente di nettare, che riescono a raccogliere dai fiori grazie ai loro becchi perfettamente adattati allo scopo. In foto uno zaffiro mentoblu (Chlorestes notata), diffuso in America meridionale.

Volpe volante indiana (Pteropus giganteus)

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Esistono più di 60 specie comunemente chiamate volpi volanti e quasi tutte, come le volpi volanti indiane, hanno una dieta prevalentemente a base di frutta e nettare. Per questo motivo vengono chiamati anche pipistrelli della frutta e rivestono un ruolo importantissimo come impollinatori e dispersori di semi.

Iguana marina (Amblyrhynchus cristatus)

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Le iguane marine sono gli unici sauri al mondo adattati a una vita in gran parte legata al mare. Vivono solamente alle Galapagos, dove mangiano quasi esclusivamente alghe, che riescono a strappare dalle rocce sui fondali scendendo fino a 30 m di profondità e trattenendo il respiro anche per mezz'ora o più.

Hoatzin (Opisthocomus hoazin)

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L'hoatzin vive nella foresta pluviali del Sud America ed è uno degli uccelli più belli e particolari che esistono. Appena usciti dall'uovo i pulcini sono in grado di arrampicarsi tra i rami grazie due artigli (che poi vengono persi da adulti) presenti sulle dita della ali, caratteristica unica tra tutti gli uccelli. Mangiano quasi esclusivamente foglie, che integrano con semi e frutta.

Pesci pappagallo (Famiglia Scaridae)

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I pesci pappagallo sono un gruppo di più di 90 specie diffuse nei mari tropicali e subtropicali. I loro denti particolarissimi e fusi a formare un robusto becco sono perfetti per strappare le alghe incrostanti dalle rocce. Quando mangiano riescono addirittura a triturare la roccia e hanno quindi un ruolo fondamentale nella pulizia delle barriere coralline e nella bioerosione. In foto un pesce pappagallo verde (Chlorurus sordidus).

Cerambice del faggio (Rosalia alpina)

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Molti coleotteri allo stadio larvale si nutrono di legno e hanno quindi bisogno di alberi grossi e vetusti, sempre più rari nei nostri boschi. Per questo motivo sono spesso molto rari e minacciati di estinzione, come il coloratissimo cerambice del faggio, una delle specie più belle che si possono incontrare in Italia.

Farfalle e falene (Ordine Lepidoptera)

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Gran parte di farfalle e falene mangiano foglie quando sono bruchi e sono nettarivore da adulte. Grazie al loro speciale apparato boccale chiamato, proboscide o spiritromba, riescono a raggiungere il prezioso liquido zuccherino prodotto dai fiori e a contribuire alla loro impollinazione. Quella in foto è una vanessa del cardo (Vanessa cardui), una farfalla migratrice comune anche in Italia.

Elefanti (Famiglia Elephantidae)

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Gli elefanti sono i mammiferi terrestri più grossi e pesanti del Pianeta. Con le loro possenti proboscidi riescono a strappare foglie, rami e cortecce. Attualmente esistono tre specie, la meno famosa di tutte e quella più misteriosa è quella in foto, l'elefante africano di foresta (Loxodonta cyclotis).

Dugongo (Dugong dugon)

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I dugonghi, come i lamantini, passano gran parte del loro tempo a pascolare i fondali delle acque costiere poco profonde alla ricerca di piante e alghe. Può arrivare a mangiare fino a 30 Kg di piante acquatiche al giorno.

Termiti (Ordine Isoptera)

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Le termiti, al pari di api e formiche, sono insetti eusociali che vivono in complesse società divise in caste. Sono un gruppo di insetti di grande successo e ne esistono oltre 3000 specie. Quasi tutte si nutrono di materiale vegetale morto, soprattutto legno.

Squalo martello dal berretto (Sphyrna tiburo)

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Gli squali sono famosi per essere formidabili predatori marini, tuttavia studi recenti hanno scoperto che la dieta dello squalo martello dal berretto può addirittura essere composta per oltre il 60% da alghe e piante marine. Questo fa di questa specie l'unico squalo (quasi) erbivoro conosciuto.

Curiosità sugli animali erbivori

Gli animali più grandi della Terra sono, quasi sempre, erbivori. Attualmente il più grosso animale terrestre è l'elefante africano di savana (Loxodonta africana), che in un maschio adulto può raggiungere i 4 m di altezza e più di 10 tonnellate di peso. Ma se pensiamo ad altri giganti come giraffe, rinoceronti o addirittura i grandi dinosauri sauropodi estinti ciò che li unisce è sempre la dieta a base di materiale vegetale. Il segreto di tali dimensioni è custodito nelle risorse di cui si cibano e di come le ottengono. C'è molta materia vegetale in giro, che è relativamente facile da trovare e raramente si esaurisce. Se un animale è adattato al pascolo le risorse sono abbondanti e, una volta superata una certa taglia, non c'è praticamente nessun carnivoro che può predarlo. Per questi motivi è molto più facile che dimensioni tanto enormi vengano raggiunte dagli erbivori.

Ogni tanto capita che animali completamente erbivori vengano beccati mentre mangiano attivamente carne. Succede nei cervi o negli ippopotami, che sono stati filmati mentre si nutrono di carogne o addirittura mentre predano attivamente altri animali. Questi comportamenti sono rari e occasionali e di solito avvengo in particolari condizioni di stress alimentare.

Spesso il valore nutrizionale di un'alimentazione erbivora è talmente basso da influenzare drasticamente le abitudini e gli stili di vita degli animali. Alcuni tra gli animali più lenti e dormiglioni, infatti, sono proprio gli erbivori. I bradipi, famosi per la loro estrema lentezza, si muovono mediamente all'incredibile velocità di 4 m al minuto, quando sono tra i rami, e 3 m quando invece sono a terra. In compenso sono nuotatori sorprendentemente abili in grado di coprire, grazie ai loro lunghi arti, più di 13 m al minuto. I koala, invece, sono senza dubbio tra gli animali che più amano dormire visto che passano mediamente fino a 20 ore al giorno dormendo.

L'alimentazione a base di semi negli uccelli può portare alla comparsa di becchi quantomeno bizzarri. È il caso dei crocieri (Loxia sp.), passeriformi presenti anche in Italia, dotati di un curioso becco ricurvo incrociato perfettamente adattato ad allargare le brattee degli strobili (o pigne) dei pini per estrarre con facilità i pinoli.

Gli erbivori nella catena alimentare e negli ecosistemi

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Gli animali erbivori svolgono un ruolo fondamentale per il corretto funzionamento degli ecosistemi. All'interno della piramide trofica o catena alimentare occupano il primo gradino immediatamente superiore a quello dei produttori, ossia le piante e gli altri organismi autotrofi in grado di trasformare sostanze inorganiche in organiche grazie all'energia del sole. Vengono chiamati consumatori primari e cibandosi direttamente dei produttori sono quindi il livello della piramide su cui poggiano e dipendono tutti gli altri consumatori. La presenza e la consistenza dei carnivori dipende indissolubilmente da quella degli erbivori.

Gli animali che mangiano vegetali sono strettamente collegati e influenzano anche il cibo di cui si nutrono, ossia le piante. Erbivori e specie botaniche sono in perenne lotta evolutiva tra chi mangia e chi non vuol essere mangiato. Le piante hanno sviluppato, quindi, diverse strategie per evitare di essere mangiati. Spine, resine, cattivo sapore, sostanze tossiche sono solo alcune delle armi utilizzate dai vegetali nell'eterna corsa agli armamenti tra preda e predatore, che di conseguenza sviluppa adattamenti in grado di contrastare queste difese.

Questo continua rincorsa darwiniana spesso è stata risolta con un proficuo e vantaggioso accordo mutualistico. Piante e animali possono "collaborare" per ottenere preziosi vantaggi reciproci. I frutti o il nettare, per esempio, sono un ottima e gustosa merce di scambio da offrire agli erbivori in cambio di una comoda impollinazione o della dispersione dei semi. Spesso questa strategia è obbligata ed è l'unica via per la sopravvivenza reciproca.

Il peso degli erbivori all'interno degli ecosistemi molte volte può determinare l'aspetto dell'intero paesaggio. Con i loro brucare, strappare e scorticare gli erbivori, come dei veri e propri giardinieri o ingegneri ecologici, controllano la componente vegetale contribuendo a formare, gestire e mantenere interi habitat, sia nell'ambiente marino che in quello terrestre, fondamentali per tutte le altre forme di vita.

Gli animali erbivori sono quindi i veri custodi del grande giardino azzurro che chiamiamo Terra. Che siano minuscoli come un insetto o grandi come un elefante la struttura stessa degli ecosistemi e l'intera rete ecologica che li lega a tutte le altre forme di vita, compresa la nostra, dipende in buona parte dalla loro dieta vegetariana.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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