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5 Marzo 2021
13:02

Chi ha paura del buio? Gli animali della notte

Gli animali notturni comprendono tutte quelle specie che diventano più attive nelle ore di buio. Per riuscire ad orientarsi nell'oscurità hanno bisogno però di specifici adattamenti, motivo per cui molte specie hanno evoluto, ad esempio, occhi e pupille grandi oppure un udito molto specializzato. Ma chi sono gli animali che vivono di notte e che caratteristiche hanno?

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Gli animali notturni sono sempre stati considerati esseri misteriosi e affascinanti e forse incutono anche un po' di timore per la loro capacità di vivere totalmente immersi nell'oscurità. Ma perché l'oscurità ci spaventa tanto? Vi siete mai chiesti, ad esempio, guardando un film dell'orrore, come mai le scene più spaventose sono sempre ambientate di notte? Beh, il motivo è probabilmente da ricercare in ciò che il buio comunica: non lasciandoci vedere ciò che ci circonda, trasforma improvvisamente l'ambiente intorno a noi in qualcosa di tetro, misterioso e imperscrutabile, perfetto per una scena del crimine.
E' interessante a questo punto chiedersi: Il buio avrebbe per noi lo stesso significato se avessimo la capacità di vedere anche in poca presenza di luce? Probabilmente no, ma questa è una domanda a cui la nostra specie non potrà mai dare risposta se non utilizzando qualche sofisticato marchingegno. Ma c'è qualcun altro che può accorrere in nostro aiuto: proprio loro, gli animali che vivono nella notte con le loro particolari caratteristiche evolutesi ad hoc. Ma chi sono e quali adattamenti hanno sviluppato?

Le caratteristiche degli animali notturni

Gli animali notturni comprendono tutte quelle specie che diventano più attive poco dopo il tramonto, momento in cui intraprendono le loro normali attività come ad esempio andare a caccia o trovare un partner con cui accoppiarsi. Per farlo in maniera funzionale però non possono di certo vagare inciampando tra un sasso e un altro, ma al contrario devono potersi muovere e orientare anche nel buio più completo.

A tale scopo hanno dovuto compensare la poca quantità di luce ambientale potenziando al massimo alcuni sensi come l'udito, la vista e l'olfatto, ma non tutti allo stesso modo. Alcune specie si sono infatti attrezzate con occhi e pupille molto grandi così da poter raccogliere più luce possibile; altri invece hanno puntato su altre strategie come un udito molto sviluppato: i gufi ad esempio presentano delle orecchie asimmetriche che consentono loro di localizzare perfettamente la sorgente del suono, così da poter identificare la posizione della preda. Allo stesso modo i pipistrelli sono dotati di un super-udito che utilizzano però per uno scopo un po' diverso: attraverso le vibrazioni sonore riescono a orientarsi e spostarsi nell'oscurità assoluta.

Molti animali notturni, soprattutto alcuni felini carnivori, presentano degli occhi luccicanti al buio e vi sarà capitato di notarli incontrando, ad esempio, un gatto o un procione di notte. Questi occhi particolari sono dovuti ad una struttura che agisce come uno specchio, chiamata tapetum lucidum, che si trova generalmente dietro ai fotorecettori della retina dell'occhio, ossia quei neuroni responsabili della captazione della luce. Il tapetum lucidum fa sì che la luce che arriva nell'occhio "rimbalzi" nuovamente sui fotorecettori, in modo tale da farla assorbire due volte e trattenerla così in quantità maggiore. Pensate che questa struttura è così efficiente che addirittura i catarifrangenti utilizzati nelle macchine prendono ispirazione proprio dal tapetum lucidum.
Ma perché adattarsi alla vita notturna invece che essere più semplicemente e comodamente diurni?

I vantaggi della vita notturna

Uno dei vantaggi principali per cui molto probabilmente si è evoluta la "vita notturna degli animali" è  da far risalire alla competizione per le risorse alimentari. Il motivo è molto semplice: se, ad esempio, tutti i gruppi animali che si cibano di roditori, come topolini, cacciano allo stesso orario e nello stesso posto, il risultato è che con un'alta probabilità qualcuno rimane senza o con davvero poco cibo. Cosa succederebbe se invece alcune specie si specializzassero nella caccia notturna? Molto probabilmente che ne ricaverebbero un bel vantaggio, andando a occupare un "ruolo" che ancora nessuno si è preso. Questo è quello che è probabilmente successo tra falchi e gufi: entrambi si cibano di roditori, e i secondi hanno sviluppato delle caratteristiche che permettono loro di cacciare di notte, così da non dover direttamente competere con i falchi. Un altro vantaggio riguarda invece quegli animali che vivono in zone molto aride, come ad esempio i deserti. Cacciare di notte permette a questi animali di non disidratarsi troppo e non perdere quindi molta acqua corporea, evitando così anche di doversi muovere sotto al caldo asfissiante del giorno. Infine, un altro vantaggio riguarda sempre la caccia: alcuni animali si sono specializzati nel cacciare di notte perché le loro prede non riescono a vederli al buio o al contrario, perché i propri predatori sono diurni.
In altre parole essere notturni è una "scelta" davvero importante, al punto da essere, spesso, una questione di vita o di morte.

Esempi di mammiferi notturni

Sono diverse le specie di mammiferi che sono più attive di notte, ma non tutte si sono davvero adattate alla vita notturna e presentano quindi dei sensi specializzati per orientarsi nel buio. Uno studio ha infatti suggerito che molti mammiferi come volpi, cinghiali e cervi stanno diventando notturni per evitare il rischio di incontrare l'uomo, che sta sempre di più occupando i loro habitat. Ecco alcuni esempi di mammiferi notturni:

Tarsio spettrale (Tarsius tarsier)

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Tarsius sp.

Il tarsio spettrale, come tutte le altre specie della famiglia dei tarsi, è un animale con abitudini notturne e facilmente riconoscibile per la dimensione degli occhi. Gli occhi dei tarsi sono infatti i più grandi rispetto alla dimensione della testa tra tutti i mammiferi e ogni occhio è addirittura della stessa grandezza del cervello. Questa particolarità, che potrebbe sembrare essersi evoluta per fare tenerezza a noi umani, ha in realtà un'altra funzione: rende possibile una maggiore raccolta della luce. Grazie infatti alle grosse dimensioni dell'occhio la luce riesce a concentrarsi maggiormente sui recettori, così da rendere possibile la visione notturna.

Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus)

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Il pipistrello nano, molto comune in Europa, è una specie con abitudini principalmente notturne così come la maggior parte dei chirotteri. Molte specie di pipistrelli, tra cui Pipistrellus pipistrellus, utilizzano un modo molto particolare di orientarsi nello spazio: l'ecolocazione. Questa funziona attraverso l'emissione di ultrasuoni che ritornano all'animale sotto forma di "echi". Rispetto al tempo che il suono ci mette a tornare indietro, ad arrivare alle orecchie dell'animale e all'intensità del suono, il pipistrello riesce farsi una rappresentazione piuttosto precisa dell'ambiente circostante, necessaria per orientarsi, localizzare prede o oggetti e avere anche informazioni sulle loro dimensioni. Incredibile, no?

Esempi di uccelli notturni

Gli uccelli sono per la maggior parte diurni, ma non mancano le specie adattate alla vita notturna. Tra questi quelle più conosciute sono le specie appartenenti all'ordine degli Strigiformi: i rapaci notturni, di cui fanno parte ad esempio gufi, civette e barbagianni. Ecco qualche esempio di uccello notturno:

Gufo comune (Asio otus)

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È una specie di rapace ampiamente diffusa in Europa, e specializzata per la vita crepuscolare e notturna. E' facilmente riconoscibile dai grandi occhi arancioni, le cui dimensioni permettono un assorbimento maggiore della luce, e dai ciuffi auricolari posti ai lati della testa che vengono spesso scambiati per orecchie. In realtà questi ciuffi non servono per sentire ma sembrano avere un ruolo nella comunicazione tra individui della stessa specie, mentre le orecchie vere e proprie non sono visibili ed hanno la forma di piccole fessure. L'udito in questa specie è particolarmente sviluppato: le fessure auricolari sono poste in modo asimmetrico ai due lati della testa, in modo tale da poter identificare meglio l'origine del suono e poter così localizzare le prede, generalmente composte da piccoli roditori, soprattutto arvicole. Inoltre i gufi presentano generalmente un disco facciale che funziona come una parabola, canalizzando i suoni e aiutandoli ad arrivare più facilmente alle fessure auricolari.

Succiacapre europeo (Caprimulgus europaeus)

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Il succiacapre è una specie crepuscolare e notturna, che migra ogni anno dall'Europa all'Africa. Per cacciare le prede, costituite principalmente da insetti che mangia durante il volo, il succiacapre sembra fare affidamento soprattutto sulla vista: pur non avendo degli occhi grandi come i gufi, riesce a vedere altrettanto bene grazie allo strato di tapetum lucidum presente nell'occhio, che lo aiuta a concentrare la luce e avere quindi una visualizzazione più nitida. L'udito invece non sembra svolgere un ruolo importante. Una caratteristica di questa specie è la presenza di strutture definite setole, molto simili a baffi, vicino al becco, che essendo sensibili aiutano a localizzare e incanalare la preda nella bocca. Lo stravagante nome "succiacapre" deriva da una leggenda secondo la quale questi uccelli succhiavano il latte dalle capre.

Esempi di invertebrati notturni

La maggior parte degli invertebrati sono diurni, ma anche in questo gruppo non mancano forme adattate alla vita notturna. Tra queste le più conosciute sono quelle che vengono comunemente definite "farfalle notturne": le falene, dai colori più vari e le antenne spesso piumate, la maggior parte delle quali hanno abitudini notturne o crepuscolari. Ecco alcuni esempi di invertebrati notturni:

Apoica flavissima 

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Nido di Apoica sp.

È una vespa cartonaia nativa sudamericana dalle abitudini notturne. Questi piccoli insetti sembrano infatti essere dormienti tutto il giorno per poi, appena cala il buio, riunirsi in uno sciame che improvvisamente lascia il nido per andare alla ricerca di cibo, principalmente nettare. Non si sa bene quali siano gli adattamenti specifici di questa specie alla vita notturna, ma probabilmente utilizza la luce della luna per orientarsi. E' stato visto infatti che le attività notturne hanno una frequenza molto maggiore se in cielo è presente la luna piena.

Falena luna (Actias luna)

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La falena luna è un lepidottero notturno appartenente alla famiglia dei Saturnidi, il cui nome allude agli anelli del pianeta che in qualche modo assomigliano alle macchie ocellari presenti sulle ali di queste falene. Il nome luna, in particolare, si riferisce alla forma delle macchie di questa specie che assomigliano ad una luna piena. Una caratteristica molto interessante è la lunga coda, la cui particolare morfologia sembra avere un ruolo nel confondere l'ecolocazione dei pipistrelli, che si cibano di questa falena. Uno studio ha infatti dimostrato che la coda appare ritorta perché in questo modo riesce a creare degli echi continui che si distribuiscono in diverse angolazioni, portando così il pipistrello a confondersi e a non capire dov'è localizzata la preda.

Esempi di rettili e anfibi notturni

Anfibi e rettili sono generalmente diurni poiché sono animali a sangue freddo, ossia hanno bisogno del calore del sole per attivare le loro funzioni vitali. Ovviamente ci sono delle eccezioni e alcune specie sono riuscite ad adattarsi alla vita notturna. Ecco qualche esempio:

Rospo comune (Bufo bufo)

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Il rospo comune è una specie ampiamente diffusa in Europa. È un animale notturno le cui abilità visive sono state ampiamente studiate da diversi scienziati tra cui il neuroetologo Jörg-Peter Ewert. Secondo uno studio condotto dall'Università di Lund in Svezia alcune specie di rane e rospi, tra cui Bufo bufo, riescono a vedere i colori anche nell'oscurità estrema. Ma come ci riescono? Grazie alla particolare sensibilità di alcune cellule della vista: i bastoncelli. Questi nell'uomo si attivano generalmente quando la quantità di luce è molto bassa e ci permettono di vedere, in maniera non troppo nitida, l'ambiente che ci circonda, ma senza i colori. In alcuni rospi e rane sembra invece che i bastoncelli abbiano una doppia sensibilità e permettano loro di riconoscere i colori anche nel buio più profondo. Questa capacità è molto importante soprattutto quando devono trovare e selezionare il cibo in condizioni di scarsa illuminazione.

Coccodrillo nano (Osteolaemus tetraspis)

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È il coccodrillo africano più piccolo che esista, con un range geografico che si estende dalla Guinea fino alla Repubblica democratica del Congo. Durante il giorno si trova generalmente nascosto in pozze o tane scavate appositamente e, occasionalmente, può anche svolgere attività diurne. Nella maggior parte dei casi però le attività, come quella di foraggiamento, sono limitate al periodo notturno e consistono nel predare piccoli animali d'acqua come granchi, pesci e rane, ma anche insetti e lucertole.

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