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30 Aprile 2021
8:15

Serval (Leptailurus serval)

Il serval è un agile ed elegante felino africano specializzato nella cattura di roditori e uccelli. È un animali solitario e prevalentemente notturno che frequenta prevalentemente gli ambienti di savana. Solitamente si presenta con mando giallo-dorato maculato di nero, ma sono note varianti melaniche totalmente nere.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il serval (Leptailurus serval) è un felino selvatico originario dell'Africa. Il suo nome deriva dall'antico portoghese, i primi europei che lo hanno avvistato lo hanno chiamato infatti "lobo-cerval" (lupo che assomiglia a un cervo). In italiano viene talvolta tradotto in "servalo". Questo carnivoro della famiglia dei felidi assomiglia al gatto dal punto di vista anatomico e comportamentale, ma dal Felis silvestris catus si differenzia per la taglia e per il colore. Nel 1939 erano state elencate 17 sottospecie di serval, a dimostrare la varietà che può presentarsi nella colorazione del mantello. In seguito, però, il genere Felis a cui apparteneva è stato recentemente rivisto e il serval è stato riclassificato in un genere separato, Leptailurus, al quale appartiene una sola specie, secondo uno studio svolto nel 2008 da Deon Furstenburg, del GEO WILD Consult.

Come è fatto un serval

Il serval assomiglia al caracal (Caracal caracal) da cui si distingue soprattutto per la forma delle orecchie: più arrotondate e senza ciuffi di pelo sulla punta. Si tratta di un felino elegante e slanciato, dalle forme simili a quelle del ghepardo, ma più ridotte. Le zampe sono allungate e molto lunghe, mentre la coda è più corta rispetto ad altre specie di questa famiglia (raggiunge i 30-35 centimetri). Gli artigli sono completamente retrattili e sono 5 sulle zampe anteriori e 4 sulle zampe posteriori. Il peso di un serval adulto si aggira intorno ai 14 kg ma può raggiungere anche i 18 kg (le femmine sono più piccole e non superano i 12,5 kg). L'altezza di questo animale solo raramente raggiunge i 60 centimetri, mentre generalmente va dai 50 ai 55 e la lunghezza è circa di un metro.

Il colore varia molto rispetto alla zona in cui vive, ma la parte posteriore è quasi sempre contrassegnata da strisce nere allungate e spezzate, mentre i fianchi e le gambe presentano macchie nere ovali di diverse dimensioni. Le orecchie sono erette e arrotondate. Occasionalmente, come accade per il lupo, si presentano forme melaniche (praticamente di colore nero). Per quanto riguarda i denti: i canini sono sviluppati ma i molari sono più ridotti di dimensioni e progettati per strappare piuttosto che per masticare.

Alimentazione e riproduzione

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Il serval, come molti felini è un animale dal comportamento prettamente notturno. La maggior parte della sua attività predatoria avviene tra le 4 e le 6 del mattino, quanto meno per quanto riguarda gli ambienti dell'Africa meridionale, dove è stato possibile osservarne il comportamento predatorio. Si tratta di animali solitari, che comunicano anche a distanza con i propri simili grazie alle abilità comunicative visive: basta uno sguardo, una postura, uno sfregamento al suolo, per fare intendere all'altro le proprie intenzioni.

Se un serval avverte il pericolo, si appiattisce a terra e poi, improvvisamente, corre nella fitta vegetazione dove attende che il pericolo passi. Se il pericolo invece persiste, sfreccia via con lunghi balzi che possono raggiungere i 4 m. Sebbene la maggior parte dei felini prediliga la caccia "a vista", il serval caccia utilizzando molto anche l'ottimo udito.

Generalmente si nutre di prede come ratti e topi, ma può scegliere anche di cacciare piccoli volatili come i fringuelli e addirittura pavoni o trampolieri. Se non mangia interamente la preda, può essere che torni  in seguito per terminare il pasto. Non disdegna i rettili (lucertole, camaleonti e serpenti) e lepri, insetti(cavallette e grilli) e in alcuni casi sceglie addirittura di pescare. Si tratta di un predatore molto efficace: la percentuale di successo nella caccia  è di circa il 50-60% dei tentativi.

La dimensione di un territorio occupato da un serval va dai 160 e 200 ettari; per la marcatura utilizza specifiche ghiandole presenti sulle guance, sul mento, tra i cuscinetti delle zampe e nella zona perianale. Durante la perlustrazione, con questi strumenti lascia tracce olfattive sul territorio in modo da allontanare i simili non desiderati.

La vita solitaria viene interrotta unicamente durante il periodo dell'accoppiamento, che dura più o meno due settimane, al termine delle quali i serval tornano alla solitudine e la femmina mostra addirittura comportamenti aggressivi verso il maschio, se questi tenta di avvicinarsi nuovamente. La cucciolata nasce dopo circa 65-75 giorni di gestazione e il parto avviene generalmente in zone dotate di nascondigli come l'erba alta o in vecchie tane non più occupate. Quando viene disturbata, la madre trasferisce i piccoli in una nuova tana portandoli in bocca. La femmina svezza i piccoli in autonomia e gli avvistamenti di femmine con prole fanno pensare che i piccoli restino con la madre fino a circa ai 6-8 mesi. Le osservazioni che hanno portato a conoscere questi dettagli sono avvenute in cattività, non è purtroppo ancora dato sapere se questi comportamenti siano uguali in natura.

Habitat, distribuzione e interazione con l'uomo

Il serval subisce da decenni la diminuzione del proprio habitat causata soprattutto dalla rapida urbanizzazione in atto in alcune zone dell'Africa. L'IUCN considera comunque la specie come "LC" ovvero a rischio minimo di estinzione. La diffusione di questo animale va dall'Africa sub-sahariana (escluse le foreste equatoriali), al Congo e alle zone aride di Sudan, Etiopia e Somalia. La massima concentrazione di serval è in Sud Africa, mentre una popolazione isolata si può incontrare nelle montagne tra Marocco e Tunisia. La popolazione a nord-ovest del deserto del Sahara è rimasta isolata a causa dei cambiamenti ambientali che hanno avuto luogo dopo l'ultima era glaciale.

Fortunatamente, questo animale tollera facilmente gli ambienti dedicati all'agricoltura intensiva e, poiché in questi ambienti preda unicamente i roditori, viene tollerato più facilmente rispetto ad altri predatori con cui condivide il territorio. Il suo comportamento estremamente elusivo lo rende uno dei predatori meno conosciuti d'Africa, infatti, secondo molti ricercatori, lo studio più approfondito risale addirittura agli anni '80, quando se ne occupò la zoologa Aadje Geertsema in Tanzania.

Secondo uno studio condotto nel 2008 dal Wildlife Conservation Research Unit della Oxford University, il serval sta inoltre ri – conolizzando alcune zone orientali del Sud Africa attraversando, per il raggiungimento degli stessi, ambienti tutt'altro che ideali alla sua sopravvivenza. Questo studio dimostra che il serval sta ampliando il suo areale di diffusione nella parte meridionale del continente.

Il serval preferisce le zone con precipitazioni più elevate dei 650-950 mm all'anno, dove si possano trovare erba alta e fitta, paludi, canneti e tutte le aree in cui si possano trovare abbondanti popolazioni di roditori. Vivono inoltre ai margini delle foreste, dove si possono trovare boschetti fluviali e praterie di collina. Gli habitat più asciutti, con una piovosità annua di 250-350 mm, sono occupati solo occasionalmente e se vi è una copertura adeguata di vegetazione e prede sufficienti per la sopravvivenza.

Ibridi: il gatto Savannah

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Dall'incrocio di un serval, o servalo, con un gatto domestico nasce il Savannah, una razza di gatto molto giovane e diffusa soprattutto in America settentrionale. L'animale mantiene ancora un forte comportamento selvatico che lo rende poco adatto a chi non ama davvero la vita con i felini. Il savannah è un ottimo predatore e la sua capacità di convivere serenamente con altri animali e con i bambini dipendono più dalla socializzazione ricevuta in tenera età che da una propensione fissata geneticamente.

Per quanto riguarda la cronaca recente, secondo alcuni la famosa pantera avvistata in Puglia negli ultimi anni sarebbe in realtà un serval, ma ad oggi (aprile 2021) non è ancora stato risolto il mistero che da tempo preoccupa la popolazione del posto.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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