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Cavallo (Equus ferus caballus)

Il cavallo e l’uomo collaborano da tempi antichi, motivo per cui è stato soggetto a una forte domesticazione da parte della nostra specie. Conoscere la sua storia, le abitudini e le razze principali può essere utile al fine di migliorare la relazione con lui e avere un approccio corretto rivolto al suo benessere.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il cavallo è un mammifero erbivoro di medio-grossa taglia. In Italia è presente il cavallo domestico, una sottospecie del cavallo selvatico eurasiatico (Equus ferus ferus), ormai estinto. Il parente  vivente più prossimo del cavallo domestico è il cavallo di Przelwalski, ancora  presente in Mongolia, dove a partire dal 1977 è attivo un progetto di tutela di questa sottospecie. Un ulteriore sforzo per tenere in vita i cavalli Przelwalski è stato compiuto in Texas, dove è nato il primo cavallo clonato del mondo. In passato, il cavallo era considerato il più importante mezzo di trasporto, sia per il traino che per la possibilità di cavalcarlo, motivo, quest’ultimo, per il quale è stato protagonista di una forte domesticazione da parte dell’uomo. A seconda della razza, il cavallo è considerato maturo a partire dai due anni e mezzo o tre, mentre dai 5 anni è adulto. La gestazione della cavalla dura minimo 280 giorni, e il parto è quasi sempre singolo, raramente gemellare.  Il puledro è molto precoce: se è in buona salute, entro due ore dal parto è in piedi e poco dopo è  è in grado di seguire la mamma. Sin da subito manifesta una grande abilità psicomotoria, come dimostra dalla dimensione delle aree del cervello dedicate alla coordinazione e al movimento. In allevamento lo svezzamento viene effettuato intorno ai 6 mesi, mentre in natura il giovane cavallo poppa anche oltre l’anno d’età. La durata della vita del cavallo si aggira intorno ai 30 anni.

Tipologie e razze

La maggior parte di razze equine è stata selezionata dall’uomo, fino a raggiungere un numero approssimativo di 300. Le razze non sono definite con precisione, bensì possono differire di molto anche in base all’allevamento. Al giorno d’oggi, vengono spesso suddivise in tre tipologie distinte, basate sulla dimensione e la costituzione.

Heavy breeds

Sono cavalli utilizzati sin dal Medioevo per l’agricoltura, anche se l’utilizzo del trattore li sta sostituendo quasi ovunque. Di queste razze fa parte anche Shire (il cavallo più grande del mondo). Possono essere neri, bianchi, marroni e talvolta maculati. In genere hanno un temperamento tranquillo. Molte di queste razze sono ormai rare.

Ponies

Generalmente l’altezza non supera i 150 cm, sono generalmente molto energici e robusti. Il mantello è principalmente scuro, la criniera e la coda sono folte. Spesso vengono usati per tirare carrozze o come animali da compagnia per i bambini. Esistono diverse varietà di ponies, tra cui il gallese, New Forest, Highland, Shetland (questa razza non raggiunge il metro d’altezza).

Light breeds

La storia di queste razze si confonde con la leggenda, sebbene sia quasi certo che la domesticazione abbia avuto inizio nel VII secolo in Arabia Saudita. La testa di queste razze è più piccola rispetto alle altre, gli occhi sporgenti, le narici larghe e la schiena è leggermente più corta ( hanno solo 23 vertebre, contro le 24 degli altri cavalli). La criniera è setosa e le zampe sono forti con zoccoli fini. Il colore prevalente è il grigio, ma è possibile incontrarli anche di altri colore. La maggior parte di questi animali, vengono ormai allevati negli Stati Uniti, anche se l’allevamento più famoso del mondo si trova ancora in Arabia Saudita.

Segni particolari

Gli occhi del cavallo sono fra i più grandi tra quelli dei mammiferi terrestri (5 – 6 cm). La posizione laterale sulla testa consente una vista panoramica, con campo visivo pari a circa 350°: molto più ampio del nostro.

Alimentazione

La qualità del fieno dipende dal terreno su cui è stato prodotto, dalla varietà di erbe presenti e dal grado di essiccazione. Affinché non crei problemi intestinali, è indispensabile che duri circa un mese e che sia formato da piante non troppo grandi: contengono lignina e il cavallo non la digerisce. La paglia migliore è quella di frumento, asciutta e a stelo lungo e fine. L’avena è la paglia con maggior potere energetico (anche se eccitante). A questi alimenti si possono aggiungere carote (in quantità moderate per evitare gli eccessi di zuccheri), semi di lino o gramigna. Oltre all’alimentazione sana e nutriente, il cavallo necessita di acqua sempre a disposizione. L’alimentazione deve inoltre variare in base al sesso, all’età, al lavoro svolto e alla stagione. Un cavallo che esercita attività agonistica necessita di dosi maggiori, mentre un puledro in fase di crescita, necessita di mix più nutrienti.

Distribuzione

Il cavallo domestico è distribuito in tutta Italia, isole comprese.

Relazione con l'uomo

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La storia del rapporto tra uomo e cavallo ha origini molto antiche. Fin dalle primissime fasi di domesticazione, i cavalli sono importanti collaboratori dell’uomo. Vengono utilizzati come mezzi di trasporto e, a differenza di altri ungulati domestici, mantengono anche uno status “misto”: fonte di cibo per alcuni, sostegno nel lavoro o compagno per altri. Recentemente il cavallo è divenuto, inoltre, uno degli animali maggiormente utilizzati nell’ambito di interventi assistiti con gli animali (pet therapy), regolamentati come cura dal Ministero della Salute.

Gli approcci utilizzati nell’addestramento pongono spesso il focus sul risultato, piuttosto che sul benessere dell’animale. L’addestramento del cavallo è ancora basato molto spesso sul rinforzo negativo (eseguire un comportamento per evitare uno stimolo non gradito) e sulle punizioni (stimoli negativi per inibire un comportamento). Diversi studi dimostrano, però, come il cavallo mantenuto in condizione di benessere psico-fisico presenti meno incidenza di problemi comportamentali, morsi o aggressioni ai danni dell’uomo.

La qualità dell’alloggio, l’alimentazione, l’attenzione verso la socialità dell’animale e la qualità del contatto con il proprietario aumentano la piacevolezza dell’incontro, riducendo inoltre la diffidenza da parte del cavallo, soprattutto se l’uomo rappresenta una presenza gradevole sin dalla giovane età.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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